Miyazaki, 10 gennaio 1928


Miyazaki, 10 gennaio 1928

315 /Capuzzo Giovanni / 1928-1-1 /


al chierico Giovanni Capuzzo, suo ex-allievo



1 gennaio 1928

Mio Giovanni,


Anno nuovo! Deo Gratias!

Bravo! Prega per me è il più bel ricordo che possa avere di Don Cimatti, perché pur lontano, e anche dopo molti anni (quando tante cose si dimenticano) mi troverai sempre vicino a Gesù.

Auguri per la maturità. Ai tuoi tempi di Valsalice, quanto brontolare di tanti tuoi compagni pel nuovo indirizzo dato dai Superiori allo studentato filosofico! Vedi come ora premia il Signore loperato dei Superiori Oh, a obbedire non ci si perde mai. Il proposito di non aprire più quei libri per tutta la vita, mi par grave: direi di non farlo: è dovere studiare.

Bravi pure i compagni di esame. I ricordi di Valsalice ti faranno del bene; non tanto le parole di Don Cimatti Certo erano e sono ispirate a questo concetto: Giovanni, voglio bene allanima tua.

Negli scoraggiamenti dirò a te: Uomo di poca fede E non c’è Gesù? non c’è la mamma? Non conosci la legge dellabbandono in Dio.

Agli amici della Compagnia di S. Luigi suggerisci di scrivere una letterina ai Soci della Compagnia di S. Luigi di Miyazaki dicendo che pregano

Oh, mio Giovanni, D. Cimatti non domanda a voi che preghiere.

Grazie degli auguri giunti proprio allottava di Natale e come vedi rispondo subito.

Dunque avanti sempre, con calma, lavorando e studiando.

Ti benedico e ti abbraccio.

Tuo D. V. Cimatti



316 /Circolare Salesiani / 1928-1-6 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Miyazaki, 6 gennaio 1928

Carissimi,


Torno da Toi, il punto più estremo della Missione Sud per far visita a una buona, ricca, disgraziata famiglia cristiana e ad un’altra che purtroppo va dissolvendosi, ed a voi sempre presente nell’affetto e nella preghiera, buona befana.

  1. Non ho focaccia o altro… Vi offro riconoscente affetto e preghiera. Fatto le ordinazioni pel vino dell’annata.

  1. per il vino da Messa d’ora innanzi rivolgetevi a Nakatsu (speriamo presto anche per la cera);

  2. riceverete pure un barile di nero. Scegliete subito un posto per metterlo – un po’ elevato (in maniera che resti facile imbottigliarlo – lasciandolo in qualche posto a riposare dopo l’arrivo almeno venti giorni, se no si intorbidisce). Posto discreto per ora i rispettivi magazzini del cortile (a Oita forse in cucina o dove credete meglio).

  1. Farò per tutti l’ordinazione al N. 5 del Katoriku.

Avanti nel Signore.

Vostro

don Cimatti






317 /Rinaldi Filippo / 1928-1-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Mio amatissimo Padre,


Sono un po’ in ritardo perché desideravo darle relazione a festa terminata. Deo gratias!

Novità nessuna, che valga la spesa di essere particolarmente notata. Grazie a Dio, tutti i confratelli ora stanno bene. Don Tanguy al solito per le preoccupazioni linguistiche si è preso un forte mal di capo. Don Cavoli ha avuto uno dei suoi scatti di nevrastenia, che naturalmente sconta con qualche giorno di malessere.

A fine d’anno fu fatta la riunione trimestrale di tutti a Oita (Don Cimatti rimase di guardia a Miyazaki) e le notizie sono buone.

Buon movimento a Nakatsu di cristiani e specialmente l’oratorietto va nutrendosi sempre più. Idem nelle altre residenze.

Insisto affinché (anche facendo sacrifici) invii subito qualcuno per iniziare lo studio della lingua: si guadagnano degli anni, e in Giappone un anno guadagnato è di un pregio incalcolabile per l’avvenire.

Bisognerà pure che alla testa di qualsiasi istituzione si abbia in animo di fare ci sia chi sa la lingua (è inutile illudersi! In Giappone le altre lingue possono essere un lusso, si può fare un bene relativo anche con quelle, ma senza il giapponese non si fa nulla, parlando umanamente). Se no dovremo in tutto dipendere dagli altri ed i Giapponesi, anche cattolici, per tirare l’acqua al loro mulino sono l’ideale.

Disse bene un grande missionario che spese la sua vita in Giappone: “Sono anime naturalmente scismatiche”. Ripeto: abbia fede, mio buon Papà, ed avendo pensato a tanti, l’aver dimenticato il Giappone, è imperdonabile davvero e non v’è rimedio se non provvedendo al più presto.

Se Lei lo vuole, lo può.

Se poi non lo vuole, si aggiusti col Signore. Don Cimatti sempre al solito. Optime di salute materiale. Spiritualmente mi sforzo senza visibili risultati per farmi santo. Il desiderio – mi pare, efficace – c’è, ma… Una cosa temo fortemente “di essere sia pure involontariamente, causa degli scatti di Don Cavoli, santo uomo davvero”. Se così fosse con tutta l’anima prego i Superiori di provvedere con tutta libertà nei riflessi miei, senza timore alcuno.

Mi sembra davanti a Dio di essere (come dirò) in uno stato di indifferenza tale in questo genere di cose, che mi viene spesso di domandarmi: “È conforme al nostro spirito questo?”. Credo di sì, seguendo S. Francesco di Sales. Di tanto in tanto anche la superbia e la sensualità vorrebbe avere la loro – mi fanno così comprendere che c’è ancora molto posto per la santità. Preghi amato padre, per l’anima mia che non desidera altro che di abbandonarsi in Dio… e poi vada come vuole.

Pronto a stare in Giappone, ad andare altrove, a tornare come e quando piace ai superiori: non ho davvero preferenze.

Le invio carte e proposte per il Sig. Don Ricaldone. Sono terreni che forse possono essere adatti per le future nostre opere. Ci fosse la possibilità di comprare ora… più si aspetta e più i prezzi crescono… perciò videant consules.

Data l’urgenza del caso (si sarebbe perduta l’occasione propizia) ho comperato per ¥ 3000 un appezzamento di oltre 2000 mq a Tano per costruirvi – quando avrò i mezzi – una nuova residenza che si rende necessaria per la nuova cristianità che si è venuta formando (una cinquantina): spero per Maria A. sarà un fatto compiuto. Preghi e ci aiuti. Altre notizie.

A Natale buon movimento di cristiani dappertutto e a Miyazaki ho avuto la consolazione di amministrare tre battesimi (a un babbo e figlia, e a un giovanotto operaio, di cui unisco foto; imponendogli – come da promessa fatta – il nome di Pier Giorgio Frassati). Comunicai la cosa a Don Cojazzi e per tramite suo alla famiglia.

Con questo mese si chiude il primo anno di lavoro nostro nelle residenze e le invierò relazione presto.

Il Signore ci ha davvero benedetti in ogni senso e ciò è certo dovuto alle preghiere di tanti e più di tutti alle sue.

Le accludo per informazione due lettere (Don Garelli e Don Bardelli).

Per ora null’altro. Non ci dimentichi presso il Signore e presso la Mamma. Buon anno e sia davvero… un anno per il Giappone.

Capisce? L’abbraccio a nome di tutti nel Signore.

Suo figlio

don Vincenzo Cimatti





318 /Circolare Salesiani / 1928-1-11 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



1 Miyazaki, 11 gennaio 1928

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Carissimi,


Intensifichiamo la preparazione alla festa del Nostro S. Patrono. Nei discorsi del giorno (specialmente a chi è in grado di capire e di leggere) parliamo dell’importanza della buona stampa. Notizie speciali dall’Italia nulla.

  1. Ho inviato le carte coi prezzi dei terreni. Preghiamo.

  2. A Tano (indipendentemente dall’idea del noviziato) nei pressi delle case dei cristiani, ho acquistato un po’ di terreno per Cappella e piccola residenza. Preghiamo anche per questo.

  3. Per la vita di Don Bosco1direi per ora:

a) 1000 copie a Miyazaki,

b) 1000 copie a Nakatsu,

c) il resto stia a Oita in deposito.

Nakatsu e Oita pensino a inviare copie a tutte le autorità locali, persone amiche, cristiane. Prezzo di vendita 10 sen (va bene). Miyazaki penserà all’invio a tutti i missionari e alle autorità.

4. Possibilmente sappiatemi dire della prossima relazione come è la divisione amministrativa del vostro territorio, quali sono i centri più importanti, e le industrie più notevoli.

Con vivo affetto, sempre uniti in Dio.

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti



P.S. - Modulo delle ricerche di cui sopra: Nome del Mandamento (gun) – geografia (individuarla sulla carta). Cose notevoli anche dal punto di vista storico. Superficie e popolazione. Città e villaggi notevoli. Movimento religioso (principali manifestazioni), movimento industriale e commerciale e agricolo. Modi di comunicazione. Istruzione (scuole di ogni genere). Usi o feste caratteristiche. Raccolta cartoline o fotografie o opere pubblicate. Libertà ad ognuno di aggiungere o notare altre cose (ad es. acquisti speciali per il museo).

319 /Ghetti Giorgio / 1928-1-12 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



Miyazaki, 12 gennaio 1928

Illustrissimo Sig. Dottore,


La sua carissima giunse proprio in tempo e contraccambio di cuore auguri e preghiere a Lei e alla famiglia.

Godo delle buone notizie sue e di Faenza che certo non si può dimenticare. Per me, grazie a Dio, sto bene, in mezzo al lavoro che si accresce sempre più quanto più (diminuite le difficoltà di lingua) ci si mette a contatto di questo popolo, davvero caratteristico e grande.

Per Natale ebbi la consolazione di amministrare tre battesimi a pagani. Intanto vedremo come consolidare l’opera. Lei continui a pregare e a far pregare per noi, per me specialmente, i suoi angioletti e la sua ottima signora.

Buon anno. Ossequi al cognato e all’occasione a tutti gli amici dell’Istituto.

Tutto suo riconoscente:

don Vincenzo Cimatti

320 /Circolare Salesiani / 1928-1-18 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



2 Miyazaki, 18 gennaio 1928

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Carissimi,


1. Eccomi di ritorno, circondato da tutti i fronzoli dei giornali. Pregato da Mons. Egidio (di Kagoshima) di un sopralluogo all’isola di Tanegashima sulla possibilità di un lavoro agricolo (nell’intenzione di Monsignore da affidarsi ai Salesiani) pel bene di quest’isola, confesso che il risultato è affermativo. Le autorità domandano e vogliono aiutare, terreno vergine in tutto – molto bene da fare. Naturalmente se e quando i salesiani… non sta da noi il decidere, tanto più ora che non siamo preparati neppur per noi, per laldilà da venire della nostra Missione.

2. Godo che Don Margiaria e Don Liviabella siano andati a Fukuoka.

  1. Trovo al mio ritorno notizia della morte improvvisa del Sig. Colucci che aveva in mano molte cose anche per le future nostre fondazioni: era addetto all’Ambasciata a Tokyo. S. E. il Delegato si raccomanda di pregare.

  2. Si avvicina la festa di S. Francesco di Sales e la Commemorazione di Don Bosco. Eccitiamo nelle nostre anime lo spirito. Valga a ricordarlo anche i ricordi delle sedute di Don Ricaldone che vi invio e della vita del nostro Ven. Padre.

Con affetto vi abbraccia il vostro


don Vincenzo Cimatti


321 /Circolare Salesiani / 1928-1-23 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



3 Miyazaki, 23 gennaio 1928

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Carissimi,


Spero che la salute di Don Tanguy e di Don Liviabella siano davvero migliorate e si possa così celebrare con gioconda fraternità la festa del nostro Patrono e Don Bosco.

        1. Penserei di essere a Oita pel 1 Febbraio. Piena libertà di fare prima l’E.b.M. (ad es. il 30 c. m. in cui dobbiamo già per regola pensare ai defunti): forse sarà la migliore occasione.

        2. Poi a Nakatsu – sarà quindi utile una scappata a Fukuoka. Pensare quali cose sarebbe utile trattare con Monsignore.

Programma delle riunioni:

  1. sguardo all’anno di lavoro passato, difetti, lacune, ecc.;

  2. programma di lavoro per il prossimo anno;

  3. revisione degli ordini emanati dai Superiori nell’annata;

  4. sguardo alla questione amministrativa. S. Francesco di Sales, vivente nello spirito di Don Bosco ci ottenga la carità verso Dio e verso il prossimo.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


322 /Studenti di Mogliano Veneto / 1928-2-2 /


agli Studenti di Mogliano Veneto



2 febbraio 1928

Carissimi allievi di Terza di Mogliano Veneto,


Il vostro ottimo Don Grigoletto mi ha scritto di quanto con vero spirito missionario avete fatto per questa missione.

Il Signore vi benedica e conceda a voi e alle ottime vostre famiglie ogni bene. Vi invio (spero arriverà) un piccolo regaluccio che vi dica il grazie cordiale dei missionari del Giappone, ma il più bel premio ve lo darà il Signore per cui lavorate.

Vi benedico e abbraccio di cuore.


Tutto vostro affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


323 /Circolare Salesiani / 1928-2-6 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


4 Miyazaki, 6 febbraio 1928

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Miei carissimi,


Tornato felicemente e per preparare la predica e altro, e per la corrispondenza, sono in ritardo con voi.

        1. Grazie di tutto e voi in questa parola leggetevi proprio quanto può dire un’anima che desidera il bene delle vostre anime. Aiutiamoci vicendevolmente per realizzare questo che deve essere il nostro continuo ed unico desiderio. Benché in ritardo vi comunico il ricordo che ci lascia per S. Francesco e Don Bosco il nostro Delegato Apostolico: “Florete flores et frondete in gratiam benedicentes Deum”. Fatene tema della prossima conferenza ribadendo il lavoro del prossimo anno.

a) Per i cristiani: tenersi in contatto diretto con visite mensili (per i vicini), trimestrali (per i lontani), oltre alle conversazioni alla Missione. Indirettamente con lettere, inviti di feste, articoli di giornale, libri, ecc.

b) Per i pagani allargare ed estendere il lavoro già fatto sempre tenendo di mira le nostre Costituzioni e tradizioni.

c) Bisogna completare gli “status animarum” e prendere man mano cognizione di tutti gli aspetti (fisico, storico, religioso e professionale) della zona a noi affidata.

Come vedete il lavoro non manca: sforziamoci di realizzare il desiderio del Delegato. Da Torino nulla di nuovo.

        1. Ho trovato al ritorno l’annuncio della morte di mio fratello Luigi2, confratello Salesiano. Credo che non avrà bisogno delle nostre preghiere, ma è fiorita carità… perciò… Non conosco particolari ed ho solo notizie indirette. Grazie fin d’ora di quanto farete.

Non dimenticare l’inizio del mese di S. Giuseppe secondo il nostro regolamento. Specialmente i bravi coadiutori si sforzino di passarlo bene. Non dimenticate anche di parlarne ai famigli (chiamiamoli per ora così).

Animo adunque ed il Signore ci benedica, come di cuore vi abbraccia tutti e singoli il

vostro aff.mo

don Vincenzo Cimatti, salesiano


324 /Piacenza Pietro / 1928-2-6 /


a Don Pietro Piacenza, missionario salesiano in Giappone



5 Miyazaki, 6 febbraio 1928

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Mio Don Pietro,3


1) Nel trambusto e colla testa un po’… ho dimenticato la commissione per il pane… altra volta scrivi tu direttamente: è più pratico.

2) Grazie del lavoro sul libro “Shonen Kurabu” (club giovanile).Presto ti manderò forse un altro lavoretto.

3) Strano che a Nakatsu non considerino come stampa quello che pubblica la tua tipografia.

4) Don Pellegrini invierà a te le carte per la cassa contenente… Tu sei piu vicino a Moji.

Ti abbraccio di cuore

Tuo

don Vincenzo Cimatti





325 /Grigoletto Giuseppe / 1928-2-7 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 7 febbraio 1928

Mio buon Giuseppe,


In primis buon onomastico. Tu sai che non sono poeta. Ad ogni modo a te devo un mondo di cose grandi e piccole, idem giustizia e riconoscenza vogliono… e farò le cose per bene, sta tranquillo.

Grazie di tutto e specialmente dei libri giapponesi che sono davvero utili, ma specialmente coll’avermi messo in relazione col Prof. Balbi a cui ho già scritto. E anche qui non mi sdilinguisco in ringraziamenti. Tu capisci: Don Cimatti ti è riconoscente della riconoscenza che voleva Don Bosco… e basta.

Ti invio in compenso la prima pubblicazione salesiana in Giappone (piccola vita di Don Bosco).

Conto sulla tua prenotazione per future pubblicazioni. Sto preparando Savio Domenico e… altro.

Per darti un’idea: l’opuscoletto in 5000 copie costa poco più di Yen 500 (pari a 5000 Lire ital.).

Per funghi vedremo: c’è anche il Prof. Mattirolo di Torino che mi sta molto dietro.

Eccoti l’Ave Maria che desideri nel retro dell’immagine.

Vi ho aggiunto le spiegazioni che spero capirai, se no sono sempre pronto a illuminarti. E per maggior consolazione te la mando anche in caratteri e Katakana vicino… Così hai completa la cosa.

Invio qualche ricordo per tuo Padrino. Non sapevo che cosa potesse riuscirgli utile (riceverai).

Allegro, buon Giuseppe, laborioso e docile ai tuoi superiori col vivo augurio del rotolamento alla Crocetta. Per il Giappone o altro lascia fare al Signore.

Consegna al tuo scolaretto la risposta e grazie anche di questa consolazione.

Ossequi a tutti e specialmente a Don Pentore, Don Delfavero… a tutti due buon S. Giuseppe. A Don Ciprandi, a tutti insomma che conosco.

Prega e fa’ pregare per me.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


326 /Rinaldi Filippo / 1928-2-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



8 febbraio 1928

Mio amatissimo Papà,


Compiuta la visita mensile ed anche andato fino a Nagasaki per parlare di varie cosette con Monsignore, oggi inizio del 3° anniversario della nostra venuta in Giappone, voglio passare qualche tempo con Lei. In primis rendiconto personale.

Salute. Ottima grazie a Dio – ebbi per un po’ bruciore – prurito alla pelle, forse calore o malattia – ora, bene.

Studio e lavoro. Continuo imperterrito. La lingua va rischiarandosi e muovendosi sempre più. Capisco e balbetto senza foglio. Col foglio siamo tutti Monsabré, Lacordaire o… giù di lì. Pian piano verrà anche quello.

Lavoro: non manca – molto non si può fare paupertatis linguae – ma si fa quel che si può.

Pietà. Regolare, in comune. Al solito la testa… gira… qualche volta sogna l’avvenire, non pensando esser meglio vivere nel presente… qualche volta viene fino a Torino… Grazie a Dio la volontà è in Lui… sempre e solo, pur di tanto in tanto facendo capolino la superbia e il cuore…

Le pratiche di pietà sono la mia forza e se non mi hanno ancora reso santo, hanno certo impedito diventassi demonio.

Regole. Mi pare di non incontrare per ora difficoltà. L’unica difficoltà è che non so fare il Superiore… Lei lo sa, e basta.

Per i santi voti ho bisogno di conservare ordinatamente meglio le cose – così vigilare su qualche piccola spesa che poteva essere più economica. Manco a dire: sempre in guardia per i sensi. Sono stato tribolato proprio da fantasticherie diaboliche la settimana che ho dovuto passare fuori casa alloggiato negli alberghi giapponesi. Grazie a Dio nulla, ma… spine, molte. Speriamo siano meriti pel paradiso.

Carità. Mi pare piena con tutti.

Disordini per ora non ne vedo.

Don Cavoli. Siamo in un periodo buono per la salute. Lavora; è di pietà e nonostante le deficienze di lingua ha organizzato 1e Compagnie Piccolo clero e S. Luigi, e funzionano bene.

Guaschino. Va migliorando in molte cose – un po’ disordinato. Entrambi devoti un po’ (come si dice) del S. Chiodo.

OITA. Don Tanguy alternative – mal di testa e stomaco e buona salute. Forse un po’ duretto nel parlare (o meglio dà l’impressione non conoscendo bene l’italiano). Per il resto ottime.

Don Margiaria. Discreto per salute. Non troppo d’accordo nelle vedute con Don Tanguy; vorrebbe forse correr troppo – giovane in tutto.

De Mattia. Bene.

NAKATSU. Don Piacenza optime.

Don Livio ebbe un po’ d’influenza (sono dolori quando è ammalato – educazione di famiglia! Coloro che dovranno assisterlo agli ultimi…). Pel resto bene.

Merlino. Si prepara alla professione perpetua. Un po’ chiodino… ma bene.

Le nostre piccole opere procedono. A Miyazaki i cristiani sono ora organizzati – furono avvicinati i cristiani, gli sparsi, i deboli e freddi – ed ora tenteremo l’organizzazione dei pagani.

A Nakatsu e Oita continua il lavoro per i pagani.

Chiudiamo l’anno col propagandare il nome di Don Bosco colla pur piccola vita, in attesa di pubblicare la grossa. Ricevo lettere lusinghiere di ammirazione e di incoraggiamento e di contentezza nel vedere che si lavora.

Ho sottoposto all’Ispettore (Monsignore è d’accordo) varie cose urgenti:

  1. A Miyazaki cimitero cristiano

  2. " salone per adunanze-teatro (non possiamo muoverci né fare lavoro salesiano (Don Ricaldone approvò).

  3. A Tano urge una cappella (i cristiani sono oltre una cinquantina e crescono – non si possono lasciare soli. Ottime speranze).

  4. A Oita sgombrata la casa della famiglia che abitava (così in tutte le residenze siamo in regola). Bisogna riattare la casa per un saloncino.

  5. A Beppu (Monsignore insiste) occorre affittare una casa per aiutare quei cristiani. Prospero avvenire.

In varie di queste cose, credo di essere autorizzato a fare, ma preferisco anche consigli e approvazioni dell’Ispettore e dei Superiori.

Come vede urge personale – urgono mezzi… quindi se può un po’ per queste cose e per i viveri inviare qualche cosa credo andrà bene.

Per il personale (non pensi che si voglia correr troppo) se è vero quanto diceva il Card. Cagliero, Don Bosco all’allora missione dell’America diede dopo due anni dall’inizio non so quanti salesiani. In Giappone nulla… pur pensando che questi fino al 1930 non potranno entrare in forza… Per me, quando Gesù mi dice qualche cosa, gli faccio segno: “Caro mio Signore, sbagliate direzione – è a Torino che bisogna andare e muovere un po’ quei cuori duri, che quando sono vicini ti ammazzano colle promesse (tiro una satira a Don Ricaldone) e poi… chi s’è visto s’è visto”. Gesù dice: “Pu1sate et aperietur vobis…” e Don Cimatti pulsa fiducioso… Animo, ma decida una buona volta. Sì o no? Così almeno si pensa ad altro e si aspetta… Mio buon papà, non le sembri vana pretensione… Certo Don Cimatti più che fesserie non sa fare, ma quando penso a Don Ricaldone che constatava che siamo giunti in Oriente con 40 anni di ritardo, quando si vede così lentamente procedere le opere di evangelizzazione perché (e per me è il massimo perché) non ci sono missionari (80 milioni di pagani – 200 missionari – ne tolga 50 fuori di combattimento (per molte cause) e i salesiani che sono desiderati, aspettano ancora degli anni… devo dire “non capisco proprio nulla”. Dunque insisto, supplico…4

  1. Mandi subito qualcuno per la lingua;

  2. Mandi presto molti giovani studenti o novizi o come vuole;

  3. I Superiori decidano presto e diano direttive; e così anche in Giappone Maria A. e Don Bosco lavoreranno, ma se li lasciano inoperosi…

  4. Se può mandi qualche sussidio.

Ed ora, buon Padre, non pensi alle mie espressioni… il mio modo di scrivere è cordiale, ma un po’ farabutto, rivoluzionario romagnolo. Lei comprende. Per Don Cimatti le cose sono come le ho esposte, e valuti: più si tarda pel Giappone e peggio è in tutti i sensi, per l’opera nostra e per il Giappone.

Mi benedica e con me tutti i cari confratelli che fanno prodigi di lavoro e si vengono formando buoni e santi.

Saprà certo della morte del mio Luigi. Strano che l’ho saputo non dal suo direttore (chissà perché?) né so alcun particolare. Lei conosce i bisogni di quest’anima: lo raccomando alla carità delle sue preghiere e dei Superiori. Fiat voluntas Dei!

Mi benedica con affetto speciale in questo 50° di fondazione della benedizione di Maria.

Suo figlio

don Vincenzo Cimatti, salesiano

327 /Rinaldi Filippo BS / 1928-2-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



NEL COMPIERSI DEL II°ANNIVERSARIO DEI SALESIANI IN GIAPPONE5


6 Miyazaki, 8 febbraio 1928

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Amatissimo Padre,


Proprio due anni fa, come oggi, in una nebbiosa giornata che ci impedì di ammirare d’un colpo lo splendore della terra benedetta che la Provvidenza ci affidava, sbarcavamo a Moji. Forse non le sarà sgradito che in uno sguardo retrospettivo le riassuma il lavoro fatto, le nostre speranze e i nostri desideri intensi che ci fanno sembrare sempre troppo esigui i risultati conseguiti ed eccessivamente lenti i passi del programma salesiano in questa grande nazione.

Tale riassunto sarà di conforto per quanti, e sono molti, colla preghiera, coi sacrifici, colle offerte materiali hanno cooperato al lavoro compiuto e a gettare le basi per quello da compiere.

Grazie, Superiori e Confratelli amatissimi; grazie allievi ed ex-allievi nostri, grazie generosi Cooperatori e Cooperatrici nostre, per la vostra beneficenza spirituale e materiale; è per questa che si è potuto iniziare qualche cosa. Ma soprattutto grazie al buon Dio, cui solo l’onore e la gloria.

Nel primo anno ridiventati bimbi delle elementari, ci siamo cimentati colla difficile lingua, che, anche ora a due anni di distanza, balbettiamo e salvo il servizio materiale all’altare e per rendere solenni le feste cristiane non potemmo in pratica far altro. All’inizio del secondo anno giunge l’ordine di prendere possesso successivamente delle tre residenze di Miyazaki, Nakatsu e Oita.

Assestate le cose nostre, si comincia il lavoro con questo programma minimo:

  1. Prendere contatto coi cristiani, conoscerli e farsi conoscere, e dov’è possibile organizzarli.

  2. Far conoscere l’opera nostra e le nostre istituzioni.

  3. Iniziare il lavoro di avvicinamento dei pagani, specialmente attendendo ai fanciulli e per mezzo di questi fare opera di penetrazione nelle famiglie.

I cristiani, sparsi nelle due province di Oita e Miyazaki, su circa due milioni di abitanti, possono valutarsi a poco più di 400, col nucleo più forte a Miyazaki.

I cristiani ferventi in gran parte sono discendenti degli antichi cristiani di Nagasaki, oppure alcuni pochi convertiti dal paganesimo e dal protestantesimo; molti sparsi qua e là, lontani dalla missione, non avendo avuto per lungo tempo comodità di essere a contatto col missionario si sono necessariamente indeboliti della loro fede.

Era dunque dovere iniziare il lavoro per queste anime, dando a tutti la comodità dei mezzi della grazia, predicando a tutti la buona parola; raggrupparli in associazioni che li obbligassero santamente al lavoro di apostolato fra i pagani e ad un consolidamento nella loro fede.

I mezzi usati furono visite personali a ogni famiglia; richiami per lettera, invio di buoni libri e giornali; distribuzione di oggetti religiosi; ampio sviluppo dei mezzi della grazia e dell’istruzione religiosa, propagazione della devozione a Gesù e a Maria, ecc.

Dove fu possibile sorsero le organizzazioni. A Miyazaki ad es. i giovanotti sono organizzati nella Compagnia di S. Luigi e del Piccolo Clero, che colle sacre cerimonie e col canto rendono più solenni le funzioni religiose. Sono le nostre speranze di possibili vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

Funzionano l’Unione dei Padri di famiglia, l’Unione Madri cristiane, Il Circolo femminile Maria Ausiliatrice, e proprio nel giorno di S. Francesco di Sales, come magnifico frutto di questa prima coltivazione salesiana, si inaugurò il circolo giovanile Don Bosco. Le riunioni mensili e settimanali dei Soci, l’istituzione della biblioteca circolare danno modo di ribadire le istruzioni religiose fatte in chiesa, di abituare tutti a parlare e a fraternizzare, e di essere di grande aiuto al padre missionario. Non abbiamo catechisti, non siamo ancora esperti nella lingua, ma i buoni padri di famiglia e qualche giovanotto si prestano già volentieri e contenti ad accompagnare il missionario e a facilitargli l’apostolato nei lunghi viaggi, che si fanno per portare ad anime abbandonate e lontane colla celebrazione della S. Messa, coll’amministrazione dei Ss. Sacramenti, coll’istruzione religiosa, il necessario conforto e nutrimento spirituale.

Non abbiamo teatri o grandi sale, ma per attirare e divertire piccoli e grandi già si organizzarono festicciole, proiezioni luminose e cinema, teatrino e musica, tombole e lotteria; pezzi di giardino e di orto si trasformarono in piccoli cortili con giuochi. Tentiamo insomma nella nostra povertà e ristrettezza di locale di gareggiare coi nostri grandi oratori festivi. Sono le prime cellule che svolgendosi rigogliose daranno organismi saldi e vigorosi di vita cristiana.

Abbiamo inoltre cominciato a far conoscere l’opera nostra e le nostre istituzioni. Fedeli alle direttive di Don Bosco ci teniamo in buona armonia colle autorità politiche, civili e scolastiche. Foglietti di propaganda, distribuzione di immagini e medaglie, articoli di giornali fecero conoscere Maria Ausiliatrice e l’Associazione dei suoi devoti, le divozioni e pie pratiche a noi care: S. Francesco di Sales, Don Bosco e lo scopo della nostra Società. Come presentare ad es. S. Francesco di Sales, patrono della stampa cattolica? Radunammo nelle varie case della Missione i giornalisti pagani [dove trovare qui il giornale cattolico?] che vennero volentieri e conobbero così qualche cosa della vita di S. Francesco e dell’Opera salesiana, e si dissero fortunati di mettere a nostra disposizione il loro giornale.

Nell’anniversario della morte del nostro Don Bosco spandemmo pel Giappone la prima traduzione in giapponese di una breve vita di Don Bosco e dalle lettere di ringraziamento che si incominciano a ricevere, si può arguire quanto sia stata gradita, e quanto tutti attendano di bene dalla nostra Società.

Ed è doveroso accennare all’aiuto più che fraterno che i missionari delle Missioni Estere di Parigi, i sacerdoti del clero giapponese, gli ottimi PP. Francescani di Kagoshima, i PP. Trappisti, i Fratelli Marianisti e tutti gli altri ordini e congregazioni religiose maschili e femminili diedero ai figli di Don Bosco colla preghiera, col consiglio, colla predicazione. A questi veri campioni dell’apostolato missionario, che coll’ardente parola e coll’esempio sono a noi di edificazione e di insegnamento, vada il nostro riconoscente grazie. Gli Ecc.mi Vescovi pure ci furono di grande aiuto, e sopra tutti il compianto Vescovo di Nagasaki Mons. Combaz, l’attuale nostro Vescovo Diocesano Mons. Thiry, e il Delegato Apost. Mons. Giardini che si dimostrarono in ogni tempo veri padri per noi.

Una forma davvero originale di propaganda di cui volle servirsi la Provvidenza per far conoscere i Salesiani furono i concerti vocali, di armonium e pianoforte.

Sono oltre 25 i concerti dati in varie occasioni in teatri pubblici, in saloni, in scuole, all’aperto: migliaia di persone, colla musica tanto gradita ai giapponesi, udirono la buona parola in luoghi in cui certo per la prima volta risuonavano i nomi dolcissimi di Dio, della Vergine, di Don Bosco, dell’Italia.

Finalmente si iniziò il lavoro di penetrazione fra i pagani, rifacendo salesianamente per essi nei limiti del possibile ed applicando alle loro speciali condizioni, quanto si era fatto per i cristiani.

Sorsero con questo intento specialmente gli oratori di Oita e Nakatsu (in cui i cristiani sono ancora una minima espressione) nei quali viene delineandosi un complesso di lavoro consolante, e per il numero di quelli che li frequentano, e per la simpatia che i parenti dimostrano per l’opera nostra, tanto che alcuni hanno già permesso ai loro figli di intraprendere lo studio della religione, e perché questi fanciulli pagani cominciano a frequentare la chiesa, a pregare, a cantare coi pochi cristiani. Oh, la preghiera dei fanciulli è onnipotente sul cuore di Dio! Con quel fervore anche essi pregano colle parole del Saverio: “Eterno Dio, creatore di tutte le cose, ricordatevi che voi solo creaste le anime degli infedeli… fate che anch’esse conoscano Colui che voi inviaste, Gesù Cristo vostro figliuolo e Signore nostro…”.

Sono tipiche associazioni ad Oita l’Unione Savio Domnico, tutta di fanciulli pagani, che lavorano davvero attivamente a fare opera di penetrazione e propaganda fra compagni e nelle famiglie a favore della Missione – a Nakatsu la società Filarmonica, che presto si produrrà in qualche concerto e che (come dappertutto, colla musica, col teatro, coi divertimenti, coll’istruzione, ecc.) serve ad attrarre giovani e simpatie all’oratorio.

Quali i frutti spirituali a vantaggio delle anime? Il buon Dio li vede e li valuta. A noi pare di constatare un risveglio di vita cristiana: il termometro salesiano della frequenza ai Sacramenti sale, sale… Cifre! Migliaia, migliaia… Non deve gioire Gesù? I battesimi nel primo anno di lavoro sono 39, di cui 20 adulti o fanciulli pagani. In Giappone il missionario non pesca (purtroppo) colla rete, ma coll’amo… e colla prospettiva del “totam noctem laborantes, nihil coepimus”. Ma, guardi che ci vuol bene il Signore! Proprio nell’anniversario della nostra venuta a Nakatsu Don Piacenza dà il battesimo ad un giovane dell’oratorio che è in pericolo di vita. Lo chiamavano il gobbetto (e lo è di fatto); è il primo entrato all’oratorio, sempre assiduo coi suoi fratelli e anche socio della filarmonica. I genitori hanno dato volentieri il consenso pel battesimo e gli fu imposto il nome di Savio Domenico. È il primo frutto dell’Oratorio!

O buon Padre, presenti a Maria Ausiliatrice i primi passi nell’apostolato dei suoi lontani figli del Giappone. Vorrei nell’effusione immensa dell’animo farmi udire da tutto il mondo che ha a cuore l’“adveniat regnum tuum”. “Oh, pregate, pregate per la conversione del Giappone”. Dirò colle parole del primo Vescovo giapponese: il nome di Giappone è sinonimo del sol levante.

