1139 ricaldone


1139 ricaldone

1139 / Ricaldone Pietro / 1933-7-30 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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30 luglio 1933

M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Unisco a parte alcune pratiche.


  1. Dimenticai sempre di domandare come devo regolarmi per i diplomi dei Cooperatori. Non è difficile la cosa quando si tratta di rilasciare il diploma in lingua estera. A Torino possono fare, e non è gran disturbo per nessuno: posso inviare i nomi alla Direzione Generale.

Il Sig. Don Rinaldi, di s. m., per venire in aiuto per quelli scritti in giapponese – e per la massima parte bisogna pensare a questi – mi aveva fatto spedire il timbro colla sua firma, coll’assoluto divieto di non usarlo se non per la firma dei diplomi. Non l’ho mai usato una volta, perché la morte ce lo trasportò in Paradiso. Veda Lei. Se Lei crede si debba fare diverso, posso spedire a Torino i diplomi in giapponese e così tutto è regolare.

  1. Le unisco qualche idea che le dia modo di valutare la nostra situazione e o subito o venendo Don Margiaria decidere.


Tokyo:


    1. Nel luogo attuale si è d’accordo che una scuola sia pur modesta e al massimo una branca sola e non più – non è possibile erigere.

Il posto è ristretto ed in pratica equivarrebbe ammazzare l’Oratorio.

Ne abbiamo già l’esperienza a Oita, a Nakatsu. L’opera missionaria, l’oratorio missionario e una scuola in un piccolo terreno, con costruzioni alla giapponese, non sono possibili.

    1. Che sia quindi il caso di proporre a S. E. che ci permetta coi soldi che gli dobbiamo (Yen diecimila) di comprare altrove, nell’altra circoscrizione, dove pare si trovino terreni a buon prezzo, e pensare là a costruire la scuola?

    2. Intanto i Salesiani continuano a lavorare a Mikawajima e continueranno a lavorare anche per la diocesi nell’altra circoscrizione.


Ma è decoroso per noi proporre questo? O è meglio pagare, e tentare di comprare altrove coll’aiuto dei Superiori e di quanto spero porterà Don Margiaria. Nel compromesso c’è pure la clausola che se i Salesiani volessero ritirarsi da Mikawajima si verrebbe ad un’intesa (naturalmente se abbiamo pagato) per gli edifici.

Don Margiaria teme che lavorando per questi poveri ragazzi, facciamo solo gli interessi di Monsignore e non della Congregazione. Ma (come dice bene anche Don Piacenza) mi pare che facciamo quelli di Dio e anche i nostri. A Tokyo si dice solo: “I Salesiani fanno così, i salesiani fanno questo…”. Insomma Don Margiaria sta per il monopolio salesiano – Don Cimatti sta per il bene; e non vorrei che se si mettesse l’opera tipografica a Mikawajima, venisse a cessare l’ottimo accordo che c’è fra noi e il Vescovo e missionari ed Ordini e congregazioni religiose, e questo cesserà certo il giorno in cui ci sarà chi non vedendo che la Congregazione vorrà fare il legislatore.

D’altra [parte] bisogna che teniamo conto delle ottime disposizioni di Monsignore attuale, e impiantarci presto bene, perché non sappiamo l’avvenire.

Don Margiaria insomma non vede che la Congregazione, e forse non pensa troppo che siamo in terra di missione.

Non so se le avrò chiarito il mio pensiero. Unisco ad ogni modo lettera di Don Margiaria che mi dice, spera essere a Torino in settembre.

  1. Osaka: unisco pro-memoria secondo le ultime intese.

  2. Se le potesse servire quest’idea…



    1. Lei sa dell’emigrazione fortissima di giapponesi in Brasile.

    2. Già vari confratelli scrivono di là, come potremmo aiutare queste povere anime?

    3. Ho mandato a più riprese stampati, ecc.

    4. Se tornasse comodo che qualche confratello di là venisse qui temporaneamente per apprendere il giapponese, qui certo aiuterebbe…

    5. E in caso di cambi per salute o altro, se qualcuno del Giappone andasse in Brasile penso che la cosa sarebbe vista anche dalle autorità e forse facilitata.


  1. Sarà possibile sapere presto qualche cosa dei nuovi rinforzi? È per poter fare proposte concrete ai Superiori.

  2. Grazie a Dio ho ottenuto dalla bontà dei Superiori la dispensa di un anno di tirocinio di cinque nostri chierici (è in corso la pratica per un altro). Spero partiranno il 25 Agosto p. v. per iniziare al 1 Settembre i corsi a Hong Kong. Preghi in modo speciale per loro: sono sicuro che il Signore benedirà l’obbedienza che facciamo, a me tanto più cara perché mi fa vedere la nostra povertà in tutto, e specialmente perché dà un bel colpo alla mia boria. Deo gratias!

