Cimatti/ Ricaldone Pietro / 1938-12-30

2185 / Ricaldone Pietro / 1938-12-30 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Don Bosco in Corea1


30 dicembre 1938


Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Una buona notizia che rallegrerà Lei e i Salesiani e cooperatori nostri. Già in altri tempi le avevo scritto del primo passaggio dei suoi figliuoli in Corea, in occasione dei concerti musicali di propaganda.

Avevamo constatato che il nome e la devozione di Don Bosco si estendevano sempre più; sul Bollettino diocesano a puntate usciva la vita – vari buoni coreani facevano domanda di venire a provare la nostra vita (e buoni elementi vengono preparati nel nostro Seminario di Miyazaki) ed oggi l’annuncio, che fa un bravo parroco coreano M. R. Don Lye, di una bella chiesa dedicata al nostro Don Bosco.

In un villaggio che si chiama EITOHO, che pochi anni fa era alquanto distante dalla Capitale Seoul ed ora incorporato come sobborgo della medesima, si era venuto formando una piccola cristianità di un circa 300 cristiani. Il piccolo nucleo operaio, coltivato con zelo dal proprio parroco, si moltiplicò, ed oggi che i cristiani sono saliti a 1790 si rese necessario che la piccola chiesa, costruita nel dicembre del 1936, fosse ampliata e la si volle dedicata a Don Bosco “il celebre apostolo moderno” come si esprime nella sua relazione lo zelante parroco.

Sono caratteristiche le ragioni per cui il parroco e i suoi cari cristiani vollero scegliere come loro patrono speciale Don Bosco. Primo: perché i cristiani sono poveri, e Don Bosco che fu campione di povertà li può proteggere con maggior cognizione di causa. Secondo: perché in questa cristianità sono fiorenti le associazioni giovanili. Don Bosco così amante della gioventù non può non accogliere con gioia di essere loro patrono.

Le associazioni giovanili per fanciulli e fanciulle contano 100 iscritti, e quelle per giovanotti e ragazze 93, bel nucleo che viene addestrandosi alle più belle manifestazioni di azione cattolica nello spirito di Don Bosco, secondo le direttive del Papa di Don Bosco.

Questi bravi Coreani hanno letto bene nello spirito di Don Bosco, accanito amatore della povertà e appassionato amatore dei giovani, due fulgide gemme che lo caratterizzano assai bene.

Il 9 giugno 1938; proprio in occasione delle nostre feste cinquantenarie, S. E. Mons. Larribeau delle Missioni Estere di Parigi, Vescovo di Seoul e grande amico dei Salesiani, si degnava benedire la bella statua di Don Bosco che si venera nella chiesa.

Oh, il Signore benedica quello zelante parroco e i suoi coadiutori, che animati da vero spirito salesiano nell’organizzazione dell’Oratorio, dei circoli giovanili e nell’insegnamento catechistico mettono le basi di quella vita che formerà dei veri cristiani di cui si onorerà la Chiesa e la Patria.

E a quando i Figli di Don Bosco in Corea? Anche in quel fertile campo sono attesi e ad un suo cenno vi andremo volenterosi, sicuri che Don Bosco, il quale sta aprendoci la strada, aiuterà a fare per la gioventù dei buoni Coreani quanto si fa dai suoi figli in tutto il mondo. Faxit Deus.

Benedica, o buon Padre, questi buoni cooperatori nostri in Corea, tutta la gioventù loro affidata, ed anche i suoi lontani figli del Giappone.

Don V. Cimatti, sales.

1 R. M. 912: manos. inedito.