Cimatti|Ricaldone Pietro / 1946-7-11

3344 / Ricaldone Pietro / 1946-7-11 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


Miyazaki, 11 luglio 1946

Rev.mo Sig. D. Ricaldone,


In altri tempi era mio dovere, come Prefetto Apost. di Miyazaki, di inviare alla S. Sede col rendiconto statistico amministrativo annuale una relazione sugli avvenimenti annuali più degni di nota. Ho presentato al Rev.mo Amminis. Apost. quanto al riguardo mi fu richiesto, ma siccome penso che ben difficilmente tale relazione perverrà ai Superiori, ne invio copia: non foss’altro servirà per la Storia; i Superiori ne faranno quel conto che crederanno: mio unico desiderio è che in tutto si realizzi sempre e solo il bene e la gloria di Dio.


RELAZIONE DAL 1 LUGLIO 1945 AL 30 GIUGNO 1946


NOTIZIE STORICHE

Con Decreto di Propaganda Fide del Luglio 1928, ecc. (V. prospetto generale).

Al l° Agosto 1928 fu nominato superiore della Missione indipendente di M. il Sac. V. Cimatti, salesiano e in data 28/1/1935 lo stesso fu nominato Pref. Apost.

La Missione fu pure riconosciuta il 24 dicembre 1931 come persona giuridica, e nonostante le varie riforme dovute alle condizioni di guerra, lo è tuttora in conformità delle leggi attuali.


STATO MATERIALE, MORALE, RELIGIOSO DELLA PREFETTURA AP. DI MIYAZAKI


Nella provincia di Miyazaki.

a) La residenza centrale della missione a MIYAZAKI fu fortemente danneggiata per la presenza della polizia militare giapponese, cui era stata affittata, e dai tifoni. A spese dell’Autorità civile viene lentamente riparata.

b) La residenza di MIYAKONOJO (chiesa e casa) fu completamente distrutta dalle bombe incendiarie durante le incursioni aeree nemiche. L’autorità militare americana dona la Cappella da campo, costruita nella caserma di occupazione. Si sta trasportando e ricostruendo nel posto incendiato, a spese della missione, che dovrà pure rifornire tutto l’arredamento.

c) La residenza di TANO ha bisogno di riparazioni radicali per i danni dei tifoni, e si rende necessario l’ampliamento della Chiesa per l’aumentato numero dei cristiani. Fu gestita finora dal clero indigeno: per la malattia del missionario giapponese è riaffidata ad tempus ai missionari stranieri salesiani.

d) Richiede pure urgenti riparazioni la residenza di TAKANABE per i danni causati dal terremoto, dai tifoni e dai riflessi di guerra. È affidata al clero indigeno.

e) Le sottoresidenze di TOMITAKA-OSOSHIMA o le case di fitto hanno cessato di esistere durante la guerra. Le circostanze del momento determineranno o no la convenienza della riapertura.

f) A NOBEOKA nell’anteguerra s’era acquistato terreno e casa per la Missione. La polizia locale non permise la costruzione. Con l’aiuto delle autorità e di un esimio benefattore i salesiani per conto proprio stanno ora ricostruendo chiesa e casa.


Per i disastri della guerra, per la forzata evacuazione dalle nostre abitazioni, per le inclemenze atmosferiche; per il trasloco del personale si è perduto o si è guastato fortemente quasi tutto il materiale delle chiese, delle case e gli effetti personali (abiti, libri, ecc.).


STATO DELLE OPERE ANNESSE ALLA PREFETTURA AP. IN MIYAZAKI


1- Il Seminario di Miyazaki fu quasi completamente abbattuto e per i riflessi dei bombardamenti e per i violenti tifoni (due) dell’annata. Non essendo permessa dall’autorità ecclesiastica la ricostruzione del Seminario (essendovi quello di Fukuoka) i Salesiani con l’aiuto delle autorità americane e dei benefattori si accingono alla ricostruzione, che servirà come aspirantato salesiano e alla nuova scuola media Cattolica, già approvata dal governo e desiderata assai dalle autorità civili locali. Per ora si vive in baracche provvisorie.

2. - La piccola COLONIA AGRICOLA salesiana fu fortemente danneggiata dai tifoni e viene rabberciata alla meglio. Col sorgere dell’Ospizio D. Bosco a Tokyo e per aiutare quest’opera così importante tutto il personale (salesiano e allievi) viene trasportato a Tokyo. L’edificio e terreno annessi passano alla Scuola media e all’aspirantato.

3. - L’ospizio di Miyazaki gestito dalle Suore giapponesi della Carità fu seriamente danneggiato dai riflessi della guerra e dai tifoni: viene pian piano a essere riparato coll’aiuto delle autorità civili, americane e dei benefattori. Rimase completamente abbattuto l’Asilo d’infanzia.

4. - La succursale dell’Ospizio a TANO ebbe a soffrire i danni dei tifoni: già fu riparato tutto.


NELLA PROVINCIA DI OITA

l. - La residenza del missionario, la Chiesa e l’Asilo “Stella mattutina” a OITA furono completamente distrutte dalle bombe incendiarie. I nuovi piani di costruzione della città poi vengono a tagliare in due la proprietà della missione. Sul vecchio terreno e sulle fondamenta della chiesa già si è ricostruito casa, chiesa e asilo.

2. - La residenza e chiesa di BEPPU danneggiate dai tifoni sono già state sufficientemente riparate. La piccola sottoresidenza di Morie non fu danneggiata.

3. - La residenza di NAKATSU, distrutta malignamente e senza criteri dalla polizia giapponese, fu fatta ricostruire a spese dei distruttori dalle autorità americane. Si colse l’occasione per ricostruire la casa della Missione separata dall’Istituto, come fu consigliato dal Visitatore straordinario nel 1937. La chiesa pure fu riparata dai danni portati dal tifone.

Come per le chiese, residenze missionarie ed opere cattoliche della provincia di Oita la perdita totale o il guasto della massima parte del materiale della missione e delle persone.

STATO DELLE OPERE ANNESSE ALLA PREFET. APOST. IN PROV. DI OITA

l. - La scuola materna (asilo d’infanzia) di Oita fu bruciata completamente con la chiesa e casa. Si è ricostruito uso baracca.

2. - L’Opera delle Figlie di Maria A. a Beppu, guastata dai tifoni esige urgentissime riparazioni, data l’instabilità del terreno e l’irregolarità del regime acqueo. Si sta provvedendo.

3. - L’Orfanotrofio D. Bosco di Nakatsu è ricostruito.

4. - Le opere della Nagata a Beppu non subirono danni.


Come risulta dalla relazione, per le prime riparazioni e ricostruzioni, la Provvidenza si è servita dei caritatevoli e generosi soccorsi del governo americano di occupazione, dei benefattori, dei cristiani e delle geniali trovate e del lavoro indefesso dei confratelli. Ma per condurre a termine, anche solo in forma provvisoria, l’opera di ricostruzione materiale iniziata sono necessari sussidi straordinari, che i poveri salesiani chiedono alla Provvidenza e domandano a tutti gli uomini di buona volontà, che abbiano a cuore la gloria di Dio e la salute delle anime.


RIASSUNTO: chiese e case distrutte: N° 6

Seriamente danneggiate: N° 9

Opere annesse distrutte: N° 3

seriamente danneggiate N° 3


STATO MORALE-RELIGIOSO DELLA PREF. APOST. DI MIYAZAKI


Al ripigliarsi del lavoro missionario dopo anni di assenza da alcune residenze o in sostituzione del clero indigeno o dopo anni di riduzione di lavoro o di forzata impossibilità del medesimo, troviamo i cristiani a noi affidati in varie condizioni.

