1278 ricaldone


1278 ricaldone

1278 /Ricaldone Pietro BS / 1934-7-1 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

▲back to top



In silentio et in spe…1


Miyazaki, 1 Luglio 1934

Amatissimo e M. R. Sig. Don Ricaldone,

La festa dell’attuale Rettor Maggiore coincide proprio colla chiusura dell’anno missionario, e mi sembra bella partecipazione alla medesima, l’offerta del nostro modesto risultato del lavoro annuale, che Lei, amato Padre, può vedere nell’accluso specchietto riassuntivo.

Forti sbalzi in avanti non ci sono, né forti regressi, mi sembra però avanzata lenta a piè di piombo, se si vuole, ma avanzata. Al momento attuale, nell’ordine attuale delle circostanze d’ambiente, colle forze attuali, coi mezzi attualmente a disposizione non si poté fare di più.

Missionari, confratelli, Figlie di Maria A. e i collaboratori di vario genere all’interno e all’estero, volenterosamente e con gran cuore hanno fatto il loro dovere. Sia benedetto Iddio; siano encomiati quanti hanno lavorato o cooperato direttamente o indirettamente all’avvento di Dio nelle anime. A tempo opportuno la ricompensa adeguata per tutti dal buon Dio, regale rimuneratore. Il povero missionario non può che dire il commosso “Grazie” della riconoscenza e non ha la possibilità che di offrire le quotidiane preghiere e i sacrifici, di cui è materiata la sua vita. E le assicuro che tutto ciò è fatto continuamente per i nostri amati superiori, fratelli ed allievi e per i benefattori ed amici della missione.

Le cifre al solito non possono esprimere la realtà del lavoro vivente, e più del lavoro nascosto, di penetrazione costante, di quello che appunto perché meno appare è forse il più efficace; di quello attuato da forze che non possono apparire sulla carta e che sono i veri fattori attivi dall’apostolato, e meno ancora possono le aride cifre palesare al mondo i sacrifici del missionario e di quanti lo coadiuvano, gli ostacoli contro cui va a sbattere, le palesi ed occulte lotte, consce ed inconsce contro il lavoro dell’apostolato. Ad ogni modo le cifre dicono anche qualche cosa, dicono l’ardente e fermo proposito di noi tutti, di voi tutti che con noi fraternamente lavorate, di continuare con fede nell’impresa.

Sono frutti concreti del lavoro d’apostolato di quest’anno il nuovo edificio del SEMINARIO INDIGENO a Miyazaki, e più l’aumento consolante dei nostri seminaristi saliti a 37. A Nakatsu un piccolo nucleo (12) di giovani comincia a delineare un futuro vivaio preparatorio al Seminario.

Ad Oita già si deve pensare come ampliare l’Asilo, incapace di contenere decorosamente i 56 allievi.

La prossima apertura della scuola tipografica di Tokyo lascerà ad Oita spazio conveniente.

Le Figlie di Maria A. a Beppu e Miyazaki vanno dando sviluppo e all’Opera della S. Infanzia e al pensionato ed opera di protezione della giovane, che danno già abbondante frutto di bene.

A Miyazaki poi lo sviluppo dell’Ospizio, che già accoglie 75 persone, esige nuovi ampliamenti, mentre le conferenze di S. Vincenzo di Miyazaki con la nuova di Beppu vengono estendendo alle 80 famiglie i benefici effetti delle caritatevoli istituzioni. La nuova libreria cattolica inoltre è buon focolaio di propaganda.

L’opera del missionario vagante svolgentesi in zona di Oita, Nakatsu, e Beppu e Miyakonojo ha la sua massima attività in zona di Takanabe, dove il nostro Don Lucioni ha già dieci nuclei di cristianità in formazione. Ovunque l’opera di penetrazione si effettua con conferenze e specialmente con la distribuzione settimanale e dietro richiesta del giornale cattolico, cui fa seguito libri ed altro, che serva a diffondere il pensiero cattolico.

Oh, i miei buoni missionari quanti begli episodi di fede, di sacrificio potrebbero raccontare di poveri pagani, che iniziano la conoscenza di nostro Signore.

È di poco tempo fa il fatto di un uomo sui trent’anni che si presenta al missionario, chiedendo l’istruzione religiosa. Abita a quattro ore di viaggio disagiato; un’ora e mezzo a piedi (talora vi è servizio d’auto); un’ora e mezzo su decovil (!) di montagna per trasporto del legname (e siccome non ha orario, se non si incontra il trenino, bisogna fare tutto a piedi per strade, sentiero, cui mancano ancora i ponti). E nonostante questo si propone di andare almeno una volta al mese, lui, povero pagano, al luogo più vicino di riunione dei cristiani.

Ringraziando il Signore continuano pure numerose le adunanze giovanili, delle quali batte il record l’oratorio quotidiano di Tokyo.

La zona in cui è situata la nostra missione, anche per volontà del governo imperiale, viene rapidamente popolandosi ed arricchendosi di opere civili e sociali, destinate alla ripopolazione e dissodamento di zone abbandonate. Enormi fabbriche di concimi chimici, di seta artificiale, esplosivi ed industrie annesse (le più grandi del Giappone) – grandi basi di aviazione militare e civile – fervore di opere stradali e ponti – sviluppo moderno dei mezzi di viabilità, ecc. col conseguente richiamo di operai, aumentano la popolazione della missione, in modo straordinario. Occorre assolutamente, che parallelamente a questo importante movimento di attività che si inizia nell’estrema periferia del Giappone, anche il movimento religioso progredisca – se no, arriveremo in ritardo, quando cioè, le posizioni saranno occupate e per il missionario cattolico e per le opere cattoliche non ci sarà che l’angoletto ristretto e scomodo per tutti – che finisce col gettare il discredito sulla religione – e col mettere il missionario e il cattolicismo in posizione più che ausiliaria, povero sopportato che non può aver prestigio né forza di attrazione. È il solito ritornello con cui si chiudono le lettere dei missionari. Occorre personale, occorrono mezzi per acquistare terreni su cui costruire le opere dell’apostolato; occorrono uomini di buon volere, che coadiuvino colla preghiera e cogli aiuti materiali, gli sforzi di noi tutti.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, quest’anno è per noi anno santo. È volere di noi tutti che molto, molto molto maggior bene sia realizzato per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

Oh, amato Padre ci aiuti, e con Lei tutti gli amici nostri, a realizzare questa che è l’irremovibile ed attiva volontà di noi tutti.

Ci benedica e preghi per noi.

Aff.mo come figlio

Don V. Cimatti, sales.




1 Seguono statistiche: si omettono. Manoscritto, pubblicato in parte su Boll. Sales. di Novembre].