O fratelli, preghiamo che questo nome si realizzi pienamente, e che la luce della fede illumini tutto questo popolo. Il Giappone propagherà questa fede in Oriente e specialmente in Cina, l’immensa repubblica di 400 milioni di abitanti. O fratelli, aiutateci colle preghiere e nella misura delle vostre possibilità coi vostri soccorsi e tutti insieme noi lavoreremo a stabilire anche in queste terre il regno di Dio, a realizzare l’adveniat regnum tuum’”.

Ma ricordi, o amato Padre, ricordi che il Giappone è nel mondo intero la zona più povera di missionari cattolici, perciò in tutte le forme ci venga in aiuto, e ci benedica nel Signore.

Suo devotissimo

don Vincenzo Cimatti




328 /Ricaldone Pietro / 1928-2-12 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


7 Miyazaki, 12 febbraio 1928

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Mio amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Sono in attesa di sua desideratissima che illumini un po’ il da farsi e non ci faccia vivere in un mondo d’illusioni e perché dovendo fare qualche cosa di sodo, vi possa provvedere, tutto e bene. Abbiamo letto con vera meraviglia, ma con profondo dolore, come furono travisate certe sue interviste (specialmente sulla Gazzetta del Popolo e sul Momento, sui dati numerici e sulle località giapponesi): questo nuoce all’opera nostra in Italia e all’estero (se queste cose sono lette)… si ride… In Giappone, siccome capiterebbe lo stesso, ho consigliato non far pubblicare nulla che non sia scritto da noi. Ne ho già scritto al Sig. Don Rinaldi e all’Ispettore, ma nel caso che non arrivasse la lettera riassumo a Lei:

  1. Ho comperato un tan (unità di misura) di terreno pel cimitero (opera già quasi completa con offerte dei cristiani) di Miyazaki. Penseremo ad ornarlo un po’ quando avrò il permesso dal municipio di adibirlo a tale uso. Ora vi è un nuovo sindaco. Quello con cui parlò Lei per ragioni politiche finì in prigione. Cambiato pure Prefetto e sotto-prefetto (quello con cui parlò Lei e proprio alla vigilia di combinare un abboccamento per le nostre cose) sempre per ragioni politiche.

  2. Urge a Miyazaki nella missione, come le avevo detto, una sala per riunioni, per attirare i pagani. Non conosco il preventivo, ma batterà sui 1500 Yen, pure in forme modestissime per ora.

  3. A Tano ho comperato quasi 2 tan (per 250 Yen) se no sfuggiva l’occasione per una piccola cappella per quella cristianità che va sempre più fiorendo. Il preventivo di una chiesetta per circa 150 persone batte sui 1500-2000 Yen.

  4. Ho autorizzato qualche lavoro urgente a Oita (la tettoia del pozzo minacciava di venire, la torre pendente è cadente: pochi Yen). Finalmente è sgombra anche la casa di Oita di donne ed ora si penserebbe riattare un po’ meglio la chiesa.

  5. Ho autorizzato il fitto a Beppu di una casa (20 Yen mensili) per iniziare qualche cosa per quei cristiani e catecumeni e perché è cosa graditissima a tutti i cattolici giapponesi di cui molti vanno a Beppu per la salute. Mi pare ci sia l’avvenire anche perché è città moderna, senza preconcetti shintoisti – buddisti. Per ora al massimo si va a dir Messa alla domenica e la catechistessa di Oita va un paio o tre volte per l’istruzione dei catecumeni. Mi pare di non aver altro salvo raccomandarmi:

a) personale per lo studio della lingua, subito… ma perché hanno mandato aiuti a tutti, e qui dove sa che bisogna rompersi l’osso del collo per la lingua, tardano tanto? Ricordi che chi viene nel 1928 (se non vogliamo creare spostati) fino al 1930 ben maturo, non è adibibile.

b) Noviziato. Che cosa presentare ai Superiori? Ma bella! Mi obbligano a fare il capo a questi santi confratelli e non so che cosa fare… Lei dice: “adagio, adagio!”… Vuol scommettere che il Giappone è come è anche perché tutti i missionari dicono adagio, adagio… e intanto il tempo passa… e… Non creda che Don Cimatti pensi di convertire e sovvertire ab imis… NO, NO, NO… desidererei solo nel nome del Signore seminare seminare seminare e meglio che si può buon seme, in terreno ben lavorato… ma uso Don Bosco che non deve avere mai detto (la dico grossa?… mi bastoni pure… tanto siamo lontani) “adagio, adagio” ma “lavoro, lavoro”… Lei mi conosce – sarò fanfarone, poco educato, involuto nel pensiero – la vedo così, pronto a fare come vogliono i Superiori in questo genere di cose… tanto più che sono inesperto e inetto… Ascolti, Don Ricaldone mio, facciamo così: loro superiori vadano in fretta: se è necessario ci pensa il Signore ad andare andare adagio – Fede, perbacco! un po’ di fede! e il Signore li benedirà. Finora non ho domandato che quanto domandava (e ottenne) S. Francesco Saverio. Ne mandino in Giappone tre per anno e vedrà che andrà bene. Se poi si vuole il noviziato… quello interessa il lato salesiano e perciò è un’altra sede. Beh, beh! Colleghi Lei questi pensieri e preghi per me.

Tutto e sempre suo

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Forse in Marzo (col permesso di Monsignore) uscirà un giornaletto per i cristiani.6



329 /Circolare Salesiani / 1928-2-13 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



8 Miyazaki, 13 febbraio 1928

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Carissimi,


        1. Ossequi a tutti dall’amatissimo nostro Rettor Maggiore che mi scrive da Roma. Là ha parlato delle cose nostre – buone speranze, ma (qui è Don Cimatti che parla) credo che saremo ancor lontani… “Voi lavorate in Domino, alla presenza di Dio. Se convertirete anime saranno conto vostro… Calma e avanti in Domino”. “Per mandarti altri confratelli e Suore, come tu indichi, vedremo parlando più tardi con Don Ricaldone”. Quindi lavoriamo con calma e niente paura… Tutto per Lui.

        2. Sono consolantissime le lettere giunte in ringraziamento per la vita di Don Bosco (Don Tanguy mi favorisca anche le sue); alla prima occasione è bene [che] le vediate tutte e tutti, è davvero per noi edificante e di gran conforto.

        3. Pel giornale Miyazaki pensa: alla propria cronaca, alla parte liturgica (feste, ricorrenze, santi ecc.) e articoli di fondo (se ce ne fossero dei pronti me li darete). Nakatsu andrebbe bene pensasse: per la propria cronaca, notizie educative per le famiglie, letteratura religiosa, risposta a quesiti (veri e immaginari). Oita finalmente: alla propria cronaca, alla parte dogmatica e catechistica, alla pagina dei giovani.

Tutti, naturalmente, avendo materiale anche per le altre rubriche lo inviino a Oita entro la prima quindicina del mese per essere pubblicati nel mese successivo.

QUESTIONE:

  1. Si dubita che se scritto in soli caratteri sia letto (almeno molti, molti di Miyazaki non lo leggerebbero certo): il nostro scopo è che possano leggerlo tutti, anche i bimbi nostri… Verrà a costare un po’ di più ma… Quid vobis videtur?

  2. Come pure il titolo: “Salesiokai kikanshi Don Bosco” (Don Bosco, organo dei Salesiani) mi pare sia un po’ pericoloso… di fronte alla Congregazione e di fronte al Vescovo (che dando il permesso prega di non fare cose grosse, né averne l’aria per non suscitare timore nelle Riviste e foglietti congeneri). Pensiamo attualmente allo scopo che ci prefiggiamo: unire i cristiani dispersi, fare pervenire a tutti la buona parola e (sia pure) che questa venga anche letta dai pagani… Non saprei “Voci fraterne” “Voci del cuore” “Buona semente”, ecc. Mi pare per ora non possiamo vestirci ufficialmente… perciò…

Quid vobis videtur? È meglio che tardiamo un po’ a far uscire il foglietto, ma che siamo ben sicuri:

  1. Di avere il materiale (e tutti si prestino);

  2. Di riuscire efficaci per le anime dei lettori;

  3. Di non dar l’impressione di voler dominare.


Preghiamo anche per questo perché è un lavoro tal quale che ci addossiamo… e una volta iniziato…

E già che parlo di lavoro, come vedete, per la benedizione del Signore non manca anzi viene sempre più diventando ponderoso e difficile. Perciò a nome di Don Bosco e per il bene delle anime nostre vi raccomando:

  1. Aumentando il lavoro aumenti l’intensità della preghiera,

  2. Lavoriamo con calma, e specialmente

  3. Lavorate, ma solo quanto le proprie forze comportano – abbiatevi cura della sanità” (Don Bosco). Perciò:

  1. Non si lavori di notte

  2. Si lavori secondo obbedienza e con ordine. Ricordiamo che l’ottimo è nemico del bene.

  3. Avvicinandosi la primavera (sentendo il parere dei rispettivi dottori) credo utile [che] tutti facciano una qualche facile cura depurativa del sangue.

  4. I vari lavori che si iniziano non si perdano di vista. Miei buoni fratelli, oh! il buon Dio vede la nostra buona volontà e il desiderio ardente di lavoro per il bene delle anime che tutti abbiamo, ma vuole che agiamo con naturalezza, con calma, seguendo l’ordine delle cose, con gran fede ed abbandono in Lui. Ascoltate quanto vi ha detto chi ama le anime vostre e che ha stretto obbligo di dirvelo.

Preghiamo. Saluti da Don Cavoli, da Guaschino (cum forunculis in auribus).

Vi abbraccia nel Signore il vostro

9 don Vincenzo Cimatti

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330 /Marchisio Carlo / 1928-2-13 /


a Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice



13 febbraio 1928

Mio buon Carlo,


Come ringraziarti non so. Certo il tuo cuore buono si è in questa occasione voluto unire a quello di Don Cimatti. Dio ti renda merito di questa tua carità.

Ricordo a Busca quando visitammo la tomba del fratello dal cancello del cimitero. Hai voluto ricordarmi anche per quello…

Voglia sperare davvero che Luigi sia in Cielo e difatti alcune grazie (credo fortuite combinazioni!) ottenute dai suoi allievi che si raccomandarono all’anima sua ed una importantissima per quella ispettoria ottenuta subito dopo la sua morte me lo confermano… Ma preghiamo!

Bravo! La mamma tua… santa donna!… e basta.

Se vuoi farti dei meriti fa pregare i novizietti pel Giappone.

Tu calmo, unito a Dio, laborioso e… niente paura.

La Mamma nostra ti faccia tutto suo.

Tuo

don Vincenzo Cimatti







331 /Ishigani Maria Agnes / 1928-2-19 /


alla Signora Ishigami Maria agnes7


Miyazaki 19 febbraio 1928

Bien chère fille,


J’espère que le bon Tonari aurat écrit en vous disant que pour le daisai to shosai [astinenza e digiuno] vous n’avez pas besoin de permission particulière. Atarimae no koto desu, sore de go anshin shi nasai.[È naturale, stai tranquilla].

Oh c’est vrai. Le bon Dieux veul purifier votre belle âme avec une croix très lourde, mai s’il ne faut pas désespérer. Certaiment l’abandon dans la volonté du bon Dieu est la meilleur resource pour le bien. Je continue sans cesse dans la quotidienne prière pour que s’accomplisse en vous et en votre mari la très saint volonté du bon Dieu.

Toujours

D. Vincenzo Cimatti


332 /Grigoletto Giuseppe / 1928-2-20 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



10 Miyazaki, 20 febbraio 1928

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Mio buon Giuseppe,


Non ricordo se ti ho fatto già gli auguri per S. Giuseppe… Puoi capire… Non so sdilinquirmi in molte cose, ma tu comprendi…

Invio a parte qualche regalino (non so quando arriverà) per i tuoi. Fa’ tu in Domino!

Quanto alla questione Balbi, ne scrivo a Don Ricaldone e vedremo. Sta’ attento a non fare troppe promesse. Col tempo credo si potrà aiutarlo anche in questi suoi desideri, che d’altra parte ritengo utili per noi.

Grazie di quanto fai; ricordati di lavorare per il Signore. Don Cimatti capisce tutto. Grazie cordiale ai tuoi carissimi allievi e puoi comprendere se sono ricordati, sempre e quanto…

A tutti gli amici auguri e assicurazione di ricordo e di preghiera.

A te buon onomastico, auguri preghiere e allegria con un vivissimo abbraccio dal tuo aff.mo

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Grazie pure dei versi. Non me [ne] intendo, ma devono essere belli… Grazie degli auguri.





333 /Studenti di Mogliano Veneto / 1928-2-20 /


agli Studenti di Mogliano Veneto, allievi di Don Grigoletto



20 febbraio 1928

Carissimi allievi di Terza,


Il vostro ottimo Don Grigoletto mi ha scritto di quanto con vero spirito missionario avete fatto per questa missione.

Il Signore vi benedica e conceda a voi e alle ottime vostre famiglie ogni bene.

Vi invio (spero arriverà) un piccolo regalino che vi dica il grazie cordiale dei missionari del Giappone, ma il più bel premio ve lo darà il Signore per cui lavorate. Vi benedico e vi abbraccio di cuore.

Tutto vostro affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti



334 /Rinaldi Filippo / 1928-2-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


11 Miyazaki, 28 febbraio 1928

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12 Mio amatissimo Papà,

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È il giorno dell’esecizio della b. m. e perciò:

Salute: buona in tutti i sensi, mi pare.

Lavoro e studio: al solito. Posso domandarmi se faccio tutto il possibile. Non nego – come spiegherò meglio – che posso far di più, ma davvero non saprei. Lavoro e studio ce n’è fin che si vuole. Forse perché non sono in grado di usufruire per il bene delle anime quanto sarà possibile fra qualche anno, mi pare che potrei far di più… ma non vi vedo ben chiaro.

Pietà: regolare. Ecco quanto provo da qualche tempo… Spero sia una grazia del Signore davvero… Vado sempre vedendo meglio il nulla di Don Cimatti in ogni senso… Nasce questo dalla valutazione di quanto vedo in riuscita fatto così bene dagli altri confratelli? Dalla constatazione che dove mette la mano Don Cimatti più che meschinità non escono? Da una maggior conoscenza dell’anima, della povera anima mia?

In qualche momento mi pare davvero che dovrei più salesianamente stare coi giovani… ma quando nella conversazione non capiscono, viene fatto di domandarmi se non sia meglio tacere… Insomma è da un po’ di tempo che sento a più riprese voci interne imperiose, le quali mi pare di non aver provato mai prima, che mi dicono: “Fa così!”. Delle volte mi suggeriscono le parole stesse, mi sembra alle volte di essere spinto… e non sempre riesco (non so perché. Inerzia? paura? superbia?, è certo questa) ad accontentare queste voci… e dopo sto male.

Che cosa sarà? Maggior senso di responsabilità? In uno scatto nervoso passato del bravo Don Cavoli, mi disse: “Che non andando le cose bene dovrebbe cominciare Don Cimatti a fare l’esame di coscienza!…”. Oh, che brutta cosa dover comandare o dirigere gli altri.

Ecco il fatto nuovo che succede nella mia anima e voglia il buon Dio aiutarmi a capire chiaro e quel che è più ad agire risolutamente in conformità di queste ispirazioni (quelle buone si capisce!).

Per il resto: nulla di speciale. Ho bisogno di maggior spirito di mortificazione e di maggior cura delle cose affidatemi.

Pratiche e Ss. voti: regolari. Mi vado ripassando un po’ di teologia e codice per ora nelle parti sostanziali per noi.

Mi pare carità con tutti e di non provare risentimenti o altro con alcuno. Ammiro la riuscita del lavoro dei confratelli, vedo la mia incapacità, prego il buon Dio di non farmi vedere che le miserie di Don Cimatti, ma però sempre avanti allegramente. Certo che qualche volta – specie a tavola – può essere che sia stato un po’ troppo serio e poco cordiale. Per ora inconvenienti non ne vedo.

Unisco a questa alcuni Battesimi e nomine di Direttori (trovo ora queste carte). Scadiamo quest’anno: mi intendo poco di queste cose, ma se i Superiori mi usassero questa carità di esonerarmi dalle cariche e permettermi di lavorare guidato da un buon padre che avesse un po’ di cura dell’anima mia, mi toglierebbero da un vero incubo…

Don Cavoli: benino per la salute. Di grande attività, mi pare riesca bene e che il Signore manifesti le sue grazie nel suo lavoro. Temo mi usi troppi riguardi dimostrando troppo il desiderio di fare tutto Lui. Deo gratias! È anche questo per me fonte di umiliazione. Nulla di speciale, siamo in momento buono.

Oita. Non mi constano novità nel mese. Don Tanguy è in un momento d’assoluta calma – qualche divergenza con Margiaria nelle vedute, ma bene…

Nakatsu: idem, cioè bene in tutto. Merlino viene preparandosi per i suoi voti che spero potrà fare perpetui.

Lavoro d’azione per il prossimo anno:

  1. Continuare il contatto più intimo coi cristiani, specie quelli distanti o allontanati.

  2. Contatto diretto e indiretto in varie forme (lettere circolari, libri, visite mensili e trimestrali) dando a tutti i mezzi della grazia. Lavoro lungo e difficile e per molti delicatissimo.

  3. Rassodare alcune cristianità: spero sarà un fatto compiuto la formazione di tre nuove cristianità (Takanabe, Tano e Beppu) per il nuovo anno. Preghi e ci aiuti.

  4. Vita di Savio Domenico8 e spero devozione di Maria A. (tradotta in giapponese) e forse anche un foglietto mensile per i cristiani. Inizio della traduzione della vita grande di Don Bosco e del Vangelo unificato. Sono queste due le cose che mi stanno più a cuore, in questo campo.

  5. Lavoro (specie a Miyazaki – a Nakatsu e Oita hanno potuto fare subito non essendovi cristiani) di avvicinamento dei pagani. L’opera è delicata e difficile perché i fanciulli cristiani sono dai parenti proibiti di andare coi pagani… e bisogna trasformare idee, coscienze alla vita dell’apostolato (così scarso nell’antico cristiano giapponese…), occorre non precipitare per non correre rischio di fare un patatrac. Ah, se avessi i mezzi (che Lei non mi manda ancora)… ma, avrei già aperto un oratorio in plaga pagana, appunto per non essere in questa dolorosa situazione, che non si può dire in pubblico…

Ma grazie a Dio, vari dei padri di famiglia capiscono e pur lentamente cominciano. Si spera di organizzare conferenze di propaganda cattolica con proiezioni (già iniziato a Takanabe) nelle case dei cristiani con invito ai pagani. Ma dica un po’ se Don Ricaldone (oh! tutti così i Superiori… santi uomini) è stato finora capace di inviare le proiezioni?… Ma ricordi… sì, sì le proiezioni missionarie saranno belle, ma qui, amato padre, occorre istruzione religiosa, Vangelo, catechismo, liturgia… livello basso, babbo mio, livello basso in tutto il campo.

Ma dunque si muovano e ci aiutino. Ma cosa domando in fin dei conti? Lei lo sa. Subito alcuni per studiare la lingua e poi che ci diano delle direttive. Umili principi, ma fare, fare, fare; finché si discute, si ragiona, non concludiamo… Su, Don Bosco caro, ma cosa fate in Paradiso? Convertite il cuore duro di quei superiori, che si muovano a pietà di questa terra cara al Vostro cuore… Su, dite una parola a San Francesco Saverio… e scuotete un po’ la Madonna… Cosa volete farci? Già sapete che Don Cimatti non conclude, su, su, animo!

Perdoni, mio buon Padre, ma mi pare davvero che per mandarci qualcuno non ci voglia (direbbe Don Bosco) né una voce dal Cielo, né tampoco l’esame di dieci dottori. È mio dovere insistere ed insisto con tutte le mie povere forze.

Ed ora buon S. Giuseppe, cui abbiamo affidato la cura delle famiglie più abbandonate; voi Savio Domenico, cui abbiamo affidato i giovani pagani, pensateci voi!

Per ora nulla di nuovo – sono in vista nuovi concerti – per S. Giuseppe avremo a Miyazaki Monsignore – tutti bene e lavoranti (mi pare) nello spirito del Signore e della S. Regola.

Lei, amato Padre, preghi per noi e specialmente per me. Lei sa il bisogno che ne ha Don Cimatti.

Come le ho detto, attendo ordini e sussidi in ogni senso. Mi benedica.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti


335 /Ghetti Giorgio / 1928-2-29 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



13 Miyazaki, 29 febbraio 1928

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Amatissimo Sig. Dottore,


Notizie di cronaca mi portano da Faenza l’eco della splendida conferenza che con vera carità cristiana e faentina si è sobbarcato a fare per questa missione.

Certo solo il Signore sa valutare e proporzionare il bene che Lei ha fatto, e se ne rallegri per la gloria che ne è venuta anche a tutte le anime di quelli che hanno avuto la fortuna di ascoltarla.

Grazie e, le dirò colla nostra frase romagnola: il Signore le renda merito.

Ad ulteriori particolari mi riserbo di riscriverle a lungo. Per ora l’assicurazione che se già tanti vincoli di doverosa riconoscenza mi legavano alla sua cara persona, ora più che mai si stabilizzano in modo indelebile.

Grazie. Ossequi alla sua ottima signora ed ai suoi cari angioletti.

Con affetto riconoscente prega per Lei ogni giorno il

suo aff.mo

don Vincenzo Cimatti


336 /Circolare Salesiani / 1928-3-7 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



14 Miyazaki, 7 marzo 1928

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Carissimi,


Si avvicina la festa di S. Giuseppe. Ricordiamo a noi, ai cristiani questo grande Santo seguendo e gli impulsi della nostra devozione e le direttive della S. Chiesa. Ma si avvicina altresì la S. Pasqua. Intensifichiamo il nostro lavoro di preparazione alla solemnitas solemnitatum:

a) Per noi:

  1. Colla meditazione più accurata dei divini misteri,

  2. Coll’esatta osservanza delle nostre regole,

  3. Col ripasso in teologia o sul catechismo dei doveri dei cristiani propri di questo tempo.

b) Per i cristiani:

1. Aumentando nei limiti del possibile l’istruzione catechistica specialmente sul modo di fare una buona confessione.

  1. Sorvegliamo che tutti gli obbligati adempiano il precetto e a costo di ogni sacrificio diamo a tutti la comodità di compierlo.

Credo che anche voi proviate il nostro stesso massimo dolore nel vedere tanti poveri cristiani che da anni abbandonarono la pratica cristiana, o che perché lontani dalla missione, non hanno la comodità di frequentare e si trovano ogni momento nell’occasione prossima di affievolirsi nella fede e lentamente perderla o che sono profondamente afflitti perché non possono soddisfare il desiderio ardente che avrebbero di essere buoni cristiani.

Ecco per voi ora uno dei problemi più gravi: provvedere meglio che sia possibile a queste anime. Queste sono le vere pecorelle smarrite, e voi sapete che cosa ha fatto il buon Pastore Gesù.

Perciò stiamo mordicus a quello che ci siamo proposto come lavoro di quest’anno per i cristiani: mensilmente e trimestralmente, direttamente e indirettamente, in tutte le forme insomma.

Nelle vostre visite, là dove è possibile, diamo la comodità dei mezzi della grazia, e se è necessario (nella domenica e nelle feste) biniamo volentieri, ma tutte e singole le anime cristiane a noi affidate, per quanto dipende da noi, abbiano gli aiuti spirituali.

In molte circostanze troveremo ripulse, difficoltà, freddezze, ecc. Lasciatemi dire così: “Siamo di fronte a singoli ammalati di malattie specifiche, occorre studiare da buoni medici e con coraggio applicare i rimedi”.

Che dovremmo dire se da un lato guadagnassimo anime dal Paganesimo, e perdessimo e lasciassimo nell’abbandono le anime che già sono di Dio!

Mi pare che in relazione a questi poveri cristiani, specie per quelli dispersi, siamo nelle condizioni in cui si trovò Don Bosco quando iniziò la Missione di America. Ai selvaggi pensò dopo, e l’inizio della Missione tra i selvaggi si iniziò col lavoro verso i nostri poveri connazionali. Applicate: connazionali = correligionari, ossia le anime dei cristiani vicini e specialmente i lontani, i tiepidi, i nauseati, i freddi. Selvaggi = pagani.

Oh, quando ci sarà dato di aver un gruppo volante di ardenti sacerdoti e coadiutori (catechisti o confratelli, ecc.) che non abbiano altro compito che accudire queste povere anime! Preghiamo! Credo che sarà una delle grazie più importanti che ci farà il Signore.

Il lavoro va accumulandosi, ma è meglio ritardare qualche iniziativa o limitarla o anche sospenderla momentaneamente, che dimenticare questo nostro primo dovere.

Miei buoni fratelli, non meravigliatevi di questa insistenza, ma noi quei nella provincia di Miyazaki, vedendo lo scempio che ha fatto di tante anime (e che va facendo) il demonio, ci troviamo nella necessità di pensare seriamente a questo, e voi pure (forse in proporzioni più ristrette) siete nelle stesse nostre condizioni.

Preghiamo e lavoriamo per queste povere anime, e preghiamo affinché il Signore esaudisca presto le insistenze che da tempo e ripetutamente furono fatte ai nostri Superiori per aiuti di personale che ormai è indispensabile, pensando che prima di due anni non potrà servire.

Don Cavoli mi ha portato le vostre care notizie: godo della vostra salute e del nostro grande lavoro. Il Signore ci benedica in modo speciale ora.

Quanto al giornale vi sentite di iniziarlo per Pasqua? Cioè c’è già il materiale pronto? (Quello fondamentale bisogna sia per due numeri). E allora cominciamo nel nome del Signore, con calma, pensando ai cristiani a noi affidati e non a tutto il Giappone.

  1. Per il Vangelo è meglio sceglierne uno del mese, il più importante o che si presta meglio per una spiegazione pratica.

  2. Sempre inteso che le tre residenze lavorando ai temi affidati, non è escluso che cerchino e preparino lavoro per le varie rubriche.

  3. Optime che pensiate alla rubrica movimento religioso del Giappone come cronaca, non avendo l’aria di consigli o altro…

  4. Nelle direttive indicate, definite il titolo.

Tutto sommato:

  1. e perché le cose andarono finora un po’ in ritardo per causa mia, ed era necessario chiarire bene i punti;

  2. e perchè il sottoscritto francamente non ha ancora pronto nulla;

  3. e perché noi salesiani dobbiamo far dipendere le nostre cose dalla Madonna, se non sorgono altri incagli imprevisti inizieremo con Maria, quindi nel mese di Maggio.

Sorvegliare (voi di Oita) il professore affinché non tradisca e snaturi il pensiero nostro – più della finezza della lingua preoccupiamoci di essere capiti. S. Agostino (e il latino lo sapeva bene, troppo bene) scrive: “Preferisco fare errori di grammatica piuttosto che non farmi comprendere – meglio fare errori di grammatica, ma che capiscano! ”.

Per dare varietà ognuno avendo conoscenti giapponesi inviti a scrivere. Naturalmente questi articoli (direi) non dovrebbe il professore modificarli. Mi pare di aver detto tutto.

Nel catalogo si parla di Visitatoria… Da Torino l’ordine è preciso: “Finché non ci sono annunci ufficiali, nihil innovetur”. Annunci ufficiali non ci sono, perciò Don Cimatti tira dritto alle dipendenze dell’Ispettore, che è al corrente di tutte le nostre faccende.

Non prematuro annunciare che ho accettato una tournée artistica da Tokyo a Shimonoseki col primo Maggio. Programma da definire. Don Margiaria e Don Livio affilino le armi, assenza per una quindicina di giorni almeno, quindi prevedere e provvedere per tutto (giornale, impegni da non prendersi, lavoro doppio che cade sui restanti, ecc.). Don Tanguy e Don Piacenza studino la situazione e pensino in tempo al superlavoro… Può anche darsi che tutto vada a monte, ma ho accettato ed il buon Dio provvederà… Calma, calma, calma e preghiera.

Pregate specialmente per il buon esito della venuta di Monsignore e per la missioncina preparatoria alla festa. Chi verrà su (ad libitum la scelta del giorno, ma direi almeno pel Venerdì trovarsi) abbia la bontà di portare l’occorrente per dormire. Pauper sum e avendo già tanti tagli nella borsa non è il caso ora di fare spese nuove. Mi farò prestare quanto manca. Patientiam habeatis!!!

Coraggio fratelli miei e avanti nel Signore che ci vuol bene. Preghiamo, preghiamo con fede e specialmente fatelo per questo eterno brontolone:

don Vincenzo Cimatti


337 /Merlino Alfonso / 1928-3-7 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



15 Miyazaki, 7 marzo 1928

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Mio Alfonso,


Grazie della tua e delle belle notizie per l’anima tua.

Nei riflessi di Misao, vedi, pensa a Don Bosco… che pazienza! che dolci insistenze! pensa a Gesù cogli apostoli… che non hanno mai capito nulla e se non discendeva lo Spirito Santo…

Questa è realtà. Animo, Alfonso. Tutto il tempo che impieghi per Misao è oro di zecca pel Paradiso. Te lo assicuro davvero.

Mi dici che hai poco tempo per lo studio della lingua.

Vedi! la conversazione specialmente è il miglior studio, perciò non temere, non temere…

Auguri per il teatro. Qui pure per S. Giuseppe forse daranno Giuseppe in 6 quadri.

Come fate per i vestiti? Sappimi dire qualche cosa.

Allegro. Pensa ogni giorno ai Ss. Voti e ripassa le Ss. rego1e. Ti ricordo ogni giorno.

Tutto tuo

don Vincenzo Cimatti





337-2 / Merlino Alfonso / 1928-2-28 /


ad Alfonso Merlino



28 febbraio 1928

Mio Merlino,


Si avvicina S. Giuseppe!

È speciale protettore tuo. Affidagli i tuoi prossimi S. Voti, che devi sempre, sempre, sempre ricordare. Ti benedico di cuore.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

338 /Rinaldi Filippo / 1928-3-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



[8 marzo 1928]

Amatissimo Sig. Don Rinaldi, buon Papà nostro,


la presente per augurare a Lei e ai singoli amatissimi nostri superiori l’augurio cordiale, sentito, riconoscente, espresso nelle preghiere più belle e che valgano ad attestarle ancor una volta (se ce ne fosse bisogno) l’imperituro affetto, la fedele osservanza delle regole, il lavoro apostolico per la gloria di Dio e la salute delle anime.

Voglia Lei che sa farlo meglio di me, rendersi interprete di questi sentimenti verso i singoli, compreso il Ven. Don Francesia e l’amatissimo Don Gusmano.

Continui a volerci bene, e consigliarci, ad aiutarci in tutte le forme. Memore degli insegnamenti di Gesù:

1. Rinnovo la preghiera di invio di personale per lo studio della lingua.

2. E di qualche cosa per il pane quotidiano ché la provvista va assottigliandosi. Col crescere del lavoro crescono anche i bisogni materiali per un mondo di cose.

Dall’ultima mia novità nessuna. Tutti i confratelli bene ora in tutti i sensi. Deo gratias! Il più ammalato è Don Cimatti, non intendo materialmente, ma… il Signore mi fa vedere poco per volta la realtà del castello immaginario della mia santità e mi fa toccare con mano la totale nullità dell’essere mio, come non vidi mai così evidente come ora. Deo gratias! Lei preghi per questa povera anima mia!

Ho accettato (se non sorgeranno incagli) una serie di concerti da Tokyo verso Moji per una quindicina di giorni, pregato da vari padri, per le loro opere. Ho creduto accettare (naturalmente facendo capire la nostra meschinità) per non disgustarli, né farsi troppo preziosi, per far conoscere i salesiani, o meglio, Don Bosco e conoscere da vicino il lavoro di questi che ci hanno preceduto nel campo del lavoro.

Il giornale buddista di Kyoto (la grande città buddista) scriveva tempo fa: “sono comparsi in Giappone dei bonzi (bonzi siamo… noi!) che hanno inaugurato un sistema del tutto nuovo e geniale nella propaganda religiosa in Giappone”. W Don Bosco!

Se non mi manca il tempo e coll’aiuto del Signore vorrei finire ciò che vagheggio da tempo: mettere in pulito tutti i canti dei libri scolastici che ho musicato e presentarli per mezzo di S. E. il Delegato o altri alle alte autorità scolastiche giapponesi. Preghi e se è per il bene delle anime, certo riuscirà.

Esporsi a Tokyo sembra anche a me… ma certo Tokyo (vero?) quel giorno non si commuoverà troppo… In nomine Domini… al più diranno: “Poveri stranieri!”, ma applaudiranno freneticamente e se anche non lo facessero… Deo gratias!

Lei continui a pregare per me specialmente perché più bisognoso di tutti e mi benedica.

Tutto suo aff.mo figliolo:

don Cimatti


P.S. - Proprio allo spedire questa il Signore mi umilia nella forma più dolorosa che mai abbia provato nella mia vita salesiana. Il buon Don Cavoli mi dice che si sente scosso nella sua vocazione, che scriverà a Lei, che vuol tornare et similia. Le cause? È difficile capirle. Dice che non lo comprendo, che le cose non vanno bene, che bisogna comandare questo, quello… Casco dalle nuvole.

Ma, mio buon Gesù, vede anche Don Cimatti tutto quello che si dovrebbe fare, e che per la mancanza di mezzi (difficoltà di lingua, di conoscenze, ecc.) non fu finora possibile fare. Può essere che una maggior cura di alcuni cristiani deboli e freddi si poteva avere… è l’eterno ritornello mio e degli altri: “Don Cimatti non è fatto per queste cariche…”, ma mi lascino ballare, cantare, lavorare, senza questi colpi continui che fanno male all’anima e al corpo!

Lo consiglierò a scrivere a Lei, all’Ispettore, e Savio Domenico (di cui domani è l’anniversario) e San Giuseppe ci aiutino. Ah, che cose, che cose brutte!


339 /Grigoletto Giuseppe / 1928-3-13 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice


16 Miyazaki, 13 marzo 1928

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Mio buon Giuseppe,


Grazie del tuo interessamento pel Balbi e per noi. Conosco (e Don Piacenza ne ha copia) i due volumi del Balbi. Certo che noi dobbiamo riuscire ad avere un lavoro pratico per i nostri futuri salesiani che dovranno iniziare la difficile lingua, un manuale da cui sia tolto tutto l’inutile e tutto quello che non può essere studiato da sé, con larga parte alla conversazione e desumendo il vocabolario o dalla lingua parlata o dai libri di scuola, che essendo unici ed identici in tutto il Giappone, sono da tutti conosciuti. Avevo scritto in precedenza al Professore, ma o non ha ricevuto o non risponde: suggeriscigli di mettersi in relazione con me e digli pure (se si sentisse) che i salesiani potrebbero anche subito farlo lavorare in traduzioni da una lingua x in giapponese, o in un vocabolario più ampio di quello pubblicato (se avesse già del materiale) et similia ed intanto si penserebbe al resto.

