Cimatti|Ricaldone Pietro /1944-8-…

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



L’Assunta in Giappone


Agosto 1944

Rev.mo ed amatissimo Sig. D. Ricaldone,


Le condizioni della guerra si incrudeliscono sempre più – tutti i nostri cari confratelli e seminaristi giapponesi, atti alle armi o al lavoro sono partiti – siamo rimasti soli – in vari luoghi, e specie a Miyazaki, estraniati dai nostri cari cristiani, che si vorrebbe ci considerassero come nemici, infetti e peggio – si tratta pel necessario vitto quotidiano – sotto l’incubo delle incursioni aeree… Eppure si procede nel lavoro possibile – il Signore non lascia mancare il necessario – ci dà perfino la consolazione di poter fare a gruppi i santi spirituali esercizi annuali – anche alle Figlie di Maria A. Che cosa si può desiderare di meglio, date le attuali circostanze? I nostri cari teologi, dividendo il tempo tra il lavoro di studio e quello casalingo hanno avuto anche corsi speciali di S. Eloquenza e Musica, a utile complemento dei loro studi.

I missionari, dove possono muoversi, non lasciano mancare il conveniente aiuto e conforto di persona ai cristiani qua e là dispersi, che non possono recarsi alla missione. Un vecchio cristiano di Nakatsu, certo Yoshitake, ha voluto celebrare solennemente il giubileo d’oro della sua conversione, approfittando appunto della andata del missionario, dando così bell’esempio di fede a tutta la sua famiglia e a quanti si riunirono intorno a lui in quella occasione.

La festa dell’Assunta, celebrata dai cristiani giapponesi come una delle più grandi feste, richiamò alle singole residenze gran numero di cristiani rifugiatisi con le famiglie fuori dei centri in luoghi più sicuri e con migliori risorse alimentari. La festa dell’Assunta richiama al buon Giapponese l’entrata del Cristianesimo in Giappone per opera di S. Francesco Saverio. Richiama il grande amore che Maria ha sempre dimostrato al Giappone.

Dice un’antica profezia (1634): “sarebbero un giorno tornati i missionari, su navi dipinte in nero e portando in alto l’insegna di Maria”. Ed un’antichissima canzone canta: “Guarda sull’alto mare… La nave porta il nome di Maria impresso sulle vele”. Ed i cristiani dopo le persecuzioni si manifestarono al missionario davanti alla statua di Maria, da loro ardentemente richiesta: “Dove è l’immagine di Maria?”.

E queste antiche tradizioni, proprie specialmente dei cristiani vecchio ceppo di Nagasaki, vengono bellamente rafforzate nei nuovi cristiani dall’importanza liturgica che viene manifestandosi nella Chiesa.

Oh, Maria continui sul Giappone e su noi tutti la sua materna protezione, mentre la preghiamo di augurare a Don Bosco per noi tutti buon genetliaco.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.