1493 ricaldone


1493 ricaldone

1493 / Ricaldone Pietro / 1935-9-18 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 18 settembre 1935

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Rispondo brevemente alle sue ultime giunte in questi giorni (21/7/35 – 20/8/35).


      1. Ho comunicato a Don Pedro il desiderio dei Superiori ed egli, pur non nascondendosi la difficoltà dell’obbedienza, va. Don Cimatti ed il Consiglio, partendo dal punto di vista che i desideri e suggerimenti dei Superiori sono comandi, esegue ben volentieri ed approva pienamente.

      2. Don Cimatti rimane senza uno zelante missionario – poco a poco il meglio emigra dalla missione. Al prossimo anno oltre Tano assumerò il lavoro di Don Pedro a Miyakonojo et Deus providebit – Pas peur…

      3. Come ho comunicato ai Superiori coll’otto dicembre può funzionare lo studentato filosofico e teologico:


    1. Penso mandar là i filosofi affidandoli a Don Tanguy. Dopo 40 anni di insegnamento ai chierici, cesso dall’insegnamento… Chissà che sentimento proverò! Qualche confratello mi dice che sono più occupato con l’insegnamento che con la direzione della missione. Il guaio è che forse un po’ di scuola la so fare – e dirigere non so.

    2. Al prossimo aprile riunirei i filosofi – e se, come ho proposto ai Superiori, verrà il permesso, a tempo opportuno – riunirei quelli di Hong Kong.

    3. Supplico i Superiori a dare un aiuto di personale a Don Tanguy e Don Cimatti, un aiuto, elemosina o prestito in denaro, come ho scritto all’economo.


  1. Don Braga mi comunica il ritorno dei chierici Zanarini e Floran. I Superiori sono informati della dolorosa storia, che non poteva avere altro epilogo – e preghiamo il Signore che non succeda altro. Ho inviato carte personali e quanto sapevo al Sig. Don Berruti. Per me supplico i Superiori a curare questi poveri ammalati più spirituali che materiali.

Non è tutta colpa loro, perché vi erano eccitamenti da parte dei Superiori; e le cose si ripercossero su tutti; anche i migliori ne furono scossi terribilmente. Quale tremenda responsabilità per gli eccitatori! Per ora non so dire altro.

  1. Il bravo Arri, colpito a Hong Kong da emottisi polmonare, ha un polmone completamente guasto. Come sarà meglio, riaccoglierlo in Giappone – a Hong Kong il clima è sconveniente – mi si dice, o senz’altro, quando potrò, inviarlo in Patria?

  2. Grazie dell’aiuto che i Superiori intendono cercare per Don Cimatti: un primo valido aiuto è la separazione. Da Miyazaki non si può dirigere il cuore della Congregazione che è a Tokyo – è chiaro. Ci vuole uno sul posto che formi, se no… buchi nell’acqua.

  3. Per me quando parlo di dimissioni, lo stimo dovere. Non manca salute, né buona volontà – manca la sostanza, ecco tutto. È chiaro come il sole, e lo vedono tutti.

  4. Quanto al problema Scuola Profess. e Noviziato, l’erezione dello Studentato forse viene ad allargare il problema e a legarlo al Noviziato. Ho stima dei miei confratelli – ma posso dire che nella questione amministrativa, se fosse alle dipendenze l’uno dall’altro, nascerebbero inconvenienti e sarebbe alterata la pace, che è indispensabile specialmente al Maestro dei Novizi. D’altra parte (pur essendo tutti e due santi) è naturale e umano.

      1. Don Tanguy fu Vicario nella Missione. Consigliere, in pratica, non potrà più esserlo.

      2. Don Tanguy fu Direttore di Don Margiaria.

      3. Don Margiaria ha la nomea (non del tutto sbagliata) di essere stretto ed esoso nelle questioni di denaro, che non si riferiscono alla stamperia. Non me ne intendo di canoni (francamente) – desidero osservarli.


Finora ho detto ai due: “State separati amministrativamente”. Se canonicamente le due cose non possono coesistere, avviserò i due, ma creda, amatissimo Sig. Don Ricaldone, scegliamo subito un altro Maestro dei novizi: è meglio, è meglio, è meglio. Meglio la pace, la carità che arrabbiarsi per quattro soldi. Che vuol farci? È così. Attendo dunque ordini. Oppure ottenga che Don Cimatti sia esonerato dalla Missione – qui può venire Don Tanguy (l’ho perfino sognato Vescovo) ed ecco che sono nel mio vero elemento: scuole, prediche, ecc. ecc.

  1. Per la tirata d’orecchi sulle lamentele gregoriane, tiri pure che non tirerà mai abbastanza. Lei sa che ho il dono di non farmi troppo capire scrivendo. Ad ogni modo le osservazioni erano quanto avevo saputo dal nostro attuale professore di filosofia ch. Barbaro – e sembrandomi utile che i Superiori sapessero quelle cose, le ho dette, non per voler criticare, ma per comunicare ai Superiori. Idem per il Noviziato e Studentato: ho detto ai Superiori varie volte:


  1. che avevo notato gravi difetti fisici in alcuni che venivano, che mi pareva impossibile potessero esistere colle dichiarazioni mediche e che mettevano in serio imbarazzo alcuni confratelli o per gli studi o per l’esecuzione delle Regole;

  2. e che non sempre riesco ad avere le carte e note confidenziali dei confratelli;

  3. e che per abitudini gravi è strano che non si possano conoscere prima della venuta in Giappone. Mi pare di non aver detto altro. Purtroppo anche il nostro studentato che finora fu in aria, non poté essere come l’ho sognato, e le massime critiche mi si possono fare, e mi si fanno. Come vede, Lei ha tutte le ragioni.


  1. Ultimo delicato problema. Accludo lettera del Ch. Lucchesi – la credo sincera pur egli dovendo lottare con carattere forte (chiodo) che gli venne in urto coi giapponesi suoi assistiti. Non sapendo quali siano i criteri dei Superiori al riguardo – né le vere condizioni di famiglia (S. Oscar Santini, il Direttore di Lugo devono saperlo chiaramente) che è davvero disgraziata in tutti i sensi. Prego i Superiori a stabilire quel che credono – mi rimetto alla loro prudenza e carità. Al momento attuale il chierico è animato e deciso.


Amatissimo Sig. Don Ricaldone, preghi per me; voglia che in me si compia perfettamente la volontà di Dio. Umanamente parlando però con queste prove e con quelle di Hong Kong che sono terribili per lo sfacelo delle anime, non mi resta che pregare, riferendo a me: “pereat pastor, ne dispergentur oves gregis!”.

Mi benedica con tutta l’anima:

Don V. Cimatti, sales.