Cimatti|Tassinari Clodoveo|1947-10-21

3497 / Tassinari Clodoveo / 1947-10-21 /


a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone



Torino, 21 ottobre 1947

Carissimo D. Tassinari,


È colla più grande gioia che ti annuncio la visita fatta ai tuoi cari. Vi era Vasco, babbo e mamma, la sorella. I fratelli erano assenti, venne la cognata e ho visto un nipotino o cuginetto (che mi ha detto chiaro che non viene in Giappone) e una nipotina.

Arrivato a Modena atteso da Vasco alla stazione, siamo andati ad ossequiare il Signore e l’Arciprete – mi fu presentato un pretino (cui avevo messo l’abito nove anni prima).

Visitai la Sig. Venturini (una delle sorelle è morta – la serva di casa vuol essere ricordata) poi a casa ove bacio per te la mamma che trovo in ottima salute e quanti trovo, arriva poi il babbo e puoi capire…

Dico di te tutto il bene possibile… Puoi capire che il loro desiderio è di rivederti: ed il babbo ha dei propositi feroci se prossimamente non ti conduco. Gli ho detto che saresti venuto tu al mio ritorno. Sta bene: non gli piace però il Giappone per il riso e perché non c’è il vino. Mi raccontavano prodezze della tua gioventù. La mamma mi diceva che eri alquanto vispo – il babbo che ti ricordassi la presa delle pere… et similia. Babbo fra poco va in pensione, stanno cercando una casetta – i fratelli hanno buon lavoro, la sorella è quasi direttrice in una azienda, il padre avrà con i figli posto in una fabbrica di 600 operai che fra poco si aprirà in paese, così pure in pensione non starà colle mani in mano.

Visitai la fam. Paltrinieri e alla sera gran ricevimento a casa del Comm. Mario che è il fondatore della fabbrica.

Il paese vuol bene a D. Bosco e il gruppo comunisti non ostacola. L’arciprete continua con frutto il suo lavoro.

Riuscì imponentissimo il congresso cattolico a San Felice; il municipio stesso mise tappeti al balcone.

Insomma tutto bene, tutti salutano, tutti aspettano ma assolutamente il babbo non vuole quella barbetta che hai; avendogli detto che sei magretto, si è assunto l’impegno di arrotondarti.

Durante la guerra le solite vicende, ma grazie a Dio il quale ha salvato tutti e tutto. Vasco mi diceva che di tanto in tanto la mamma ha le sue sofferenze di fegato.

Al pranzo vi era anche l’arciprete. Capitò una bella scena: la cognata aveva firmato una carta in cui per Lire 300 avrebbe avuto foto ingrandita a colori sua e dei figliuoli (i due di cui sopra). Arriva quando eravamo a tavola il fotografo che pretende 1500 lire, la cognata ferma sul contratto. Il fotografo gridava, il babbo cominciava a sentire i nervi, si alzò, e il malcapitato che si spacciava per “ispettore della compagnia fotografica”. “A te dag me l’ispetour! Questa è la mi ca… fila… march!”. E quello là alzò i tacchi… “Se continuava ancora, diceva, gli mettevo a posto l’ispettorato”. Era una delle tante imprese che cercano di sfruttare la povera gente.

Giornata d’oro! Tutti ricordano, pregano e attendono. Al ritorno combineremo un piano d’azione per questa visita.

Fervet opus per gli imbarchi difficilissimi, nè so quando potrò condurre le faccende in porto. Prega e fa’ pregare. Saluta omnes et singulos e credimi tutto


tuo aff.mo

D. V. Cimatti, che ti ricorda cotidie