Assicurati che la stampa anche in Giappone costa assai, tanto più dato il cambio (lo Yen oggi è circa Lire Ital. 8,50, finora su 10-11).

Grazie delle notizie e delle produzioni. Di al buon Uguccioni che mi faccia omaggio delle sue produzioni. Lui e Angelini sono due… erai hitobito (= uomini grandi).

Colgo l’occasione (e tu renditi degno interprete) di augurare a te, ma specialmente ai confratelli e giovani la buona e santa Pasqua con l’assicurazione di vivo riconoscente ricordo.

Ho la testa in pieno perché presto andremo per concerti nell’isola grande, cominciando da Tokyo… Il Signore sia anche così glorificato.

Prega dunque. Ti abbraccio e benedico. Sii sempre il buon Giuseppe…

Tuo

don Vincenzo Cimatti


340 /Ghetti Giorgio / 1928-3-14 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



17 Miyazaki, 14 marzo 1928

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Amatissimo Sig. Dottore,


In primis: “Buona Pasqua” a Lei, alla sua famiglia e ai suoi angioletti. In secondo luogo buon Onomastico ed in quel giorno specialmente sarà ricordato.

In terzo luogo “un grazie romagnolo e salesiano” per la sua bontà e per lo splendido esito morale e finanziario della sua splendida conferenza, di cui e confratelli e giornale e parenti mi scrissero entusiasmati. La bella somma di £ 160 mila lo dice chiaro e sono sicuro che fu assai maggiore il bene delle anime.

Amat.mo Sig. Dottore, se il buon Dio promette la vita eterna a chi dona un bicchiere d’acqua a uno dei suoi amici, pensi (perché è realtà) quanto toccherà a Lei.

Dunque a nome di Dio: grazie. Che cosa le posso promettere poi di quanto faccio per Lei? Intensificheremo le preghiere e i sacrifici per Lei, amatis.mo Sig. Dottore e… basta… perché Lei comprende perfettamente.

Grazie a Dio sempre bene, in mezzo al lavoro sempre crescente e moltiplicantesi di cui riferirò prossimamente. Col maggio inizio 15-20 concerti da Tokyo in giù: preghi anche per questa manifestazione di bene.

L’abbraccio nel Signore.

Tutto suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


341 /Giordano Antonio / 1928-4-1 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



1 aprile 1928

Mio Antonio,


Grazie degli auguri e delle preghiere: queste valgono tutto. Congratulazioni per la musica: al ritorno sentiremo… e se non è roba poi… sono botte… Oh, non aspetto che il momento per suonartele… qui non posso sfogarmi… eh, sono dolori… Qui significherebbe perdere il frutto di anni di lavoro, ad es. uno schiaffo ben dato… Oh, come mi pento di avertene dato pochi!

Avanti dunque Antonio! La meta va sempre più avvicinandosi. Studia (per vero amor di Gesù) bene la teologia, se no quanti rimorsi e dubbi avrai dopo!

Per il lavoro (so come lavori tu) è dovere non lavorare sopra le proprie forze e… sempre secondo obbedienza.

Per la salute spirituale “buone confessioni e comunioni – buoni rendiconti – esatta osservanza delle regole – tutto il resto è fesseria di cui non bisogna tener conto”.

Di Bovio non so che pensare… ma dove è? Di Bava è da molto che non ho notizie, ma spero sia sempre il bravo Andrea d’un tempo; certo ha da studiare… so che vuol dire “iscritto in matematica”. Preparati bene ai perpetui e quando ne avrò l’annuncio sarà una gioia somma.

Allegro dunque Antonio e… buono come ti vuole LUI e come ti desidera (lo sai) il tuo:

Don Vincenzo Comatti


342 /Rinaldi Filippo / 1928-4-3 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani




3 aprile 1928

Mio sempre amatissimo Padre,


Fine mese… perciò al solito dovere.

    1. Le accludo lettera di Don Garelli. Ne scrissi all’Ispettore – non so che farò, ma forse andrò a trovarlo – se sarà mal fatto il Signore e Lei mi darà penitenza. Mi dia qualche consiglio al riguardo.

    2. Il giorno delle Palme giunse telegramma dalla Delegazione annunciante l’erezione canonica della nostra Missione indipendente. Attendo lettere e da parte dei Superiori (Don Ricaldone deve davvero essere morto per il Giappone) ordini, schiarimenti, il quid faciendum, insomma.

Per parte mia insisto, riinsisto, riinsisto per aiuti di personale, che apprenda la lingua e subito. L’attuale personale è tutto assorbito nel lavoro che si moltiplica e si rende difficile ogni giorno più. Lei sa in che condizioni di salute è – se continua così fra pochi anni… Lei comprende. Bel costrutto davvero e bel risultato. Come ho scritto in altre, ma è tanto difficile al Sig. Don Ricaldone o a Lei scrivere: “Per il personale non c’è da pensarci! Oppure stiamo preparandolo, ecc.?”. Almeno si sa come orientarsi… Ma così, via… non va!…

    1. Ed ora un po’di rendiconto. In vicinanza della S. Pasqua fervendo il lavoro di preparazione alla grande solennità per tutti, non andai a Oita e Nakatsu. Probabilmente il lunedì di Pasqua verranno da Nakatsu e Oita a Miyazaki e vedremo. Mi consta però che tanto a Oita che a Nakatsu la salute materiale e spirituale va bene e perciò Deo gratias! Don Cavoli di tanto in tanto ha bisogno di scaricare il nervoso. Spero poco a poco si calmerà: preghi anche per questo scopo. Per il resto bene…

Don Cimatti: salute buona come sempre. Lavoro e studio: ce n’è finché si vuole in ogni senso.

Pratiche di pietà: regolari in comune. Certo che quando devo andare in giro non riesce facile fare bene tutto e purtroppo debbo confessare di non essere riuscito a farle tutte bene.

Frequenza ai Sacramenti: regolare. È un punto questo delicatissimo e che credo i superiori studieranno, cioè della possibilità della buona confessione per i missionari. In pochi, se ci fossero degli urti è un punto pericoloso – se ci fossero delle miserie più pericoloso ancora.

Basta! Il Signore ci aiuti.

Proprie occupazioni e regole: mi pare di essere a posto; devo essere più oculato e vigilante in tutto. Che vuole? Lei sa com’è questo povero mascalzone.

Carità: mi pare bene in tutto. Sento naturalmente forte l’affetto… ma il Signore mi ha fatto così: ho da lottare e da stare in guardia sempre. Per l’amor proprio mi pare di essere calmo. È così chiara la cognizione di fatto della propria nescienza, inesperienza, e della difficoltà di riuscita (per me) in grande stile, che, grazie a Dio, sono calmo da questo lato.

Inconvenienti: per ora, non ne vedo.

Continuiamo nel solito lavoro di avvicinamento di cristiani e di pagani – dare a tutti la possibilità e comodità di essere buoni cristiani o di diventarlo – far conoscere l’opera nostra.

E che vuole? In Giappone più che il lavoro di massa è necessario proprio quello personale. Il cristianesimo in mezzo al paganesimo ha bisogno di continui puntelli, starei per dire quotidiani — è inoltre da ricostruire tutto in cristiani che da 15-20 e più anni abbandonati, si possono dire tali perché hanno ricevuto il Battesimo e non sanno più nulla e si sono dati alle pratiche pagane o sono indifferenti. Poche pecorelle sparse, non sempre a tiro… È necessaria l’istruzione religiosa, la stampa di buoni libri e scuole e insegnanti e chiese. Là dove c’è sia pure un piccolo centro di cristiani, ci vuole il prete e la chiesa, se no, in Giappone non concluderemo mai nulla…

E pensare che Lei sa da tempo tutto questo… e non manda neppure uno; dico uno, dei tre, che seguendo l’esempio di S. Francesco Saverio domando da tempo… Così fino al 1930 non possiamo sperare un aiuto… No, no, non va, non va.

Per parte di Don Cimatti credo non ci debbano essere rimorsi di sorta: ma insisterò usque ad importunitatem.

Più si procede più si svolgono e chiariscono le difficoltà. L’amato Don Ricaldone nei riflessi del Giappone ha ricevuto (come noi agli inizi) le più belle impressioni. La realtà è ben diversa… Oh, quanto sudiciume sotto la bella lacca giapponese! Cominciano a Nakatsu le prime guerricciole per impedire che si frequenti dai giovani la Missione – assidui finora – si dileguano… Storia solita, buon segno anzi, ma… come far fronte se da Torino non rispondono con chiare direttive? Lei sa che Don Cimatti è testa povera e matta… e allora?

Per S. Giuseppe fu tra noi Mons. Vescovo per le Cresime e ne fu soddisfatto. Deo gratias!

Ed ancora non mi rimane che augurarle buon mese di Maria. In quel tempo forse saremo in giro nella grande isola per cantare con una serie di concerti le lodi di Dio e far conoscere l’opera nostra, ma più il lavoro missionario e la fede.

Tokyo, Yokohama Osaka, Kyoto vedrà i poveri figli di Don Bosco… e Maria A. e Don Bosco si faranno onore… A noi tirino pure anche le patate, ma Dio sarà glorificato e nel gran salone di Tokyo spero poter intonare (oh, il Signore mi dia in quell’ora l’efficacia della parola di Don Bosco!) “Cristo risusciti in tutti i cuori, Cristo si veneri, Cristo s’adori” attraverso la bella melodia italiana del secolo XII.

Spero pure realizzare a Miyazaki qualche cosa del Congressino Mariano…!

Se poi riesco a far piombare fin qua il nuovo Vescovo Mons. Hayasaka… è la volta che la Madonna ne vedrà delle grosse… E pensare che da Torino!… Basta, se no le dico troppo grosse.

Preghi per me specialmente: gli altri sono brava gente, ma Lei conosce il bisogno che ha questa povera anima… Mi benedica.

Tutto suo affettuosissimo figlio

don Vincenzo Cimatti



343 /Filippo Rinaldi BS / 1928-4-4 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Le scuole in Giappone9

[4 Aprile 1928]

Amatissimo Padre,


Vari amici desiderano sapere qualche cosa sul tema “Istruzione in Giappone”; eccomi ad accontentarli come meglio mi è possibile.

Non ultima causa dell’attuale grandezza di questa nazione per cui lavoriamo, è certo l’impulso immenso dato all’istruzione. Quando si pensi che un cinquanta anni fa il Giappone non aveva scuole e che ora possiede un sistema scolastico, si può dire perfetto: che i fanciulli si recano a scuola come a una festa, perché la scuola ha in sé e intorno a sé quegli annessi e connessi che valgono a farla amare; che la famiglia e il governo con le esortazioni, con leggi severe la fanno valorizzare in tutte le maniere, v’è certo da rimanere meravigliati.

Il più bel fabbricato, il più bel recinto e verdeggiante di qualsiasi paese o villaggio di qualche entità è quello della scuola.

Credo che non è esagerato il concetto di chi asserisce che la stampa e la scuola sono i massimi fattori della cultura e dell’evoluzione attuale dell’Impero del Sol levante.

Risalendo nei secoli remoti e anche quando in Giappone si trapianta il pensiero e la scrittura cinese, il sapere era monopolio dei nobili, della Corte e dei bonzi. Bisogna fermarsi al secolo XVII per trovare gli inizi delle scuole. Gli Shogun Tokugawa aprono a Tokyo delle scuole per i giovani Samurai, analoghe alle scuole dei nostri castelli feudali per l’educazione dei giovani cavalieri.

I signorotti (Daimyo) imitarono gli esempi dei capi supremi fondandone delle analoghe nei loro rispettivi domini.

L’istruzione del popolo fu affidata ai bonzi, ed era impartita nei templi. Leggere, scrivere e far di conto sono anche in Giappone i primi rudimenti del sapere. Per l’educazione dei giovani samurai, gli Shogun non solo sorvegliavano la scuola, ma imponevano i principi direttivi, cioè “unificazione assoluta di tutte le menti e le volontà nello Stato”.

All’epoca della restaurazione (1868) tutto è da ricostruire. L’impulso dato dal nuovo governo è seguito con voluttà dal popolo, ed ecco sorgere il fiorente regime attuale dell’istruzione pubblica in Giappone, che calcato sul sistema franco-americano ed ogni anno migliorato, nelle sue quattro branchie fondamentali “scuola elementare, secondaria, professionale e superiore”, dà al mondo intero lo spettacolo di una organizzazione perfetta, desiderata ed attuata pienamente colla cooperazione volenterosa di tutte le forze nazionali.

Ad es. alle feste scolastiche?!… ma tutti accorrono, portando il loro contributo di giocondità, di consiglio e anche di sussidi materiali. Ed in esse gli scolari danno saggio davanti alle autorità, ai parenti, agli ex-allievi, di canto, di danza, di suono, dei loro giuochi, dei loro lavori e… preparano anche agli ospiti che lo desiderassero un modesto pasto, consumato a beneficio della scuola.

Ho nominato appositamente gli ex-allievi, ché la loro organizzazione è pure assai fiorente. Si mantengono per lettera e di presenza, in contatto colla scuola: organizzano feste a beneficio della medesima, e la festa della separazione a fine d’anno è una delle più commoventi che si possa immaginare per il contenuto spirituale che la vivifica.

Vedeste, amici cari, gli “undokai” [saggi ginnastici (ginnici)] organizzati dalle varie scuole. È una festa di colori, di canti, di esercizi, di gioia, che sprizza da tutti i volti, da tutti i cuori e che durano anche più giorni negli immensi campi sportivi che fiancheggiano ogni scuola anche modesta.

È dunque capibile l’effetto che si ottiene in un popolo così avido d’istruirsi e a cui si prodigano i mezzi opportuni. È così pure chiaro l’effetto che si vuole dallo Stato ottenere colle disposizioni sui libri di testo, sull’insegnamento della religione e della morale.

Nella scuola elementare obbligatoria sono materie di insegnamento: morale, lingua, aritmetica, storia, geografia, disegno, elementi di scienze, canto, ginnastica, lavoro manuale o lezioni di commercio o d’agricoltura (secondo dei bisogni).

I libri di morale, lingua, storia, geografia e disegno sono per tutto l’impero uguali e pubblicati dal Ministero dell’Istruzione pubblica; la scelta degli altri è libera, ma nessun libro entra in nessuna scuola senza la previa approvazione del Ministero.

Quanto all’insegnamento religioso, ufficialmente la neutralità deve essere rigorosamente applicata in tutte le scuole pubbliche e private, in ogni grado d’insegnamento. Va prendendo piede l’idea che per un popolo che vuol essere forte non si possa lasciare in disparte la religione.

L’impero del Giappone è fondato sul culto degli dei fondatori della nazione e sul culto tradizionale reso agli antenati. Principio massimo della morale è la fedeltà al Sovrano e l’obbedienza ai genitori: scopo dell’una [e] dell’altra è il mantenimento della dignità nazionale e la prosperità della famiglia e della nazione”.

I libri di testo sono appunto compilati su questi criteri direttivi (fondamento del[lo] Shintoismo) e insieme materiati delle idee della ricompensa in una nuova incarnazione dopo la morte, e l’illusione e del nulla delle cose umane (fondamento del Buddismo).

L’insegnamento della morale è basato sul Rescritto imperiale del 1890, illustrato colla vita dei personaggi più famosi, con esempi di buona condotta naturale o con sentenze per formare il carattere dei futuri cittadini.

La parola dell’Imperatore in principio d’anno e nelle grandi solennità della nazione viene in tutte le scuole ripetuta fra il profondo rispetto degli allievi.

O nostri giovani sudditi, siate amorevoli con i vostri genitori, affettuosi con i vostri fratelli. Per quanto è in voi fate prosperare la cosa pubblica e promuovete gli interessi comuni. Rispettate sempre la costituzione e osservate le leggi. Se le circostanze lo richiederanno, offritevi coraggiosamente per la salute della patria. Manterrete così la prosperità del nostro imperiale trono, coevo del cielo e della terra”.

Dirò altra volta delle caratteristiche degli altri gradi di scuola.

Per poco che si mediti su questi punti non può non risultare chiaro essere questi anche una delle cause degli scarsi risultati dell’opera missionaria in questa grande nazione. Ed anche questa conoscenza infonda nell’animo di tutti i buoni sempre più forte la persuasione della necessità della preghiera e degli aiuti di ogni genere per questa caratteristica missione.

don Vincenzo Cimatti






344 /Giardini Mario / 1928-4-4 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico


18 Miyazaki, 4 aprile 1928

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Eccellenza Reverendissima,


Grazie del telegramma10. Deo gratias! Sorgono così nuovi lavori e responsabilità.

La presente per augurare da parte dei Figli di Don Bosco le buone feste, coll’assicurazione delle nostre preghiere speciali.

Qui al solito. Lavoro che si moltiplica; bisogno di personale e di milioni di yen. Il Signore provvederà.

A Nakatsu cominciano le prime lotte di chi non vuole che i giovani frequentino la missione. Buon segno, mi pare. In caso di necessità o se le Autorità vi fossero implicate scriverò subito a Lei.

La visita di S. E. fu fruttuosa, e ben riuscita la missione predicata da P. Hagihara.

Presto a voce (spero) un mondo di cose. Un consiglio paterno. Il nostro Don Garelli, solo a Shanghai, implora una visita per dopo Pasqua. È cosa prudente? Occorrono permessi speciali per passaporti, ecc.?

Sempre a darLe brighe e faccende. Che vuole! I Salesiani tutti così.

Auguri all’ottimo Don Cerroni, cui domando se potesse imprestarmi (se esistono) un annuario cattolico del Giappone, che riporterei alla prossima venuta.

Col più profondo ossequio.


Della Vostra Eccellenza Reverendissima

devotissimo don Vincenzo Cimatti, salesiano




345 /Circolare Salesiani / 1928-4-4 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



4 aprile 1928

Carissimi,


Ecco il testo del telegramma giunto da Roma: “Santa Sede ha separato dalla Diocesi di Fukuoka provincia Oita e Miyazaki erigendole missione indipendente Gasparri”.

Prima di prendere decisioni in proposito è necessario attendere il decreto di erezione dal quale si avranno termini più precisi.

Quindi preghiamo, lavoriamo e santifichiamoci e non parliamone extra.

Ed ora eccoci a Pasqua. Miei fratelli, risorgiamo anche noi con Gesù ad una vita più intensa di santità, di lavoro, di preghiera… e niente paura. Qui seminat in lacrimis, in exultatione metet… se non in terra, certo in Paradiso.

Pregate per me che invoco su ognuno di voi, secondo i bisogni dell’anima sua le più elette benedizioni del Signore. Alleluja.

Vostro

don Cimatti



346 /Merlino Alfonso / 1928-4-6 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[6 aprile 1928]

Mio Alfonso,


Non so come esprimerti la mia riconoscenza e per gli auguri e per le preghiere e ti assicuro che sarai ricambiato. Coraggio e fede, Merlino mio. Vedi, la Madonna e Don Bosco ti vogliono bene. Abbi forza e fede e vedrai in te i miracoli.

Pensa alla tua professione religiosa che si avvicina. Grazie del dolce. Mi dispiace che hai dovuto lavorare per questo povero tuo fratello… Oh, vedrai che bel premio in Paradiso!

Ti benedico e abbraccio.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


347 /Rinaldi Filippo / 1928-4-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



19 Miyazaki, 8 aprile 1928

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Mio buon Padre,


Ho un momento di calma dopo la funzione di Pasqua e lo dedico a Lei. Gioie e dolori si avvicendano.

  1. L’annuncio dell’erezione canonica della missione comunicatami col telegramma inviato dal Santo Padre al Delegato: “Santo Padre ha separato dalla diocesi Fukuoka province Oita e Miyazaki erigendole missione indipendente. Card. Gasparri”.

  2. Le consolazioni dell’apostolato.

  3. I due battesimi di stamane sono fra le più recenti consolazioni.

Dolori quotidiani non mancano, ma non le nascondo un altro gravissimo che ferirà profondamente anche il suo cuore; ciò è quello che rileverà dall’acclusa di Don Tanguy. L’ammalato (coad.N.N.) ora in tutti i sensi sta bene, o meglio, sta meno male. In questo paese che si può dire è alla testa per il numero dei suicidi, Lei, amato Padre, potrebbe capire che se fosse volontà o permissione di Dio avvenisse una catastrofe, certo è una débâcle in pieno per la nostra fede e per la Congregazione. Quid faciam? Sto informandomi se vi è qualche ospedale del genere per casi urgenti (in Giappone accettano solo quelli di cui sperano la guarigione – gli altri ognuno deve curarli in famiglia) ma Lei sa che queste profonde ferite morali purtroppo (naturalmente parlando) si ripetono e allora? Ho ordinato subito una novena al nostro Don Bosco e Maria A. e sono sicuro che ci esaudiranno, ma nella inesperienza di Don Cimatti e specialmente perché così lontani, ho bisogno di consiglio urgente.

Grazie della sua carità nell’avermi inviato mille dollari: se non arrivano offerte extra Lei comprende fino a quando possano servire.

Finora fonti di cespiti d’entrata c’è solo qualche Messa che mi manda il Delegato e la Congregazione della Fede di Boston (ma alle volte ci sono e alle volte no): il buon Dio che finora non ci ha lasciato mancare nulla, ci aiuterà senza dubbio.

Scrivo a Don Pellegrino della statua di Maria A. purtroppo arrivata in pezzi. E per ora null’altro.

Ossequi a tutti i venerati Superiori e buon mese di Maggio. La buona Mamma nostra ispiri ai Superiori le soluzioni indispensabili per il bene di questa missione. Non sarebbe male contemporaneamente pensare alle suore cui è aperto un campo immenso in ognuna delle loro molteplici attività; potrebbero cominciare subito con asilo e anche una scuola di lavori casalinghi o cuciti o ricamo… tutto serve. Ricordi, amato babbo, che più si aspetta e meno si conclude, ed è per questa ragione dove si deve lottare colle difficoltà della lingua [che] un ritardo, creda, per noi [può essere] disastroso. Cominciamo pure in piccolo (credo meglio), ma cominciamo.

Mi benedica in modo speciale e preghi per le nostre povere anime.

Tutto suo figlio

20 Don Cimatti

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P.S. - Grazie pure per le preghiere pel fratello.

Certo che voglio bene anche alla S. Teresina e le annuncio con piacere che ho musicato (dietro preghiera di un missionario ardente propagatore della devozione alla piccola Santa11) 8 lodi in giapponese su versi riveduti dal gran Miki Rofu (il primo poeta cristiano giapponese) e che l’associazione delle aspiranti alle Figlie di Maria A. è appunto sotto la protezione della santa.

Per Don Garelli farò quello che posso per lettera e arrepta occasione farò una visita, ma credo non si possa lasciarlo più solo.


348 /Giardini Mario / 1928-4-10 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



21 Miyazaki, 10 aprile 1928

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Eccellenza Reverendissima,


Mentre di tutto cuore La ringrazio e della notizia con lettera Prot. 74/28 e dei preziosi consigli in quella del 81/28, La voglio far partecipe di un dolore profondissimo intimo di famiglia, in cui ho bisogno del suo paterno consiglio.

L’Ec.V. potrà pensare di Don Cimatti che è sempre a disturbarLa, quanto e quel che crede ne ho scritto ai Superiori, ma l’Italia è lontana, quindi mi aiuti e confidentialiter abbia la bontà di darmi un suggerimento.

Il nostro bravo N.N è purtroppo indebolito di corpo e testa, non saprei spiegare diversamente, e alcuni giorni fa ha fatto un atto inconsulto sfregiandosi un braccio tentando di notte di tagliarsi una vena. Fortunatamente non vi fu infezione – ora è certamente indebolito assai – ha bisogno di riposo, di cambio di occupazione, se non sia il caso di pensare ad un ritorno. L’Ec.V. comprende la delicatezza di questi fatti, che se dovessero ripetersi e con conseguenze disastrose, in questi paesi, crederei per la Religione e per l’Opera nostra, fatali.

Vi sono luoghi di cura? In attesa di risposta dei Superiori ha l’E.V. qualche consiglio pratico? Glielo domando per il bene di quella povera anima. Noi preghiamo ardentemente per questo povero confratello, ma occorre pure umanamente darsi d’attorno.

Gioie e dolori, ma nelle une e negli altri “sit nomen Domini benedictum!”.

S. Ec. Mons. Thiry mi ha comunicato la ricevuta del telegramma di V.E.: l’ho assicurato (e al 17 sarò a Nagasaki per il concerto d’addio di Monsignore) che mai come ora saremo uniti per il lavoro di bene delle anime.

Imploro speciali preghiere per questa missione che viene iniziando il battesimo con piccole croci (ha detto bene V.E. “dant vulnera vires”) e specialmente per chi si professa di cuore:

Dell’E.V. Rev.ma

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti sales.



P.S. - Mi si usi la carità di far pervenire l’acclusa a Mons. Hayasaka, non sapendo dove si trovi.



349 /Amerio Franco / 1928-4-15 /


al chierico Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico



[15 aprile 1928]

Mio Franco,


La tua è arrivata colla musica come il cacio sui maccheroni. Grazie di tutto e delle notizie, della musica, del giornale, ecc. Il motivo è questo. In Giappone in fatto di molte cose sono primitivi, per ciò che si riferisce poi a notizie sul Cattolicesimo, sono a zero assoluto.

Ora vedi, se ad es. faccio fare un bell’articolo sul giornale, se in un concerto ti suono o canto un pezzo, naturalmente si dice prima di chi è, ecc. e se posso dire: “Vedete, questo uomo qui che il mondo ammira, ecc. è proprio uno che ha praticato quella religione che noi professiamo e che vi predichiamo…” non ti pare che anche questo è bene? Che vuoi… qui nel Paganesimo più spudorato nessuno ci valorizza… almeno arrepta occasione, valorizziamoci noi, ti pare?

Ed è bello in assemblee di più di due mila persone poter cantare e suonare le glorie di Dio …

Se non mi guastano le uova nel paniere, al primo di Maggio nella più grande sala di Tokyo – con quella bella voce che tu conosci – intonerò: “Cristo risusciti in tutti i cuori”, ma va là, Amerio mio, che in mezzo alla prosa quotidiana anche questo è bello, è poetico… Dio farà il resto. Prega.

Quindi quando trovi qualche cosa di bello nel campo cattolico, roba naturalmente che interessi il mondo profano, mandamelo… di ogni genere (musica e scienza, ecc.).

Per Schubert basta… a me bastano piccole cose per articoli.

Quando ci vedremo non so… Gli ordini vengono da Torino – per me certo non ho premura.

Auguri per i tuoi santi voti; anche se fatti al giungere di questa mia, procura di viverli con generosità, quotidiana.

Allegro Franco mio, e avanti nel Signore sempre e bene.

Ti abbraccia il

tuo aff.mo

don Vincenzo Cimatti


350 /Rinaldi Filippo / 1928-4-21 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



22 Miyazaki, 21 aprile 1928

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Amatissimo Babbo,


A giorni parto per i concerti all’isola grande e non avrò comodità di scrivere per le occupazioni di allora e perciò con calma… Fine mese, perciò rendiconto.

  1. Salute: grazie a Dio sempre ottima.

  2. Studio e lavoro: procedo come Dio vuole. Né l’uno, né l’altro mancano e più si va avanti più cresce – e più si procede più si palesano le vere difficoltà intrinseche al carattere di questo popolo, dico povero perché più lo studio e più lo trovo spiritualmente degno di compassione… e bado che parlo dei cristiani… Ah, i pagani! Certo le difficoltà della lingua impediscono un intimo contatto di cuori – è difficile sondare… ma tutto il mondo è paese… e mi raffermo nel concetto espresso tante volte “vernice, bella vernice, ma sola vernice” e Lei pensi a tutte le conseguenze… e sotto questa non sempre legno sano o pietra soda… anzi… In Giappone è difficile naturalmente trovare delle pietre dure. La pietra che adoperano Lei riesce a tagliarla con un coltello o con un bastoncino e a solcarla in ogni senso… lo sanno molte pietre della missione, guastate così dai nostri oratoriani – vandali in Giappone come dappertutto.

Dunque occupo il tempo come meglio so, non perdendo di vista la lingua. Avrei bisogno di attendere anche più seriamente allo studio sacro – mi sono un po’ arenato… e ripiglierò.

  1. Pratiche di pietà regolari, con le solite difficoltà, specie quando non posso farle in comune e nel tempo stabilito. Anche in questo ho bisogno di maggior energia per non raffreddarmi. Guai se non avessi il sostegno di queste e dell’unione con Dio!

  2. Frequenza ai Sacramenti regolare. Certo ho da lottare con me (ora più più che con la superbia) per il cuore… l’ambiente, le persone, ecc. sono continuo richiamo e pascolo agli occhi e forse più all’immaginazione fantastica. Ho bisogno di avere sempre presente e consigliare anche agli altri l’esempio di Don Bosco.

  3. Per i santi voti grazie a Dio nulla di speciale salvo queste difficoltà e poi a quella che Lei conosce della mia inettitudine a fare il superiore.

  4. Carità o inconvenienti speciali… mi pare per ora nulla. Più procedo negli anni e più mi trovo vuoto e povero; desideri ardenti di essere perfetto e fiacca. Mi aiuti colla preghiera, col consiglio a salvarmi l’anima se no…

Per i confratelli… Don Margiaria mi pare va migliorando – ha bisogno di rassodare (fu formato troppo in fretta e per vie poco regolari e quindi…). Non va certo troppo d’accordo con Don Tanguy che forse (anche per non sapere bene la lingua italiana) appare un po’ duretto nel dire e nel modo di fare.

Di N.N. unisco la lettera del Delegato. Dopo l’ultimo colloquio l’ho trovato abbastanza tranquillo. Dice di sentire come una cappa di piombo sulla testa, che gli impedisce la calma… Che fare? Per ora ho pregato quella che fa da catechista a Oita di far la cucina (e dobbiamo così tornare alle donne… cosa assai dolorosa) e intanto, per distrarlo, lo mandai a Nakatsu e Oita e Miyazaki e farà piccoli lavoretti… ma così non può durare né per lui, né per noi. Si vive in continua apprensione… Però migliora. Ho parlato a destra e a sinistra, ma luoghi di cura non ci sono… I dottori giapponesi… non me ne parli… E allora? Certo N.N. supplica di essere tolto dalla cucina. Disgraziatamente anche per la lingua (anche questa per lui è una delle preoccupazioni) a terra terra… e anche se ci fosse un qualche posto, dove mandarlo? con chi parla?… Dunque, buon Padre nostro, mi consigli e mi aiuti per il bene di quest’anima. E in un probabile ritorno, come fare? Il Signore ci benedica e l’Aus., specie nel mese suo… ci assista. Ma insomma che cosa si deve fare? Come vede questo non va e quasi quasi pregherei Don Tirone di ammonire riverentemente il Rettor Maggiore affinchè questi avvisasse il suo Vicario, ecc. ecc.

Ora poi le cose si complicano colla erezione della missione e quindi occorre che mi consiglino, se no, non so come fare.

Ai confratelli ho detto: “Fino a notizie chiare e ufficiali, tutto come prima e come diocesi e come salesiani (alle disposizioni quindi delle rispettive autorità diocesane e Ispettoriale)”. Quindi anche per Merlino inoltrerò la pratica all’Ispettore, così come: invio notizie mensili di tutto… e… strepitino tutti finché vogliono…

Noti poi che non so per nulla quali siano i doveri e i diritti del Visitatore (dico anche diritti, perché anche in questi fa appello sempre l’ispettore quando gli domando dei consigli… questo per dirLe che ci capisco un bel niente, quindi abbia la bontà di aiutarmi). Ed ora preghi preghi preghi per me e mi benedica. Buon mese di Maria A.

Tutto suo aff.mo

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Per Merlino ricordi che in Settembre gli scadono i voti e non vorrei che per il modo di fare di scarica-barile di Torino, di Macao e di Miyazaki ne andasse di mezzo il confratello. Mi spiego. Premetto che capisco poco o niente in queste questioni – ed è per questo che insisto a costo di essere noioso o importuno – non mi pare che il modo di fare di Torino e dell’Ispettore vada. L’Ispettore non vuol sapere di essere nostro Ispettore. Don Ricaldone scrisse olim:

L’Ispettore ha voglia di tenervi allegri e finché non ci saranno ordini nihil innovetur”. Nel catalogo (che non ritengo sia un atto ufficiale) hanno stampato tanto di Visitatoria. Di Don Ricaldone (quel perfido!)12 nulla. Lei nell’ultima sua lettera nulla.




351 /Trojero Osvaldo / 1928-4-24 /


ad Osvaldo Trojero, maestro, ex-allievo di Valsalice


23 Miyazaki, 24 aprile 1928

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Mio Osvaldo,


Grazie della tua e dei tuoi auguri e preghiere graditissimi che contraccambio di cuore.

Quanto al ritorno non saprei… Ho letto sui giornali del terremoto friulano e ho pregato e ringrazio il Signore che niente di male ti sia capitato.

È il mese della Madonna e tu che sai che voglia dire per un allievo di Don Bosco: vuol dire diventare migliore, vuol dire fare al 24 di Maggio una bella festa all’anima tua (non dubito avrai fatto Pasqua… fanne ancor una per l’Ausiliatrice); vuol dire affidare a Lei tutta la tua vita.

Come vedi lo scritto non è lungo – sto partendo per un lungo viaggio e quindi… ma le poche parole ti dicano l’immutato affetto, il desiderio di vederti santo, la continua preghiera aperta per te.

E di Fausto? Digli non mi dimentichi.

Tuo

don Vincenzo Cimatti



352 /Rinaldi Filippo / 1928-4-30 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



24 Aomori [Tokyo], 30 aprile 1928

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Mio amatissimo buon Papà,


la presente per dirLe la piena affettuosa d’amore che i figli del Giappone, i più lontani e più poveri in tutto, ma più ardenti di tutti, Le vogliono esprimere in occasione del suo Onomastico. DirLe che pregheremo è poco, che ci sforzeremo di essere buoni salesiani è poco, che vogliamo essere santi: eccole il proposito e Lei ci benedica tutti. Non sarà male un supplemento di rendiconto facendo domani l’esercizio della buona morte.

Salute ottima – lavoro solito: in questi giorni è un lavoro musicale, lavoro di avvicinamento di persone (le darò poi relazione particolareggiata), lavoro di conoscenza di istituti, di luoghi, ecc. di fraterno vincolo d’affetto coi missionari ecc. Non credo questo tempo perduto, anche se mi obbliga per un po’ di tempo alla lontananza dalla missione… lo credo necessario.

Per le pratiche di pietà tento stare sempre unito al Signore e provo sempre la solita difficoltà: quando non posso farle secondo l’orario solito, qualche piccola parte alle volte purtroppo rimane nel dimenticatoio. La sensualità, eccitata dalle curiosità di conoscere, di vedere ecc. si eccita, e c’è davvero bisogno di freni forti.