  3. Domando consiglio sulla formazione e funzionamento del Consiglio.


Se uno dei Consiglieri è a Tokyo in pratica non può intervenire alle adunanze. Don Piacenza è tenuto al corrente e interrogato per lettera. Verrà per gli esercizi. Se Don Margiaria va al Nord, saremo nelle stesse condizioni. Che Don Piacenza sia su (anche tenendo la carica di economo) è utile, ma non so come coordinare la cosa. In pratica non posso obbligare il confratello a lasciare la residenza per una settimana al mese, in occasione delle adunanze, con un dispendio tal quale. Che mi consiglia? Tornando Don Margiaria dove lo metto? Se torna a Oita – rompo il lavoro e la pace di Don Marega – se a Tokyo temo di rompere lavoro e pace di Don Piacenza. Che mi consiglia?

Che sia dunque venuto il tempo della separazione dei poteri? Bisogna pensare che l’Ispettore abbia lavoro: per Tokyo, per Beppu, per la tipografia di Oita; vi è da organizzare poi tutto: noviziato, studentato filosofico e teologico; organizzare i cooperatori; visita alle case della Missione e cura dei salesiani, cura spirituale delle Figlie di Maria A. Sono in aria ancora molte cose – non avendo i Superiori ancora deciso né di Beppu, Oita, ecc. – ma lavoro c’è. Tokyo mi pare può mantenersi da sé – la tipografia, una volta impiantata bene, pure – se Beppu lo si mette sul piede delle proposte fatte (Santuario di Maria A. – casa del missionario), pure. Quindi con poco aiuto, potrebbe vivere. Ma videant superiores. Per me desidero quello che desiderano i Superiori, né farò mai un passo presso le autorità eccles., né lo farà il Delegato se non spinto dal sottoscritto (così mi disse).

Ho esposto così la cosa, affinché i Superiori conoscano anche su questo punto il mio povero parere, che si assomma in questo: “Quello che è da farsi, farlo subito”.


Alla fine del mese, breve resoconto mio:

Salute: optime. Studio e lavoro: al solito. Ho bisogno di preparare più accuratamente lezioni, prediche, ecc. e rivedere la teologia.

Pratiche di pietà: regolari. Vengo lavorandole poco a poco.

Ss. Voti: non ho difficoltà. Il Signore mi ha dato un cuore che batte… Ho bisogno di regolarizzare.

Carità cum omnibus et in omnibus.

Per le case e confratelli nulla di nuovo. Ci prepariamo agli esercizi: 2 mute (1 Agosto-7 Agosto; 18 Ag.-24). È venuto ad aiutare da Shanghai il bravo Don Suppo. È da poco d’altra parte che ho inviato i rendiconti; e novità nessuna. Come d’intesa, forse in Ottobre ritorna Don Antonio (cuore, riposo e un po’ di propaganda) che così mi accompagna il ch. Baratto, che spero dalla venuta guadagnerà spiritualmente e materialmente. Non credo si perderà anzi… Per ora gli altri abbastanza calmi: nel caso al prossimo anno (come Lei mi consigliò) invierò per riposo altri ammalati. Supplico di nuovo i Superiori che intuita canonizzazione di Don Bosco o Capitolo non mi obblighino a venire. Sono stremato di personale – quest’anno vi sarà sinodo – e prevedo non poter tenere tutto, a meno che vi sia un rinforzo speciale. Già preso come programma: rafforzare e rassodare.

Prevedo pure sarà un anno duro per le finanze. Il tracollo del dollaro (e la S. Sede retribuisce in dollari) ci ha assottigliato le già sottili retribuzioni. Sul sussidio annuale, al cambio abbiamo perduto Yen 1500, e più ne perderemo sul sussidio del Seminario. Ma il Signore sa e provvederà.

Ho scritto pure tempo fa (spero sarà in giro la risposta) che dal 1 Gennaio di quest’anno non ho ricevuto conti dal Capitolo, né l’invio trimestrale (come d’intesa) delle offerte giunte intuitu missionis Japoniae, e siamo a fine di Luglio.

Mi consta che ci sono offerte per Ss. Messe (e non so chi le dica) – alcuni hanno scritto: “abbiamo spedito a Torino”. Scrissi al riguardo a Lei, al Sig. Don Giraudi, al Sig. Don Tranquillo. Su questo tema tutti muti. Confido che i Superiori mi aiuteranno ad ottenere anche questo, se no cascano le braccia anche ai confratelli, che cercano di alleviare i pesi della missione, e non vedono alcun risultato, mentre sanno che è desiderio e volere dei Superiori che queste offerte giungano a destinazione. Ho da pensare a Tokyo, Hong Kong e poi ci sarà il nuovo personale e tutte le opere. Supplico dunque a che mi si aiuti, anche per non fare brutta figura coi benefattori: ché è dal 1 gennaio che non posso ringraziare.

Preghi per il buon esito dei nostri esercizi e specialmente per la santificazione del suo:

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.