Cimatti|Ricaldone Pietro / 1926-3-19

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



19 marzo 1926

Mio buon Don Pietro Ricaldone,


È S. Giuseppe! Ed ho l’ispirazione di scriverle, e siccome questa è cosa buona, così, l’ascolto.


              1. Invio fotografie. Siccome non so che fine faccia la nostra posta (se arrivi cioè o no), mando sempre a Valsalice a Don Tonelli, cui quando capita, invio campioni di storia naturale, e in parte al Sig. Don Rinaldi, così spero qualche cosa arrivi.

              2. Qui per ora nulla di nuovo. Tutto bene. Deo adjuvante [N.B. Mette un rigo con musica…]. Sentisse che furore questa prima minuscola giaculatoria “S. Giuseppe, pregate per noi!”. La canti anche Lei. Nella prossima le manderò alcune graziose canzoncine giapponesi! Aspetti che capisca bene questa dolcissima… issssima fra le lingue (in Italia non si potrà parlarla… per carità!) e poi vedrà che musiche.


Ho già cominciato… “Che bel buchin…”1 per ora facendo fare: “la, la la… (e pensi che i giapponesi non hanno l’elle, e non c’è [la sillaba] Ti)…2 più, più…”. (Nelle loro canzoni hanno pion, pion…, ma piacque il più, più).

Tutto questo per dirle che la stoffa mi pare ci sia in queste piccole anime, future speranze, furbi come non so chi, belli come angioletti anche quando sono sporchi e col naso da soffiare come sempre.

Cominciano ad ascoltarci… Oh, lingua, lingua! snodati presto, presto…

I confratelli tutti bene, allegri e davvero buoni. Don Piacenza indisposto; oggi S. Giuseppe è senza febbre.

Preghi preghi preghi per noi.

Con vero affetto l’abbraccio nel Signore.

Suo sempre

don Vincenzo Cimatti


1 Si tratta del canto della formica “Che bel buchin ca l’ha ‘l furmighin”

2 Per questo il suo nome “Cimatti” spesso in Giappone viene pronunciato “Cimacci”