I miei due compagni Margiaria e Liviabella bene. Spero bene anche tutti gli altri che faranno l’E. B. M. da soli e purtroppo stavolta con un ritardo per le confessioni. De Mattia pare un po’ tranquillo: è ancora molto debole.

Notizie di qua: a Yokohama ho fatto visita al Console Comm. Di Prospero. Mi diceva domandassi ciò di cui abbisognavamo. Gli dicevo che per noi ora la gran questione è l’acquisto di terreni. Ad ogni modo se in qualche cosa il nostro Governo volesse aiutarci era meglio che direttamente si intendesse con Torino. Così mi metterà in relazione con qualche casa fornitrice di vino, promettendo di fare molte facilitazioni… vedremo.

Il Delegato mi diceva che assolutamente l’Arciv. di Tokyo e di Osaka vogliono i Salesiani. Mi colpì la notizia che confidenzialmente mi dava il Delegato, di aver cioè ricevuto l’ordine di tenersi pronto per partire (non sa ancora per dove).

Feci visita pure alla nostra ambasciata ove non c’è più il vecchio Ambasciatore: ne verrà un altro, di cui non ricordo il nome. Anche l’Ambasciata italiana vede bene l’opera nostra.

E per stavolta nulla di nuovo. È il primo di Maggio – inizio dell’attività delle cristianità – per la Madonna…

Ci benedica la Mamma nostra e ci ottenga tutte le grazie necessarie per il bene delle anime nostre. Con vivo affetto e ossequio ci benedica tutti e specialmente il suo


Affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


353 /Giardini Mario / 1928-5-16 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico


25 Nishinomiya, 16 maggio 1928

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Eccellenza Reverendissima,


Prima di abbandonare l’Isola grande, mentre di cuore ringraziamo il Signore della riuscita religiosa e morale dell’impresa, mi sento in dovere di ringraziare l’E.V. della gentilezza usataci, dell’impulso dato a tutto.

Sono 22 concerti e 2 funzioni religiose13 date in questo periodo di tempo e si può valutare la media dell’assistenza avuta a un migliaio di persone. Mons. Castanier ebbe la bella idea di stampare un volumetto di propaganda che era distribuito insieme alla musica delle canzoni di Meiji e della Regina a tutti. L’edizione di 20 mila copie esauritissima.

Sempre applausi, bis, fiori… si lasciò insomma buona impressione e voglio pensare che le anime avranno guadagnato.

Non so dirle degli incassi dei Padri (che non mi riguardano…), quelli dei Salesiani qualche offerta esigua, molta stanchezza, molte conoscenze di ogni genere (persone, luoghi, cose belle e meno belle), contentezza di aver cooperato a far qualche cosa per le anime.

L’impressione mia personale è che:

  1. Nella diocesi di Tokyo c’è poca unione tra i missionari.

  2. Nella diocesi di Osaka vero affiatamento fraterno.

  3. Che i concerti hanno dato modo ai Padri di entrare in luoghi e in relazione con persone che non conoscevano, di poter parlare a pubblico che avrebbero mai avvicinato, e di fare buona propaganda.

  4. Forse potranno essere fonte di risorse future anche per i salesiani… ma è cosa molto delicata, specie quando c’entrano in mezzo gli interessi locali dei Padri… Vedremo.

  5. Hanno dato modo a noi di essere istruiti in molte cose. Dunque, Deo gratias! e a V.E. che ha dato la spinta, se no non mi sarei mosso.

I luoghi sono: Yokohama (2), Tokyo (2), Shizuoka (2), Nishinomya e dintorni (4), Kitano (1), Maizuru (2), Kaya (non vi sono cristiani) (1), Wakayama (2), Kishiwada (1), Kobe (1).

Quanto alle cose nostre:

  1. Mons. Castanier ha fatto domanda ufficiale di averci a Osaka. Ne ho scritto subito al Superiore.

  2. La lettera del Sig. Don Ricaldone (molto generica), annuncia:

l. Per quest’anno l’invio di un gruppetto (2) – se lo desideriamo, l’invio delle Suore. Fare le pratiche per l’acquisto di terreno per la casa di formazione. Pensare al finanziamento e a regolare la proprietà.

Come vede V.E. v’è una linea direttiva generale. In sostanza l’idea dei Superiori è cominciare dalla casa di formazione: quindi torna in ballo la questione del luogo, ecc. ecc.

Se per questo l’E.V. ha qualche buon pensiero e se in qualche modo materiale (con qualche sussidio extra) può venirci in aiuto, sia una volta di più benedetto.

Ma specialmente preghi e faccia pregare. Non posso terminare senza pregarla di rivolgere un caldo saluto al carissimo P. Cerroni e al fratello Parma e all’interprete, che nella breve nostra permanenza a Tokyo ci colmarono di vera fraterna carità.

Si avvicina la festa dell’Ausiliatrice nostra e la preghiamo per l’E.V. in modo speciale in questi momenti. Voglia benedirci in modo speciale e mi creda:

Dell’E.V. Rev.ma

don Vincenzo Cimatti, salesiano di Don Bosco


354 /Circolare Salesiani / 1928-5-20 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



26 Miyazaki, 20 maggio 1928

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Carissimi,


A pochi giorni di distanza dalla festa della nostra Mamma, mi è grato col saluto cordiale, con la preghiera ardente, esortarvi a favorire in noi e negli altri la devozione tenera e filiale verso l’Ausiliatrice. I mezzi sono indicati nelle Regole, nelle tradizioni nostre, nella vita di Don Bosco. Siamo generosi colla Madonna ed Essa sarà regalmente generosa con noi.

Mi preme di dirvi alcune cose che ci riguardano più direttamente e per cui attendo consiglio: siamo prossimi alla festa di Maria A. e nella novena dello Spirito Santo. Ci aiutino la Mamma nostra e lo Spirito divino ci infiammi.

1) Un ringraziamento caldo e sentito ai compagni di viaggio (concerti)… il Signore conosce i sacrifici fatti e ve ne darà ampia ricompensa… ma specialmente ai confratelli rimasti soli e su cui si è concentrato il massimo lavoro… Il Signore vi benedica come sa fare Lui.

2) La lettera del Sig. Don Ricaldone assoda: l’invio del personale, l’invio delle Suore, sviluppo dell’opera nostra cominciando dalla casa di formazione (proporre compera di terreno, progetto edificio indispensabile, proposta del finanziamento opportuno).

Come possiamo prepararci per queste imprese?

a) Preghiera affinchè la Provvidenza guidi i Superiori nella scelta del personale a noi necessario.

b) Aiutare questi nuovi confratelli col mettere a profitto dei medesimi quanto è a nostra disposizione per l’apprendimento della lingua e per facilitare la vita missionaria.

Che cosa proponete di praticamente utile? Quale è il vostro pensiero per la casa di formazione? Bisogna naturalmente in un primo tempo pensare ad un edificio per novizi e studenti di filosofia [per 40- 50 persone] e poi si vedrà…

La nostra andata all’Isola grande (Honshu) ha servito a molte cose: per conoscere la religione e i missionari, per far conoscere l’opera nostra a molti (e per questo c’è ancor molto e molto da lavorare); fu una buona scuola per noi nel vedere il mirabile lavoro dei missionari e le vie della Provvidenza nel governo del mondo e nei mezzi dell’apostolato; ci ha fatto conoscere il campo di lavoro immenso che il Signore ha riserbato all’opera nostra se noi saremo degni figli di Don Bosco. Animo adunque, e mentre vi prendete il giusto riposo tutti sforziamoci di essere sempre più veri salesiani. Ce l’ottenga come grazia speciale l’Ausiliatrice nostra. Pregate per chi cotidie vi pensa.


Vostro affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti




355 /Grigoletto Giuseppe / 1928-5-23 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



23 maggio 1928

Mio buon Grigoletto,


Grazie di quanto fai per la Missione giapponese o meglio pel buon Dio e per l’avvento del suo regno.

Quanto al Balbi non ho ancora le idee chiare. Del resto capirai che per noi non occorrono robe grosse, ma piccole e pratiche. Tu raccogli pure ché tutto serve… e là dove nelle altre missioni occorre X, qui occorre 10 volte tanto almeno.

Nella recente corsa artistica nei centri giapponesi (Deo adiuvante riuscitissima) ho capito che cosa hanno dovuto spendere i missionari per fare qualche cosa…

Le Dame del Sacro Cuore (per dirti il clou) in aperta campagna hanno una casa, il cui edificio costa un milione di Yen (1 Yen = 10 Lire) e vedrai che bella zuppa. Prezzi favolosi nei terreni (in città 200-300- 400 Yen lo tsubo = 3 mq circa), in qualche posto 1000 yen lo tsubo… roba da pazzi!

È tutto in proporzione… Ma niente paura. La cassa della Provvidenza non ha paura del Giappone.

Grazie mille della preziosa reliquia di S. Francesco.

Se quando ricevi questa mia non hai ricevuto il pacco per i soci (ma chissà che via avrà preso) riscrivimi subito: mi dispiacerebbe… perché certo il pacco fu inviato.

Quando lavori per il Giappone lavora con la calma orientale e non temere alcun danno spirituale.

Scrivo alle suore ringraziando di cuore.

Ben volentieri farei qualche cosa pel museo di Verona se mi sai dire che cosa sarebbe preferito. Alghe forse potrei trovarne… Vanno bene? Per i pesci (collezione di pesci secchi, non è difficile) e uccelli. C’è sempre il gran problema della conservazione e invio. Ad ogni modo dimmi e ben volentieri entrerei in relazione con Verona o con altri che tu conoscessi, avendo bisogno di tutti.

Non ho l’indirizzo dello zio… perciò…

Ed ora, Giuseppe mio, coraggio. È proprio oggi la vigilia della Madonna nostra…

Ti faccia buon sacerdote salesiano come ti vuole Don Bosco… è quanto prega per te,

il tuo aff.mo

don Vincenzo Cimatti

che ti abbraccia e benedice.

Ossequi e saluti cari a tutti e singoli i confratelli.









356 / Padovan Francesco / 1928-5-23 /


a Francesco Padovan, benefattore



27 Miyazaki, 23 maggio 1928

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Ill.mo Sig. Padovan,


So della sua continua generosità che per mezzo del buon Beppino14 si viene manifestando per questa missione del Giappone.

Che il Signore la benedica e con Lei le sue vecete.

Certo ogni giorno è ricordata la sua bontà e generosità nella S. Messa.

Preghi per noi che quotidianamente la ricordiamo nel Signore.

Ossequi cari a tutti.

Suo

don Vincenzo Cimatti,

missionario di Don Bosco


357 / Caviglia Alberto / 1928-6-6 /


a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco



Miyazaki, 6 giugno 1928

D. Alberto carissimo,


Dai giornali, da riviste ho appreso dei suoi trionfi: è diventato un pezzo grosso (sfido con quella pancia… novello S. Tommaso) …ma per quante onorificenze le si scaraventino contro, per me è sempre D. Caviglia… D. Alberto… Berto…

Ed ora a noi! Le difficoltà in Giappone sono per la Dogana: tutto va a un posto o due, unici autorizzati per lo sdoganamento… capirà. Le cose si fanno più in fretta se le cose per chiesa sono accompagnate da una lettera di donazione… Sono allora esenti da dogana. Cosa questa saputa da poco tempo: perché tutto quel po’ d’esperienza che ci veniamo facendo è conquista nostra, senza aiuti, in un mondo diffidentisssssimo qual è il giapponese, che vede negli Europei… Da ciò può farsi un’idea di ciò che non è bene affidare alla carta.

2) Dal Rungaldier niente foto. Accetterei volentieri una S. Teresa piccola. Quanto costerà?

3) Per la Crociata sono del Suo parere e ne scrivo modestamente ai Superiori. Ma se il buon Dio ha permesso così c’è il suo perché, anche se D. Cimatti è di parere contrario e in definitiva viene ad essere quasi analogo il risultato ma… Videant consules.

4) Voglia contraccambiare i saluti a D. Marescalchi, la cui guarigione spero completa e ne prego di cuore la S. Teresa che ho costituito Segretaria di Maria A.

5) Non lavori troppo e vada di tanto in tanto dalla parte del ponte a insegnare la strada a quel povero D. Faccaro… Santo Uomo! per quanti insegnamenti gli si diano quando arriva al monumento… è sempre in dubbio.

6) Ho goduto dai giornali… e godo… e godrò quando potrò leggere D. Bosco… Sarà un avvenimento certo. Confesso che il voto corrente di vedere in tal modo anche glorificato

D. Bosco (ed era tempo) mi farà passare momenti di Paradiso. Per me prego la S. Teresa (e deve pregare anche Lei) che le dia almeno tanta vita da condurre a termine il poderoso, ma necessario lavoro: quindi almeno fino a 80 e sempre D. Caviglia, veh!… e poi vedremo:

Quanta gioia provai nelle notizie dall’Accademia. Conoscevo un po’ l’ambiente ed è (dica pure) un vero miracolo, più che un successo. Deo gratias.

Tokyo, Yokohama, Kobe, Ōsaka ed altri luoghi secondari hanno visto i missionari di D. Bosco nei gran saloni a propagare con la musica la religione e il nome salesiano. Applausi incondizionati, bis, chiamate, fiori e donativi, ma quel che è più, bene alle anime. 22 concerti in 18 giorni - 20.000 copie di un piccolo opuscolo sulla religione distribuiti coi programmi – Discorsetti ecc. con 30.000 persone che per la prima volta hanno udito “Jesum et hunc crucifixum”. Oh, con che voluttà si cantava Cristo risusciti in tutti i cuori!”. Oh come avrei voluto una falange di voci poderose…, l’organo di S. Giovanni… Deo Gratias!

Ed ora, caro D. Alberto, basta… e preghi per me, che D. Cimatti non la dimentica.

Auguri a tutti: non dimentichi cogli amici tutti di S. Giovanni, Zambotti e Carlo e Ferrero.

Nel mese del S. Cuore la ricorderò più spesso. Con vero affetto fraterno

Suo aff.mo

D. V. Cimatti


358 /Rinaldi Filippo / 1928-6-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



9 giugno 1928

Mio amatissimo babbo,


Il giro artistico di cui le avevo scritto e che con l’aiuto e con le preghiere dei buoni è riuscito bene assai, mi ha arrestato il turno postale. Sono in ritardo e non giungerà certo la mia povera voce in tempo per esprimere per S. Giovanni al nostro Don Bosco vivente la piena degli affetti, la riconoscenza, le preghiere. Lei comprende però che siamo tutti a Lei presenti e che non siamo secondi ad altri nell’affetto alla Congregazione.

Ho molte cose da dire e prima di tutto il rendiconto mensile. Ho fatto da me l’e. b. m. ed ho dimenticato la meditazione della sera precedente. Salute: ottima. Il giro musicale mi ha ringiovanito. Studio e lavoro: ce n’è ed il Signore sa che cosa ci sarebbe bisogno per compierlo tutto. Lingua, sostenere le opere iniziate, spingere il lavoro fra i pagani, sostenere la fede tra i cristiani. Ho una cristianità di 50 persone a Tano e non ho modo di costruire una cappelletta, nè inviare un servizio regolare e allora indeboliscono, ed altre cose. È consolante la notizia dell’invio di rinforzi. Ma che verranno utilizzabili… Ad ogni modo Deus providebit, vero? Mi destreggio e barcameno per far tutto e bene, ma purtroppo non riesco a tutto.

Pietà: in comune mi pare regolare. Insisto, ma anche qui le solite miserie, distrazioni, freddezze… Oh! mi aiuti il Signore e la Mamma.

Osservanza delle regole e i voti: mi pare nulla di importante. Ho bisogno di essere più vigilante sui sensi: occhi, fantasia lavorano e vanno sempre a finire (sia pure grazie a Dio, involontariamente) nel fango o nelle stupidaggini. Nulla di speciale però. Come pure per ciò che riguarda il disimpegno dei miei doveri, non so fare il superiore, né so ottenere dagli altri. Lei mi ha fatto una graditissima paternale (e me ne facesse sovente!) che però non cambia di un ette la questione che ripetutamente sento in coscienza di dover porre, ed è solo per questo che la pongo. Che vuole? Non so che cosa abbia al fondo dell’anima… un quid di rivoluzionario romagnolo… Amo quelli che lavorano nei ranghi inferiori… Compatisco quelli che debbono per necessità di cose essere nei ranghi superiori, ed il solo pensiero di esserci (se da un lato può sollecitare la mia superbia) la realtà di fatto non la posso vedere, mi è così cordialmente antipatica che non posso fare a meno di protestare, di brontolare se vuole…

Il superiore per me è l’uomo più infelice del mondo, e perchè dovrebbe proprio essere Don Cimatti questo tale?

L’altra questione ad esempio del monsignorato od altri bardamenti simili, che (mi lasci dire anche a rischio di dirle grosse!) per me sono vere commedie (oh, perché il suo S. Patrono quando gli portarono il cappello, fece quello che fece?)… e Lei immaginerebbe Don Bosco, Don Rua… coi fiocchi o colle fasce colorate? No, no… non è possibile!) idem. Coll’aggravarsi che un cotale in queste condizioni è già con un piede fuori della Congregazione… pur essendo autorizzato – dovendo ubbidire al Papa – … Bel costrutto! Lei mi parla di fede, di portare le croci… Ma certo e a questione finita (a meno di volere fare dei colpi di testa che si sarebbe in diritto di fare… gli esempi li hanno dati per primi i santi… molti dei quali si sono straffolati di queste miserie.

Don Cimatti, può essere, riesca a fare quanto gli dicono, ma avendo nell’anima chiaro, chiarissimo quanto sopra, coll’intima persuasione della sua incapacità, colla persuasione che gli si è dato un calcio per buttarlo ai confini (pur sentendo di meritare di peggio), mi dica lei che ha cuore di padre, con quale animo può lavorare un figlio.

Don Cimatti, per il bene dell’anima sua, ha bisogno di ben altro. Sento Lei che mi ripeterà: “Hai bisogno di fare l’obbedienza e basta!”. E così sia, ma è mio stretto dovere insistere e finché il Signore mi darà vita insisterò, essendo questa fermissima e chiarissima realtà. Comprendo che non dovrei dare a Lei (che già tanti grattacapi ha per la testa) anche questo pensiero, ma, non posso fare a meno.

Osservanza dei voti. Per l’obbedienza (salvo il precedente, che non ritengo per nulla contrario all’obbedienza) e per la castità nulla di speciale. Per la povertà (anche questo è collegato con quanto sopra), non so amministrare, chiaro? L’animo mio è così fatto (e d’altra parte non ho esperienza passata) che quando ho dei soldi, a chi ne ha bisogno ne do e mi trovo sempre a mani vuote.

Ora ad es. ho bisogno urgente che Lei mi venga in aiuto, se no, non so come fare. Sono diminuite le piccole risorse di Ss. Messe e altre forme – ho dovuto anticipare per i lavori del Cimitero qualche somma che rientrerà gradualmente e colle quote mensili dei cristiani, ma intanto la somma non c’è. Come ho già detto al Sig. Don Ricaldone, c’è bisogno di un amministratore, come avrei bisogno di uno che mi stesse dietro per l’aspetto della persona.

Questa dei soldi è per me la spina più forte. E anche in questo mi permetta che le apra l’animo mio. Di poverissima famiglia, non abituato a grandi cose, ho sempre sognato per me la vita primitiva dei tempi eroici dell’oratorio. Il Signore mi dà salute e non sento il bisogno di riguardi speciali. Nel fondo del mio cuore c’è stata sempre una lotta; ho sempre capito molto poco ad es. nei cibi, negli edifici, ecc. fino a che punto debba arrivare lo spirito di povertà nostra. Penso agli edifici dell’Oratorio, della Crocetta… alle relative comodità, ecc. ecc. e paragono a Don Bosco… Certo bisogna pensare alle leggi, alle esigenze delle famiglie, ecc. ma… ci capisco poco. Come superiore non so quindi valutare fino a che punto… a me personalmente basterebbe così poco!…

Ma i confratelli, che quasi tutti, per non dir tutti, sono deboli, mi obbligano al trattamento su cui tanto insiste Don Bosco… Lei mi dirà: “Osserva i regolamenti – fa eseguire quanto è approvato dai superiori quanto agli edifici – sta al trattamento del regolamento…”. Certo, e mi propongo di eseguire mordicus, ma Lei sa meglio di me, che il disegno sulla carta è ben diverso dalla realtà. E per me ho sempre paura… anche perché non me ne intendo né capisco.

Giacché sono in tema di povertà, occorrerà, come scrissi al Sig. Don Ricaldone, iniziare le pratiche sulle proprietà. Le unisco dei formulari (diocesi di Tokyo e di Sapporo) per dare un’idea di queste Società di proprietà tra missionari approvate dallo Stato.

Carità fraterna e inconvenienti: mi pare di essere in pieno accordo con tutti e per ora nulla di notevole da segnalare.

Per i confratelli…15

Novità?! Ne parlo un po’ in lungo negli articoli uniti per il Boll. Sales. I concerti mi fecero fare preziose conoscenze, mi fecero vedere il lavoro ideale dei missionari (bello, ma lentissimo per mancanza di missionari e di mezzi), mi fecero vedere i grandiosi istituti delle Suore di S. Maur[o], delle Dame del Sacro Cuore, dei Marianisti. Lavorano per le classi elevate, hanno migliaia di allievi che rendono loro profitti materiali immensi – spirituali diretti forse esigui; indiretti: moltissimi. Hanno edifici di 500 mila, un milione di Yen, senza contare il terreno che nei grandi centri è di 100-200-400-5000 yen allo tsubo (1,80 x 1,80).

Le organizzazioni cattoliche son molto forti, ma senza un lavoro cattolico organizzato. Ogni missione fa da sé. Nella diocesi di Osaka, c’è maggior coordinazione e fraternità di lavoro.

I salesiani sono attesi, desiderati, voluti. Molti dei padri francesi un po’ anziani ricordano Don Bosco nell’ultimo viaggio a Parigi – tutti conoscono (benché non profondamente) l’opera nostra.

Sarà utile (col permesso dei Vescovi) far inviare il Bollet. Salesiano? Sto facendo tradurre il Regolamento dei cooperatori, bisognerà pure iniziare anche qui.

In preparazione della Beatificazione di Don Bosco (secondo le intese col Sig. Don Ricaldone) si sta traducendo una vita più grossa del nostro Don Bosco che ho desunto alla lettera dalle vite finora uscite. La traduzione viene a costare un 300-400 Yen (e a bocce ferme, il Delegato ci pensa a pagarle avendomi fatto scrivere che non mi disturbi ad anticipare). Il gruppo giovani di Tokyo è disposto a farla stampare a sue spese: naturalmente la proprietà rimarrà sua. Quid? Certo non ho soldi per farla stampare a nostre spese. È già pronta la traduzione di Savio Domenico di Don Bosco che tanto bene farà; ma finché non ho mezzi… ho scritto a destra e sinistra alle associazioni e se rispondono, spero per quest’anno di farla fuori… Ci vogliono almeno 5000 lire. Ho iniziato anche il foglietto “Don Bosco”16 per ora vincolo di unione fra i cristiani di Miyazaki e Oita. Ce n’è tanti dispersi qua e là e purtroppo non siamo in grado di inviare almeno una volta al mese il conforto della buona parola di persona… almeno vi giunga per scritto. Come lo sosterrò, non so ancora, ma era necessario… Ah, povere anime cristiane in mezzo al marcio pagano e isolate!…

Prego per il buon esito della crociata missionaria e con me tutti i confratelli. Francamente siamo stati un po’ delusi. Don Cimatti per il primo. È per il bene comune e certo i Superiori penseranno, ma se abbiamo capito la crociata è destinata alla formazione di quelli che in un tempo molto futuro verranno a rinforzare le file. Noi avevamo compreso che fosse per sovvenire alle urgenti necessità nostre, Estremo Oriente, per la formazione del clero indigeno, di ottimi insegnanti maschi e femmine per le scuole (oh, il marcio purulentissimo della scuola media e superiore giapponese!) per sussidiare gli studenti cristiani poveri fino al midollo, per i catechisti, per le cappelle (oh, trovassi chi desse £ 15.000 per la costruzione d’una chiesa per 100 persone!)… e via dicendo. Forse sarà così, ma non è chiaro. Noi ne siamo contentissimi perché in definitiva è per il bene… ma, mi consta che anche in Italia a vari confratelli nostri ha fatto la stessa impressione. Lei mi dirà: “Tu non vedi che il Giappone!…”. Oh, buon Padre (e non le nascondo che mentre scrivo ho le lacrime agli occhi) è naturale! Ma se Lei vedesse lo scempio di queste povere anime che vogliono essere le prime nella civiltà (e da molti punti di vista lo sono) e sono (per me) al livello della barbarie – se Lei vedesse per 80 milioni di anime ducento missionari, di cui un terzo impotente al lavoro – se Lei vedesse che dopo 40 anni di lavoro di alcuni missionari contano pochissime conversioni – se Lei vedesse che cosa bisogna fare per sostenere la fede dei poveri cristiani che risentono ancora del periodo di oppressione delle persecuzioni — oh, buon Padre, il Giappone formerebbe per Lei la pupilla dell’occhio che ha ancora buono, il cuore del suo cuore.

Oh, non c’è regione al mondo che possa star a fronte per l’abbandono missionario con il Giappone. Mistero! I 90 mila cristiani di Nagasaki sono buoni per sé, non sono apostoli: ammassati come branchi di pecore nelle isole, basiscono di fame; quando emigrano se non si sostengono, si chiudono in sé o si fanno pagani.

I giovani e le ragazze per vivere cominciano a emigrare nelle fabbriche e sono perduti. Oh, amato Padre, è realtà veduta e vissuta. Finché dove ci sono i cristiani sparsi non ci sarà la chiesa, il missionario ed opere per i giovani (nei grandi centri) ci illuderemo di convertire il Giappone. Ben altro potrei scrivere e dire sulla povertà della donna… e benedico il momento in cui giungeranno le suore. Non creda abbia voluto fare della retorica: venga e venga in fretta in aiuto al Giappone, che è la chiave di volta dell’Estremo Oriente.

Questa volta minaccio di non finire, ma per il bene dell’anima mia, delle anime nostre, delle anime a noi affidate, mi sono rivolto al Padre, sicuro di essere compreso anche se la forma è involuta e qualche volta irriverente.

So che parlo al Padre buono, che non è su un candelabro talmente elevato che obblighi i figli a stare col collo teso per parlargli.

La progettata visita a Don Garelli (avendomi scritto che riceveva rinforzi) pare vada a monte: scrivo all’Ispettore se può mandarlo per riposare e per farci un po’ di esercizi: sarebbe una vera benedizione.

Ed ora amatis.mo babbo, basta. Lei conosce che quanto ho detto non è complimento e affido questo scritto alla Mamma affinché ne faccia scaturire tutto il massimo bene per l’anima mia e per quelle a me affidate.

Mi permetta un filiale abbraccio accompagnato dalla sua benedizione.

Suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


P.S. - I concerti se preparati con buona réclame potrebbero essere fonte anche di entrate; è questione: chi farà la réclame?… perché i missionari, se è per le opere loro, si muoverebbero – per le nostre… Certo che oltre tutto il bene spirituale, valuterei a un 60 mila lire quello che i padri hanno globalmente incassato. Presentarsi a Tokyo o altrove per un’opera del Kyushu è considerato di malocchio nell’isola grande, credo non produrrebbe…

Si può col tempo tentare localmente, ma siamo tra poveri.


359 /Giardini Mario / 1928-6-11 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



28 Miyazaki, 11 giugno 1928

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Eccellenza Reverendissima,


Non so come sdebitarmi se non colle preghiere, per la bontà nei riflessi che ci dà sulla vita di Don Bosco. Grazie e il nostro Don Bosco la benedica salesianamente.

Le unisco fotografia del cimitero. I cristiani sono felici e mi pare davvero ben riuscito.

Ho inviato ai Superiori copia dello “Shadan” (= ente morale) di Tokyo, gentilmente da Lei favoritoci e di Sapporo (ora anche di Kagoshima) e poi bisognerà che parli ai Vescovi di Nagasaki e col nostro per vedere come si può fare.

I Superiori attendono pure progetti per la casa di formazione e mi do attorno per concludere qualche cosa.

Avendo occasione di vedere o parlare coll’Ammiraglio Yamamoto, abbia la bontà di ricordargli di interessarsi per la colonizzazione dello Hyuga. (= regione di Miyazaki).

Grazie all’ottimo segretario della cartolina. La festa dell’Ausiliatrice, pur non essendo venuto nessuno extra, riuscì festa di famiglia e ricca di frutti.

Continui ad esserci Padre che noi da figliuoli riconoscenti la ricordiamo ogni giorno.

Il nuovo Ambasciatore è arrivato?

Ci benedica tutti, specialmente il suo devotissimo:

Dell’Eccellenza Vostra Reverendissima

don Vincenzo Cimatti, salesiano



360 /Sordo Antonio / 1928-6-12 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice



29 Miyazaki, 12 giugno 1928

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Mio Antonio,


Domani è il tuo santo e pur non avendo tu scritto da tempo, mi è dolce passare qualche istante con te.

Della Cocca e vari non scrivono più e tu minacci di essere del numero. Quando gli amici intimi di Don Cimatti non scrivono più o è segno che non hanno tempo, perché sopraffatti dal grande lavoro (scusa magra) o hanno paura di annunciare a Don Cimatti qualche cosa che li fa dare un po’ di volta e un po’ a traverso. Dunque dove devo metterti? In quale categoria? Sa! Antonio mio, sapessi come mi fanno bene le tue lettere! Indovino?!

Tu non stai bene. Scommetto che sei in uno dei momenti bui di Valsalice. Indovino? Perché non scrivi? Hai paura di Don Cimatti?

Dunque scriverai, mi darai notizie tue, della tua salute, dei tuoi studi (fai già teologia?), della musica, e se vorrai anche dell’anima tua. Come a Valsalice, penso che Gesù è contento di te.

Dunque, caro Sordello mio, il pugno che deve darti Ivaldi, ti ricordi Don Cimatti.

Prega prega prega per me.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

361 /Gobbato Giuseppe / 1928-6-15 /


al chierico Giuseppe Gobbato, ex-allievo di Valsalice



[15 giugno 1928]

Gobbato carissimo,


Grazie delle postille ai nomi che terrò graditissimi e che mi serviranno per le mie preghiere.

Per ora ho tempo di pregare, e se non riuscissi a far bene altro che questo, credo che il Signore sarebbe contento.

Memorie! pensieri! ricordi! Grazie delle preghiere!

Tu non conosci Don Cimatti ed il Signore ti perdona il desiderio di diventare… Se mi conoscessi…

Il Signore che mi conosce ha capito che in capo al mondo, a quasi 20 mila km di distanza, non avrei più deleterie influenze sul mio bravo Giuseppe.

Grazie delle lettere. Te ne preparo una bella! Allegro Giuseppe, prega, ma assai per me e lavora lavora lavora.

Tuo

don Vincenzo Cimatti




361-2 / Gobbato Giuseppe / 1928-4-25 /


a Giuseppe Gobbato



30 Miyazaki 25 aprile 1928

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Mio Gobbato,


Mio Giuseppe, non so che cosa possa averti detto di difficile nell’ultimo biglietto per cui tu hai capito poco. I concetti di Don Cimatti sono sempre quelli:


  1. Sii allegro,

  2. Tienti unito a Dio,

  3. Fa’ il tuo dovere con generosità e sacrificio.


Questo ti impedirà di vivere nella rettorica e nella poesia. Nel mese di Maria ti ricordo specialmente

il tuo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti



362 /Grigoletto Giuseppe / 1928-6-28 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, [28 giugno1928]

Mio amatissimo Grigoletto Giuseppe,


Stammi ben attento:

1) Non farmi più vecchio di quello che sono in realtà. Penso di avere solo 49 anni…

2) Qui… ben attento. Pel Vocabolario arrivi tardi. È già un fatto compiuto, già litografato un vocabolarietto liturgico-ecclesiastico ed ora è in preparazione l’Italiano-Giapponese. Come dobbiamo noi curare la stampa se lo fa un altro? Quindi sta tranquillo. Ed è già ormai completa una grammatichetta. È il frutto dei lavori nostri. Alla stampa si penserà poi, noi abbiamo bisogno di robe studiate praticamente sul posto, robe modeste; litografate, corrette e rese più perfette che si può col lavoro di anni. Si sta perfino traducendo la storia del Giappone, che non si può capire nulla della lingua senza…

1) Grazie della foto.

2) Dici bene, la piu bisognosa in tutti i sensi è la Missione giapponese. Deus provvidebit.

3) Grazie del ricordo degli anni. Congiungo i tuoi cari con te e con me.

4) Ritorno in Italia? Nessun annuncio finora.

Allegro e calmo e in tutto… ne nimis… se no si sconta.

Ti accompagno negli esercizi. Allegro e buono che il Signore ti ricompenserà col centuplo e colla vita eterna, quanto hai fatto e farai pel Giappone.

Saluta tutti i confratelli.

Tutto e sempre tuo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti, Sales.


363 /Rinaldi Filippo / 1928-7-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



31 Miyazaki, 9 luglio 1928

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Amatissimo e veneratissimo Sig. Don Rinaldi,


Grazie della bontà che usa ai suoi figli lontani scrivendo di tanto in tanto a noi. Don Cimatti domanda:

  1. Sono cambiate le cose nei riflessi dell’Ispettore? Don Canazei dice di sì. Don Cimatti dice che non ha ordini né sa quali dovrebbero essere le sue attribuzioni. Per es. ora c’è da ammettere ai voti Merlino… Per me credo di essere nel vero mandando i moduli all’Ispettore. Sono giunti i moduli del rendiconto ai Superiori. È certo che li mando all’Ispettore… et similia.

  2. Come missione, finché non c’è il decreto, credo (ed è tale il parere di S. E. il Delegato) che nostro Superiore eccles. deve essere il Vescovo di Fukuoka.

Ed ora un po’ di rendiconto mensile. Salute: ottima.

Studio e lavoro: ce n’è fin sopra i capelli. Ora stiamo preparando il Vocabolario italo-giapponese per i nuovi – è già pronta la grammatica e un vocabolario liturgico.

La propaganda continua lenta, naturale… qui non si può fare diverso. Avessimo i mezzi… si farebbe il doppio. Speriamo nei nuovi rinforzi, che fra due anni daranno, grazie a Dio, i loro frutti.

Pietà: regolare, in comune. Solite difficoltà: non viene meno la buona volontà. Sono certo la forza.

Ss. Voti: nulla di speciale. Solite fantasticherie facilitate da tutto ciò che ci attornia e dalla naturale curiosità.

Carità: come al solito, pieno accordo con tutti.

Inconvenienti: per ora nulla di speciale di grosso e notevole.

[Notizie sui confratelli…]

Lo sviluppo del lavoro procede. Buon numero di catecumeni; ma non bisogna valutare il Giappone alla stregua delle altre missioni per il numero dei battezzati. D’altra parte siamo ancora in molte difficoltà di lingua, di mezzi, non abbiamo opere… e prima che le abbiamo… quanti anni passeranno!

