Cimatti|Ricaldone Pietro|1948-11...

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Notizie in fascio


Sett. Ott. Nov. 1948

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Le difficoltà delle comunicazioni postali, non ancora regolarizzate per il Giappone, mi hanno sempre impedito di poterle inviare regolarmente la relazione mensile, secondo il mio solito. Che vuole? È per noi tutti un conforto non indifferente il metterci in comunicazione con Lei, coi Superiori, con gli allievi ed ex-allievi nostri, e cogli amati cooperatori e cooperatrici.

Siamo convinti di essere così ricordati in tante forme… e tutto questo fa bene al cuore, eccita sempre più la volontà al lavoro, al sacrificio, alla preghiera, che sono i tre grandi elementi dell’apostolato missionario. E poi si pensa che le notizie inviate fanno in tante forme anche del bene a voi tutti…

Ho raccolto in fascio quanto di più notevole ed interessante è avvenuto nel trimestre: settembre, ottobre, novembre.

Dopo una visita sommaria alle case, fatta al ritorno dall’Italia, ci siamo rinfrancati tutti spiritualmente coi prescritti Ss. spirituali esercizi annuali, e, dopo il breve riposo delle ferie scolastiche estive, assai brevi in Giappone, si ripiglia regolarmente il lavoro nella prima decade di settembre. In questo periodo della riorganizzazione del Giappone non possono non sentirne l’influsso anche le nostre opere, e necessariamente bisogna parteciparvi attivamente. Si proclamano da ogni parte i principi di libertà democratica, e si cerca di attuarli; si rinnovano leggi, organizzazioni, che sfociano naturalmente in nuove manifestazioni educative, sociali, che bisogna pur seguire se non si vuol rimanere in coda e senza un piede a terra.

Come già accennai in altra relazione, la libertà religiosa ha portato con sé un lavoro non indifferente che non interessa solo i confratelli della nostra Prefettura apostolica, ma anche tutti gli altri, perché non si stenta, come prima, ad avere elementi che desiderano efficacemente studiare la nostra santa religione; starei anzi quasi per dire, che in alcuni posti l’insegnamento catechistico assorbe la quasi totalità dell’attività giornaliera del missionario. Ho parlato di coloro che desiderano efficacemente, perché, sul numero, ce ne sono non pochi che vanno al missionario solo per discutere, colla volontà di restar come sono, solo per far vedere la loro cultura materialistica, idealistica, relativistica, che sono i flagelli culturali dilaganti in Giappone.

La libertà di stampa porta con sé che il Giappone viene riconquistando il posto dell’anteguerra colla sua produzione libraria e giornalistica: in passato non è mai stato in coda, ed ha sempre gareggiato colle nazioni di massima efficienza in materia. E anche questa condizione di fatto esige naturalmente che il modesto contributo che i salesiani possono dare in materia venga riorganizzato su più vaste proporzioni e attrezzandosi con risorse adatte all’attuale momento.

È un lavoro non indifferente per la nostra Società D. Bosco, che viene sempre più affermandosi colle sue pubblicazioni.

La riorganizzazione scolastica alla sua volta ha rivoluzionato programmi, insegnamenti, libri di testo (che disgraziatamente sono ancora ricalcati sui vecchi); quanto alla parte storica di spirito protestantico, e a spirito materialistico-idealistico, ecc. per la parte filosofico-scientifica.

Constatazione tanto più dolorosa per la mentalità giapponese, aliena piuttosto dal ragionamento e che assorbe meccanicamente senza troppa distinzione quanto le si ammannisce. Ed anche in questa importante branca ecco sorgere impellente la necessità di attrezzare in pieno le nostre scuole. Ecco perché e a Tokyo e in Missione siamo alle prese con necessari ampliamenti e costruzioni per fronteggiare la nuova situazione.

La necessità poi di corredare le opere del personale conveniente ci è soddisfatta e dall’ordinazione di vari dei nostri teologi, che vanno raggiungendo gradatamente la meta, e dai nostri novizi che, nel bel giorno della festa di Cristo Re, fecero la loro vestizione. Deo gratias!

Avremmo bisogno che formassero una legione… e in formazione ne abbiamo solo 20!

Oh, ci aiuti il Signore e i Superiori ad aumentarli, mentre tutti ci diamo attorno per parte nostra per cercarne e formarne in posto, molti e buoni.

Ma la notizia più importante che debbo comunicarle è che i suoi figli hanno fatto la loro entrata in una nuova zona di apostolato, affidataci da S.E. Mons. Wakida, Vescovo di Yokohama. È l’intera provincia di Yamanashi, posta tra le province di Tokyo, Yokohama e Saitama, con una estensione di Kmq. 4.465. Zona montuosa per eccellenza, ricca di boschi e ancor più ricca di metalli importantissimi, anche preziosi; a regime acqueo abbondantissimo e nella zona collinosa e piana, coltivata a frutteti e vigneti assai celebri in Giappone. Nota altresì per l’allevamento dei suini e degli equini, e nel campo industriale per i suoi filati (specialmente di seta). Panorami splendidi e frequentati campeggi invernali ed estivi. Fa parte poi del sistema montuoso il monte sacro, fra i più bei monti del Giappone, il Fuji, dalla cui vetta D. Bosco (noi interpretiamo così) nel famoso sogno, vide i suoi figli… e, vera disposizione della Provvidenza, ora noi lavoriamo proprio in quella circoscrizione; e ai piedi della gran montagna le Figlie di Maria A. hanno la casa di riposo estivo per i loro bambini.

La città principale è Kofu (con oltre 100.000 abit.). Quivi e nella vicina cittadina di Yamashiro vi è casa pel missionario e chiesa: sono le due uniche residenze missionarie cattoliche, fondate dai Padri delle Missioni Estere di Parigi, che vi iniziarono il lavoro.

Il 14 novembre i salesiani vi fecero la loro entrata ufficiale; furono presentati alla cristianità ed alle autorità provinciali-comunali e al popolo in una magnifica e riuscitissima tornata accademica-musicale. S.E. Mons. Wakita, noto assai in Giappone come conferenziere e scrittore, parlò da pari suo, e rivelò tutto il suo zelo apostolico, e il grande affetto e le grandi speranze che lo legano a D. Bosco e ai Salesiani. E gli artisti (!) salesiani svolsero un programma musicale vocale e pianistico che, modestia a parte, incontrò l’entusiasmo incondizionato e applausi degli oltre 2000 intervenuti. Kofu è un centro buddistico assai forte; come pure vi ha forti radici il protestantesimo. I nostri bravi D. Lucioni e Don Meriggia hanno già incominciato con slancio l’arduo lavoro in questo terreno, che ha bisogno di essere scassato a fondo e rinnovato. E già il lavoro viene delineandosi e ambientandosi, e già si cominciano a raccogliersi i primi frutti. Deo gratias!

Come pure viene estendendosi mirabilmente il risultato del lavoro iniziato.

Non voglia dimenticare i suoi lontani figli, che hanno una fiducia inconcussa nelle preghiere sue, dei nostri cari allievi, ex-allievi e cooperatori.

Con affetto di figlio

aff.mo

D. Vincenzo Cimatti, sales.