Cimatti|Begliatti Letizia F.M.A. / 1932-7-14

966 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1932-7-14 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone1



Miyazaki Missione Indipendente

Giappone

Takanabe 14 luglio 1932

Reverenda Madre,

L’avvicinarsi della muta dei loro esercizi mi dà modo di intrattenermi un poco con Lei in relazione a varie cose che ritengo importanti e per le relazioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice colla missione ed anche per il vostro ulteriore perfezionamento. Penso che sia Lei la delegata dalle Superiore come Visitatrice o Ispettrice (perché non ho veduto ancora nessun’altra Superiora sia venuta fino in Giappone) e quindi apro a Lei tutto l’animo mio e come Salesiano e come Superiore della Missione. Le osservazioni sono frutto e di molti colloqui con lei e coi confratelli che o direttamente o indirettamente hanno relazione con loro tanto a Miyazaki che a Beppu – di quelli con Suor Carmela – ed anche frutto delle recenti visite. Lei nella sua esperienza e bontà, avendo sott’occhio le medesime potrà farne tema di avvisi speciali durante gli esercizi, e così tutti insieme coopereremo al maggior bene delle nostre anime e anche della missione.

Una prima impressione generale che specialmente lei ed il sottoscritto hanno constatato e constatano, è in generale la poca unione di intenti nel lavoro dell’apostolato. Quali possano essere le cause di questo disagio nelle vostre relazioni colle residenze è difficile valutarle tutte, perché molteplici, e molte sconosciute. Vi siete trovate in disagio di locali, di mezzi… e la missione non ha potuto aiutarvi come desiderava, perché anch’essa nel disagio. Non avete compreso fin da principio che il nostro unico desiderio era di aiutarvi (per dirigervi spiritualmente e per l’insegnamento della lingua, ecc.). Non siete contente dei confessori… Don Cimatti può darvi quelli che ha. Ma quello che più vi pesa (ed è naturale e me lo avete fatto capire e detto) è il manco della libertà di azione nelle varie mansioni che la missione vi ha affidato. Voi siete ad es. in relazione agli Oratori nelle condizioni degli oratori parrocchiali d’Italia, ed è naturale che finchè la Congregazione salesiana non avrà una facies propria in Giappone sarà sempre così. Nei primi due anni di Giappone noi pure eravamo alle dipendenze del Vescovo di Nagasaki e poi di Fukuoka. Per altre cose avevo fatta la proposta alle vostre superiore ma le critiche circostanze del momento non approdarono al risultato che D. Cimatti e Lei desiderava, e quindi che farci?

A D. Cimatti nelle relazioni economiche sarebbe piaciuto il sistema primitivo, ma mi si fecero ripetutamente piovere da Torino desideri, voleri, per cui si venne a quella che chiamo IRREGIMENTAZIONE ed anche questo fu fonte di quel manco di cordialità che non può essere basato se non sulla carità.

Queste sono certo alcune delle varie cause che influirono a che ora, tra la missione e le Figlie di Maria Ausiliatrice, non vi sia quel COR unum et anima una che, prescindendo dalle persone, vede solo e in tutto le anime e cerca di realizzare anche con la scarsità di mezzi tutto il bene possibile, fidandosi più che nei mezzi umani nell’aiuto della Divina Provvidenza. Furono queste e altre cause che forse impedirono quella reciproca confidenza, per cui si seppero molte delle nostre cose a Torino e fuori (ad es. al Sig. D. Torquinst) mentre era forse meglio fossero aggiustate fra noi.

L’esservi trovate a disagio per l’abitazione può essere abbia anche influito sulla vostra osservanza regolare delle pratiche di pietà (mi fece specie qualche volta vedervi uscire subito dopo dalla S. Messa ecc.) ed anche forse per l’orario. Certo non fu per colpa vostra. Spero che la nuova dimora vi metterà nelle condizioni di stare un po’ più in pace. Mi auguro, come me lo sono sempre augurato, che la missione possa essere presto in grado di darvi maggior comodità per le vostre pratiche di pietà in casa. Ma pensate che grande per la missione è il vantaggio che ne viene, e per la chiesa e per la formazione dei cristiani, al vedervi sia pure con sacrificio intervenire alle pratiche nella chiesa pubblica. Pensate al bel mezzo che avete in mano per attivare la frequenza delle ragazze grandi e piccole, e il controllo di questa frequenza, lavorando così per le vocazioni che solo colla cura individuale e collo spirito di pietà e di sacrificio si vengono formando. Può essere pure che non sia stato troppo compresa la necessità che dobbiamo di curare assai assai i cristiani, date le condizioni in cui si trovano, e non solo o di preferenza i pagani. Sono tutte anime – tutte hanno i loro difetti, come abbiamo noi, e dobbiamo curare di correggerli in tutti. La Santa Sede nell’affidarci la missione raccomanda ai missionari di lavorare per i CRISTIANI, per gli ERRANTI e per i pagani.

Un altro punto importantissimo che avremmo voluto si infiltrasse più fortemente in voi (perché purtroppo ne abbiamo fatto noi la dolorosa esperienza) è l’amore al paese che ci ospita. Bisogna che lo dimostriamo con lo studio accurato della lingua e delle costumanze giapponesi – col dare importanza alle loro cose, anche quando siamo convinti che le loro sono inferiori – specialmente col circondarci di amici e di simpatie, evitando qualsiasi parola o apprezzamento men che sfavorevole in relazione al Giappone o alle loro feste o costumanze – dando grande importanza alla loro bandiera, esponendola nelle feste nazionali, ecc. ecc.