Creda, buon Padre, la Crociata Missionaria bisognava farla pel Giappone: occorrono miliardi e personale (specie indigeno). Vocazioni? Prove fatte finora di semplici aspiranti o personale di casa hanno dato risultati negativi. Tre venuti, tre partiti. Ora ho quattro domande di giovani e proprio oggi ne invio uno a Oita. Forse ne invieremo uno in Seminario (un giovanotto) pel prossimo anno.

Lo scoglio massimo per i giapponesi saranno: la superbia – l’incostanza e penso la sensualità, ma più di tutto l’incostanza.

È probabile che quando ci sia un noviziato o una piccola casa per aspiranti nostra, le vocazioni aumenteranno.

Già in vista varie vocazioni per le suore e anche per queste identiche difficoltà.

Avessi personale e soldi avrei già da tempo aperto due residenze a Takanabe (8 famiglie) e Tano (una cinquantina di cristiani). Non potendo per ora far diverso, andiamo due volte al mese a Tano per la Messa, e una a Takanabe – ma, povera gente!… come possono mantenersi forti se?… E nella provincia di Miyazaki un centinaio di cristiani sono in queste condizioni sparsi qua e colà… e molti di questi sono cristiani sulla carta… Lei pensi per riflesso: quante altre missioni sono in peggiori condizioni!… Ma sta il fatto che il povero Giappone, in difficoltà mentali quali non si verificano altrove, è il paese più abbandonato e più povero di missionari. Supplico i Superiori a venirci in aiuto.

Eccole in breve delineata la nostra condizione: la necessaria lentezza del lavoro che fa a pugni colla necessità delle anime, molte delle quali (non certo per colpa nostra) vanno perdute. Ma se i Superiori, resisi conto delle difficoltà in cui ci troviamo, ad es. anche solo per la lingua, da tempo ci avessero inviato aiuti, certo ora… Quest’anno ci mandano un nucleo: pensare che sarà effettivo solo al 1930… È doloroso il pensarlo, ma è certo…

Basta… perché se no, non finisco più… come non torno al solito argomento personale. Prego solo il Signore che affretti la soluzione delle due domande iniziali per il bene di tutti. Oh, buon Padre, avrà occasione di parlare ai confratelli nelle varie mute di Esercizi spirituali; voglia raccomandare specialmente questa missione che versa in vere difficoltà d’ambiente che non si possono superare se non colla preghiera.

Per me non domando nulla: solo preghiera, preghiera ed una sua speciale benedizione.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti, sales.


364 /Circolare Salesiani / 1928-7-14 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


32 Miyazaki, 14 luglio 1928

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Carissimi,


Pur non potendo ancora dirvi nulla di chiaro dell’epoca degli esercizi, è certo che si avvicinano e se vogliamo che per noi davvero riescano fruttuosi occorre che fin d’ora con buona volontà ci prepariamo.

Non vogliate pensare vi voglia fare la predica…

  1. Credo che siamo convinti tutti di averne bisogno.

  2. Occorre fin dora che preghiamo pel buon esito dei singoli e della Comunità – occorre vi pensiamo con gioia, con calma, con buona volontà, con desiderio.

  3. Inoltre per noi gli esercizi devono rappresentare in sedute speciali il lavoro di rassegna del lavoro compiuto. Bilancio consultivo seguito dal programma d’azione pel prossimo anno – bilancio preventivo.

Prego vivamente quindi ognuno a portare dati di fatto, statistiche, proposte pratiche.

A tempo opportuno dettagliatamente sarà comunicato il programma delle nostre conversazioni familiari.

Prego inoltre i singoli confratelli ad inviarmi per il 24 c. m. l’elenco delle questioni che si desiderano trattare nelle adunanze.

Nell’amore di Gesù buono e di Maria:

vostro

33 don Vincenzo Cimatti

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365 /Grigoletto Giuseppe / 1928-7-17 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



34 Miyazaki, 17 luglio 1928

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Mio Grigoletto,


La notizia che mi dai della tua malattia è ben dolente. Ti sei fatto e ti fai dei meriti… Grazie specialmente per la parte che vi ha avuto il Giappone.

Lascia stare la questione Balbi: per consolarti eccoti un saggio dei lavori finora eseguiti. Fra qualche anno, limati, messi alla prova pratica ecc. si stamperanno. Ora è il momento del vocabolario e sto preparando tavole di nomenclatura e frasario. Niente paura, non hai compromesso nulla. Secondo me l’errore fu del Balbi che a me ha mai scritto… quindi…

Calmo sempre e niente paura. Grazie del francobollo che applico sulla busta.

Non hai bisogno di assoluzioni: ad ogni modo se la desideri eccotela piena + unita alla benedizione di Mamma + unito a un caldo abbraccio col più fraterno ricordo quotidiano.

Non ti dico di pregare per me perché son certo che lo farai. Allegro e buona ricostituzione e buoni esercizi e buon anno (cominci teologia?).

Qui nulla di nuovo. Lavoro che si moltiplica in forma preoccupante. Se fossimo 1000 ci sarebbe lavoro assiduo per tutti. Frutti? Li vede Lui e basta.

Guai al Missionario che voglia in Giappone vedere i frutti! Meglio stia in Patria.

In trent’anni che ho lavorato per studiare di formare caratteri, mai ne ho trovati tipici come questi…

Il buon Dio ci assisterà. Prega e fa pregare.

Ti prego di salutarmi tutti tutti tutti i cari confratelli di Mogliano.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


366 /Rinaldi Filippo / 1928-7-29 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 29 luglio 1928

Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


A giorni scriverò a lungo sulle cose nostre, ma francamente non sapendo come comportarmi giuridicamente nella questione Merlino (avendomi l’Ispettore coll’acclusa inviatomi gli incartamenti) invio a Torino. Se si trattasse da pigliar pugni… prontissimo, ma si tratta di cose ben più delicate… Perciò:

  1. Non capendo nulla di quanto dice Don Canazei cui mi ero rivolto per consiglio,

  2. Non sapendo quali siano le mie attribuzioni al riguardo prego facciano i Superiori. L’unico punto credo giuridicamente giusto è la votazione di Nakatsu; se occorre il parere del Consiglio (come dice Don Canazei) e se il Consiglio è costituito dal sottoscritto, da Don Piacenza e da Don Tanguy, eccole il nostro parere favorevole – se occorre altro, pur avendo frugato nelle norme per le proposte, non trovo nulla, quindi… È comparso negli Acta S. Sedis l’erezione della missione. Si devono attendere altre cose da Roma? e come mi disse il Delegato, all’arrivo del Decreto (è sufficiente la comparsa sugli Acta e la lettera sua in cui mi dice che devo essere superiore della missione, pur non sapendosi ancora con che titolo?) “Lei deve presentarsi dal Vescovo di Fukuoka, compiendo quelle pratiche che saranno indicate dal decreto stesso”. Dal Decreto attuale non risulta che si debbono fare pratiche speciali – e quindi il Delegato alludeva certo ad altri decreti che dovranno arrivare. Quindi attendo… Dismembrati da Fukuoka quali doveri e diritti giuridici abbiamo?

Come vede, distaccati dall’Ispettoria e dalla Diocesi, siamo come coloro che sono sospesi e quindi in peggiori condizioni di prima. L’Ispettore ci caccia – per non far sbagli non ho cambiato di un ette delle nostre relazioni col Vescovo – tutto come prima – ma è davvero una cosa un po’ difficile a concepirsi la nostra posizione… perciò… prego qualche lume al più presto. Per me ci godo per tanti motivi… ma ora ne va di mezzo Merlino, e i confratelli cominciano a domandarsi: “Di chi siamo?”, perché Don Cimatti non vuole assumersi responsabilità che non gli competono. Sarà superbia, sarà pazzia mia… ma anche la lettera dell’ispettore non è certo edificante, nei riflessi dei superiori… Per me domando solo di essere istruito nei nuovi doveri – dalle regole non li desumo, perché non ci sono – da Roma o da Torino (a meno che non siano andate smarrite lettere) nulla… perciò credo mio dovere al presente fare così ed insistere presso i superiori affinché mi aiutino: è (permetta) loro dovere e, (permetta) mio diritto, ripeto non per la mia povera persona, ma per i nostri cari confratelli. A rivederla presto… per lettera… preghi e mi benedica.

Tutto suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti

367 /Rinaldi Filippo BS / 1928-7-31 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Riflessi di vita spirituale al giappone17


35 Miyazaki, 31 luglio 1928

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Amatissimo Padre,


Se giungono gradite le notizie dei suoi figli lontani so che le giungono graditissime quelle del Sol Levante perché il cuore del Padre non può non pensare con nostalgico affetto, con più intensa preghiera ai figli lontani che si trovano nelle massime difficoltà.


Il primo fiore del nuovo cimitero

Come sa, in occasione della festa di Maria Ausiliatrice si è benedetto il nuovo cimitero. Ricordo che a funzione finita era un domandarsi tra i cristiani: “Ed ora chi sarà il primo di noi a morire? Chi il primo inquilino della nuova abitazione?”. Quasi due mesi dopo i cristiani erano tutti radunati nel cimitero per il funerale di una bambina di tre mesi, primo eletto fiore che viene a riposare nella terra benedetta. Dalla chiesa si ordina il corteo: precedono colla croce il piccolo clero, i ragazzi, i sacerdoti: segue il feretro, le ragazze, le donne e il nucleo compatto dei giovani e dei padri di famiglia che ad alta voce recitano il Santo Rosario.

Al corteo inusitato, alla preghiera che risuona per le vie tranquille di Miyazaki e la cui eco risuona chiaramente nella campagna, richiama sulla soglia delle case molte persone – fa accorrere i ragazzetti – e un domandarsi…

È anche questa una buona propaganda religiosa per i pagani, che debbono pure confessare: “Come si vogliono bene i Cristiani!”.


La preghiera d’una madre

Un nostro ragazzetto cristiano è minacciato di carie ossea ad un piede. Lo faccio visitare dal primario dell’Ospedale nostro buon amico, che dichiara necessaria l’operazione. La madre vuole ad ogni costo seguirmi e durante l’operazione si mette ad una finestra come assorta in contemplazione. Quali sentimenti passassero attraverso quell’anima era facile pensarlo – impossibile coglierlo dal volto senza espressione della donna. Passeggiando lungo la corsia recito il mio breviario e ad un certo punto affacciandomi alla sala d’operazione, vado dalla madre:

L’operazione è finita. Coraggio!”, le dico. Come scossa dal suo raccoglimento: “È durata quanto una corona del S. Rosario che ora ho finito di dire per il mio caro figliolo!”, mi dice. Non ascolterà Maria A. l’ardente preghiera di questa madre?

Il fanciullo ogni giorno fa la sua S. Comunione che gli porta il nostro Don Cavoli. È una scena deliziosa. Un ragazzo che in contegno raccolto attende la visita di Gesù: ai piedi del letto la madre che prega; tutti gli ammalati della sala incentrati collo sguardo in Gesù, chi seduto sul letto, chi avvicinatosi al sacerdote per vedere meglio lo spettacolo certo nuovo per questi pagani, e dalle sale vicine un protendersi di persone che curiosamente osservano e domandano e commentano.

Non sembra una delle tante scene che certo si verificavano ad ogni istante nelle vie della Galilea? – Oh Gesù, che passi facendo del bene fra questi tuoi che non ti conoscono ancora, affretta per queste care anime la venuta del tuo regno.


Nel regno degli inferni

Non si spaventi, amato Padre, della parola. È la meta dei grandi ricchi giapponesi che vengono in questo luogo per cercare il riposo, la salute materiale. È una grande città, situata in riva al mare con spiaggia magnifica e che possiede le acque termali più celebri in Giappone. Da queste caldissime emanazioni eruttive fa di tanto in tanto capolino la figura del diavolo, che questi bravi giapponesi hanno messo a bollire in quelle acque e in quei fanghi. Da ciò la ragione del nome.

La città conta poche famiglie cristiane, ma nella stagione dei bagni vi accorrono cristiani da altre regioni, stranieri cattolici… È un buon terreno per seminare la parola di Dio…

Se BEPPU (è il nome della città) è la città del piacere, è anche quella del dolore, e di fronte al dolore i problemi spirituali vengono ad essere illuminati di luce più intensa e sono facilmente compresi.

Un giorno arrivava a Beppu l’allora ambasciatore di Francia presso il Giappone Paolo Claudel, e la prima domanda che rivolse alle autorità che l’ossequiavano fu: “A Beppu c’è un tempio cattolico?”. Per tutte queste ragioni varie si è pensato di iniziare qualche cosa anche in questa zona a noi affidata. Si è affittata una casetta, e così alla Domenica e al mercoledì i confratelli di Oita lavorano all’evangelizzazione di questa plaga importante.

Per far conoscere l’inizio dell’opera, al solito un bel concerto attirò numeroso pubblico nel massimo salone della città. Le statue di satana continuino pure negli inferni di Beppu a bollire. Maria Ausiliatrice e Don Bosco ci aiutino a stampare in queste anime Gesù benedetto.


Lo zelo di una famiglia cristiana

Kawaminami è una graziosa cittadina della provincia di Miyazaki in cui da poco tempo si è venuta a stabilire una fervente famiglia cristiana. Questa si è subito messa all’opera di propaganda. Ha messo a disposizione del missionario la propria abitazione per conferenze, per proiezioni e già con frutto una decina di persone studiano il Catechismo.

Il bravo cristiano ha avuto un’altra idea geniale. “E se mettessi in mia casa una buona biblioteca circolante?”. Detto fatto. Gli somministriamo libri ed ora anche con questo mezzo il buon seme si spande. Se in tutte le città e villaggi a noi affidati avessimo una famiglia del tipo Sig. Kawagoe!

Amato padre, torno ora con Don Margiaria da Okayama (prov. di Hiroshima) ove ci siamo recati a portare il nostro povero aiuto musicale per la consacrazione del nuovo Vicario Apostolico Mons. G. Ross della Compagnia di Gesù. A sera al gran salone della città vi fu concerto e fra gli altri tenne una magnifica conferenza agli oltre 1600 radunati (quasi tutti pagani) il primo Vescovo giapponese Mons. Hayasaka. Un nuovo pastore donato dal Signore al Giappone. Una ondata di nuova vita cristiana in questa importantissima zona affidata ai campioni della Chiesa, che non mancherà di produrre splendidi risultati.

Gioisca, amato Padre, dell’estendersi del regno benedetto di Gesù in queste terre così care al suo cuore paterno; ma ci venga in aiuto: non dimentichi che il Giappone dal punto di vista missionario è il più bisognoso di tutti e di tutto.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti





368 /Canazei Ignazio / 1928-8-1 /


a Don Ignazio Canazei, missionario in Cina, Ispettore



[1 agosto 1928]

Mio amatissimo Sig. Ispettore,


Finché non ho comunicazioni ufficiali Lei è sempre il nostro Ispettore, quindi continuerò né più né meno come prima. Così rimase inteso col Sig. Don Ricaldone e così si farà.

Finora nulla delle nostre cose: colla nomina dei due Vescovi da chi dipenderemo?

Preghiamo per il buon viaggio loro.

Se Don Ricaldone veniva ora stava fresco anche qui.

Auguri ai nuovi eletti nelle varie case o mansioni e Deo gratias di tutto.

Sì, sì preghiamo e taciamo che è meglio.

Il Sig. Don Ricaldone conosce anche le mie vedute in proposito. Ad majorem Dei gloriam. In tutto e per tutto

Suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti




369 /Grigoletto Giuseppe / 1928-8-2 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



36 Miyazaki, 2 agosto 1928

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Mio buon Grigolo,


Sta bene pel Balbi, sta tranquillo per tutto e niente paura. Può essere che in seguito il B. ci possa essere utile: la relazione con te non gli ha fatto certo del male all’anima e questo è il più meritorio. Quanto al Giappone non devi ritirarti:

  1. prega e fa pregare,

  2. se trovi qualche generoso…

Ben volentieri invierò francobolli alla Direttrice della Posta. Starò fuori da Miyazaki, per una settimana… col ritorno invierò direttamente.

Ecco vedi questa tua richiesta è anche un modo di far conoscere.18

Tuo

don Vincenzo Cimatti


370 /Merlino Alfonso / 1928-8-11 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



[Miyazaki, 11 agosto 1928]

Caro Merlino,


Grazie del tuo bell’articolo, che mi permetto di tagliare un po, essendo lungo.

Allegro, laborioso, pensa alla vicina professione.

Tuo sempre

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Don Piacenza ti parlerà dell’olio. Bene.


371 /Cerroni Leonardo / 1928-8-17 /


a Don Leonardo Cerroni, segretario del Delegato Apostolico Mons. Giardini



37 Miyazaki, 17 agosto 1928

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Mio amatissimo Don Leonardo,


Meno male che resta l’appoggio suo a Tokyo…

Grazie delle indicazioni per la vita di Don Bosco. Quello che ora a me preme è sapere se devo pagare e quanto al traduttore, oppure se vi pensa qualche buona anima.

Feci di tutto per incontrare S. Ecc., ma non potei sapere ed allora inviai lettera a Pechino.

Mio ottimo Don Leonardo, se davvero S. Ecc. non tornerà, davvero che noi perdiamo un Padre ed in lei un amatissimo fratello. Fiat voluntas Dei.

Preghi per noi che mai la dimentichiamo.

Con vero affetto riconoscente:

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti



P.S. - Stavo per spedire quando mi arrivano le sue consolanti e dolorose notizie per me. Fiat voluntas Dei! Farò come mi dice per la “Banca Yasuda” alla prima occasione. Spero presto inviare relazione secondo i desideri dell’Ammiraglio.

Preghi per me.

Tutto e sempre

suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti

372 /Liceisti Valsalice / 1928-8-20 /


ai Liceisti di Valsalice



20 agosto 1928

Amici liceisti di Valsalice,


Buone Vacanze, che spero non saranno rese ripugnanti da ferite… pur certo non lasciando nel dimenticatoio i libri, anche se tutto riuscì a meraviglia.

I vostri compagni giapponesi iniziarono le loro vacanze estive il 20 di Luglio e le terminano il 31 Agosto. Su per giù il modo di passarle è uguale, credo, in tutto il mondo… Chi va al mare o al monte… È cosi facile in Giappone!… Paese marino e montuoso per eccellenza.

Chi può fa gite; la più parte lavora per farsi i soldi per le tasse e pensioni e a periodi stabiliti devono andare a scuola per le comunicazioni o discorsi o altro… per tener vivo l’animo studentesco.

Giocano al tennis, vanno in bicicletta, e più che possono stanno in acque. Voglio pensare che studino… ma non troppo… è il forte degli studenti giapponesi, un po’ perché posapiano per natura e imperturbabili (non sanno capacitarsi ad es. perché noi ci agitiamo), e un po’ perché lo strumento lingua anche per loro essendo difficile a maneggiarsi, devono per forza procedere adagio.

Anche in questo periodo di tempo vi sono parziali richiami per il servizio militare, cosicché la vita di maggiore o minore attività non viene cambiata di molto.

E per ora, lasciatemi godere un po’ di fresco… ho in mano un fazzoletto (e che sapete a che serve in estate) dall’altra la penna, e mentre parlo con voi asciugo il sudore, mentre dalla finestra spalancata viene un un po’ di brezza serotina.

Sono di custodia alla casa… gli amici sono a fare le proiezioni in casa di un cristiano per propaganda… Ho preferito restare in casa… Proprio è venuto questa sera un figliuol prodigo e si è messo a posto e congedandosi mi diceva: “Oh, mi rimetto sul serio!”. Pregate che sia così…

Vi ricordo ogni giorno tutti e se non siete malcontenti e se lo permetteranno i vostri Superiori, ben volentieri ci faremo mensilmente compagnia per lettera.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti


373 /Grigoletto Giuseppe / 1928-8-26 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



38 Miyazaki, 26 agosto 1928

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Mio Grigoletto,


Unisco bolli per la direttrice delle poste. Quasi mi dimenticavo.

Grazie di tutto nella questione Balbi…

Ah se ci fosse personale e mezzi… Ma Dio provvederà.

Cado dalle nuvole quando mi scrivi “solo da Lei vengo a sapere che Righetto è ormai…”. Tu mi dicevi in varie lettere “invio a Righetto, ecc.”, e in una ti ho domandato se sapevi che uno era Righetto? Chissà che cosa ho scritto.19

Comunque chiunque venga, ben venuto… C’è lavoro… c’è lavoro, pane e paradiso per tutti.

Tu lavora pel Giappone in Italia: è come venire in persona e più.

Prego per te sempre e auguri per un completo ristabilimento uditivo.

A te e a tutti gli amici auguri e preghiere.

Ti benedice il

tuo aff.mo

don Vincenzo Cimatti


374 /Sordo Antonio / 1928-8-26 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice



39 Miyazaki, 26 agosto 1928

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Mio amatissimo Sordo,


Grazie della tua; non meravigliarti della carta, è l’invito per la riunione mensile dei giovanotti… non ho altro alla mano per il momento.

Come non mi meraviglio delle tue ritardate a scrivere… In questo ordine di idee non hai mai avuto buona gamba e perciò… niente paura. Non perdere mai però il sonno per scrivere a Don Cimatti… Spero che gli esercizi ti abbiano messo a posto e che le buone risoluzioni prese ti trascineranno avanti almeno fino al prossimo turno di esercizi. Ti meravigli che i chierici di ora siano diversi da allora… ma credi proprio che voi foste allora la perfezione? E il progresso dove lo metti?

Ti meravigli pure dell’affievolirsi delle relazioni… ma è certo… lontan dagli occhi, lontan dal cuore… c’è un unico, indefettibile compagno… Gesù.

  1. Ti rinnovo la raccomandazione per la teologia; è la base. Se non vuoi avere da piangere dopo, studia e studia bene ora.

  2. La musica… non sei stato mai un campione. Esatto il pensiero del Sig. Ispettore.

  3. I tuoi apprezzamenti sui superiori mi fanno ridere. Ti meravigli forse perchè non capisci bene la questione. Anche Calles1, l’attuale persecutore del Messico, rappresenta l’autorità di Dio.

a) Compito di noi sudditi è non di fare il processo ai nostri superiori, ma di obbedire a quanto prescrivono conforme alla regola… e basta. I Superiori (secondo te) comandano male? Ma tu obbedisci bene. Il buon Dio al rendiconto finale domanderà quanto hai fatto tu… non Tizio o Caio o Sempronio.

b) La confidenza ha un lato naturale (simpatia) e uno volontario: se non c’è il primo niente di male – ci vuole il secondo. D’altra parte il rendiconto nella parte ufficiale è chiarissimo e possibile a tutti. Poi in ogni caso non c’è l’Ispettore? Non ci sono i Superiori Maggiori?

c) Preti e chierici… Miserie umane. Ah chiericuccoli! fate il vostro dovere e vedrete che non succederanno queste miserie. Ma di che vuoi che temano i superiori “i chierici inutili”? Siate uniti a far guerra al diavolo… oh, questo sì… tutto il resto? … alzati la veste e…

d) Tu sai il proverbio piemontese delle lavandaie che non sono mai contente della pietra su cui lavano… Come te che ti lasci abbagliare dall’idea che un cambio ti possa dare chissà che cosa…

La felicità religiosa è data dall’obbedienza… lascialo dire a Don Cimatti che dopo 32 anni di professione ti può dire (credo) qualche cosa… Che i giovani ti vogliano bene non ti deve bastare: quello è sentimento… Bisogna ti voglia bene il Signore.

Spero finalmente che Bovio scriverà… ché davvero si è dimostrato taciturno al sommo. Mapelli, Rizzo muti come pesci. Giordano di tanto in tanto, per me basta preghiate…

Dunque Tonio mio, niente paura, allegro e buono sempre e vedrai quanto il Signore ti vuol bene.

Tuo sempre e tutto

don Vincenzo Cimatti


375 /Rinaldi Filippo / 1928-9-11 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



40 Miyazaki, 11 settembre 1928

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M.R. Sig. Don Rinaldi, padre mio buono,


Ho ricevuto la nomina e le facoltà20, prestato il giuramento prescritto, dal Vescovo di Fukuoka – Ed ora al lavoro di organizzazione e di apostolato più diretto, date le nuove responsabilità. Sto preparando a giorni alcune richieste di altre facoltà da Propaganda – Lei vedrà si conveniant… Sia ringraziato il Signore.

Siamo indipendenti… ma vogliamo essere dipendenti. Lei stia attento… Don Cimatti non può adattarsi ai fronzoli e ai colori dei vestiti, ecc… quindi non mi faccia fare delle pazzie.

Stiamo negli esercizi dettatici dal nostro Don Garelli (che sono riuscito a tirare qua… e credo gli farà bene in tutti i sensi). Mi dispensi dunque dal dettagliato rendiconto.

Nulla di nuovo per Don Cimatti. Nulla di nuovo per i confratelli.

Ad esercizi finiti invierò dettagliato resoconto. Ed ora alcune cose per la nostra missione:

  1. Speriamo che il Signor Don Ricaldone ci aiuti davvero e col mandarci l’aiuto dei confratelli e quello delle suore (come promise). Attendiamo fiduciosamente; ma, come già scrissi, mi occorrerebbe un aiuto: sapendo chi sono gli individui e mettendoli a Nakatsu o a Oita potrei guadagnare un po di personale. Ah, se i Superiori avessero ascoltato per tempo! Lei mi dice nella sua bontà, che vanno ancora coi metodi antichi… Oh, amatissimo babbo, si modernizzino un po’! Non discuto sui bisogni indiani… ma che vuole che facciamo all’Oratorio dei bei discorsi, dicendo che il Giappone è il più povero di missionari, se poi (sono ormai tre anni) non mandano aiuti, e aiuti (l’ho ripetuto) che non saranno tali se non fra un minimo di due anni? Ho assoluto bisogno di aprire due nuove residenze, ma quid faciam se…

  2. Strano che a poca distanza dalla venuta non sappia nulla dei confratelli, delle suore, ecc. Che siano state solo belle promesse? Non voglio pensare male, perché le sue lettere e l’entusiasmo di Don Ricaldone pel Giappone mi autorizzano a essere certo che ci aiuteranno, ma…

  3. Insisto a che la sua bontà voglia decifrarmi qualche cosa sui doveri del Visitatore: nell’ultima sua mi parla di distacco da Macao; mi dice che sono rappresentante del Superiore Maggiore dal quale devo dipendere ed al quale riferire. Per me continuerò a fare come prima, ma se qualche cosa di più devo fare, prego… Il mio imbroglio è nelle questioni giuridiche (per es. la questione Merlino): ad ogni modo se non ricevo nulla in contrario, faccio fare i voti a Merlino.

  4. Mi aiuti a risolvere la questione De Mattia. È necessario che il confratello ritorni; ma non posso lasciarlo solo tanto più che soffre il mare. Don Garelli mi parlava di alcune questioni pendenti di sua famiglia che i Superiori conoscono e che a risolverle in fretta e bene colla sua presenza sarebbe fatto e con vantaggio della Congregazione. Oh, se Don Garelli andasse in Italia non vi sarebbe davvero occasione migliore per noi e lo farebbe volentieri. Veda dunque di aiutarmi per il bene di questa cara anima. Ed ora, amato Padre, Lei che conosce e il povero Don Cimatti e i nuovi oneri preghi per me in modo specialissimo.

Tutto e sempre di cuore suo figlio:

41 don Vincenzo Cimatti

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376 /Superiora Generale F.M.A. / 1928-9-12 /


alla Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice21



42 Miyazaki, 12 settembre 1928

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Reverendissima Madre,


È la festa del nome di Maria ed affido alla nostra dolcissima Madre questa povera mia.

Non ho il bene di conoscere V. R. di persona (pur forse avendola veduta in Italia) e non so se V. R. conosca Don Cimatti: ma non importa. La mia presentazione è presto fatta: “l’uomo più meschino di questo mondo che per obbedienza alla S. Sede e ai Superiori si trova a iniziare l’Opera missionaria e salesiana in Giappone”.

I miei Superiori mi hanno promesso che quest’anno le ottime consorelle suore di Maria A. verrebbero ad aiutare nel vasto campo di lavoro.

Sa il Signore e Maria A. con quanta ansia le attendo. Non sarà inutile a V.R. accennare alcune cose:

  1. Clima del Giappone buono – come in Italia – ma in estate caldo umido (attenti quindi a chi ha i reumi – pel freddo niente paura, minima 5 gradi).

  2. Ambiente pagano – quindi sodezza nella castità e nella pietà. Carattere giapponese difficilissimo: stiano in Italia le suore portate all’ira.

  3. Per il vitto si trova di tutto per chi non può adattarsi al vitto giapponese (come sono gli attuali salesiani).

  4. Chi ha abilità speciali, diplomi, ecc. farà fortuna perché i giapponesi hanno la voluttà dello studio.

  5. Per le suore campo immenso d’azione dall’asilo a tutte le opere di carità possibili e immaginabili.

  6. La lingua è difficile, ma in due anni e anche meno qualsiasi suora se la caverà.

  7. Non mancheranno l’assistenza spirituale e conforti religiosi alle suore.

  8. ln principio è meglio – forse – affittare una casa (ce n’ho una già in vista che accaparrerò appena sappia con precisione numero suore, ecc.).

  9. Facendo economia (non conosco le esigenze né il trattamento delle suore) si può pensare ad una spesa quotidiana nell’attuale missione nostra presso a poco come nelle grandi città di Torino, Milano, Roma, ecc. Certo che in comunità si realizzano varie economie specie se ci potrà essere un po’ di orto, pollaio, ecc.

  1. Come sopra dal marzo p.p. siamo missione indipendente e il capo della missione è un salesiano.

  2. Credo potranno avere anche presto buone vocazioni (già alcune attendono… ad una brava ragazza sto insegnando l’italiano… Così il cuore delle consorelle sarà più consolato). Oh, che campo di bene prepara il Signore a Maria Ausiliatrice!

  3. Pensi al Giappone come la terza nazione del mondo (Stati Uniti – Inghilterra – Giappone) non come a una missione tra selvaggi. Comodità di comunicazioni (treni, automobile, ecc.), di posta, ecc… Manca la conoscenza di Gesù.

Oh, Rev. Madre, s’affretti dunque e mandi senza paura buon personale, molti soldi ed il buon Dio farà miracoli per le Figlie di Maria A. come li fa per i salesiani.

La benedico con tutta l’anima.

Suo devotissimo nel Signore

don Vincenzo Cimatti, salesiano

377 /Cerroni Leonardo / 1928-9-12 /


a Don Leonardo Cerroni, Segretario del Delegato Apostolico Mons. Giardini


43 Miyazaki, 12 settembre 1928

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Mio amatissimo Sig. Don Cerroni,


Ho ricevuto da Torino (inviato da Propaganda Fide ai Superiori) il decreto di nomina e facoltà. Secondo le precedenti intese col Delegato Apostolico andai a Fukuoka per i giuramenti ed ora al lavoro definitivo…

Voglia pregare per noi e col consiglio e con quanti altri mezzi possibili venirci in aiuto.

Come sa il 2-4 Ottobre spero essere a Tokyo per le sedute indette dall’Arcivescovo per i Capi – Istituto religiosi (non so se ci verranno i Vescovi).

Desidererei per la circostanza avere un’udienza con il nuovo Ambasciatore. Me la può procurare? Al 2 o al 5. Meglio sarebbe al 2.

Al primo sarò a Tokyo. Se no arriverò per le sedute e dopo si vedrà. Nel caso sia per il 2, può la notte del primo darmi da dormire?

Dopo del primo credo ci penseranno gli altri.

La vita di Don Bosco (che porterò con me) va bene: mi fanno osservare che sarebbe gradito ai giapponesi usare anche le date di Meiji. 22

Al piacere di venire a disturbarla insieme a fratel Parma.

Preghi per il suo aff.mo


44 don Vincenzo Cimatti

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378 /Liceisti Valsalice / 1928-9-19 /


ai Liceisti di Valsalice



19 settembre 1928

Miei amici liceisti,


Ho saputo del vostro buon esito negli esami e ne gioisco: preghiamo tutti di cuore per la vittoria finale. Un nuovo anno si inizia: per i vecchi in altre condizioni di vita. Per i nuovi a Valsalice già conosciuto o sconosciuto. Ma per tutti deve essere un anno di attività nella propria formazione materiale, mentale e morale. Ed essendo un missionario che vi parla, di attività missionaria.

Sarà l’anno che forse vedrà la Beatificazione di Don Bosco. Oh, amici miei! Qual gioia il solo pensiero. Voi che siete vicini alla sua tomba sfruttate la situazione più che potete.

L’11 Novembre, tutto il Giappone sarà in festa per l’incoronazione dell’Imperatore: è un popolo che nell’unione degli animi festeggia uno degli avvenimenti più lieti.

Pregate che tutto riesca bene. L’attuale Imperatore non è mal disposto verso al Cattolicesimo. Ha ai fianchi ancora il suo antico insegnante di francese, l’ammiraglio Yamamoto, capo del movimento cattolico in Giappone.

La regina ha come insegnante di francese una dama della alta aristocrazia giapponese, cattolica e che fece i suoi studi dalle Dame del S. Cuore.

Ma certo le difficoltà sono enormi per l’entourage… ad ogni modo pregate anche che queste buone disposizioni si accrescano e mantengano.

Pregate per me, per questi confratelli. Se lo desiderate questo anno mensilmente vi invierò qualche scritto: anzi se credete vi possa essere qualche notizia che vi possa essere utile per i vostri studi, ditemelo, che ben volentieri vi accontenterò.

Vi ricordo ogni giorno. I vostri amici giapponesi vi salutano e col loro “Sayonara” (Arrivederci). Ossequi agli antichi amici miei, vostri ottimi insegnanti.

Con affetto ossequioso

don Vincenzo Cimatti


379 /Tonelli Antonio / 1928-9-20 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice


45 Miyazaki, 20 settembre 1928

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Mio buon Don Tonelli,


Il Signore ti ricompensi della carità usata a questo tuo povero fratello coll’avere indotto quei sornioni di chierici a scrivere. Non vorrei si pensasse che avendo ancora un brano di cuore a Valsalice e che desiderando scrivere, volessi continuare a fare il precedente mestiere… (di Direttore). Oh, mio Tonelli, no, perché a ben altre formidabili responsabilità sono legato e che non mi danno requie e che se non fosse perché… (ma noi religiosi lo vediamo e capiamo bene il perché) ben volentieri si manderebbero a farsi benedire. È che Don Cimatti ha bisogno come dell’aria che respira di preghiere – e i chierici pregano – sanno pregare ed ecco che un primo essenziale bisogno per me è ottenuto. Hai capito?

Dillo pure ai chiericuccoli che ho fiducia certa nelle loro preghiere, e pur non conoscendoli di faccia (di cuore e di anima li conosco tutti) sono tutti miei fratelli carissimi.

