Cimatti|Liviabella Leone|1947-7-26

3467 / Liviabella Lino / 1947-7-26 /


a Lino Liviabella, parente di Leone missionario salesiano in Giappone



Borgomanero, (26) luglio 1947

Ill.mo Sig. M° Lino,


Non può credere con quale gioia abbia ricevuto la sua carissima in cui ho notizie della vostra famiglia, grazie a Dio, tutta in vita. Al mio arrivo avrei subito voluto vedervi tutti di persona, quanti incontravo che si recavano a Macerata pregavo portassero saluti e notizie, non mi fu possibile venire e sempre nella prossimità di venire, non scrissi.

Al ricevere la sua carissima (mi ripromettevo anche di vederla a Bologna) rompo ogni indugio.

Non sono molte le notizie che posso dare, ma tutte si concludono in questa: “D. Leone sta benone (è un po’ più brizzolato), non gli manca nulla, non si riesce ad avere notizie dirette, non ritornerà in Giappone o altrove, se non dopo il trattato di pace col Giappone (pare verso metà di agosto)”.

Furono tentati tutti i mezzi per mettersi in relazione postale, ma non ne so suggerire nessuno efficace (neppure in Giappone riusciamo ad avere il tramite regolare).

Non c’è dunque che aver pazienza e continuare a pregare, nell’attesa di notizie dirette. Nessun pericolo per la vita.

Verso la fine del luglio 1944 cominciò a ritornare indietro tutta la posta che regolarmente inviavo. Qualche rara lettera a mano, o notizie orali da persone che tornavano da Dairen, mi assicuravano dell’incolumità dei confratelli, del loro stato di salute, del loro lavoro, ecc. Furono tentate le vie ufficiali americane e giapponesi e della S. Sede, le vie traverse, ma non si riuscì a nulla.

Le ultime notizie le ho avute dal Superiore Generale dei Maryknoll, che fu con loro sei mesi prima di venire in America (e sono quelle che ho dato in precedenza).

Quando si veniva aggravando la situazione, D. Leone, come norma, aveva da me avuto ordine o di ritornare subito in Giappone o trasferirsi in Cina e se fosse stato possibile in Italia o altrove al sicuro.

Ha compiuto dal 1943 in poi un apostolato magnifico di bene e lo continua a fare, non gli manca il necessario per vivere, ma al momento non può né uscire da Dairen, né scrivere, nè in pratica riusciamo a farlo noi.

Ossequi cordialissimi a babbo e mamma nella speranza di poterli presto rivedere. Una preghiera per il

suo aff.mo

D. Vincenzo Cimatti, sales.