Miyazaki, 8 ottobre 1928


Miyazaki, 8 ottobre 1928

391 /Rinaldi Filippo BS / 1928-10-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani




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1.1 L’incoronazione dell’imperatore del Giappone1

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M. Rev. Sig. Don Rinaldi,


Il Giappone viene alla lontana preparandosi alle grandi manifestazioni dell’Incoronazione dell’Imperatore. La capitale è in fervore di preparativi esteriori; le province, i comuni, i privati si prodigano in raccolte di offerte per i festeggiamenti e per esternare in qualche opera pubblica di utilità (ospedali, ponti, acquedotti, ecc.) il ricordo del grande avvenimento.

I cristiani con manifestazioni religiose e civili vogliono dire al loro Sovrano la devozione, la sottomissione fedele, l’affetto che e per natura e per insegnamento religioso sentono vivo per Lui, che incentra il pensiero, l’aspirazione del popolo giapponese.

I giornali pubblicheranno copiosi riassunti delle caratteristiche funzioni, ma non sarà discaro ai lettori del Bollettino qualche notizia che anche dal punto di vista storico chiarisca questo avvenimento.

La grande cerimonia dell’accessione al trono verrà svolgendosi dal 10 al 14 novembre a Kyoto con un susseguirsi di riti e cerimonie quotidiane che riassumono in pittoresca rappresentazione le principali e più antiche tradizioni religiose.

Da Jimmu Tennō, il fondatore della dinastia imperiale, bisogna giungere al 927 d. C. per trovare un corpo di norme cerimoniali abbastanza complete per l’incoronazione, e finalmente al 1889 (promulgazione della Costituzione) in cui si ha il cerimoniale ora in uso.

- Perché – mi si domanderà – si ritarda tanto a compiere questa cerimonia? –.

L’intronizzazione si celebra al terzo anno dalla morte del precedente imperatore. È un richiamo storico antichissimo. In origine alla morte del Sovrano si abbandonava la casa da lui abitata e il nuovo imperatore andava altrove a costruirsi l’abitazione e con lui il codazzo dei servi e tutto il servizio amministrativo.

Inoltre la successione non sempre era pacifica e quindi fra i trasporti e le costruzioni dei nuovi edifici e tra le guerre di successione che non di rado si scatenavano fra i pretendenti al trono, occorreva un certo tempo. Quello che allora era suggerito da necessità di cose, ora è legge.

- Perché tale cerimonia si fa in autunno? – Perché ogni regno deve cominciare con un’offerta solenne delle primizie più notevoli del Paese, la quale in Giappone non è possibile che in autunno.

- Ma allora dalla morte dell’Imperatore fino al compimento della attuale cerimonia la dignità imperiale rimane senza titolare? –.

L’uso ha introdotto una cerimonia privata che si compie a Tokyo subito dopo la morte dell’Imperatore e che consiste sostanzialmente nella consegna della spada e dei grandi sigilli dello Stato fatta al tempio del palazzo imperiale.

Questa cerimonia fu difatti compiuta il 26 dicembre 1926 e il 28 dicembre nell’udienza pubblica il sovrano notificava al popolo il suo possesso al trono.

I preliminari delle grandi feste dell’incoronazione sono date dal Rito divinatorio che si compie davanti a uno dei templi di Tokyo e conclude sulla scelta delle risaie ove sarà coltivato il riso da offrirsi agli dei nel giorno della festa delle primizie. Il cerimoniale è minuziosissimo: al suono della musica sacra si bruciano scaglie di osso di tartaruga al fuoco purissimo di legno di ciliegio speciale. Designato il luogo, persone di fiducia coltiveranno con cura il riso.

L’inizio delle feste (6 novembre) è dato dalla partenza dell’Imperatore da Tokyo. È difficile descrivere l’imponenza, lo sfarzo del corteo imperiale che indossa ricchi costumi dell’8° secolo e che a tappe si dirige verso Kyoto.

Le truppe nelle loro brillanti divise, i preti shintoisti nei loro ricchi paludamenti, la cassa contenente gli oggetti sacri (lo specchio, la spada, la collana di perle e i sigilli dello Stato, la cui consegna forma l’essenziale della cerimonia), la gioia di un popolo che festeggia il suo sovrano, sono cose altrettanto facili a immaginare più che a descrivere.