Grazie, Tonino mio del ben riuscito apostolato e grazie pure delle notizie degli amici. Le tue spiegazioni sulle frasi di Don Barale mi hanno dato modo di capire la sua letterina che non sapevo decifrare. Avevo letto sui giornali dell’esito degli esami di Valsalice. Deo gratias… e grazie di tutte le altre notizie.

Non ho ancora notizia di chi verrà in Giappone; quando sarà ora certo lo diranno. Quanto agli ulivi, ecc. vedremo quando saprò qualche cosa della spedizione giapponese.

Novità: giuridicamente a posto: Visitatoria e Missione indipendente di Miyazaki. Avessi il personale potrei aprire almeno tre nuove residenze, intanto ho affittato due case e quando avrò il materiale uomo… Deo gratias!

Quando potremo averle, le scuole saranno sciami di api. Il Signore ci pensi perché se ci deve pensare Don Cimatti, stiamo freschi.

In una radice di grosso albero divelto da grosso vento (quasi tifone) ho riscontrato numerosissimi glomeruli gialli. Ne ho raccolto in quantità sufficiente (è la pianta di mogano): invierò nel prossimo pacco.

Ai primi di Ottobre sarò a Tokyo per la riunione di tutti i Capi di Istituti religiosi per coordinare il lavoro. E per stavolta basta.

Tuo sempre in tutto

46 don Vincenzo Cimatti

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P.S. - Un pugno a Don Picca e congratulazioni pel Casotto. Ricevo ora la lettera dell’amatissimo Don Maurilio, cui scrivo. Unisco per Don Balzola. Certo sarà già fatto, ma possono dare varie notizie i vecchi ex-allievi [Simoni, Liverani, Pifferi (vari fratelli), Tozzi, Gentilini, ecc. tu certo ne ricordi i confratelli di quel tempo…].

380 /Valentini Eugenio / 1928-9-21 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo

47 Miyazaki 21 settembre 1928

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Mio Valentini,


Grazie della tua e grazie specialmente di quello che fai per questo tuo vecchio amico e per le Opere che ha tra mano l’amico dell’anima tua, opere che sono di Dio. Ed ora a noi:

  1. Non guardare agli effetti – prega il Signore che non te li faccia vedere – ma ti mantenga viva la buona volontà.

  2. Abbandònati a Dio.

  3. Per lo studio traffica il tempo e fa quel che sai e puoi; è dovere. Per le tue relazioni con Bava non può pretendere di aver quello che hai tu e viceversa. Quanti santi veneriamo noi? Non ne trovi due simili. Il significato di “rendi a tutti amabile la tua pietà” è per Don Cimatti questo: evita, specialmente in pubblico, quanto può dare nell’occhio – in privato fa quello che vuoi anche nelle manifestazioni estrinseche. Ho visto Don Beltrami pregare in pubblico. Capo chino e basta. Penso che quando era solo faceva ben diverso.

Sei in errore pensando che Bava mi abbia scritto di te… Tu fa la tua preghiera prima e dopo lo studio – opportune et importune parla pure di religione a quanti vuoi – e niente di male (anzi molto bene) almeno lavorare in questo col buon esempio, se non puoi colla parola: ma tutto questo con spontaneità e naturalezza, come abitudine bella e santa e gli altri diranno quel che vogliono.

Per i propositi farai qualche piccola aggiunta se credi:

Al primo “in silenzio o mi allontanerò. Se però prevedo di poter fare anche solo un po’ di bene accetterò la discussione”.

Al secondo: “… a meno che non sia necessario…”.

Grazie della tua fotografia; ma mi sei sempre presente, meglio che sulla carta.

Ti abbraccio e benedico e tu fa altrettanto pel

tuo aff.mo

48 don Vincenzo Cimatti

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381 /Rinaldi Filippo / 1928-9-26 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



49 Miyazaki, 26 settembre 1928

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Reverendissimo ed amatissimo Sig. Don Rinaldi, babbo mio buono,


Non voglio finisca la giornata senza farle un po’ di relazione. Chiudiamo oggi la seconda muta degli esercizi: non si spaventi se per nove confratelli si sono fatte due mute. Partiti dal principio di non lasciar in abbandono le residenze e le opere iniziate, si è fatta quella dei Direttori dal 10 al 15 c. m. e quella dei confratelli dal 21 al 26. Predicatore delle istruzioni Don Garelli e delle meditazioni il sottoscritto. Professione perpetua di Merlino: le carte sono a Torino per i motivi che Lei sa – per non lasciare senza voti e perché ero sicuro che tutto andava bene e per non dare motivo a sospetti, per non far parlare o pensare male dei superiori, ho creduto di avere i poteri necessari e quindi ho permesso la professione ed unisco gli atti relativi.

Mi pare che tutto sia andato bene. Ho ricevuto a professione fatta le carte di ritorno e accludo ricevuta e modulo formato da me (perché moduli stampati non li ho). Mi trovo ora a Tokyo per un’adunanza in Arcivescovado dei capi-missione per un’intesa generale ed unione di forze. Ed ora a noi:

Salute: ottima in tutti gli aspetti.

Lavoro: può pensare se manca, specialmente ora in cui tutta la responsabilità è sopra di noi; ci aiutino i Superiori colla preghiera e col consiglio, in tutte le forme.

Finora tiro avanti, ma bisognerà, quando ci vedremo più chiaro, dividere le attribuzioni. Questi sdoppiamenti di poteri in campi disparatissimi possono dare materia per una bella commedia – non credo (almeno colla testa matta di Don Cimatti) per il Giappone. Mettendomi a tavolino posso dire: “Pensa che sei Visitatore!”, ma sorge il pensiero: “Sei superiore della missione indipendente!”. Se viene un confratello: “A chi intendi parlare? Al Visitatore o al Superiore?”. Che bella commedia verrebbe fuori. Per ora ho adottato nei dubbi la formula: “Ama et fac quod vis”… Dopo tutto siamo indipendenti, non le pare?

Diligenza nel fare i doveri: cerco di fare come so e posso nel momento di compierlo: mi ci vorrebbe più zelo, più slancio…

Pratiche di pietà: tutta la comodità – in comune… lavoro per farle meglio che posso. Sacramenti: regolare.

Osservanza delle regole: non mi pare ci siano difficoltà e mi sforzo di eseguirle e farle eseguire. Come Lei sa il comando non è il mio forte.

Carità: optime con tutti. Disordini: per ora, nulla.

Cambio carta perché questa davvero non serve… e pensare che è quella che i giapponesi adoperano nelle grandi feste!…

Come ho fatto gli esercizi? Come ho potuto, dovendoli predicare: mi pare buona confessione… ma il Signore mi ha voluto lasciare nell’aridità, come fa di tanto in tanto… aridità assoluta, direi freddezza con accenni di nausea… Mi merito questo ed altro, ma sono brutti momenti. Constato ognor più la mia sensibilità e superbia – e che certo potevo fare di più in tutto. Ho rinnovato i propositi sulle pratiche di pietà – unione con Dio – maggior senso di responsabilità. Mi aiuti colle preghiere, mio buon papà.

Per gli altri confratelli: bene in tutto. Tutti dimostrano buona volontà e desiderio di lavoro e di bene… Il lavoro cresce: non lascino il Giappone nel dimenticatoio. Partendo De Mattia occorre un confratello per i lavori di casa, se no (dopo aver fatto tanto per toglierci la servitù delle donne) saremo da capo. Non dimentichi qualche aiuto materiale – anche perché non potremo mai metterci sul piede di un bilancio un po’ regolare. Comprendo le difficoltà, ma… Essendo già in ritardo, concludo e domando una benedizione speciale di cui ho urgente bisogno.

Tutto suo povero figlio:

don Vincenzo Cimatti


382 /Circolare Salesiani / 1928-9-29 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



50 Miyazaki, 29 settembre 1928

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Carissimi,


Con lettera in data 8/9/28 N. 205 il Rettor Maggiore col suo Capitolo ha nominato fino al 8/9/1931 il Sig. Don Piacenza Pietro ed il Sac. Tanguy Giovanni a Consiglieri della nostra Visitatoria.

Mentre ve ne do comunicazione vi prego di iniziare quanto prima il lavoro di consiglio.

Come norma d’azione teniamo quanto è prescritto sulle Costituzioni e Regolamenti in relazione alle Ispettorie.

Godo della nuova carica che i Superiori vi hanno affidato e sono sicuro che nel lavoro fraterno condivideremo le responsabilità. Con affetto.

Vostro devotissimo

don Vincenzo Cimatti, Visitatore

383 /Circolare Salesiani / 1928-9-30 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone




51 Miyazaki, 30 settembre 1928

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Visitatoria S. Francesco Saverio

Oggetto: Consiglio Ispettoriale

Carissimi,


In applicazione al C. IV Reg. Ispett. 356 dispongo che:

1) l’adunanza del mese di Settembre sia quella fatta negli esercizi; quella di ottobre sarà nel resoconto scritto delle idee trattate negli esercizi e in quello orale del 30 Settembre. Se vi saranno novità comunicherò per iscritto.

2) per l’articolo 357 prego Don Tanguy a fare le mie veci, me assente.

3) per gli artt. 358 - 59 - 60 - 61 in quanto eseguibili, prego Don Piacenza a fungere da quasi economo. Quanto all’art. 336, comma 2°, 362 e Capo V°, Reg. Ispett. non è per ora da pensare a persone speciali, farà il sottoscritto.

4) Per le confessioni in quanto regolabili dall’Ispettore nihil innovetur. Noi richiesti prestiamoci per i confratelli, combinando mensilmente reciproci scambi.

Alla prima adunanza dei confratelli prego annunciare anche questo.

Il mese del S. Rosario ci porti benedizioni speciali: sforziamoci di celebrarlo salesianamente.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti





384 /Tonelli Antonio / 1928-10-2 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice



52 Tokyo, 2 ottobre 1928

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Mio Don Tonelli,


Unisco foto e cartoline. Viste, puoi darle al Sig. Don Ricaldone: mi pare vadano bene per il museo o per la storia.

Sono quasi tutte per la festa dell’incoronazione dell’Imperatore. Per ora nulla di nuovo: al ritorno da Tokyo invierò piante e appena avrò ancora qualche oggetto invierò a Torino per il Museo.

Prega per me e avanti nel Signore.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


385 /Liceisti Valsalice / 1928-10-2 /


ai Liceisti di Valsalice



53 Tokyo, 2 ottobre 1928

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Miei amici liceisti,


Come vedete vi scrivo dalla Capitale ove mi trovo per alcune riunioni coi capi-missione del Giappone.

Fervono i preparativi per le grandi feste e vi invio alcune cartoline riproducenti il cerimoniale delle grandi feste.

Ai vecchi amici dico: “Ricordatevi di questo sconosciuto vostro amico di cui sentirete parlare”.

Buon anno. Possiate essere sani, studiosi e formatevi buoni italiani e buoni cristiani.

Vi ricordo ogni giorno e se lo desidererete, di tanto in tanto vi racconterò qualche cosa di questo caratteristico e grande Paese.

In compenso vi domando preghiere e qualche aiuto, e il Signore sono sicuro che vi compenserà abbondantemente.

Per stavolta questo solo: in altra maggiori cose.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Ossequi a tutti i carissimi vostri insegnanti.


386 /Circolare Salesiani / 1928-10-4 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


Visitatoria S. Francesco di Sales


54 Miyazaki, 4 ottobre 1928

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Carissimi,


Mentre dobbiamo ringraziare il Signore per la grande grazia concessaci degli esercizi spirituali, credo utile fissare le deliberazioni prese in comune accordo per norma di tutti.

  1. Mentre ci sforzeremo di eseguire le Ss. Regole, Regolamenti e tradizioni nostre, non dimentichiamo le norme pratiche concretate col Sig. Don Ricaldone, studiandoci nel nuovo anno di completarle nella parte non ancora del tutto realizzata.

  2. Domando autorizzazione ai Superiori e per il vitto e biancheria ed altri piccoli dettagli di cui riferirò a risposta ottenuta.

  3. Continuare con slancio il lavoro per gli Oratori scambiandoci con frequenza a voce o per lettera i risultati pratici e di mezzi in uso (giochi, gare, modi di segnare le presenze, buoni con massime scritte, ecc.).

  4. Per la diffusione delle opere nostre:

a) In pubblico, in privato (anche solo spiritualmente) e la devozione a Maria A. (novena, benedizione).

b) Come frutto dei ricordi annuali degli esercizi, parliamo di Don Bosco, diffondiamone l’immagine, la vita, il nostro foglietto.

c) Invierò foglietti in Giapponese per le Opere del S. Cuore.

d) Raccogliere per ora indirizzi di persone che potrebbero leggere il Boll. Sales., come primo lavoro di organizzazione.

e) Per la buona stampa favoriamola in tutte le forme, stampando noi e acquistando specialmente pubblicazioni di propaganda. Per i nostri foglietti (vedi lavoro missionario).

f) Per l’organizzazione cattolica consolidare le attuali associazioni. Se nella riunione di Tokyo si tratterà l’argomento riferirò.

  1. Questione finanziaria. Ogni singolo confratello o collettivamente ogni residenza si dia d’attorno per trovare amici, benefattori, sussidi di ogni genere per venire in aiuto ai bisogni crescenti. Non sono spesi male i soldi: della propaganda, per rendere sempre più belli i nostri oratori, per domandare l’elemosina per lettera. Il denaro viene a noi in proporzione della nostra fede, preghiera, santità di vita e col darci attorno per eccitare intorno a noi la Provvidenza. I bravi coadiutori (e tutti) col retto risparmio, colle piccole industrie casalinghe possono portare buoni contributi alla questione. Investiamoci tutti di questi impellenti bisogni ed aiutiamoci fraternamente a realizzarli.

Vostro

don Vincenzo Cimatti

387 /Circolare Salesiani / 1928-10-4 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione indipendente di Miyazaki


4 ottobre 1928


Programma di lavoro per il nuovo anno


Partendo dalle direttive della S. Sede che nell’affidarci la Missione insiste a che ci addossiamo il lavoro missionario collo zelo, con tutte le forze delle virtù apostoliche e sempre uniti tenacemente a Roma e che cerchiamo di conservare e curare i cristiani dove sono, propagare la fede, ricondurre all’ovile gli erranti, sforziamoci di addossarci il lavoro annuale con spirito di paternità, usando tutti i mezzi buoni possibili, come se si trattasse del bene dellanima nostra.

1. Continuiamo a rassodare il lavoro iniziato intorno ai cristiani specialmente distanti dalle residenze o dispersi, coll’avvicinamento diretto (a voce, con visite mensili o trimestrali) o indiretto (per lettera, coll’invio di stampe, ecc.). Idem intorno ai pagani e catecumeni usando tutti i mezzi che l’esperienza ha suggerito utili.

2. Diedero buoni risultati nel passato anno (perciò occorre intensificarli in questo anno) per la propagazione della fede:

a) Le proiezioni in famiglia, all’aperto; è gradita la forma di varietà, giochi, musica, discorsetti, distribuzione di stampe, ecc.

b) Fare conoscenze colle persone notabili dei luoghi che si visitano, mantenersi in relazione.

c) I concerti musicali con o senza discorsi.

d) La propaganda della buona stampa e sui giornali.

e) Predica verbum; insta opportune, importune.


  1. Oltre il programma di lavoro indicato si stabilisce di fissare una zona (gun) speciale ove iniziare od estendere l’opera dell’evangelizzazione, studiando la località sotto tutti gli aspetti, per rendersi conto esatto ed usando tutti i mezzi buoni indicati od altri che si ritenessero utili. Delle ricerche e dati di fatto tener nota per raccogliere buon materiale anche per la formazione della cronistoria della Missione.

  2. Registri. Don Cavoli è incaricato sui moduli che si hanno, di redigere un modulo di “status animarum” per noi. Per gli altri registri per ora usare quelli che si hanno (in caso di bisogno rivolgersi al sottoscritto).

Cronaca e storia della missione. Col primo settembre bisognerà già sia iniziata. Per non aggravare né intralciare gli incaricati della cronaca salesiana, prego i capi-residenza di sobbarcarsi a questo compito assai importante.


Proposte per la propaganda missionaria.

a) Mezzi specifici: in quest’anno ci proponiamo di inziare la pubblicazione di foglietti quindicinali, quando si abbia un po’ di materiale. Centro di direzione: Miyazaki. Il gruppo giovani di Kobe ne ha pubblicati vari del genere. Prego la procura ad acquistare saggi e, se del caso, sfruttare anche quelli. Pare non siano alieni a stampare il nome delle nostre residenze sui medesimi.

b) Per la maniera di distribuzione si accennano vari mezzi: mediante il giornale, distribuzione fatta da noi, dai cristiani, ecc., distribuzione pubblica per mezzo di uomini assoldati. Prego sempre invigilare a che non si faccia nulla contro le leggi.

c) Come tener viva l’idea missionaria giapponese all’estero. Articoli sul Boll. Salesiano, Gioventù, lettere private. Tutti sono pregati di lavorare attivamente al riguardo.

d) Mezzi di sussistenza della missione. Vedi mezzi in lettera della Visitatoria.


Vocazioni indigene. È nostro stretto obbligo lavorare anche per queste. Prego:

a) Rileggere o nelle conferenze o nelle letture spirituali le circolari dei Superiori sull’argomento e applicare…

b) Studiare nuovi mezzi per suscitarle e favorirle.

c) Per ora per quelli che si presentano, abbiano tre vie: Seminario di Tokyo, seminario di Nagasaki, nostre residenze.

Preghiamo ardentemente il Signore che già di quest’anno possiamo iniziare questo lavoro e allora vedremo qual via scegliere.

Animo, al lavoro con Dio, con Maria A., con Don Bosco e con la nostra nuova Patrona S. Teresina.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


388 /Circolare Salesiani / 1928-10-5 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indipendente di Miyazaki


5 ottobre 1928

Carissimi,


Da informazioni prese risulta: che nella Messa e dove c’è da nominare il Vescovo non dobbiamo dire nulla; che il Superiore della Missione può ordinare le imperata.

Altri quesiti furono fatti a Roma di cui darò in seguito comunicazione.

Per uniformità colla maggioranza dei missionari giapponesi sarà bene dire le preghiere dopo Messa in giapponese.

Si avvicina l’Avvento. Secondo lo spirito della Chiesa cerchiamo di rafforzare per i nostri cristiani l’insegnamento catechistico, e nello spirito di preghiera e mortificazione, prepariamoci alle prossime feste di S. Francesco Saverio, dell’Immacolata e del S. Natale.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti




389 /Circolare Salesiani / 1928-10-5 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



55 Miyazaki, 5 ottobre 1928

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Carissimi,


Un breve resoconto delle riunioni di Tokyo. Erano rappresentate: Tokyo, Osaka, Nagasaki, Fukuoka, Hiroshima, Sapporo, Shikoku, Niigata, Kagoshima, Nagoya e Miyazaki.

Non furono discussioni, ma più che altro relazioni, suggerimenti, idee dell’Arciv. di Tokyo.

Molte questioni sono sub judice, molte delicate assai, molte non affrontate.

Per noi varie serviranno assai come consiglio e come guida. Molti vogliono l’opera nostra; vari non la conoscono, tutti ci vogliono bene.

Preghiamo e prepariamoci ché il campo è enorme.

Vostro

don Vincenzo Cimatti



390 /Rinaldi Filippo / 1928-10-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



56 Miyazaki, 8 ottobre 1928

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Mio veneratissimo babbo,


Torno dopo una settimana di assenza per essere stato due giorni a Tokyo per un’adunanza familiare con tutti i Vescovi e capi di ordini religiosi in Giappone per un’intesa su qualche punto (festa dell’incoronazione, legge sulle religioni che pare sarà presto presentata, stampa, trasmissione di poteri, ecc.).

Ho conosciuto così persone e cose. Molti ci desiderano a lavorare nelle loro diocesi – vari non ci conoscono bene – tutti ci amano. Deo gratias!

L’Arcivescovo vuol affidarci un orfanotrofio. Ho detto ne scrivesse ai Superiori. Certo che occorre mirare ai grandi centri, pur non dimenticando la Missione. Parere di Don Cimatti: arrepta occasione, afferrare quanto offrono – sul posto studiare l’ambiente e mentre si studia, fare. Più si aspetta e temporeggia, non si conclude e l’opera salesiana non terrà dietro per nulla al mondo giapponese che galoppa e non riusciremo a far del bene a queste povere anime.

Mi permetta confidarle un pensiero che sento in fondo al cuore: i Superiori hanno un’idea chiara dei bisogni di questa nazione e davvero (la dico grossa, ma so a chi parlo) provvedono? Siamo al terzo anno ormai e il piccolo gruppo iniziale si assottiglia per numero e per forze – se si vuol fare qualche cosa, bisogna pur muoversi ed il campo si è allargato e va estendendosi. Arrestarsi? È impossibile. Limitarsi? equivale fare quanto fu fatto finora dai missionari e perdere il terreno acquistato. E allora? Ma pensino davvero e ogni anno a questa povera e grande nazione, se no saremo da capo ed era meglio (la dico grossa!) non venire. Dirà: “La stanchezza del viaggio ti fa la testa stanca figluolo!”. Più di 36 ore ad andare e idem a venire prendendo tutti i diretti possibili sono pure una delizia ma grazie a Dio, non soffro. Ma la realtà, mio buon Padre, è questa, che noi fino al 1930 non potremo aver aiuti, se non vogliamo avere dei mezzi uomini poi, usufruendo subito… Questa è la vera storia… Dunque non ci dimentichino. Missioni più beniamine (mi lasci dire anche questa… è la volta che ne dico delle grosse…) daranno maggior consolazione ai superiori e alla Chiesa. Il povero Giappone piovoso ed arido, terremotato e vulcanico fa quel che può… ma i Superiori facciano anch’essi qualche cosa per noi. Nello scrivere ho l’animo in calma, anzi pieno di gioia, perché oggi, si è celebrato per la prima volta la festa della nostra Teresina – abbiamo inaugurato a Lei il circolo aspiranti alle Figlie di Maria – l’ho pregata e messa a parte dei dolori nostri e le ho promesso che se trova modo di mandarmi i soldi la prima chiesetta che bisogna fare quest’anno sarà dedicata a Lei. Le ho detto (come le dico ora) che muova il cuore duro dei Superiori affinché mirino con sguardo benevolo il Giappone… e mandino molti aiuti quest’anno e tutti gli anni.

Sono sicuro che affidando a Don Bosco, alla Mamma e a Teresa gli affari nostri tutto andrà davvero bene.

Veda se può venirci in aiuto – le spese crescono e finora risorse locali poche – dandoci attorno, dal di fuori, pochissimo diretto a noi – spero cresca il deposito a Torino.

Si è potuto trovare qualche facente funzione di catechista e quindi ogni mese…Veda un po’ se può essere la nostra Provvidenza.

Oh, cara missione del Giappone, povera davvero in tutto, di mezzi e di persone – ricca di buon volere e voglio sperare delle benedizioni di Dio, e questo per me basta – ma per fare il dovere non basta…

Le unisco un foglio a parte (per averne copia) alcune richieste per il buon andamento della missione (come visitatoria) secondo le direttive avute da Lei prima di partire.

Il prossimo anno è il 25mo di Messa del bravo Don Tanguy. Posso scrivere ai direttori delle case ove dimorò e lavorò per tanti anni pregandoli che concorrano nelle forme che credono più opportuno al bell’avvenimento?

Ed ora? Null’altro che domanda di preghiere per la mia povera anima. Ho passato alcuni giorni di angustie interne con pensieracci succedentisi con una ostinazione tale, mai provata in vita mia. Lo sporco demonio non so che cosa avesse intenzione di ottenere. Mi pare di essere stato calmo nella preghiera e, buttandomi come bimbo in braccio a Lui: ho dovuto dire (come santa Teresa, se non erro): “Ma caro Gesù, dove sei Tu… eppure tutte queste cose che mi passano in testa le hai fatte Tu!…”. Dunque preghi per me in modo speciale. Avanti allegramente ed il buon Dio ci aiuterà.

L’abbraccio con affetto.

Tutto suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti, salesiano


391 /Rinaldi Filippo BS / 1928-10-8 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



57 Miyazaki, 8 ottobre 1928

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57.1

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57.1.1 L’incoronazione dell’imperatore del Giappone23

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M. Rev. Sig. Don Rinaldi,


Il Giappone viene alla lontana preparandosi alle grandi manifestazioni dell’Incoronazione dell’Imperatore. La capitale è in fervore di preparativi esteriori; le province, i comuni, i privati si prodigano in raccolte di offerte per i festeggiamenti e per esternare in qualche opera pubblica di utilità (ospedali, ponti, acquedotti, ecc.) il ricordo del grande avvenimento.

I cristiani con manifestazioni religiose e civili vogliono dire al loro Sovrano la devozione, la sottomissione fedele, l’affetto che e per natura e per insegnamento religioso sentono vivo per Lui, che incentra il pensiero, l’aspirazione del popolo giapponese.

I giornali pubblicheranno copiosi riassunti delle caratteristiche funzioni, ma non sarà discaro ai lettori del Bollettino qualche notizia che anche dal punto di vista storico chiarisca questo avvenimento.

La grande cerimonia dell’accessione al trono verrà svolgendosi dal 10 al 14 novembre a Kyoto con un susseguirsi di riti e cerimonie quotidiane che riassumono in pittoresca rappresentazione le principali e più antiche tradizioni religiose.

Da Jimmu Tennō, il fondatore della dinastia imperiale, bisogna giungere al 927 d. C. per trovare un corpo di norme cerimoniali abbastanza complete per l’incoronazione, e finalmente al 1889 (promulgazione della Costituzione) in cui si ha il cerimoniale ora in uso.

- Perché – mi si domanderà – si ritarda tanto a compiere questa cerimonia? –.

L’intronizzazione si celebra al terzo anno dalla morte del precedente imperatore. È un richiamo storico antichissimo. In origine alla morte del Sovrano si abbandonava la casa da lui abitata e il nuovo imperatore andava altrove a costruirsi l’abitazione e con lui il codazzo dei servi e tutto il servizio amministrativo.

Inoltre la successione non sempre era pacifica e quindi fra i trasporti e le costruzioni dei nuovi edifici e tra le guerre di successione che non di rado si scatenavano fra i pretendenti al trono, occorreva un certo tempo. Quello che allora era suggerito da necessità di cose, ora è legge.

- Perché tale cerimonia si fa in autunno? – Perché ogni regno deve cominciare con un’offerta solenne delle primizie più notevoli del Paese, la quale in Giappone non è possibile che in autunno.

- Ma allora dalla morte dell’Imperatore fino al compimento della attuale cerimonia la dignità imperiale rimane senza titolare? –.

L’uso ha introdotto una cerimonia privata che si compie a Tokyo subito dopo la morte dell’Imperatore e che consiste sostanzialmente nella consegna della spada e dei grandi sigilli dello Stato fatta al tempio del palazzo imperiale.

Questa cerimonia fu difatti compiuta il 26 dicembre 1926 e il 28 dicembre nell’udienza pubblica il sovrano notificava al popolo il suo possesso al trono.

I preliminari delle grandi feste dell’incoronazione sono date dal Rito divinatorio che si compie davanti a uno dei templi di Tokyo e conclude sulla scelta delle risaie ove sarà coltivato il riso da offrirsi agli dei nel giorno della festa delle primizie. Il cerimoniale è minuziosissimo: al suono della musica sacra si bruciano scaglie di osso di tartaruga al fuoco purissimo di legno di ciliegio speciale. Designato il luogo, persone di fiducia coltiveranno con cura il riso.

L’inizio delle feste (6 novembre) è dato dalla partenza dell’Imperatore da Tokyo. È difficile descrivere l’imponenza, lo sfarzo del corteo imperiale che indossa ricchi costumi dell’8° secolo e che a tappe si dirige verso Kyoto.

Le truppe nelle loro brillanti divise, i preti shintoisti nei loro ricchi paludamenti, la cassa contenente gli oggetti sacri (lo specchio, la spada, la collana di perle e i sigilli dello Stato, la cui consegna forma l’essenziale della cerimonia), la gioia di un popolo che festeggia il suo sovrano, sono cose altrettanto facili a immaginare più che a descrivere.

La vera cerimonia dell’intronizzazione consta di due parti: una religiosa fatta al mattino alla presenza dei principi del sangue, delle più alte dignità e degli ambasciatori delle Potenze estere. L’imperatore davanti all’arca contenente i sacri tesori annuncia la presa di possesso del trono e fa le rituali adorazioni, imitato dai principi imperiali – nella funzione civile, si asside sul trono, significando al mondo intero (rappresentato dagli ambasciatori) che egli accetta la successione imperiale, e dopo la lettura del proclama i presenti, inchinatisi profondamente, gridano: BANZAI!

L’11 novembre in presenza di molta gente si esegue la grande danza sacra di ringraziamento agli dei. Il 12 novembre vi è il solenne ricevimento a palazzo di tutti gli inviati portatori delle offerte imperiali ai templi nazionali: ad essi viene consegnata la preghiera che devono leggere nel consegnare l’offerta. Tali offerte sono tessuti di seta, cotone, canapa e monete coniate per l’occasione, chiuse in cassette di legno bianco legate con cordoni di seta.

La giornata si chiude con riti di abluzioni per l’imperatore e di esorcismi dalle impurità materiali e morali per gli altri dignitari della corona.

Alla vigilia della festa delle primizie si celebra il rito della tranquillità dell’anima per procurare lunga vita, sanità e felicità alla famiglia imperiale; e consiste in preghiere, danze sacre antichissime e due riti di magia simpatica.

Sono ricordi derivati dalle primitive idee dei giapponesi, che a tenere più facilmente unita l’anima al corpo servano riti religiosi.

Gli dei protettori del palazzo imperiale, al suono delle arpe, dei flauti, e dei canti di gioia dei sacerdoti, sono evocati – si preparano le offerte (spade, arco e casco con frecce, bozzoli del baco da seta, seta, canapa, bambagia, sake – vino – e alimenti) si recitano preghiere per rendersi propizi gli dei – un lungo filo di seta, simbolo della vita dell’imperatore, viene annodato dieci volte a significare che la vita viene rafforzata – si danza in preda a un sacro delirio per calmare l’azione magica degli dei.

La serie delle grandi feste è chiusa dall’offerta solenne delle primizie; è una delle più antiche feste shintoiste. Viene celebrata in un tempio provvisorio, costruito per la circostanza (riproduzione dei templi del 6° e 7° secolo) – e i partecipanti vestono costumi antichissimi. La funzione si compie di notte, fra fuochi sacri. Nella cucina si prepara il riso, mentre su 8 tavole si dispongono bellamente le offerte alimentari giunte da tutte le parti del Giappone (riso, miglio, orzo, grano, legumi, pesci, erbaggi e frutta di ogni genere).

Tra canti e suoni si offrono agli dei le primizie. Su una piccola tavola è servito il pasto all’imperatore che, dopo aver adorato gli dei, gusta pel primo dei vari cibi. Così la cerimonia è finita.

Nei giorni seguenti vi è il banchetto offerto al corpo diplomatico, e l’altro ai dignitari.

Alla fine di novembre la grande rivista militare a Tokyo e a dicembre la rivista navale chiudono definitivamente le feste.

Strani contrasti di idee e di realtà! Il Giappone che è fra le nazioni moderne all’apice della civiltà materiale, e che solennizza colla riproduzione del cerimoniale delle sue più antiche idee religiose l’avvenimento che incentra la massima parte della sua grandezza.

Contrasti che spiegano da un lato il lento evolversi anche in queste idee e realtà e dall’altro le difficoltà dell’apostolato missionario che si dibatte tra questi contrasti.

Se tutti i buoni, rendendosi chiaro conto di queste difficoltà, incarnate tenacemente nella natura di questo popolo, ci venissero in aiuto con la preghiera e con mezzi materiali! Ispiri questo il buon Dio per il bene di milioni di anime che ancora non lo conoscono.

don Vincenzo Cimatti

Missionario salesiano




392 /Merlino Alfonso / 1928-10-15 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



58 Miyazaki, 15 ottobre 1928

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Mio Merlino,


Grazie della tua. Ai venti… Go daiji ni nasai (= abbiti cura). Buona pulizia quotidiana, bene la purga. Bene pure per l’Oratorio – che questo non ti assorba troppo e non ti faccia dimenticare gli altri doveri. Ricorda ogni giorno i propositi degli esercizi. Pregherò volentieri per la sorella. Consiglia la novena e applicazione locale della reliquia.

Comincia per es. (lo farò anch’io) quando credi.

Allegro, buono e niente ti turbi.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


393 / Circolare Salesiani / 1928-10-16 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



59 Miyazaki, 16 ottobre 1928

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Carissimi,


Pare che il Signore voglia farci un regalo. Un bravo giovane della diocesi di Osaka desidera abbracciare lo stato ecclesiastico nella nostra Pia Società. Ha buone raccomandazioni ed altre più dettagliate verranno. In attesa (ne tratteremo prossimamente) di aver un luogo ad hoc, bisogna che provvediamo per questo caso.

A Miyazaki dubito sia il luogo indicato date le circostanze di luogo e di persone.

Oita o Nakatsu? Si tratterebbe di fargli fare un po’ di aspirantato, iniziarlo allo studio del latino e intanto vedremo per tenerlo o come fare.

Consigliatemi dunque per il bene e Dio ci benedica tutti.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


394 /Circolare Salesiani / 1928-10-17 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indip. di Miyazaki

17 ottobre 1928


Carissimi,

1. - Perdonate lo stile telegrafico: purtroppo sono in ritardo nella relazione annuale a Propaganda… prego più in fretta che potete riempire per la parte che vi spetta l’accluso modulo (secondo i dati che conoscete voi). Fosse possibile averlo in settimana…

2. - Domenica prossima “Missa de propagatione fidei” e da Domenica come imperata ordinaria nella S. Messa diremo quella della propagazione della Fede.

3. - Se riceverete qualche offerta indicatemi l’importo (anche piccolo) che unito a quello di Miyazaki invierò all’Opera della Prop. della Fede.

Preghiamo Gesù benedetto che diventi Re delle anime a noi affidate.

Don Piacenza veda se c’è in giapponese la preghiera prescritta per la Consacrazione prescritta nella festa di G. Cristo Re.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti



P.S. - Guaschino mi dice che bisogna pensare alla questione del pane. Se, senza alcun detrimento della salute, possiamo trovare qualche mezzo più economico, Deo gratias.


395 /Opera Pontificia Propagazione Fede/ 1928-10-24 /


all'Opera Pontificia della Propagazione della Fede



Missione Indipendente di Miyazaki,


24 ottobre 1928

Alla Segreteria generale dell’Opera Pontificia della Propagazione della Fede1.


In ossequio al desiderio espresso dalla Segreteria generale della Propagazione della Fede in data Pentecoste 1928, i miss. di Don Bosco della nuova incipiente missione indip. di Miyazaki hanno cercato di spiegare ai loro cristiani l’alto significato della festa della Propagazione della fede celebrata solennemente per la prima volta in questa missione la domenica 21 ottobre e colla benedizione del Signore si ottennero frutti consolanti spirituali di preghiere, di numerose sante confessioni e comunioni e offerte di opere buone e sacrifici per lo sviluppo dell’opera missionaria.

