Cimatti|Ricaldone Pietro / 1939-4-30

2264 / Ricaldone Pietro / 1939-4-30 /




Tokyo, 30 aprile 1939


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Come vede, mi trovo a Tokyo. Ho compiuto la visita alle case e ringraziando il Signore mi pare di poter dire che il Signore è contento dei suoi figli. Le cose per ognuno dei confratelli e specie l’osservanza delle regole è al punto. Qua e là, per qualcuno, specie coadiutori; piccoli nei personali, dovuti più al nervosismo che a cattiva volontà, ma al momento tutti si trovano benino per la salute materiale e spirituale. Ci vorrebbero mezzi e personale per mettere le cose al punto, ma non c’è che da buttarsi nelle mani di Dio e fare quanto dispone. Finalmente le Figlie di Maria A. sono entrate a Tokyo e speriamo che facciano del gran bene e che riusciamo così a regolarizzare anche la situazione di Mikawajima.

Mi scrive Don Tanguy che pare che i Superiori ad tempus lo fermeranno in Francia. Ho scritto chiaro al Sig. Don Berruti [che] ci dicano chiaro se e presumibilmente quando torna.

Dopo la partenza di Don Escursell non saprei chi mettere a Mikawajima e per ora lascio Don Dupont, che spero farà tirare avanti la barca. Intanto attendo pareri, consigli, ecc. dei Superiori sui problemi iniziati ed esposti. Ho pure fatto stop sulla fondazione di Yokohama, non avendo al momento né personale, né mezzi.

Mio rendiconto: salute, tutti mi invidiano la salute. Come non posso esimermene, divento vecchio, ecco tutto… coi relativi acciacchi.

Lavoro: i Superiori sanno che non posso attendere bene a tutto. Tento far quel che posso, scontentando tutti; faccio di tutto per accontentare il Signore.

Pìetà, ecc.: insisto e tento di mantenere costante la buona volontà.

Regole, ecc.: mi pare di essere in regola.

Le mie difficoltà Lei le conosce.


        1. Non sono un uomo di comando: so forse dare consiglio e farei scuola tutto il giorno. I trent’anni di Valsalice hanno forgiato me in tal modo ed è difficile che possa cambiare. Così si dica per la musica… Mah, Deus scit. Faremo lassù!

        2. Non sono un uomo di amministrazione. Ho sul gobbo Lire 50.000 circa di debito che non riesco a togliermi di dosso col Gran Seminario di Tokyo. Oh, se Lei trovasse un’anima buona!


Per i confratelli, ne ho degli ammalati (Don Arri, Don Cecchetti… da giù) e dei nervosi (un numero discreto): per il resto benino.

Al momento nient’altro di speciale.

Mi voglia aiutare, quando può, anche materialmente, ma quel che mi necessita è l’aiuto spirituale che imploro da Lei, dai Superiori e dai giovani.

Tutti vogliono essere personalmente presenti, amat.mo Sig. Don Ricaldone: buona festa di Maria Ausiliatrice e mi aiuti la buona Mamma ad essere suo degno devoto e figliuolo. Inteso che vogliamo partecipare nella nostra povertà alla dimostrazione catechistica del 1941; attendiamo le norme definitive.

Mi benedica e mi creda

Suo aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti


P.S. - Il Primo di Maggio Don Cavoli fa il 25.mo di Messa; penso che una parolina del Padre, farà del bene.