1109 ricaldone


1109 ricaldone

109 / Ricaldone Pietro / 1933-6-1 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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[1 giugno 1933]

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Voglia ancora una volta accettare l’omaggio di affetto dei suoi figli lontani e l’assicurazione di specialissime preghiere per l’onomastico colla promessa di voler essere suoi veri figlioli e buoni missionari. Ed ora un po’ di rendiconto.

Salute: optime, grazie a Dio. Nessun merito.

Studio e lavoro: tento del mio meglio di fare e eccitare. Purtroppo se mi paragono con i confratelli, mi vincono tutti. Il mio è un lavoro di tavolino più che altro… Ma, che farci! Deo gratias. Tento di migliorare anche in questo.

Pietà e Ss. Regole: mi pare regolare. In questo mese insisto sulle Visite al SS.mo Sacramento e letture. Sono ancora tanto bambino nella pietà, che alle volte non potendo fare le medesime in comune, non riesco a farle bene. Mi aiuti il Signore. Spiritualmente è lenita, non tolta, la lotta di cui parlavo in altre, sulla mia suscettibilità.

Ss. Voti e carità: nulla di speciale.

Vita dei confratelli ed andamento delle cose nostre: ritmo regolare.

Pur visitando i confratelli quasi una volta al mese, sto compiendo la visita. Mi pare si proceda sotto tutti gli aspetti. Un breve riassunto sulle cose.

Tokyo: Bene in omnibus, 400 oratoriani – 80 scuola serale. Si vive una vita di povertà.

Nakatsu: i confratelli non troppo forti in salute, ma laboriosi. A giorni farò la visita. Arri batté un seminarista: non sa neppure lui come abbia avuto lo scatto.

Oita: Bene in omnibus. Asilo fiorente. A giorni uscirà la seconda ediz. del S. Vangelo unificato. Scuola tipografica bene. Ch. B.: fatto tutte le prove, col parere del Consiglio sono obbligato a consegnarlo ai Superiori. È stitico (mi dice che in Italia non aveva questo disturbo) – né riusciamo a calmarlo spiritualmente nelle sue incertezze, stranezze, persino mania… Non conclude in queste condizioni. Dolendum perché lo ritengo e con buone risorse e riesce bene in tante cose. Ma qui soffre inutilmente e fa soffrire. Sto facendo le pratiche per un conveniente ritorno, di cui informerò dettagliatamente, secondo le ultime intese con Lei.

Takanabe: Bene. Don Lucioni calmo, lavora, ma il cuore è altrove… Lavora troppo la testa. Ho sottocura il ch. Bechis. Mi aiuti il Signore a salvarlo. Testa strana… abitudini… combatte. Vedremo.

Miyazaki: Bene, Don Antonio stanco.

Miyakonojo: bene, il coad. Maccario è in un buon quarto d’ora, ma può da un momento all’altro riprendere le sue nervosità. Se tornassero è meglio troncare nel nome di Dio. Lavora e fa bene all’oratorio festivo.

Figlie di Maria A.: Calme e in ottime relazioni. Spero ad agosto vestire tre loro prime aspiranti, vecchie nostre figlie spirituali, base buona, mi pare.

Studentato teologico: Ispirandoci alle direttive dei Superiori passate e presenti, pur conoscendo l’urgenza dei nostri bisogni di personale, ma premendoci di più la formazione, abbiamo ridotto al minimo i dispensati (ne informo il Consigliere scolastico). Sono i chierici Braggion, Zanarini, Tassinari, Felici (tutti con voti perpetui) e Bernardi che ha solo i voti triennali. Tutti stagionati per età, abbastanza formati spiritualmente, a corso filosofico e biennio di tirocinio regolare – tutti assai mediocri (è il colorito di tutti) d’ingegno.

Aderendo pienamente al consiglio e direttive dei Superiori, andrebbero ad Hong Kong coll’augurio che presto anche il Giappone abbia il suo Studentato. Questo dipende dai nostri Superiori. Non mi nascondo la difficoltà economica, ma Deus providebit.

Ad ogni modo il fatto che siamo costretti ad emigrare, dice chiaramente la nostra povertà di mezzi materiali e di personale. Siamo proprio poveri di testa e di mezzi: è un po’ umiliante, ma il Signore benedice la nostra umiliazione in tutti i sensi, perché dopo tutto, facciamo l’ubbidienza rinunziando ai nostri sogni ed altre proposte. Ne sono davvero contento e ne benedico il Signore.

Stato delle case e bisogni nostri: nell’unito specchietto, mi pare, può scorgere le nostre necessità. Per quest’anno riusciremo a mantenere le nostre posizioni? Sì, se i Superiori verranno in aiuto, da tanto invocato.

