Cimatti|Ricaldone Pietro / 1931-6-11

757 /Ricaldone Pietro / 1931-6-11 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



11 giugno 1931

Amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Mi trovo in visita (ormai finita) ad Oita, e vedendo il lavoro iniziato per la stamperia (molto modesta, per ora 6 ricoverati allievi oltre il personale), mi viene in mente di ribadire e di battere il ferro, che non so se sia caldo. Ecco i problemi:

1.- Se la S. Sede mi aiuta per la sede fissa del piccolo seminario, trasportiamo il medesimo in zona di Miyazaki. Il personale della missione potrà aiutare (entrando nel terzo anno, aumentano i corsi, ecc.).

2.- Nakatsu potrà sviluppare il lavoro di apostolato (fermo per lo sviluppo dato al Seminario) e arricchirsi o di scuola di catechisti o di figli di Maria – che credo attecchiranno bene. Così si utilizza il fatto ampliamento.

3.- Oita ha lavoro fin sopra i capelli e per la missione e per il laboratorio. Non potranno quest’anno inviare qualcuno per la tipografia? Ormai in Giappone si fanno lavori in “romaji” o in inglese, e chi fosse pratico, anche se non sa subito il giapponese potrebbe lavorare assai, tanto più che a Oita c’è la scuola superiore di commercio che darebbe lavori del genere. Un confratello poi alla testa o almeno in laboratorio, solleverebbe assai Don Margiaria, che è davvero aggravato e sovraccarico.

4.- Bisogna aprire Beppu essendosi stabilite definitivamente le suore. Una modestissima casetta su terreno nostro è già pronta. Si incomincerà l’oratorio in attesa che la Povvidenza stabilisca il modo di venirci in aiuto per la costruzione futura.

5.- Takanabe si vuota di 9 chierici che finita la filosofia cominciano il tirocinio. Rimane uno del secondo corso (che però ha da fare in pratica la materia del primo), forse avrò un aspirante giapponese, e così sarebbero due.

a) I Superiori mandano chierici? Occorre (per non sdoppiare i corsi) che siano del primo anno. Spero arriveranno a una decina almeno. Oh, ci fosse qualche insegnante. Ad es. ci fosse un insegnante filosofo della Gregoriana potrei utilizzare Don Marega… Potremmo avere anche un buon assistente…

b) Mandano i novizi? (Avrei due come coadiutori). Insisto almeno pel maestro dei medesimi e sapere al più presto la cosa per cercare il posto opportuno.

c) Va da sé che occorrono preti, preti e specialmente buoni confessori… Non rida che domando tanto… Petite et accipietis! Pulsate…

d) Miyazaki. Per ora nulla di speciale. Se si trasporta il Seminario… aumenterà il lavoro. Le suore spero si incaricheranno in pieno dell’opera femminile. E se ne incaricheranno in pieno se avessi 40 mila lire per la costruzione. Dio mi aiuterà. E pensare che sono quanti anni (dalla sua venuta) che tento, e sono solo (coll’asilo) all’inizio dell’opera. Preghi e mi aiuti.

6.- Tano: pure avrei bisogno di aprire, ove, ora, c’è posto per una piccola comunità. Dipenderà dal personale… Forse mettere là la scuola dei catechisti o figli di Maria?

Eccole lo stato delle cose. Veda di investirsi dei bisogni nostri. Preghi per noi e ci benedica.

Per il personale presente, in parte le ho già scritto, ed ora specifico alcune cose su cui desidero consiglio.

a) Don Pedro trova difficoltà enorme per la lingua e non so che concluderà e come potrò utilizzarlo.

b) Don Lucioni ha avuto le lotte dell’anno scorso (sa che aveva chiesto di cambiare missione) ed in pratica non fa volentieri, perché (come Don Pedro) ha il cuore altrove. In gran parte nevrastenia, ecc.

c) Il più in stato compassionevole è il coad. Maccario. Carattere nevrastenico, non può sopportare i giapponesi che l’aiutano. Pro bono pacis e per mettere in pace l’anima sua l’ho cambiato da Oita a Nakatsu, ma anche là, lo stesso. Soffre enormemente Lui, e fa soffrire tutti. S’avvicina il tempo di rinnovare i voti, ma come si fa a dargli i perpetui che domanda? Si è cercato di metter le mani avanti e avvisarlo che è meglio rinnovi, sia pure ad tempus i triennali… Si è abbattuto in forma che non ho mai constatato in nessuno. Per me è un ammalato bello e buono, come il povero De Mattia, ed il buon Dio ci scampi. Quid facere? Per me, per queste categorie di persone non c’è che il ritorno. Comprendo che i Superiori può essere che pensino diverso… ma… se qui siamo al fronte… è più deleterio per le anime dei singoli e pel complesso del lavoro d’apostolato, lo stato attuale che il ritorno.


Queste povere anime non sono che in agitazione – testa e cuore altrove – forze quindi indebolite: si impiega un tempo enorme a ragionare con chi non lo può, essendo in quelle condizioni (senza loro colpa, se sono ammalati…).

Perdoni pur comprendendo tutte le ragioni di opportunità per non permettere il ritorno… Gli altri, Deo gratias! pur essendocene alcuni che era meglio… “Vuoi vuotare la Missione?”. Oh, amat.mo Don Pietro, vorrei dare la mia vita prima che per i giapponesi per queste povere anime… e non riesco a concludere, date le condizioni di mente e forse più di corpo in cui si trovano. Il mio massimo rimorso (deve essere tale?) è che per l’apostolato missionario riesco e posso far poco o nulla.

La mia vita, il mio tempo è speso a cercare i mezzi e a scuotere la Provvidenza e i buoni benefattori, e i Superiori per tener su i confratelli… Ma… Ad ogni modo è mio dovere informare.

Sono stato un po’ lungo, ma era necessario. Preghi e faccia pregare e mi benedica in modo speciale.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.