Cimatti|Ricaldone Pietro|1940-5-1

2393 / Ricaldone Pietro / 1940-5-1 /




Miyazaki, 1 maggio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Comincio la lettera nel nome di Maria cui intendo consacrare me, i miei e le cose mie in modo specialissimo in questo caro mese.

Nostre notizie e mie:

Salute – al solito, grazie a Dio, buona.

Studio e lavoro: non manca. Lei conosce le mie difficoltà per le due cariche. Pluribus intentus… Faccio quel che posso, non sempre riesco ad accontentare gli uomini (è così difficile!), mi sforzo di accontentare il Signore.

Pietà: nulla di speciale. Ho bisogno di spoltrirmi un po’ in tutto. Non manca la buona volontà. Oh, se il Signore me la raddoppiasse!

Ss. Voti e Regola: mi pare nulla di speciale.

Carità: Lei conosce il mio carattere: vorrei riuscire all’“omnibus factus”… Ma sono troppo uomo ancora ed ho da stare bene in guardia.

Per il resto:


  1. Ho alcuni confratelli non bene in salute, un ottimo teologo Dalkmann tedesco che è sulla strada polmonare.

  2. E più recentemente il bravo Don Baratto che mi va in campanella, e se il Signore non mi concede la grazia, dovrò purtroppo rinviarlo – straparla, come potrà rilevare dall’acclusa che le scrive. Il Signore ci aiuti. Naturalmente prego pensare all’esaltazione dello scrivente per le notizie. Quid dicam et faciam? Al momento l’ho messo a riposo e prego.

  3. Don Dupont è stato chiamato alle armi. Dove? Non so. Il Signore aiuti Lui e noi. Lo sostituisco con Don Dumeez che dovevo togliere da Nakatsu per compiuto sessennio.

  4. Ho fatto la visita alle quattro case di Tokyo… Mi pare ci sia da ringraziare e benedire il Signore – ci si sta organizzando, pur essendoci da perfezionare assai.


Deus nos adjuvet. La sostanza e lo spirito c’è e buono e volenteroso in tutti.

C’è qualche ammalato di nervi – mah! Come si fa?! La perfezione fisica e morale non sono davvero di questo mondo.

Pian piano si regolarizzano anche le questioni burocratiche – liturgiche, ecc.

In missione si fa quello che si può – per la chiesa, quello che mandano i benefattori, amici, e che il più delle volte non corrisponde alle belle norme del prezioso prontuario “Visita Canonica” – le costruzioni di cappelle, ecc. devono adattarsi a tante esigenze locali di spazio, ecc. I registri et similia presentano pure le loro difficoltà pratiche.

Ad ogni modo ho trovato buona volontà in tutti, e, ripeto, non siamo in tutte queste cose a terra, anzi… Sa che cosa ci sostiene? La povertà e per qualche parte la miseria nostra.

Grazie ai nostri cari Superiori, e specie a Lei, delle attenzioni materne che hanno avuto per noi.

Non ho potuto (pluribus de causis) fare la visita nelle dettagliate formalità indicate 1°, 2°, 3° ecc., ma fu fatto il possibile per farla meglio che potevo.

D’altra parte, grazie a Dio e alla confidenza dei confratelli, mi pare d’essere bene al corrente di tutto (in generale faccio 4 volte la visita a Tokyo).

E per il momento chiudo il mio rendiconto mensile, affidandolo per le mani di Maria e di Don Bosco a Lei affinché mi serva di vantaggio spirituale.

Mi raccomandi alla Mamma nel suo mese e più nella sua festa – le mandi per me un bel bacio.

Mi benedica.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti