548 rinaldi


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1.1 548 /Rinaldi Filippo / 1930-3-10 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 marzo 1930

Amatissimo babbo,


Grazie della sua ultima e del ricordo pel venticinquesimo.

Tenterò di fare da S. Giuseppe, ma ci vuole altro che la mia povera testa.

Benché un po’ in ritardo (perché assente da una settimana per concerti e sopralluogo per il necessario sviluppo della missione e dell’opera nostra) eccole il mio rendiconto e qualche riflesso sui confratelli.

Per Don Cimatti: nulla di speciale. Salute ottima. Lavoro non manca. Non so adattarmi a fare il Superiore né della missione, né dell’opera nostra, perché non ho i numeri. È vero che non deve Don Cimatti determinarli questi numeri (che spetta ad altri), ma di fronte alla realtà e responsabilità è mio dovere protestare e protesterò sempre, perché lo ritengo mio grave dovere, perché sono affari di anime.

Superiori e confratelli hanno desiderato e voluto facessi il Superiore della Missione ed il Visitatore. Che vuole? Per me vedo anche in questo una buona lezione di umiltà che mi ha mandato il Signore… e vada per il bene dell’anima mia… Darò consigli, invigilerò… ma non concluderò nulla, perché ho la persuasione intima che tutti gli altri sanno fare molto meglio di quello che possa vedere Don Cimatti e perciò, nell’ambito delle facoltà e delle regole permetto omnia purché il bene si faccia. Il Signore desidera che non lo faccia non Cimatti, ma altri (e ne muoio dalla voglia) e Deo gratias!

Per me vedo già davanti il Purgatorio fino alla fine del mondo. Non ho forza per comandare… Che vuole? Non mi so ambientare al Superiorato. Vedano un po’ i Superiori se non sia il caso di pensare allo sdoppiamento dei poteri? Per me lo riterrei utile, perché sono della teoria che ciò che è da farsi è meglio farlo subito.

Per le mie pratiche di pietà, mi pare ci siano accenni a miglioramenti. Prendo la palla al balzo e cerco… ma siamo ancora assai lontani dalla perfezione.

Prego Gesù che mi aiuti a non guastare.

Per i Ss. voti è un momento di calma buona. Carità e buon accordo con tutti. Per ora non vedo disordini – mi pare che tutti siano davvero animati da buona volontà.

Nelle residenze: salute generale buona, grazie a Dio. Lavoro per tutti più che sufficiente.

Nakatsu: nulla di variato…

Miyazaki: è forse la casa dove sono più carichi di lavoro. Il Signore benedice e avrei bisogno di personale e mezzi per moltiplicare il bene, ma finora non è possibile.

Il bilancio dell’apostolato va crescendo e piange il cuore non poter fare quanto si potrebbe per le solite ragioni. Il bravo Don Ricaldone raccomanda di restringersi, ecc. ma che vuole? O si lavora… e allora il campo in missione si allarga, o non si lavora… e allora non facciamo il nostro dovere. Sono conclusioni che poi vanno a sbattere sempre contro il problema uomo e denaro…

Ad ogni modo ci deve pensare il Signore.

Suore: vanno assestandosi: c’è un campo immenso in cui mettersi a tempo opportuno.

Studentato: Deo gratias. Finora tutti bene e il personale e i chierici. Non le faccio rendiconto speciale non essendoci novità per nessuno.

Tutti calmi, allegri, in salute, nella s. povertà e pare corrispondano. Invio la breve relazione al Sig. Don Ricaldone e Don Fascie del come si è organizzato l’orario e il programma.

Attendo che il S. Cuore si faccia onore per toglierli ai più presto dalla dolorosa condizione di locale e mezzi in cui si trovano. Faxit Deus!

Ad aiutare Miyazaki ho creduto mio dovere instaurare la tradizione che i chierici (2) vengano ad aiutare il missionario (per turno bimensile): farò poi ai Superiori la proposta per l’abbuono di un anno di triennio pratico.

Per il vitto – come d’intesa – lasciano la frutta a mezzogiorno e la prendono a merenda con un po’ di pane.

E per ora basta, mio buon Padre. Preghi per me. È da un po’ di tempo che il Signore mi tratta troppo bene. Può essere segno di molte cose: l’avvicinarsi della fine o la preparazione di burrasche. Sono nelle mani di Dio. Prego i Superiori a non dimenticare le difficoltà spirituali in cui mi trovo dovendo fare il dovere con la perfetta persuasione di non poterlo compiere perché non so farlo.

Preghi dunque per la povera anima mia e per quella dei suoi figli lontani.

L’abbraccia il suo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Don Fontana mi ha comunicata la dolorosa notizia di Shiu Chow.1 Ho scritto all’Ispettore, a Don Guarona a Macao. Se il Giappone in qualche cosa può aiutar i fratelli di Cina siamo pronti. Mi benedica e voglia bene all’anima mia.

1 È la notizia del martirio di Mons. Luigi Versiglia e Don Callisto Caravario, uccisi il 29 febbraio.