Per questi poveri pagani la patria è tutto, come per noi la religione ha la massima importanza, ma essi valutano assai la patria loro, ma non comprendono il valore della religione nostra: per loro ciò che esalta la patria loro è tutto. Se li vogliamo avvincere, non diremo loro “lo studio della religione (catechismo) è più importante del giapponese…”, anche se sono cristiani, peggio poi se fossero pagani. Nelle competizioni poi di qualsiasi genere sia sempre salvaguardata la dignità sacerdotale, pubblicamente sosteniamone l’autorità, deferentemente ascoltiamone la parola e cerchiamo tutte le occasioni perché il rappresentante di Nostro Signore sia tenuto presso di tutti nel conto che si deve. Se vi sono osservazioni, facciamole in camera caritatis, ma regni sempre l’accordo e la devozione assoluta.

Ripeto: i sacerdoti sono qui per aiutarvi e desiderano aiutarvi spiritualmente in tutte le forme. Usufruitene con umiltà, con docilità per il ministero e per le anime vostre. Avreste potuto menare una vita più felice, e vedo invece che tante volte proprio per queste cose, siete state nella sofferenza inutile. State inoltre vigilanti su un punto che è pure della massima importanza. Ormai nelle residenze abbiamo giapponesi che comprendono più o meno l’italiano – capiscono pure il nostro giapponese più o meno forbito… e più o meno esattamente riferiscono quel che sentono. (è della natura e indole giapponese). Inoltre quando vedono noi agitati o che parliamo forte pensano che siamo arrabbiati o fra di noi o con loro – peggio poi se facciamo qualche gesto indicante minaccia o vendetta – peggio poi se si passasse a vie di fatto. Sono tutte queste cose disastri in tutti i sensi per noi e per loro. Carità e buone maniere fra noi e con i giapponesi – dolcezza nelle parole e nel tratto con tutti. Le nostre azioni, le nostre parole sono controllate in tutti i sensi e sono pascolo dei discorsi e degli apprezzamenti dei giapponesi che convivono con noi e che abitano fuori delle nostre case, e notate non parlo dei cristiani solo, ma dei pagani. È un paese così… e shikata ga nai (non c’è niente da fare) non si usa mai troppa prudenza.

Ed ora la cosa più importante, in relazione cioè alle confessioni. Non conosco ciò che prescrivono le loro costituzioni al riguardo, non per la frequenza della medesima, ma per le modalità di tempo o di permessi. La Chiesa vuole in questo che sia tutelata la massima libertà delle religiose e quanto al tempo e quanto al luogo. Se una suora ha bisogno di confessarsi prima della Messa bisogna permetterglielo. Così se una vuole confessarsi dal suo confessore ordinario (invece di uno che viene nella vostra chiesa per darvi libertà per le confessioni) bisogna permetterlo, anche se per far questo è necessario che la suora vada alla Parrocchia.

È per salvaguardare questa libertà che D. Cimatti ha autorizzato i sacerdoti e voi a servirvi di quelli che sono a Miyazaki o di passaggio. I canoni parlano chiaro: noi non possiamo proibire, né fare ricerche neppure indirette, né le religiose sono tenute a riferire alcunché alla Superiora. Questo vale e per le Confessioni nella vostra cappella e per la chiesa tanto a Miyazaki che a Beppu, specialmente se le suore domandano un confessore straordinario o supplementare, a maggior ragione se domandano il confessore ordinario. Noi superiori (metto anche me nel numero) su questo punto non useremo mai troppa libertà e delicatezza. Anche se si vedessero abusi dobbiamo usarla, reprimendo in altra forma gli abusi, ma in questo siamo rigidi osservatori delle disposizioni di S. Madre Chiesa.

Mi consta che in qualche caso forse non si è lasciata tutta la libertà esterna e per il tempo e per il luogo e per le persone. Investiamoci dei bisogni delle anime. Essendo un punto di capitale importanza prego di scrivere in proposito (su questo punto) a Suor Carmela subito, lasciando alla sua coscienza le conseguenze se non fosse fatto subito.

Mi pare di aver raccolto tutto ciò che mi consta dalle fonti accennate. Il mio unico desiderio è che ci facciamo santi – che fra le Suore e la Missione vi sia accordo perfetto e quanto agli intenti e quanto alle modalità – che animati dallo spirito di Don Bosco cerchiamo di lavorare (non dimenticate i mezzi escogitati nell’ultima adunanza) per il bene delle anime. cercate di condurre in fiore l’oratorio e il Shojo Kai (l’Associazione delle giovani). Fate a Miyazaki quanto così bene fanno le Figlie di Maria Ausiliatrice altrove – se vi sono delle difficoltà non abbiate paura di dirle. I prossimi Esercizi servano per ripigliare con tutte le forze il lavoro dell’Apostolato, senza timori, con cordialità vicendevole, con l’aiuto dei sacerdoti in cui vedrete solo degli aiuti che il Signore ha messo vicino alle vostre anime per guidarvi.

Voglia farne tema di avvisi o di conferenze durante gli esercizi per il vantaggio delle sue Comunità. Coraggio che il Signore ci vuole bene.

Con tutto l’ossequio e raccomandandomi alle preghiere di tutte

devotissimo nel Signore

D.V. Cimatti, sales., Sup. Miss.


1 Questa lettera e alcune delle seguenti è molto importante per capire le difficoltà sorte nelle relazioni tra don Cimatti e le Figlie di Maria Ausiliatrice agli inizi della loro attività in Giappone, e l’importanza dell’adattamento alla vita missionaria e alla cultura giapponese.