Si pubblicò e si diffuse largamente anche fra i pagani per l’occasione l’accluso foglietto che spiega l’opera pontificia della Propagaz. della fede, e nelle nostre cappelle si fece la colletta, che per quanto modesta, mi onoro di inviare a cotesta Segreteria generale.

Se si pensa che i nostri cristiani sono davvero poveri e vari di essi fecero con vero sacrificio personale la loro offerta c’è da consolarsi e da benedire il Signore.

Oserei chiedere per queste care anime che hanno così iniziato una nuova forma di apostolato:

  1. Una benedizione speciale del S. Padre (perché ho loro detto che la Colletta era per il nostro Padre Comune, che domandava la elemosina per le pecorelle sbandate e non ancora raccolte nell’ovile) e una letterina della Segreteria di cui darei pubblica lettura;

  2. Qualche ricordino (se esistono) da dare ai più generosi come ricordo della festa, oppure per quelli che fecero offerte per cui possono essere iscritti come soci dell’Opera. (Non comprendendo queste popolazioni l’italiano curerei la scrittura e la traduzione in giapponese);

  3. Qualche po’ di materiale di propaganda per preparare la festa del prossimo anno.

Raccomandando questa povera incipiente missione alla carità dell’Opera della Propagazione della fede, col più profondo ossequio mi dico

umile servo

don Vincenzo Cimatti, salesiano

Superiore Missione Indip. di Miyazaki





396 /Rinaldi Filippo / 1928-10-25 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



60 Miyazaki, 25 ottobre 1928

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Amatissimo babbo,


A giorni invierò la lettera mensile. Non so come, ma sono in ritardo in tutto.

  1. Nell’anima perché purtroppo sono ben lontano dall’essere santo – e in Giappone se non si è tali si conclude niente.

  2. Nelle faccende materiali (posta, solo ora posso mandare l’incartamento per l’Opera S. Infanzia e relazione della festa della propagazione della Fede). In altra preparerò quesiti per la missione. Rispondo alla sua carissima (sono sempre le sue lettere piogge benefiche) del 2 Ottobre. Grazie della buona volontà dei Superiori di venire in aiuto a questa così caratteristica e bisognosa missione. Di cuore tutti preghiamo ed attendiamo. So da Shanghai (per notizie avute da Torino) che il 13 Novembre sul Fulda partirà la spedizione per l’Estremo Oriente i cui 3/4 – (vorrà dire 3 o 4) sono per il Giappone. Deo gratias! Avessimo saputo la cosa prima si poteva dar loro qualche cosa da fare pel viaggio… Pazienza! e Deo gratias!

  3. Ho compreso per le facoltà visitatoriali. A parte unisco alcuni desiderata per facoltà. Se i Superiori possono inoltrare la pratica… per me non sono davvero pratico della burocrazia.

  4. Quanto al Capitolo Generale, babbo mio amatissimo, eccole netto il povero mio pensiero:

a) che impressione farà ai confratelli del Giappone che dopo poco più di tre anni, ci sia questo ritorno, sia pure per un fine così importante quale è il Capitolo?

b) Dimenticherò tutto quel poco di giapponese… che qui è mezzo indispensabile specie pel sottoscritto.

c) I lumi che può portare il sottoscritto… sono davvero moccoli spenti.

d) Il lavoro cade sulle spalle dei confratelli già carichi.

Certo che molte cose si possono fare più spicce e complete di persona, ma trovo davvero talmente forti le prime ragioni, che domando di rimanere. Se debbo venire abbia la bontà di dirmi: “Devi venire”. Sono pronto anche ora, e a sostituirmi vi sono ottimi confratelli – certo sarà necessario fare qualche rimaneggio nel personale (occorre uno che aiuti il bravo Don Antonio a Miyazaki).

  1. Grazie della carità immensa con cui ci aiuterà per le vocazioni. Proprio di questi giorni un caro giovane di 23 anni incomincia a Nakatsu lo studio del latino. Chissà che non sia la prima pietra dei futuri figli di Maria (che spero attecchiranno bene anche in Giappone)! Lo ho affidato a Don Piacenza che per ora nelle condizioni di lavoro in cui si trova è il più indicato. Dal medesimo Don Piacenza riceverà una circolare… non tema che i Giapponesi vogliano fare controaltari e intralciare le borse… È iniziativa privata fatta tra amici delle rispettive famiglie dei firmatari.

Quanto all’andata dei giovani in seminario c’è tempo, perché qui l’anno scolastico si inizia in aprile = spero proprio incominciare quest’anno… Oh, questo sarebbe davvero un miracolo di Don Bosco… e lo farà! Oh, se lo farà! Se no! beatificazione… niente!

E per oggi basta. Oh, dimenticavo… Tutto stabilito (mi pare disposizione della Provvidenza) che N.N. partirà il prossimo mese sul Viminale insieme ad un bravo padre missionario che rimpatrierà da Shanghai. Appena saprò con precisione le date scriverò. È nave del Lyoid Italiano – pagherà solo il vitto come missionario, il resto gratuito. Ho l’occorrente per il viaggio, grazie alla sua carità per mezzo del bravo Don Tranquillo. Manco dire che tutti la ricordano sempre e specialmente il suo figlio

don Vincenzo Cimatti


Preghi Maria A. che ho due miracoli da ottenere per due infermi.

Indirizzo a Lei le suppliche che accludo, perché non saprei come fare diversamente.

a) farle in latino… c’è pericolo di errori.

b) In italiano non so se vada bene.

c) Avendo avuto il decreto di erezione e le facoltà pel tramite dei Superiori, credo meglio passare attraverso questo tramite.

Provo a farla così, in italiano – se va, bene – se no, a Torino c’è chi può farle in modis et formis.

Prima però occorre far esaminare da un competente la cosa…

Veda come è la mia testa! Ho pensato che è meglio prima esponga ai Superiori i miei dubbi e poi i Superiori vedranno se è il caso di fare le pratiche. Credo di aver anche questa facoltà… ma è meglio assicurarsi…


397 /Madre Superiora F.M.A. / 1928-10-29 /


alla Madre Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice



Missione Indipendente di Miyazaki

Oggetto: domanda per avere le Suore Figlie di Maria A.


61 Miyazaki, 29 ottobre 1928

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Rev.da Madre,


Godo davvero che V. R. conosca questo povero prete e pur in mezzo alle difficoltà del personale sia animata dallottima volontà di iniziare al più presto il vasto campo di lavoro che la nostra buona mamma l’Ausiliatrice tiene pronto alle sue figlie nel Giappone, in questa terra fecondata dai lavori di S. Francesco Saverio e dalle migliaia di martiri giapponesi.

Sono cascato dalle nuvole al pensiero che (come scrive V. R.) oggi come oggi non è concretato nulla sulla prima spedizione – perché e ne avevo scritto e al Sig. Don Rinaldi e al Sig. Don Ricaldone che aveva visto le cose, e che mi aveva scritto che se desideravamo le suore sarebbero venute – mi avevano lasciato nella dolce speranza… e i Cristiani all’annuncio gioivano per le loro figliuole… e già avevano cercato per la casa…

Mah! sarà così nei disegni della Prowidenza che vuol mettere riparo alla nostra superbia, che desidererebbe l’opera di Don Bosco e Maria trionfare in questo povero mondo pagano forse più presto di ciò che è nei disegni della Provvidenza.

II Signore faccia Lui, ma, Rev.ma Madre, se per caso per parte del Superiore della Missione di Miyazaki è necessario fare delle pratiche presso cotesta direzione generale, me lo dica subito – perché un anno perduto è perduto irreparabilmente – anche pensando che prima di due anni di studio della lingua non possono le consorelle lavorare efficacemente ed effettivamente.

Perciò non come Visitatore salesiano ché come tale farò le pratiche presso i Superiori (o meglio le rinnoverò) – ma come superiore ecclesiastico della Missione indipendente di Miyazaki, faccio formale domanda di avere le figlie di Maria A. a lavorare in questa missione al più presto.

Possono subito iniziare asilo e oratorio festivo. Ragazzette? Non sappiamo dove metterle. Posso subito affidare loro una 50.na di ragazze già organizzate in aspiranti alle figlie di Maria A. (sotto la protezione della S. Teresina) – una 30.na di figlie di Maria – una 50.na di madri cristiane.

Tutte queste associazioni sorsero in questi due anni di lavoro… Oh, come avranno da lavorare le nostre care consorelle!

Dunque, Rev. Madre, spero che mi potrà dare questa risposta affermativa, se no (non potendo lasciare queste care anime in abbandono, né ritardare il bene delle anime pagane) bisognerà pure che mi rivolga ad altre congregazioni di suore. E lei comprende che a tutti sembrerebbe cosa ben strana.

Affido questa mia a Maria A. affinché la benedica e le faccia concedere buon esito.

Con vero ossequio:

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti

Superiore Missione di Miyazaki


398 /Liceisti Valsalice / 1928-10-29 /


ai Liceisti di Valsalice



62 Miyazaki, 29 ottobre 1928

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Miei amici liceisti,


Ai vecchi e ai nuovi buon anno scolastico colla speranza nel prossimo anno di far la vostra personale conoscenza ed esprimervi de visu la riconoscenza che i missionari salesiani del Giappone nutrono per voi che essi stimano per loro benefattori.

Continuate a lavorare e a pregare per noi: noi non possiamo che far pregare e pregare per voi.

Si preparano in Giappone le grandi feste dell’incoronazione dell’Imperatore e sono certo che i giornali in Italia ne parleranno a lungo – chissà che non leggiate sul Bollettino sales. un copioso riassunto di queste sbalorditive cerimonie, sfarzo del[lo] Shintoismo tradizionale e forse uno dei legami – forse l’unico – che tiene unita la compagine di questo popolo. Fosse rotto questo è probabile (se non si trova una sostituzione forte) che tutto andrebbe a soqquadro.

Pregate perché potrebbero anche in questa occasione succedere enormi guai: anche in Giappone le idee sovversive si fanno strada… e potrebbero esplodere più presto di quel che si pensa.

I vostri amici liceisti giapponesi sono impiegati in questo tempo nei cosiddetti “undokai” (saggi e riunioni ginnastiche) e quindi sono molto alienati dagli studi perché vi si preparano alla lunga. Qui la ginnastica non è di parate, ma piuttosto sportiva e allegra.

Ad ogni modo nel liceo la scuola di ginnastica è fatta da militari e i ragazzi imparano il maneggio delle armi (fucile, ecc.) e nelle parate militari e finte manovre partecipano armati (è la vera premilitare).

Il servizio militare è a 21 anni ed il reclutamento è fatto in forme diverse dalle nostre, benché conducenti allo stesso effetto. Quelli non effettivi, di tanto in tanto (credo ogni stagione o in feste speciali) sono obbligati a riunirsi per comunicazioni, conferenze, istruzioni, ecc. per un giorno, per una settimana, per un mese. In tutte le forme (con chiamata, giornali, cinema, libri, conferenze, ecc.) il Governo mantiene vivo lo spirito militare.

Siate anche voi a tempo opportuno buoni soldati di Cristo, buoni soldati nella famiglia, buoni soldati dell’Italia.

Di cuore vi saluto e prego per voi sempre.

Il vostro affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti










399 /Rinaldi Filippo BS / 1928-11-1 /


a Don Filippo Rinaldi241, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 novembre 1927

Amatissimo Padre,


Torno ora col bravo Don Cavoli dalla rivista militare tenutasi dopo le manovre a Miyazaki alla presenza delle autorità e di folla immensa di popolo. Inutili le descrizioni. Chi dei lettori del Bollettino non ha assistito alle brillanti parate militari italiane tra lo scintillio delle divise e la fantasmagoria dei colori, tra l’animazione e gli evviva del pubblico, tra il risuonare delle musiche, il rombo dei motori degli aeroplani e il lontano sparo del cannone?

Qui nell’atto della rivista, silenzio solenne, solo interrotto dal sommesso mormorio del pubblico che dice i nomi dei corpi militari che passano, dal passo cadenzato alla tedesca dei soldati e dai recisi ordini degli ufficiali.

La divisa uguale per tutti; solo il posto occupato, indica superiorità. Serietà, quiete, starei per dire raccoglimento circonda questa manifestazione delle forze militari, che fa cantare ai giapponesi, giustamente inebriati delle glorie della propria nazione


il nostro paese non fu mai vinto”.


E confesso schiettamente che durante la rivista andavo riandando nelle sue linee fondamentali la gloria di questo gran popolo, e paragonavo le attuali armi colle antiche, le attuali divise colle strane fogge delle divise militari del medioevo giapponese.

Mi pare si possa dire che questo popolo è cresciuto, si è consolidato, si è imposto colle armi in mano. Ed anche attualmente e nei libri di scuola, e nelle rappresentazioni cinematografiche e teatrali, e nelle feste militari, e nei giuochi, e in mille altre forme lo spirito militare è tenuto vivo, è inculcato, è voluto.

Già dopo l’assestamento dato da JIMMU all’impero, i successori vengono migliorando l’organizzazione dell’esercito in modo da permettere un rapido richiamo e dislocamento di forze. Il potere militare che in antico è nelle mani dell’Imperatore, passa poco per volta nelle mani di generali suoi favoriti.

Questi alla loro volta si vengono circondando di elementi militari propri. Lotte, aggressioni, turbolenze, predominio di capi, di famiglie ne sono naturali conseguenze. L’autorità, la reale potenza dell’Imperatore viene indebolendosi, e si può dire che verso la metà del XII secolo la classe militare domina effettivamente il Giappone. In questo periodo di confusione, di lotte sanguinose viene sviluppandosi la nazione giapponese.

È inutile entrare nei dettagli di questa che dopo tutto è la storia della formazione di tutte le grandi civiltà. È un succedersi di nomi di famiglie imperanti qua e là (come in Italia nel periodo feudale, nel periodo delle Signorie) che sempre però imploravano il prestigio della dignità divina dell’Imperatore, impadronendosi anche colla violenza della sua persona per mettere almeno materialmente il diritto della loro parte, e perché la fazione rivale fosse considerata agli occhi del popolo come ribelle.

Da JIMMU-TENNO a YORITOMO, a TOKUGAWA è un succedersi di lotte, di competizioni tra sovrani più o meno legittimi, lotte che caratterizzano forse il periodo più tormentoso della storia giapponese (dalla fine del IX secolo alla seconda metà del XVII). Durante il quale sembrano scomparire quasi completamente tutti gli elementi della gloriosa civiltà del Nono secolo. Ciò che solo viene sviluppandosi è la fabbricazione delle armi offensive difensive, che culmina dal XII al XVI secolo nelle spade, le cui lame non temono rivali in nessun paese.

Finalmente all’inizio del XVII secolo, dopo questo lungo periodo di tormenti, il Giappone sotto l’influsso di tre uomini di genio differente, gode le dolcezze di un lungo periodo di pace e di una vera rinascenza. Questi grandi sono: NOBUNAGA, HIDEYOSHI (Taiko-sama) e YEYASU. A questi tre nomi è legata pure la storia del primo svolgersi del Cattolicesimo in Giappone e la dolorosa storia delle persecuzioni di cui già parlai nel Bollettino.

In una poesia popolare è scolpito nettamente il carattere di questi famosi generali. “Se il cuculo non canta io l’ucciderò”, diceva Nobunaga. “Se il cuculo non canta, io lo farò cantare”, diceva Hideyoshi. “Se il cuculo non canta, io aspetterò che canti”, diceva Yeyasu.

Il primo fiacca a morte la potenza del buddismo e permette lo sviluppo del cristianesimo: è il periodo d’oro delle missioni cattoliche iniziate nel 1549 da S. Francesco Saverio.

Il secondo è rimasto famoso per la sfortunata spedizione in Corea e per il primo editto di persecuzione contro i cristiani, culminante nel 1596 colla crocifissione dei martiri di Nagasaki.

Il terzo organizzò l’esercito, la flotta e sotto il suo governo la persecuzione si accentua e determina l’espulsione di tutti i missionari e stranieri dal Giappone. Dopo di che in Giappone fino al 1868 vi sarà un periodo di pace apparente, che viene nuovamente turbata al riapparire nel 1853 delle forze navali americane, inglesi, francesi, ecc. che domandano l’apertura dei porti e di iniziare relazioni diplomatiche e che avviano definitivamente il Giappone verso l’attuale organizzazione. Gli avvenimenti militari di questo periodo di tempo sono citati in qualsiasi testo di storia, ed è inutile riassumerli: è lo spirito feudale che lotta contro il potere centrale, il quale, vittorioso, stabilisce il regime costituzionale (11 Feb. 1889).

Il Giappone si organizza come le grandi nazioni, imita, assimila e in molte cose supera. Questi elementi schematici di storia del Giappone, per chi lo voglia anche solo superficialmente considerare, chiariscono tanti lati del carattere di questi cari giapponesi che Dio ci ha chiamato ad evangelizzare, e anche gran parte delle difficoltà che il missionario incontra nell’opera dell’apostolato.

Alla stregua di questi dati valutate quanto scrive il giapponese Tadamasa Hayashi dei suoi concittadini: “In alcuni punti ci ritroviamo tutti simili, nell’amor patrio, nell’amor filiale, nelle belle maniere, nella pazienza, ordine, proprietà e sentimenti dell’arte. Per noi il sorriso è la sorgente della felicità e della fortuna. Il giapponese è di carattere riservato, amante del piacere, dotato di grande amore di sé. Conformandosi a questo sentimento, si può ottenere tutto da lui. Ferendolo, difficilmente ristabilite l’equilibrio nei vostri rapporti con lui. Lavoratore abile, sobrio, poco previdente del domani, coraggioso”.

Si pensi a queste doti del Giapponese, ai rapporti che ebbe in antico colla religione cattolica, ai rapporti cogli stranieri, al meraviglioso sviluppo della prosperità materiale di questo popolo nell’ultimo cinquantennio, e specialmente al suo tenace attacco alla tradizione e all’indifferenza – si pensi inoltre alle difficoltà della lingua e al poco numero dei missionari cattolici in Giappone – sono naturalmente spiegate gran parte delle difficoltà che prova il cattolicismo a diffondersi.

E ancora più chiaramente mi pare si possa concludere che due fatti dominano e caratterizzano la storia del Giappone: il suo prolungato isolamento dalle civiltà europee e la rapidità del suo orientamento verso le civiltà europee.

Ma non bisogna dimenticare questo fatto che ritengo il più caratteristico e che determina forse le massime difficoltà di evangelizzazione. Il Giapponese accoglie nella sua civiltà elementi dal di fuori, ma assimila e trasforma. La fierezza di sé è la regola spontanea della sua vita. La pratica della sua vita è di ordine estetico ed è questa euritmia che regola tutti i suoi movimenti, le espressioni del linguaggio, le estrinsecazioni tanto della vita individuale che collettiva in una costanza ritmica, in una solidarietà assoluta, che meraviglia ed impressiona, e che precisamente (credo di non errare) rende difficile l’opera del missionario cattolico.

Mio buon Padre, forse ho filosofato più del bisogno, ed i nostri ottimi cooperatori attendono altre notizie da noi, notizie che allarghino il cuore; notizie che assicurino che il Regno di Dio anche per opera dei figli di Don Bosco si dilata in questa grande nazione.

Ma credo che i nostri amici, leggendo questi pensieri, messi al corrente dei bisogni reali di questa missione, saranno meglio disposti ad aiutarci colla preghiera, col consiglio, coi mezzi materiali.

Un antico poeta giapponese canta: “L’ombra della luna scompare dietro la montagna. Come è triste questo! Ah, che io vorrei vedere la luce eterna!”.

Quando sarà che tutto questo popolo in massa sentirà il bisogno di elevare a Dio questo grido, insito in fondo alla sua anima bella?

Quanti avete a cuore la gloria di Dio e la salute delle anime, pregate, affinché questo grido e il bisogno di soddisfarlo si verifichi presto per tutte queste anime.

Preghi per noi, amato Padre e ci benedica.

Suo affezionatissimo figlio

don Vincenzo Cimatti





400 /Rinaldi Filippo / 1928-11-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



63 Miyazaki, 6 novembre 1928

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Mio buon papà,


Dopo le feste dei Santi, per le quali – come da unita relazione – avemmo fra noi Mons. Hayasaka, vescovo giapponese di Nagasaki, colgo l’occasione di un po’ di calma per scrivere al solito.

1) Salute: ottimissima. Mangio, bevo (mi sono dato più all’acqua), dormo e grazie a Dio posso lavorare sempre. Purtroppo! che non mi ammazzo… Ah, il Superiore è il pessimo dei mestieri. Per me da questo lato sono crocifisso davvero; mi consolo che Lei lo è più di me: non son solo dunque… magro conforto davvero!

2) Studio e lavoro: ce n’è fin sopra i capelli che non ho, e più ce ne sarebbe se la lingua fosse posseduta – se non ci fossero preoccupazioni di dover attendere a tener vivo il ricordo del Giappone presso gli amici lontani – anche presso i Superiori, che davvero devono guardare il nostro bel Giappone solo sulla carta geografica e vedendolo tanto piccolo pensano certo: “De minimis non curat praetor!”. Ma mi dico un po’… basta, se no tiro quattro moccoli di quelli!… Se posso compiere i propri doveri… per l’ennesima volta continuerò finché ho fiato a proclamare: “Non sono capace a fare il superiore”. Ecco tutto. Passo dei momenti terribili e per causa mia (essendo incapace) li faccio passare ai confratelli e non si conclude. Bel costrutto dunque… Tento di mettere diligenza, ma quando non ci si riesce, non ci si riesce – quindi i Superiori, prego, ci pensino e aiutino a cavarmi da questa situazione. Ma se è così bello, così santo ubbidire, ma perché proprio Don Cimatti deve comandare? Ho mai capito questo terribile problema. La mente che superbamente vuol primeggiare – la vita pratica che mi mette nell’incapacità di riuscire a comandare come si dovrebbe – un cumulo di responsabilità – dall’altra una specie di indifferenza, di lasciar correre per non aver l’occhio vigile e capire tante cose – da cui urti involontari coi confratelli, quando proprio credo di compiere atti di carità, ecc. ecc.

3) Comodità delle pratiche… Piena. Solite difficoltà – insisto ogni giorno, ma con le solite deficenze. Mi riesce difficile fare bene e tutte nei viaggi – nei giorni di gran lavoro e quando non posso compierle con la comunità.

4) Frequenza regolare ai Sacramenti. Sono la forza – pur non essendo capace di effondermi a lungo anche nelle visite – ma! che testa e che cuore strano il mio…

5) Per le sante regole nessuna difficoltà.

6) Per la carità fraterna certo è il mio unico desiderio e sforzo di andar d’accordo con tutti nell’amor di Dio, ma siccome, per quanto ho detto sopra, non ne imbrocco una (perché non so fare il superiore) di tanto in tanto la nostra piccola comunità è annuvolata con quanto male al cuore, non le so dire. Mi sembra per parte mia siano tutte cose involontarie, certo, ma si sta male per dei giorni finché torna il sereno.

Il bravo Don Antonio per questa mia inettitudine soffre scatti di nervoso terribili – ma mi dica Lei, mio buon Padre, che cosa ci posso fare, essendo incapace? Credo che Don Antonio le avrà scritto e così anche da questo lato, me ne sto tranquillo.

7) Disordini non ne vedo, salvo quelli desunti dalla mia imbecillità.


Ed ora mi preme ribattere con confidenza filiale un chiodo per me importantissimo – e non credo per nulla di disobbedire dicendo e a tempo opportuno facendo questo, se (quod Deus avertat!) si verificasse. Non accetterei fronzoli di monsignorati o simile cose. Tanti santi hanno fatto lo stesso e credo tanti buoni salesiani: non intendo con questo di affermare di essere né santo, né buon salesiano, ma per quanto è da me, non accetto questo, che nell’intimo del cuore aborro in me, venero ed esalto negli altri. Dirà che è presunzione, superbia il pensare ora a questo, ma è meglio seguire il sistema di Don Bosco e… prevenire. Perdoni, ma è necessario ribadire.

Per i confratelli. Don Cavoli: qualche momento di scatti nervosi e allora non parla e non mangia. Ma lo riconosco: la colpa è la mia incertezza nel comandare, nel correggere a tempo, nel non sapere insomma prevedere, provvedere. Mi aiuti colle sue preghiere e mi tolga da questa brutta condizione…

Attendiamo i rinforzi e siamo tutti meravigliati del silenzio di Torino al riguardo: sarà tale la tradizione… e l’abitudine. Cominciano ad arrivare pacchi per Don Escursell: segno che è confermato l’annuncio ufficioso avuto da Lei. Bene: sembra proprio animato da grande buona volontà. Deo gratias! Ho parlato ora con Don Cavoli di varie cose e ho concluso: “Mio caro Don Antonio, il difetto sta nel manico: sta in me. Mi usi la carità di aiutarmi in tutto. Il Signore vede e sa, ed i Superiori vedono e sanno e spero esaudiranno le mie suppliche”. Come vede: una conferma di più di quanto le dicevo prima. Supplico i Superiori… e se per facilitare la cosa è necessaria la mia presenza in Italia o se è necessario trasbordare altrove, in qualsiasi punto dell’orbe terracqueo, ecce ego, mitte me!

Mi benedica mentre con filiale affetto l’abbraccia il suo

affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Mi pare ci sarebbe anche la buona occasione che quest’anno scadono i direttori (Don Cimatti, Don Tanguy, Don Piacenza). Mio buon papà, pigli a cuore questa questione che, creda, per il bene delle anime è più ncescessaria e urgente di ciò che non creda. Lei non ha bisogno di un segretario? È la vita ideale.



401 /Circolare Salesiani / 1928-11-8 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Visitatoria S. Francesco Saverio

64 Miyazaki, 8 novembre 1928

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Carissimi,


Si avvicina la festa del Patrono della Visitatoria. Nelle forme che credete più opportune ricordatela ai cristiani e ai confratelli.

2. Per comunicazione dei Superiori a quesiti fatti:

a) Il Visitatore ha tutte le facoltà dell’Ispettore non ex jure, ma per delegazione. Il Rettor Maggiore ha concesso all’attuale superiore tutte le facoltà che per diritto canonico competono all’Ispettore.

b) La facoltà che hanno i Salesiani sono tutte quelle notate nei libri dei nostri privilegi. Per ora durano fino a quando saranno esaminati a Roma.

Maria Immacolata nel cui mese siamo entrati ci assista e protegga.

Vostro

don Vincenzo Cimatti



402 /Consiglio Visitatoria S. F. Saverio / 1928-11-8 /


al Consiglio della Visitatoria San Francesco Saverio



65 Miyazaki, 8 novembre 1928

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Carissimi,


Anche in questo mese non è possibile riunirci di persona; supplisco per lettera.

  1. Occorre pensare (e alla prossima adunanza stabiliremo le modalità) come e quando fare un Capitolo Ispettoriale in preparazione al Capit. Gener. XIII, che con tutta probabilità sarà nel mese di Agosto del 1929. Scrivono da Torino: “Siccome a Lei tornerà più utile e comodo adunare il Capit. Ispettoriale durante i mesi di Gennaio e Febbraio, così le comunico anche i tre temi che saranno trattati nel detto Cap. Gener.”.

  2. Appena avrò notizia della venuta dei nuovi comunicherò. Per ora pensiamo: dove metterli? Nelle attuali residenze? o in una casa speciale (sia pur d’affitto)? Quale programma di studi attuare? È il caso per l’occasione di pensare ad un rimaneggio del personale?

  3. Nel prossimo convegno (data da fissarsi, certo verso la fine del mese), ordine del giorno: 1 - 2 - 3 come sopra. Chiesa di Tano e Noviziato. Vocazioni e Seminario. Varie. Gioie e dolori dell’Apostolato!

Il Signore ci illumini e ci aiuti a compiere fino all’ultimo il nostro dovere.

Con affetto,

Devotissimo:

don Vincenzo Cimatti, Salesiano


403 /Joyeusaz Abele / 1928-11-13 /


a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice


66 Miyazaki, 13 novembre 1928

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Mio buon Abele,


Grazie della tua lettera, del vivo ricordo per me, delle preghiere che ti assicuro ricambio con altrettanta intensità. Le nostre anime in altri tempi si fusero insieme nel Signore e perciò non possono separarsi da LUI.

Grazie del bene che anche così mi hai fatto. Grazie pure delle belle notizie. Per te direi: “In fatto di perfezione non bisogna mettersi nella via dell’ansietà – né troppo guardare il passato, buono o male che esso sia stato”.

Sia guida il detto di Don Bosco: acqua passata non macina più. L’avvenire è nelle mani del Signore. Hai a tua disposizione il presente: trafficalo come meglio sai e puoi, e avanti allegramente.

Per le vacanze nostre che richiamarono sempre luoghi, ecc. Deo gratias. Quando si fa la volontà del Signore, evviva le vacanze. Non pensare che la vita del missionario sia grama come è sui libri (parlo del Giappone, gli altri luoghi non li conosco).

Grazie delle notizie dei compagni. Sapevo di Stacul e Terpini. Se arrepta occasione parli e scrivi a questi vecchi amici, pregali che si ricordino della povera anima mia.

E finalmente grazie delle Ave finali della Messa. Don Cimatti le dice anche secondo la tua intenzione. Se credi unisciti in spirito verso le 9 di sera (corrispondente alle 5,30 del mattino giapponese) ora in cui dico la Messa.

Tutti gli amici ti salutano. Agli amici che ti parlassero della Comunione del 5 rispondi che il debito è già pienamente saldato. Come un tempo ti benedico e abbraccio di cuore.

Tuo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti

404 /Rinaldi Filippo / 1928-11-20 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



[20 novembre 1928]

Amatissimo Padre,


Colgo la bella occasione dell’avvicinarsi delle Ss. feste natalizie per presentare a nome anche dei singoli confratelli gli auguri delle sante feste coll’assicurazione di molte preghiere.

Sempre il lavoro crescente, sempre l’immutato desiderio di santificarsi e di santificare e di far conoscere Gesù.

Salute in tutti buona: qua e là segni di stanchezza fisica – speriamo nei promessi aiuti di cui non sappiamo nulla. Deus scit.

Dopo le feste di S. Francesco Saverio scriverò più minutamente secondo il solito.

Si renda Lei interprete dei nostri sentimenti verso i nostri Superiori e verso il venerato Don Francesia. Ci benedica e specialmente il suo povero figlio:

67 don Vincenzo Cimatti

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P.S. - Mi scrive ora Don Piacenza che Don Livio ha avuto un leggero attacco del suo male. Fiat voluntas Dei!


405 /Liceisti Valsalice / 1928-11-20 /


ai Liceisti di Valsalice



68 Miyazaki, 20 novembre 1928

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Miei carissimi amici del Liceo,


L’avvicinarsi del S. Natale e del Capodanno mi danno motivo di compiere il mio dovere di auguri, felicitazioni e preghiere per voi, per le vostre anime, per le vostre famiglie e per i vostri studi. Accettateli di cuore ed il Signore ascolti le mie povere preghiere e quelle del vostri beneficati.

Sarete curiosi di sapere delle feste dell’incoronazione dell’Imperatore. Certo i giornali ne avranno parlato, ho fatto una relazione sul Bollettino Sales. e ne seguirà un’altra. È certo una meraviglia vedere un popolo strettamente unito e in festa per questa fausta ricorrenza. Bisogna esserci in mezzo per capirlo, perché le descrizioni o non sono comprese, o sembrano paradossali.

Il buon popolo dà fondo a quello che ha – e le sbornie più solenni non si contano. Capirete un popolo che per una settimana dimentica tutto e canta e balla e mangia, e beve… fu un vero carnevale in tutti i sensi…

Non ho presenziato alle grandi feste di Kyoto, ma a quelle più modeste di Miyazaki. Evviva, brindisi, pranzo di 2000 coperti (che secondo l’uso giapponese consiste nell’apprestare vivande che ognuno si porta a casa…). Aveste veduto in quel giorno quanti tovaglioli contenenti pranzi in scatola, vagavano per le vie di Miyazaki portati a mano da ufficiali gallonati, dalle ufficialità in marsina e tuba… tutti felici e contenti del dono dell’Imperatore!

A Tokyo pranzo di 10 mila persone… Col sistema giapponese è la cosa più facile del mondo… si brinda tutti insieme e poi… Girolamo parte con tutta la famiglia… Don Tonelli vi farà vedere quanto mando e anche voi mandate un saluto e più una preghiera a questa grande nazione.

Questa volta sono più breve del solito. Scusatemi… ho tanti amici cui ho da inviare gli auguri… e bisogna mi affretti ché poi per una settimana sono in giro per alcuni concerti… Che volete? Spero così di far restare di stucco e dire la buona parola almeno a un 10-15 mila persone che certo non verrebbero alla Missione a sentire la predica.

A pensare che se facessi così in Italia gli spettatori mi tirerebbero le sedie e peggio e qui… Ah! il mondo!

Basta dunque cari amici, e colla preghiera e cogli aiuti di ogni genere aiutateci a far un po’ di bene.

Il merito è tutto vostro. Buon Natale e buon Anno.

Tutto vostro affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti



406 /Rinaldi Filippo BS / 1928-11-21 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Dopo le feste dell’incoronazione25


69 Miyazaki, 21 novembre 1928

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Amatissimo Signor Don Rinaldi,


In una precedente le feci il riassunto delle cerimonie che avrebbero modificato per una settimana (dal 10 al 17 novembre) il ritmo regolare ordinario del grande impero giapponese richiamandolo fortemente alle antiche sue tradizioni di pensiero, di culto, di costumi, di divertimenti. Noi dal lontano Kyushu non abbiamo certo potuto assistere alla manifestazione di questo avvenimento quale si svolse a Tokyo, a Kyoto, nei grandi centri, ma se dobbiamo arguire da quanto avvenne solo fra noi, dobbiamo certo dire che non vi fu città, villaggio, famiglia che non si siano sentiti pervadere dal fremito di gioia per il fausto avvenimento. Le disposizioni date dalle autorità centrali e locali furono eseguite con un sincronismo mirabile e devoto da tutta la nazione. Alle 3 pomer. del 10 novembre, nell’atto in cui l’imperatore proclamava al mondo la sua accessione al trono, e che dai presenti veniva salutato col triplice viva, nello stesso tempo il suo popolo o adunato in massa sulle piazze, o nelle scuole, o nelle officine, o le singole famiglie sull’uscio di casa, in una unione intima di volontà, di pensiero, di riverente omaggio, davanti all’immagine di lui gridava il triplice viva. Sincronismo voluto da un ordine, ma a cui tutti obbediscono con naturalezza, con ossequio, con gioia: una massa di milioni di anime che tra il rombo degli spari a salve, tra l’urlìo delle sirene, esplodono unanimi in un grido di gioia e di saluto: cuori di cittadini di una grande nazione che battono in quell’istante in un ritmo unisono, inneggiando all’imperatore!