1. - Tutti più o meno hanno risentito le conseguenze della guerra dal punto di vista religioso (cessazione completa o gran difficoltà nella frequenza alla Chiesa, conseguente cessazione o diminuzione dell’istruzione religiosa, lavoro domenicale obbligatorio – dispense ecclesiastiche varie, ecc.) e dal punto di vista umano-sociale (spirito ultranazionalistico e militaresco del tempo – formazione mentale e pratica, forgiata intensamente colla stampa, in famiglia, in scuola, nell’officina; in tutto l’ambiente politico, militare, civile ecc., le difficoltà sempre crescenti della vita materiale (alimentazione, vestito, mezzi di lavoro, di comunicazione, ecc.).

2. - Vi è il cristiano restato in posto durante la guerra, ma restato abbandonato per la voluta esclusione del missionario cattolico, perché tale, e perché straniero. (Tutto il periodo antebellico e bellico si può considerare come un periodo di finissima persecuzione cattolica, uso nazismo).

3. - Vi è il cristiano ritornato dai luoghi a cui aveva emigrato (per motivo di servizio militare e di lavoro, o per mettere al sicuro sé, i suoi e le sue cose) e che da anni non ha compiuto i suoi doveri religiosi potendone o no avere la comodità.

4. - Vi è il tipo di cristiano immigrato volontariamente o forzatamente da altri posti nella nostra missione, avendo o no la buona volontà o la comodità di compiere i suoi doveri religiosi.

5. - A tutt’oggi vari dei cristiani non sono ancora ritornati in sede, e sono vissuti o vivono in ambiente completamente pagano.

6. - Vi è anche fra noi una speciale categoria di immigrati provenienti da luoghi ove infierì vera persecuzione religiosa (Oshima, Okinawa), i quali hanno da regolarizzare molte cose (o perché abiurarono la fede cattolica o hanno da regolare il matrimonio, hanno da ricevere i sacramenti, ecc.) e che sono del tutto sforniti di documenti ecclesiastici.


Di fronte a queste constatazioni si è stabilito di:

a) cercare di rinsaldare menti e cuori con un costante insegnamento a base di catechismo e di Vangelo, dando tutta la comodità per una pratica regolare di vita cristiana;

b) di fare in ogni comunità cristiana una buona missione in preparazione al dovere pasquale;

c) di ricercare e visitare tutte le famiglie cristiane a noi soggette, aggiornando, rettificando i dati per lo “status animarum”, e rendendosi conto dello stato di fatto delle medesime (in relazione specialmente al matrimonio, all’educazione dei figli, alle condizioni economiche, ecc.).

d) di ristabilire al più presto la regolarità della vita cristiana in famiglia; alla missione poi colla ricostruzione delle associazioni religiose, di carità e di azione cattolica in fiore nell’anteguerra, ma specialmente coll’insegnamento catechistico ai fanciulli e colla riapertura dei nostri oratori.

Ci sembra di constatare che, anche in quelle residenze in cui da anni il missionario salesiano non si faceva più vedere, i cristiani dimostrino assai buona volontà di corrispondere alla grazia di Dio e al lavoro del missionario. Non mancano difficoltà materiali e spirituali, ma con l’aiuto di Dio e dei Superiori che ci dirigono si riuscirà a riprendere il lavoro in pieno, e guarire o almeno lenire le piaghe o le ferite di queste care anime abbandonate o sviate.


LE CONDIZIONI DEI MISSIONARI SALES. ALLA RIPRESA DEL LAVORO REGOLARE

NELLA PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI


Per comprendere la nostra presente posizione di lavoro non è fuori proposito considerare che:

1. - Dopo il passaggio della Pref. Apost. al Clero indigeno, durante gli anni della guerra tutti i missionari della Pref. Apost. di Miyazaki salesiani di D. Bosco, sia perché stranieri, e specialmente quelli di M. addetti al Seminario per disaccordi e questioni particolari suscitate dal Rev.mo Amminis. Apost. Mons. Ideguchi Ittaro Francesco Saverio, dovettero per forza e col massimo dolore del loro cuore, diminuire poco a poco e cessare completamente il loro lavoro (come in generale sperimentarono tutti i missionari e religiosi stranieri in G.). Ma quel che più addolora e ferisce nel più intimo “ab auctoritate ecclesiastica locali indigena cum suis gregariis” fu pubblicamente criticato e vilipeso il precedente lavoro dei figli di D. Bosco dal punto di vista religioso ed educativo, presso le cristianità in chiesa, presso gli allievi in Seminario, presso le autorità civili in tutte le maniere ed occasioni, e bisogna confessarlo, fino al punto dell’interdizione canonica ad annum dell’intera comunità religiosa del Seminario di Miyazaki. Ed ancor oggi non riusciamo a comprendere le vere ragioni della condotta dell’Ammin. Apos. verso i suoi missionari.

I salesiani perché poveri e nell’impossibilità di aver sussidi dall’estero, domandavano all’Amminis. Ap. solo di essere aiutati per lavorare nel campo di apostolato loro affidato dalla Chiesa. Ci fu risposto: “Chiudete tutto, e partite… Non c’è bisogno di voi” e ci si negò pane e lavoro. Ci si rifiutava tutto. Si preferiva lasciare le comunità cristiane senza servizi religiosi di dovere, piuttosto che permettere a noi di farli… Si predicava pubblicamente l’invalidità dei sacramenti ricevuti da noi…

Ci si voleva dare lo sfratto forse perché missionari e stranieri? Le autorità civili si servivano forse dell’autorità ecclesiastica giapponese locale, che supinamente si prestò ai loro ordini? Noi non potevamo disobbedire alla Chiesa e ai Superiori religiosi, che ci avevano ordinato di mantenere le posizioni; noi non dovevamo, specie nei frangenti della guerra, lasciare le opere, le case e specialmente le anime a noi affidate.

Tutti i missionari della Pref. Ap. e le suore straniere esperimentarono l’internamento ufficiale in varie riprese; la prigionia; le perquisizioni; il disonore di fronte al pubblico, essendo considerati e trattati come spie; le gravi difficoltà per gli approvvigionamenti, ecc.

Dopo questi dolorosi avvenimenti la S. Sede ha sostituito 1’Ammin. Apos. precedente con un nuovo Amminist. Apost. nella persona di Mons. Fukahori Domenico, eccell.mo Vescovo di Fukuoka.

I missionari sono tutti al loro posto di lavoro: dimenticano il doloroso passato e perdonano di tutto cuore a quanti scienter aut inscienter sono stati causa delle loro afflizioni. Domandano perdono umilmente, se col loro modo di fare o di dire avessero offeso qualcuno. Unico loro desiderio e volere è di rimettersi in tutto alla volontà di Dio e di lavorare per la sua gloria e per la salvezza delle anime.1

In fede:

D. V. Cimatti

Ispettore delle Opere sales. in Giappone.



Il disagio in cui si trovano i religiosi nella sistemazione gerarchica giapponese effettuata deriva da molteplici cause:

a) Ordinario ecclesiastico, che comanda a clero indigeno, e contemporaneamente a membri di Congregazioni religiose esenti,

b) Cui è concredita Vicariato o Prefett. apostolica.

c) Mescolanza di clero indigeno e religioso, di spirito e modalità di lavoro di apostolato differenti.

d) L’Amminis. Apost. riconosce uno solo degli elementi della Comunità religiosa, agli effetti amministrativi (mensile, ecc.) mentre lavorano più individui, che devono pur essi vivere e che ricadono tutti sulla Congregazione.

e) La legge delle religioni, che diede origine a tale nuova situazione e che fu presentata come il toccasana per il bene del cattolicismo, per le vicende della guerra, finì coll’asservire le autorità ecclesiastiche ai fini dello Stato.



1 Questa nota non fece parte della relazione. Come il Rev.mo Ammin. Apost. S. E. Mons. Fukahori abbia usufruito di questa relazione, non saprei dire.