La vera cerimonia dell’intronizzazione consta di due parti: una religiosa fatta al mattino alla presenza dei principi del sangue, delle più alte dignità e degli ambasciatori delle Potenze estere. L’imperatore davanti all’arca contenente i sacri tesori annuncia la presa di possesso del trono e fa le rituali adorazioni, imitato dai principi imperiali – nella funzione civile, si asside sul trono, significando al mondo intero (rappresentato dagli ambasciatori) che egli accetta la successione imperiale, e dopo la lettura del proclama i presenti, inchinatisi profondamente, gridano: BANZAI!

L’11 novembre in presenza di molta gente si esegue la grande danza sacra di ringraziamento agli dei. Il 12 novembre vi è il solenne ricevimento a palazzo di tutti gli inviati portatori delle offerte imperiali ai templi nazionali: ad essi viene consegnata la preghiera che devono leggere nel consegnare l’offerta. Tali offerte sono tessuti di seta, cotone, canapa e monete coniate per l’occasione, chiuse in cassette di legno bianco legate con cordoni di seta.

La giornata si chiude con riti di abluzioni per l’imperatore e di esorcismi dalle impurità materiali e morali per gli altri dignitari della corona.

Alla vigilia della festa delle primizie si celebra il rito della tranquillità dell’anima per procurare lunga vita, sanità e felicità alla famiglia imperiale; e consiste in preghiere, danze sacre antichissime e due riti di magia simpatica.

Sono ricordi derivati dalle primitive idee dei giapponesi, che a tenere più facilmente unita l’anima al corpo servano riti religiosi.

Gli dei protettori del palazzo imperiale, al suono delle arpe, dei flauti, e dei canti di gioia dei sacerdoti, sono evocati – si preparano le offerte (spade, arco e casco con frecce, bozzoli del baco da seta, seta, canapa, bambagia, sake – vino – e alimenti) si recitano preghiere per rendersi propizi gli dei – un lungo filo di seta, simbolo della vita dell’imperatore, viene annodato dieci volte a significare che la vita viene rafforzata – si danza in preda a un sacro delirio per calmare l’azione magica degli dei.

La serie delle grandi feste è chiusa dall’offerta solenne delle primizie; è una delle più antiche feste shintoiste. Viene celebrata in un tempio provvisorio, costruito per la circostanza (riproduzione dei templi del 6° e 7° secolo) – e i partecipanti vestono costumi antichissimi. La funzione si compie di notte, fra fuochi sacri. Nella cucina si prepara il riso, mentre su 8 tavole si dispongono bellamente le offerte alimentari giunte da tutte le parti del Giappone (riso, miglio, orzo, grano, legumi, pesci, erbaggi e frutta di ogni genere).

Tra canti e suoni si offrono agli dei le primizie. Su una piccola tavola è servito il pasto all’imperatore che, dopo aver adorato gli dei, gusta pel primo dei vari cibi. Così la cerimonia è finita.

Nei giorni seguenti vi è il banchetto offerto al corpo diplomatico, e l’altro ai dignitari.

Alla fine di novembre la grande rivista militare a Tokyo e a dicembre la rivista navale chiudono definitivamente le feste.

Strani contrasti di idee e di realtà! Il Giappone che è fra le nazioni moderne all’apice della civiltà materiale, e che solennizza colla riproduzione del cerimoniale delle sue più antiche idee religiose l’avvenimento che incentra la massima parte della sua grandezza.

Contrasti che spiegano da un lato il lento evolversi anche in queste idee e realtà e dall’altro le difficoltà dell’apostolato missionario che si dibatte tra questi contrasti.

Se tutti i buoni, rendendosi chiaro conto di queste difficoltà, incarnate tenacemente nella natura di questo popolo, ci venissero in aiuto con la preghiera e con mezzi materiali! Ispiri questo il buon Dio per il bene di milioni di anime che ancora non lo conoscono.

don Vincenzo Cimatti

Missionario salesiano


1 Alla lettera dal Bollettino salesiano di Dicembre 1928. Manca il manoscritto originale.