Ed anche i figli di Don Bosco si unirono al tripudio di questa loro seconda patria, e mescolati alla folla, anch’essi elevarono riverenti il loro saluto, e, nella manifestazione solenne tenuta nel gran salone della città, anch’essi brindarono alla salute dell’Imperatore. E l’atto gentile, e per noi doveroso, piacque ai giapponesi, che lo notarono sui loro giornali; anche così ne venne lode all’Italia e a D. Bosco.

I cattolici dell’intero Giappone, animati dall’invito dei Vescovi, il 14, con solenni funzioni nelle chiese, col canto del Te Deum implorarono sull’Imperatore, sulla famiglia imperiale e sulla patria, le celesti benedizioni. Anche nelle nostre residenze, ornate a festa, cristiani e pagani con solenni funzioni religiose, con divertimenti, con luminarie inneggiarono all’imperatore.

A Miyazaki le feste pubbliche ebbero varie caratteristiche, fra le quali degne di nota la distribuzione del dono dell’imperatore ai cittadini dagli 80 anni in su; il banchetto ai benemeriti della provincia (2000 persone): la sfilata delle bandiere e quella dei lampioncini.

Le autorità, gli allievi delle scuole fiancheggiati dai loro insegnanti, le varie associazioni e rappresentanze della provincia, tenendo in mano la bandiera nazionale e cantando gli inni della Patria, in una interminabile teoria di colori, di giovani energie si venivano snodando per le principali arterie della città e radunati davanti alla prefettura col triplice viva salutavano l’imperatore.

Più suggestiva di notte la sfilata dei lampioncini cui noi pure e gran numero di cristiani parteciparono, fra le vie decorate in una fantasmagoria di luci, avendo ogni via un’ornamentazione e illuminazione diversa; passavano gli adulti, i giovani, le associazioni; si succedevano tra canti e suoni, bandiere e orifiammi, e vicino alla fiammante Croce Rossa dell’associazione omonima, risplendette quella sera anche la croce di Gesù, portata dai nostri giovani e, coincidenza non cercata, chi portava uno dei grossi fanali su cui era dipinta la croce, era proprio il nostro Pier Giorgio, il primo giovinetto pagano da noi battezzato.

Ammirando la numerosa e fiorente giovinezza maschile e femminile che sfilava, ci dicevamo: “Quando, o Signore, saranno nostri?”.

Certo però che il lato più suggestivo della festa fu dato dalle manifestazioni popolari. Non è esagerato dire che in questa occasione il popolo s’è rivelato: quanto sapeva, quanto poteva, quanto desiderava fare per la circostanza, l’ha fatto o ha tentato di farlo.

Ha ornato la sua città o villaggio, la sua casa, la sua bottega, la sua officina. Ha voluto rivivere i ricordi antichi in cortei storici, in rappresentazioni plastiche poste qua e là nei punti più frequentati della città, in rappresentazioni teatrali, nei suoi canti antichi accompagnati dalla coreografia e dagli strumenti giapponesi (Koto, shamisen, biwa, ecc.).

E accanto a questo rinascimento dell’antico, in strano e, alle volte, urtante contrasto, appariva il moderno… L’inventiva, la fantasia s’è sbizzarrita in ogni senso in un trionfo di colori, di anacronismi, di canti e di suoni; insomma vera manifestazione popolare di gente che per una settimana non pensa che a inebriarsi di ricordi del passato e del sake (vino di riso) presente, che dà fondo a quanto ha senza troppo darsi pensiero del domani; baldoria insomma.

Le feste sono passate: il ricordo di esse è perpetuato in qualche opera di pubblica o privata utilità: il ritmo ordinario della vita è ripigliato e, con essa, il costante lavoro dei missionari, che pensano alle conseguenze di tutto questo stato di cose e pregano Dio che acceleri il giorno della redenzione per questo gran popolo.

Ci aiutino tutti i nostri amici colle loro preghiere.

70 don Vincenzo Cimatti

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407 /Circolare Salesiani e Missionari / 1928-11-22 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone


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Visitatoria San Francesco di Sales


71 Miyazaki, 22 novembre 1928

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Carissimi,


Si avvicina la festa del Protettore della nostra Visitatoria ed è nostro dovere prepararci spiritualmente alla festa.

Ogni residenza faccia quanto crede al riguardo.

Non sarà male darne pubblico annuncio ai cristiani. La casa di Oita non dimentichi che S. Francesco è patrono della Chiesa – tutti, ricordando che S. Francesco è patrono principale del Giappone, diamo il dovuto conto alla liturgia.

Si avvicina il S. Natale. Non dimentichiamo i doveri di convenienza alle nostre famiglie, parenti, benefattori e non dimentichiamo in questa occasione i benefattori della Missione.

Una lettera, un augurio, un ricordino alle volte hanno maggior efficacia sulle anime che qualsiasi altra cosa.

Nakatsu non dimentichi ad es. P. Gerard, P. Bertrand, ecc.

Oita pensi (anche per Nakatsu) a P. Brenguier, ecc. Sorvegliate che i dipendenti e per il vestito e per la camera (di giorno e di notte) non soffrano il freddo. E se lo ritenete opportuno almeno ad tempus ritardate con tranquillità la levata.

Sempre uniti nel Signore.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


408 /Ghetti Giorgio / 1928-11-22 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore




72 Miyazaki, 22 novembre 1928

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Ill.mo e carissimo Dottore,


Permetta che nella bella occasione delle feste natalizie e di Capodanno con affetto riconoscente le presenti gli auguri e l’assicurazione delle nostre preghiere.

Qui nulla di nuovo – lavoro crescente – personale e mezzi mancano – ma ci penserà il Signore.

La penso colla sua signora e coi suoi angioletti in buona salute e al lavoro.

Un favore: mi furono olim regalate medicine. C’è una regola per determinare la vecchiezza e quindi la minore o maggiore bontà delle medesime?

Che dire ad es. del chinino di Stato? Per quanto tempo si può ritenere buono? e i preparati speciali liquidi chiusi?

Può essere siano per i figlioletti graditi i francobolli commemorativi della incoronazione e bollo speciale. Li accludo.

Amatissimo Sig. Dottore, preghi per chi ogni giorno la ricorda.

Suo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


409 /Ricaldone Pietro / 1928-11-23 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani


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73 Miyazaki, 23 novembre 1928

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Amatissimo Don Pietro e Venerabilissimo Don Ricaldone,


Mi sforzerò di scrivere più chiaro che sia possibile per evitarle anche perdita di tempo, di cui mi batto a più non posso il petto. Credevamo proprio fosse morto… poi si è saputo di un suo infortunio sul lavoro, che non si sa ancora cosa sia… poi silenzio… poi notizie da Shanghai che i 3/4 della spedizione per l’Estremo Oriente erano per il Giappone… poi improperi e lettere del sottoscritto ai Superiori… e finalmente la sua carissima, che non dice tutto, ma via… vedremo… Può essere che siano in giro lettere esplicative sul dove sbarcano… perché poi a Shanghai, ecc. ecc.! Basta, non incominciamo a mormorare… Se i Superiori hanno fatto così, è ben fatto. Ora a noi.

  1. Ho distrutto subito la parte scritta a mano ed eventualmente saprò che dire. Ho creduto sempre mio dovere inviare ai Superiori le cose in cui essi possono agire e sapere.

  2. I punti Missione - Visitatoria sono chiarissimi, e tra queste e altre norme avute dal Sig. Don Rinaldi, tra le facoltà avute da Propaganda mi pare si può camminare per via diritta senza tema di sbagliare. Dove ci fossero dubbi si possono fare quesiti e così tutto è chiaro. Che vuole? Don Cimatti nelle cose ha bisogno di sapere come fare, e allora tenta di fare. Non ci riesce veh! non cava un ragno da un buco, ma crede di aver fatto quanto è detto e scritto o combinato e così al tribunale di Dio si sta tranquilli.

Il Sig. Don Rinaldi e Don Ricaldone conoscono la difficoltà massima di Don Cimatti, che finché avrà fiato manifesterà apertamente, di toglierlo cioè dalla croce del superiorato pel bene dell’anima sua e più per quello dell’anima dei confratelli. Non so proprio (salvo il merito dell’obbedienza) che sugo ci sia a fare il Superiore – mi permetta (sempre col dovuto rispetto all’obbedienza)… È la cosa più insulsa del mondo… Ma basta perché c’è pericolo che trasmodi… e allora… è peggio.

  1. Ripetutamente nella lettera mi dice: “Venendo a Torino”. Ho esposto al Sig. Don Rinaldi le mie difficoltà e desidero che i Superiori mi dicano: “Devi venire!”. È per tranquillità di coscienza. La lingua che dimenticherò, il lavoro già grande che cadrà addosso a qualcuno, il poco tempo della nostra venuta, l’esempio ai confratelli, ecc… sono, mi pare, buoni motivi per rimanere. Abbia dunque la bontà di dirmi (lei conosce la povera anima mia) come debbo fare, e nel caso affermativo quando, e se devo pensare a qualche cosa di speciale.

  2. Grazie della carità dei Superiori. Coll’aiuto di Mons. Hayasaka di Nagasaki spero proprio si potrà iniziare il piccolo nucleo. Avevo già sentito parlare a Tokyo da Mons. Chambon dell’Opera del clero indigeno e farò come mi si dice al riguardo.

  3. Quanto a Mons. Roy e al Vescovo di Osaka e di Tokyo… pensino i Superiori. Non le nascondo che dentro il cuore ho avuto un improvviso pensiero nel leggere la Circolare del Rettor Maggiore all’arresto dell’espansione, eccolo:

a) Fortunatamente, quando in circostanze analoghe e il Sig. Don Rua e il Sig. Don Albera annunciarono l’arresto, la Provvidenza dispose che si continuasse. Non ho il materiale tra mano, ma non è difficile la documentazione storica, e sono sicuro che il Signore non vorrà davvero fare sì che proprio il Sig. Don Rinaldi, il Rettore delle Missioni, voglia mettere le missioni in questa stasi fatale. Don Cimatti non capisce il linguaggio burocratico, ma se per 4 oppure 5 anni, ad es. in Giappone non si parlerà che di Miyazaki, Oita e Nakatsu, così come sono ora, amat.mo Don Ricaldone, richiami pure tutti che è meglio.

b) È meglio non proseguire, perché – per me – è così storicamente chiaro il primo punto, che dormo davvero tranquillo. Come però le dissi è un pensiero sorto spontaneo e non credo aver fatto male manifestandoglielo.

c) Grazie per il materiale provveduto. Spero ci sia il più urgente, cioè modo pratico di insegnare la religione (grandi illustrazioni, belle proiezioni, ecc.). 26

d) Per le Suore, che dire? Purtroppo per quest’anno è finita. Lei sa in che condizioni delicate ci troviamo. Creda, tremo per me e per i confratelli. Ma! se la Provvidenza mi manda i mezzi incomincio un asilo (è la forma più bella per avvicinare i pagani ed entrare nelle famiglie), spero di avere a sufficienza personale giapponese e cristiano… E se questo non basta inviterò in missione altre suore… Ma che farci, amatis.mo Don Ricaldone, se non ci aggrappiamo a tutti gli uncini, è un immenso bene che vola… ma quel che è più sono queste povere anime che volano… dove? La Provvidenza mette in mano tutto questo po’po’ di roba… Non posso lasciarla andare. Pensi alla difficoltà reale della lingua, anche nei riflessi della cultura giapponese… pensi che tre anni sono passati e nessuno è venuto… tre anni perduti… e già un confratello è ritornato… altri sono deboli… In Domino ed evviva l’allegria! Le difficoltà sono molte, ardue davvero, ma muovendosi qualche cosa si ottiene… ma se si sta come l’acqua stagnante… Proprio ora ho congedato un bravo padre dell’unione che domenica (in occasione di proiezioni luminose in una famiglia pagana) parlerà sulla religione. Mi diceva: “Devo dir grazie a loro che mi hanno messo nella necessità di parlare. Fino adesso avevo mai fatto nulla per l’apostolato. Grazie!”.

Lei, Don Pietro, è partito entusiasta del Giappone! Mantenga l’entusiasmo e pensi alle nostre necessità e non abbia paura di aiutare troppo il Giappone. Non capisco se ciò sia contrario al disposto della Circolare, ma guardi che nel prossimo anno deve essere un fatto compiuto il Noviziato e la venuta delle Suore. (Vorranno proprio aspettare fra 4 oppure 5 anni?).

  1. Grazie per Tano. Unisco domanda di sussidio a Propaganda, come pure già inviai per il tramite di Don Noguier, che me l’aveva suggerito, richiesta all’Opera Apostolica (ho inviato l’incartamento alla Delegazione Apostolica per il visto prescritto e copia a Torino).

  2. Correggo la circolare del 10 Luglio.

  3. Stavolta mi sono sforzato di scrivere più chiaro (non certo da buon giapponese, che proprio scrivono pessimamente), ma da buon italiano. Può essere che la colpa fosse della carta, usando alle volte ritagli… ma piano piano mi perfezionerò anche in questo.

Ed ora amat.mo padre Don Ricaldone, preghi per la povera anima mia. La venuta in Giappone mi ha certo giovato spiritualmente – mi ha fatto toccare la realtà di cose pensate sul conto dell’anima mia – cioé il niente assoluto in abilità e in santità – (nel dirlo non provo sforzo, ne sono persuasissimo di un’evidenza lampante). Deo gratias!

Mi aiuti a non frustrare la grazia di Dio. Nuovamente auguri di buon Natale. L’abbraccia nel Signore il suo aff.mo

74 don Vincenzo Cimatti, salesiano

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P.S. - Siccome non sono pratico di tutte queste domande, veda se può andare il formulario usato o se ci vuole altro… In caso i Superiori, da buoni padri, aiutino. La firma del sottoscritto è facilissima e… do tutte le autorizzazioni per falsificarla.

La fotografia andrebbe bene unirla all’articolo delle feste dell’Imperatore che ho inviato al Sig. Don Rinaldi.


410 /Opera Pontificia Propagazione della Fede / 1928-11-25 /


all'Opera Pontificia della Propagazione della Fede


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Missione Indipendente di Miyazaki

75 Miyazaki, 25 novembre 1928

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Eminenza,


Unitamente alla relazione annuale, inviata per mezzo dei Superiori religiosi ho bisogno di manifestare all’E.V. cui sta tanto a cuore il bene delle Missioni, un urgente bisogno per lo sviluppo della Missione indip. di Miyazaki affidata ai Salesiani di D. Bosco.

In provincia di Miyazaki nella piccola città di Tano (a 40 Km. circa da M.) da due anni a questa parte si è formata una comunità cristiana di una 50.na di persone. Per il servizio religioso della medesima riuscii in quest’anno, sobbarcandomi a sacrifici non indifferenti, ad assicurare il catechismo bisettimanale e la santa Messa alla prima e terza domenica del mese che si dice per necessità in casa di un cristiano.

Ma per risparmio di soldi, di tempo e per rendere più forte e stabile il lavoro compiuto e da compiersi fra cristiani e pagani, si rende necessaria una chiesetta, che desidererei dedicare a S. Teresina del Bambino Gesù.

L’acquisto del terreno e della costruzione è preventivato in Lire Ital. 25.000: costruzione che permetta l’accesso a 150 - 200 persone; costruzione alla giapponese che permetta in caso di necessità un ulteriore allargamento.

Mi sono rivolto per avere sussidi ed offerte qua e là, ma a tutt’oggi purtroppo nulla ho potuto ottenere.

La provincia di Miyazaki per favorire la colonizzazione di questi luoghi promette un sussidio a costruzione finita, che pare si raggiri sulle Lire ital. 5-6.000, ma esige che la costruzione sia ultimata col marzo per avere il sussidio nel presente anno finanziario.

Mi rivolgo dunque pel bene di queste care anime e per la glorificazione sia pure modesta della protettrice delle Missioni al cuore paterno dell’E.V. affinché con un sussidio straordinario voglia venire in aiuto alla nostra incipiente missione.

Anticipando all’E.V. le più vive grazie per la carità che ci userà ed anche gli auguri di buon Natale e Capodanno a nome dei missionari e dei nostri cristiani, imploro la paterna benedizione dell’E.V. sul povero sottoscritto e sulla missione.

Dell’E.V. Rev.ma

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti, sales.


411 / Grigoletto Giuseppe / 1928-11-28 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



76 Miyazaki, 28 novembre 1928

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Mio Grigolo,


Proprio spediti gli auguri a Mogliano mi giunge la tua da Verona. Auguri dunque… buon Natale e buon anno a te e ai numerosi amici, compreso l’Ispettore.

Grazie a tutti e singoli di quanto hanno fatto e faranno per questa missione. Manca proprio il punto interrogativo che in giapponese non c’è.

Ad ogni modo buon Natale a te, ai superiori, ai giovani, sempre e tutti ricordo. Saluta Oldani e Lorenzoni e se ci vedremo… parleremo, vedremo il museo, ecc. Prega, prega per me che non saprò mai come sdebitarmi di quanto hai fatto per questa missione. Prega S. Teresina che mi mandi i soldi per una chiesetta (la prima) a Lei dedicata.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti



P.S. - Bravo! Manda illustrazioni d’Italia se…


412 /Circolare Salesiani / 1928-11-30 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Visitatoria S. Francesco di Sales


77 Miyazaki, 30 novembre 1928

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Carissimi,


Riassumo qui le idee concretate nel Consiglio del 27-29 corr. mese a Oita e Nakatsu nelle due parti: Visitatoria e Missione.


VISITATORIA. Si approva ad unanimità che:

  1. Nella prima quindicina di febbraio (data da fissarsi) sarà indetto un breve Capitolo Ispettoriale in preparazione al Capit. Gener. per eventuale scambio di idee. I temi generali già inviati dal Cap. Super. sono:

1) Regolamento per le Missioni.

2) Studi dei confratelli.

3) Scuole professionali e agricole.

In tempo utile invierò modalità pel futuro Capitolo (membri, temi, ecc.). Prego i confratelli di Oita di riferire sul 2° tema; quelli di Nakatsu sul 3º; quelli di Miyazaki riferiranno sul 1°.

Tutti comincino in ogni tema a fermare l’attenzione su proposte, che desiderassero inviare al futuro regolatore del Capitolo Generale (Art. 134).

  1. Per il personale annunciato da Torino:

a) Il confratello coadiutore si fermi a Oita in sostituzione del partito De Mattia.

b) I due sacerdoti passino a Miyazaki per iniziare lo studio della lingua e la preparazione della vita missionaria.

Programma di studio: Libri di Rosinnes, Libri delle scuole, Catechismo.

Calma e tempo necessario. Ci sia maestra la nostra esperienza…

  1. Comunico al Consiglio il contenuto della lettera 3 novembre 1928. Nella parte Visitatoria:

a) Per quest’anno le Suore non vengono,

b) promessa dell’invio di molto materiale richiesto,

c) insistenza di nuove fondazioni (Kagoshima): non se ne parla che fra quattro o cinque anni.

La festa dell’Immacolata ci rinnovi nello spirito Salesiano.


Vostro

don Vincenzo Cimatti


413 /Rinaldi Filippo / 1928-12-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



78 Oita, 2 dicembre 1928

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Mio amatissimo babbo,


Come vede mi trovo a Oita per la festa di S. Francesco Saverio celebrata anche quest’anno con qualche caratteristica come può vedere dall’acclusa relazione pel Bollettino.

  1. Unisco a questa due lettere per informazione. Non so perché Don Dottino mi scriva di questo… Ad ogni modo… Dal Ch. Stradella che in una precedente mi scrisse dei suoi dubbi sulla vocazione provocai l’acclusa. Gli ho risposto in Domino… ma siccome non è che mio compito indiretto dopo averlo raccomandato al suo nuovo Direttore, veda un po’ Lei per che tramite gli si può far del bene.

  2. Siamo in attesa dei tre da Torino: non sappiamo chi siano, quando e dove arrivano. So di traverso da Don Garelli che arrivano a Shanghai al 20. Certo non andremo fino a là… tanto più che non sappiamo nulla di fisso. Grazie fin d’ora della carità usataci, colla preghiera che pel prossimo anno ci inviino almeno altri tre e le suore.

  3. Fine mese: mio rendiconto. Salute sempre ottima. Studio e lavoro solito – Pratiche di pietà regolari in comune – quando debbo farle da solo, qualche volta dimentico delle parti – o mi lascio pigliare dal sonno. Qualche volta vera freddezza, direi nausea (non per questo tralascio).

Di tanto in tanto il Signore vuole davvero provarmi. Quanto sono ancora cattivo!

Regole e santi Voti: difficoltà speciali non ci sono – ma quanta modestia ho ancora bisogno negli sguardi e in genere quanto spirito di mortificazione mi manca.

Esecuzione dei miei doveri. Lei conosce le mie difficoltà, come le vede il Signore. Non recuso laborem, ma non so dirigere e comandare. Sarà superbia, poltroneria, non volersi prendere odiosità, ma non so, non so come fare.

Disordini in casa. Qua e là urti (come dirò in seguito) credo tutti dipendenti dalla poca oculatezza del sottoscritto.

Carità: per me pienamente d’accordo con tutti, ma purtroppo nel realizzare il bene non tutti d’accordo col sottoscritto. Che farci?

Per me, la frusta, non so adoperarla – mi dicono che adopero troppo miele – altri… Ma, o mio buon Gesù, non so dirigere me: non c’è da meravigliarsi che non sappia dirigere gli altri.


NAKATSU. Mi pare vada tutto bene. Il bravo Don Livio ha avuto ancora un attacco del suo male. Un bravo giovinetto di ottime attitudini salesiane ha incominciato lo studio del latino: l’ho affidato a Don Piacenza. Merlino ottime doti per l’Oratorio festivo.


OITA. Appena arriva il coadiutore lo metterò a Oita. Per ora si è dovuto riprendere per i lavori di cucina la vecchia catechista. Don Tanguy e Don Margiaria qualche volta non coutuntur. Certo Don Margiaria è giovane, fu formato in fretta, comincia a maneggiare bene la lingua, canta – e poi si attira facilmente le simpatie dei giovani e delle giovani (Ah, vengano presto queste benedette! Ma mi dica un po’… pel bene delle anime si deve proprio attendere alla partenza dei missionari in ottobre o novembre?)… Bisogna quindi tenerlo e qualche volta pensa che lo si voglia trattenere nel lavoro apostolico. Don Tanguy non sempre si esprime chiaramente per le difficoltà della lingua italiana – qualche volta un po’ secco… e per tutte queste ragioni… di tanto in tanto qualche nube sull’orizzonte… oppure lavoro non troppo coordinato. Tutti e due non troppo forti in salute e quindi alle volte, specie in queste occasioni affannandosi finiscono collo stancarsi e risentirne nella salute – e star male in ogni senso.


MIYAZAKI. Di tanto in tanto urti Cavoli-Guaschino provenienti da molte cause. La prima il sottoscritto per le solite cose – Guaschino non sempre arriva a tutto – Don Cavoli con parole forti attacca (sempre per realizzare il bene) – se l’altro risponde (come capitò, mi scrive Don Antonio, in questi giorni d’assenza del sottoscritto) la carità va a gambe levate – stanno male tutti e due – sta male il sottoscritto – ma a me quello che rompe il cuore è l’offesa di Dio che non può mancare e il mal esempio.

Ma cerco di armonizzare… Cose dell’altro mondo che non avrei mai sognato di dover vedere e di dover esserne a parte. Sarà per me una parte del lunghissimo Purgatorio che dovrò fare.

Un giorno in chiesa gridai piangendo a Gesù: “Ma come debbo fare?”. Mi dica un po’ Lei…

(Manca il seguito)




414 /Merlino Alfonso / 1928-12-5 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



5 dicembre 1928

Caro Merlino,


Grazie delle tua valida cooperazione per Oita. Il Signore confermi i tuoi propositi e tu rinnovali nella buona volontà specie nel giorno dell’Immacolata e in occasione delle care feste di Natale, che fin d’ora ti auguro buone e sante.

Prega pel tuo aff.mo:

79 don Vincenzo Cimatti

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415 /Circolare Salesiani / 1928-12-12 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Visitatoria San Francesco di Sales

80 Miyazaki, 12 dicembre 1928

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Carissimi,


A voi, ai confratelli e ai cristiani e catecumeni e giovani nostri buon Natale e buon anno ricco delle celesti benedizioni. Siete tutti ogni giorno particolarmente ricordati.

Delego Don Piacenza e Don Tanguy in quel giorno ad impartire per me la benedizione Papale (formula del rituale) col crocifisso e colla concessione della indulgenza plenaria alle solite condizioni.

Mi scrive la Superiora Generale delle Figlie di Maria A. (22 novembre 28). “Il 5 del prossimo Agosto faranno professione una quarantina di novizie aspiranti alle missioni – le intelligenti e adatte saranno pochissime, ad ogni modo qualcuna ve ne sarà. Invece di trattenerle un anno almeno per formarle un po’ alla vita pratica, gliele manderemo subito e V. S. avrà la bontà di completare l’opera della Maestra delle Novizie che dopo la professione viene esercitata dalle rispettive direttrici. Voglia compiacersi di notificarmi se è bene così: non sapremo fare di più e di meglio. E per le condizioni da stipularsi come faremo? I Rev. Superiori dicono; “Se è opera vostra, pensateci voi. Se fate in tutto coi Salesiani, penseranno essi a tutto.” Dica Lei, Rev.mo Signore, come conviene stabilire le intese. Noi staremo alla sua parola…”

Vi prego del vostro consiglio:

  1. Suore giovani presentano il lato buono dell’apprendimento della lingua e del miglior adattamento alle costumanze giapponesi (cosa cui forse non abbiamo finora dato tutta l’importanza dovuta, ma…)

  2. C’è il lato dell’inesperienza…

  3. D’altra parte se vogliamo cominciare qualche cosa di concreto per le fanciulle, asilo e togliere (specie noi a Miyazaki) da veri imbrogli… anche morali, il problema della venuta si impone.

  4. Per la questione della relazione penserei sia bene decidano i Superiori. Per me non sono pratico in materia. Non vogliate dimenticare chi vi ricorda nel Signore.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


416 /Circolare Salesiani / 1928-12-17 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



81 Miyazaki, 17 dicembre 1928

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Carissimi,


Invio moduli dell’Opera del S. Cuore. Diffondeteli nell’edizione giapponese e come ricevuta potete dare quella in altre lingue. Le liste (non i soldi) degli iscritti si inviino a Miyazaki.

Invio pure il lavoro sul Battesimo… diffondetelo con prudenza anche tra i pagani di buona volontà e preghiamo ogni giorno per quelli della nostra missione, specialmente bambini e giovani che muoiono senza la grazia del Battesimo. Buon Natale.

Vostro

don Cimatti




417 /Circolare Salesiani / 1928-12-18 /


ai Salesiani e Missionari in Giappone



Missione Indip. di Miyazaki

82 Miyazaki, 18 dicembre 1928

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Carissimi,


In base alla circolare del 4/10/28 (benché in ritardo) occorre pensare alla pratica situazione del N. 5 (proposte per la propaganda missionaria).

Prego: mettersi al lavoro indicando subito quali temi si possono svolgere o far svolgere da conoscenti e amici. Miyazaki svolgerà per ora: esistenza di Dio, suicidio, Papa. Sono desiderabili argomenti sui punti che possono interessare i giapponesi (ad es. lavoro, studio e qualche questione sociale, risparmio ecc. secondo anche i bisogni locali). Per quante copie vi prenotate?

Pel mese di Febbraio (in principio) mi occorrono almeno un lavoro per residenza e così di seguito, computando che nell’annata ogni residenza (oltre il contributo per il Don Bosco) deve pensare a numero otto foglietti.

Se si fa così riusciremo, se no, non è possibile. Al lavoro dunque da buoni figli di Don Bosco… ma preso l’impegno, costi quel che costi occorre mantenerlo. Meglio non cominciare oppure (se vediamo di non poter tener fronte) fare come si è fatto finora o studiare altre vie.

Buon Natale e buon Anno.

Affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti



418 /Giordano Antonio / 1928-12-26 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



83 Miyazaki, 26 dicembre 1928

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Mio Antonio,


Buon Onomastico e l’assicurazione che il tuo vecchio amico ti segue nella preghiera e nell’affetto comunque e dovunque tu sia o vada…

E… prega per me. Se vedi o scrivi ad amici non dimenticarmi alle loro preghiere.

Ricordo tutti. Ti abbraccio e benedico.

Tuo sempre

don Vincenzo Cimatti




419 /Cimatti Raffaella / 1928-…-… /


a Suor Maria Raffaella Cimatti (Sorella)




(Miyazaki 1928 ca)

Vedi che bel gruppetto di Cristiani. Vedi i bimbi e bimbe, future speranze.

Vedessi che bei colori di vestiti!

Prega per queste anime.

Tuo D. Vincenzo




1 Questa Vita del Venerabile Don Bosco di 90 pagine fu pubblicata in data 20 gennaio 1928. Termina con le Parole di Don Bosco ai cooperatori salesiani e una breve presentazione dei Salesiani in Giappone. Le tre foto inserite sono Maria Ausiliatrice, Don Bosco e il gruppo dei missionari. Da terer presente che erano passati neppur due anni dal loro arrivo.

2 Luigi Cimatti suo fratello coadiutore salesiano era morto missionario a Piura in Perù il 13 dicembre 1927. Era anche lui ottimo musico e direttore della banda musicale. Salesiano esemplare. Fa meraviglia che la notizia sia arrivata solo adesso. A quei tempi cera il telegrafo.

3 Originale in calce a circolare inviata ai confratelli nella data sopraindicata, Cfr. Circ. 28/5.

4 Don Cimatti per molti anni continuò a insistere in questo tono. Conoscendo le difficoltà della lingua se ne comprende bene il motivo. Effettivamente il Giappone tra le missioni dellAsia fu quella che ricevette meno personale.

5 Pubblicato sul Bollettino Salesiano, giugno 1928.

6 Il giornalino intitolato “Don Bosco” uscì il 24 Maggio 1928.

7 Manoscritto in francese. Cartolina postale indirizzata a: Tres Ill. Maria Agnes Ishigami Minami naka gun Toi Mura (Fukushima). Toi è un paesetto a unora di treno a sud di Miyazaki alla cui parrocchia apparteneva.

8 La Vita di Domenico Savio scritta da Don Bosco effettivamente uscì il 9 marzo 1929, segno della devozione che Don Cimatti aveva verso lallora Servo di Dio.

9 Dal Bollettino salesiano, Settembre 1928.

10 Il telegramma di cui si parla è il seguente: “Santo Padre ha separato dalla Diocesi di Fukuoka provincia Oita e Miyazaki, erigendole Missione indipendente. Card. Gasparri”. Con questa decisione Don Cimatti diventa il Superiore Ecclesiastico della Missione, che diventa indipendente dalla Diocesi di Fukuoka.

11 Era Padre S.Buschet delle Miss. Estere di Parigi, parroco di Nishinomiya vicino a Osaka. I canti furono stampati in un libretto il 1 maggio 1928. Ne esiste copia nel Cimatti Museum di Tokyo.

12 È evidente: la parola “quel perfido” è detta per ridere e dimostra la confidenza che Don Cimatti aveva non solo con Don Rinaldi, ma con lo stesso Don Ricaldone.

13 Di molti di questi concerti sono rimaste copie di programmi e foto, e anche copie del materiale distribuito e notizie di giornali. Lattività dei nostri artisti fu veramente straordinaria e servì a farli conoscere nella capitale e nelle zone centrali del Giappone. Come appare da queste lettere, lInternunzio Mons. Giardini ne era entusiasta. Don Cimatti fin da allora per lo sviluppo dellopera salesiana mirava alla capitale.

14 Il chierico Giuseppe Grigoletto che doveva essere un parente.

15 Nel testo dattiloscritto da Alfonso Crevacore manca il rendiconto circa gli altri componenti della missione.

16 Di quello che qui chiama: foglietto Don Bosco uscì il primo numero il 24 maggio 1928. Si tratta di una pubblicazione mensile in formato tabloide di almeno 4 pagine e spesso di 8 e più, che veniva dato o spedito a tutti i cristiani anche dispersi della missione. Dopo la guerra prese il nome di Seme di senapa e poi Vita cattolica e con questo nome continua ancora adesso come una delle migliori riviste cattoliche. Pensando che erano in Giappone da soli 2 anni, e si trovavano in gravi strettezze economiche, si resta ammirati del loro coraggio. Nel Cimatti Museum di Tokyo abbiamo la raccolta completa degli anni in cui Don Cimatti fu il Superiore fino al 1949. Lui ne stesso scrisse molti articoli.

17 Bollettino salesiano, mese di Gennaio 1929. Manca il manoscritto originale

18 Il seguito dello scritto su cartolina postale manca essendo stato tagliata via la parte con il francobollo. È quello che si ripete parecchie volte

19 Nello scritto di Don Cimatti al ch. Grigoletto del 2 agosto 28 si legge di fatto “…invii sempre a Righetto?”, ma è stato tagliata via la parte precedente. Di fatto Don Righetto andò missionario in India.

1 Plutarco Elías Calles fu presidente del Messico dal 1924 al 1928. La Chiesa cattolica non aveva mai voluto rispettare gli articoli della costituzione in cui non le si riconosceva personalità giuridica; si proibiva il culto esterno, come le processioni; non venivano riconosciuti diritti politici ai sacerdoti; veniva limitata l’apertura di templi e il numero dei sacerdoti, ed era proibito officiare messa agli stranieri. Il presidente Calles decise di far rispettare le norme della costituzione e stabilì sanzioni per chi non le avesse osservate. Come risposta la Chiesa sospese ogni attività nei templi.Molti cattolici si levarono in armi e iniziò una ribellione che durò tre anni, fino al giugno del 1929, quando il governo e la Chiesa giunsero a un’intesa.

20 Il 1° agosto 1928 Vincenzo Cimatti veniva investito dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide della carica di Superiore della Missione Indipendente di Miyazaki.

21 Questa è la prima lettera alla Madre Generale per ottenere la spedizione delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone.

22 Si tratta della traduzione della Vita di Don Bosco che uscirà in occasione della beatificazione.

23 Alla lettera dal Bollettino salesiano di Dicembre 1928. Manca il manoscritto originale.

1 Da una copia manoscritta inviata ai Superiori Maggiori.


24 Da uno scritto esistente in forma dattiloscritta presso l’UCSS. Non è stato pubblicato.

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25 Alla lettera dal Bollettino Sales. mese di Marzo 1929. Manca il manoscritto originale.

26 Nel Cimatti Museum di Tokyo si conservano 2 grandi album Le Catechisme en Images edito probabilmente agli inizi del 1900 con le relative proiezioni. Dallo stato in cui si trova deve essere stato molto usato. Si pensa che sia quello di cui qui si parla. Ci sono persone che si ricordano di averlo visto studiando il catechismo.

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