Nuove fondazioni:


  1. Trasporto del Piccolo Seminario a Miyazaki.1

  2. Conseguente trasformazione di Nakatsu in casa di Missione – Figli di Maria? Aspiranti al Seminario?

  3. Se non arrivano studenti di filosofia, Takanabe rimane come pura casa di missione e utilizzando il personale posso rinforzare altrove. Venendo gli studenti di filosofia:

    1. per risparmio di personale,

    2. e pensando che il proprietario non vende la casa e terreno finora affittati a Takanabe, non potrei portare gli studenti nostri temporaneamente in Seminario coi giapponesi? E lasciar Takanabe come zona e casa di missione?

  4. Come fare per Tokyo? Il terreno attuale non è certo sufficiente per un’opera nostra. Non arrivano a 2400 mq coperti in gran parte da edifici non ancora pagati.

Abbiamo da curare due dipartimenti con 450.000 abitanti. Adachi-ku è ancora disabitato e con molti campi. Ho detto a Don Piacenza non dorma e studi l’occasione di trovare qualche ampio terreno. È dunque il caso di attendere per il trasporto a Tokyo della tipografia? Costruire sul terreno attuale praticamente ammazziamo l’Opera attuale e non fondiamo, sia pur modestamente, nulla. Se Don Margiaria viene in Italia, mentre potrebbe accompagnare i rinforzi, potrebbe coi Superiori concretare il da farsi, e così vedere per la qualità del personale necessario per l’Opera di Tokyo, che anche solo nelle condizioni attuali ha bisogno di aiuto. Pensi al personale che ha perduto e che perde quest’anno la missione. I tre di Tokyo – 5 chierici che partono per Hong Kong – ch. Baratto – ed altre incognite. E venga in aiuto ai suoi figli.

Questione di Osaka. Abbia la bontà di leggere l’annesso pro-memoria. E mi pare di non avere altro. Attendo dal S. Cuore grazie speciali e voglia Lei ottenermele con abbondanti preghiere per me e per i miei e per le cose nostre.

Mi mandi del buon personale, molti preti, molti chierici (anche se a studi compiuti); qualche buon coadiutore. Ricordi che siamo in pretto paganesimo moderno (specie a Tokyo) e che in Giappone è terribile per i nevrastenici e nervosi.

Per la questione economica scrivo al Sig. Don Giraudi. È dal Gennaio che non riesco ad avere nulla (almeno una risposta) sulle nostre cose finanziarie. Comprendo la crisi – ci vivo fin sopra i capelli – che non ho – pelato come sono… Comprendo il da fare, ma via… Si era intesi che trimestralmente inviavano quanto la carità stabiliva per noi… Almeno sapere chi ringraziare.

Lei pensi: è da sei mesi che Don Cimatti non può dir grazie a tanti benefattori – mi consta che le offerte sono per Ss. Messe – le devo dire io? Le dicono a Torino? Se hanno fatto così avranno i loro motivi, dice Don Cimatti, ma via… Due righe, dicendo inviamo – non inviamo…

Dovrei tirarle le orecchie anche perché pei nostri chierici… non giunse nulla.

La Provvidenza non viene meno, no, e conosco le condizioni dolorosissime in cui versano i Superiori, ma come sarebbe bello ricevere due parole al riguardo! Si sta in pace; si raddoppiano le attività… Ad ogni modo ne scrivo al buon Don Giraudi.

E finisco. Scusi la lunghezza. Don Cimatti non sa che chiedere e disturbare. Ma sono così belli i momenti che il figlio può passare col Padre: a Lei mi affido e raccomando.

In altra sua mi faceva prevedere la possibilità della visita straordinaria. Oh, fosse presto!

Seguiamo con vero piacere le belle notizie del nostro caro Don Bosco e preghiamo.

Non per mettere le mani avanti, per segnalare. Nel 1934 vi è il Concilio in Giappone e se Don Cimatti è nelle condizioni attuali deve intervenirvi: troppi problemi fondamentali vi si devono trattare. Siccome già si fanno voci di canonizzazione e Capitolo, ecc. supplico fin d’ora il Rettor Maggiore, Sig. Don Ricaldone, a non obbligarmi, come la volta passata, al ritorno in Italia. Creda, mi farebbe male male male assai.

Tanti cari confratelli hanno veri bisogni materiali e spirituali… per cui hanno necessità di venire. Scongiuro fin d’ora…

Ed ora mi benedica con tutta l’anima e con me questi suoi figli che penso vicini al suo cuore.

Parli per noi a Maria A. e al nostro Don Bosco.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1 In questo periodo era già in costruzione. Aveva benedetto la prima pietra il 24 maggio.