Cimatti|Lucchelli Alessandro| 1922-1-22

36 / Lucchelli Alessandro / 1922-1-22 /


a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano



22 gennaio 1922

Molto Rev.do Sig. Ispettore,


Non potendo venire a parlare, scrivo. Le unisco a parte qualche pensiero sul Capitolo o generale o Ispettoriale. Lei, a quanto pare, desidera informazioni o non è informata della questione sulla esecuzione di quella povera rappresentazione che ho musicato. 35


  1. Non ricevetti nessun ordine: un semplice invito da parte dei Superiori che avrebbero gradito… fidandosi di me, del mio buon senso, ecc.

  2. Esposi le difficoltà, libretto, musica, esecutori, ambiente, ecc. e sempre insistetti su questo concetto: “Se si fa, bisogna che i Superiori che lo desiderano, ci facciano la più bella figura del mondo”. Ma intanto come eliminare le difficoltà? Con elemento estraneo? Difficile combinare per le prove, che – noti – esigevano che la massa di Valsalice (oltre una 70) discendesse a Valdocco. Quando?

  3. Scrissi al Sig. Don Rinaldi (due lettere senza risposta) esprimendo le difficoltà incontrate e non potute risolvere, e riassumendo la questione così:


    1. I Superiori vedano il libretto (fu trovato una meschinità).

    2. Don Cimatti ha bisogno degli elementi oratoriani di Valsalice (convittori, chierici e anche superiori di cui alcuni preti). I Superiori dissero di fare il possibile di non usare i preti: e siccome io voglio contentare i Superiori che forse all’Oratorio si troverebbero imbrogliati col bell’ambiente che c’è, a… sono necessitato a cercarmi fuori altri e siamo daccapo colle difficoltà.


  1. Otto giorni fa, mi si disse di fare il possibile (finalmente Don Rinaldi mi comunica oralmente le sue idee): dica Lei, come si può fare? Però mi disse: “Badi bene che se lo fai, fai un piacere – ad ogni modo, se non si può, pazienza!”. Io non ho impegni con nessuno.

  2. All’Oratorio poi (conosce l’ambiente), creda, sarebbe stata una freddura perché non tutto l’ambiente avrebbe palpitato all’unisono. No, no! Dopo l’ultima gaffe fattami fare, non mi ci pigliano.


Conclusione: io esposi la cosa al mio Superiore, e sentito i pareri dei colleghi, si concluse dicendo: le condizioni igieniche attuali ci impediscono di fare quanto si desiderava.

Ha capito qualche cosa di questo guazzabuglio? Io vi vedo chiaro e ringrazio il Signore che così abbia disposto. Preghi per me che sempre la ricordo. Con affetto:

Dev.mo

don Vincenzo Cimatti


35 Si tratta dell’Operetta “Ben Israel” n. 12 del catalogo musicale, eseguita per la prima volta il 19/3/1922 a Valdocco, dedicata a don Giuseppe Vespignani, direttore generale delle scuole professionali e agricole salesiane, su libretto di Angelo Burlando. Era prima chiamata “Giuseppe l’Ebreo”.