Cimatti|Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-5-27

750 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1931-5-27 /


a Suor Letizia Begliatti, Direttrice a Beppu1



Takanabe, 27 maggio 1931


Rev. Madre,

Nell’occasione della venuta del confessore straordinario le rimetto:

1.- Due documenti che può essere siano utili (non sono impegnativi):

progetto per l’acqua potabile,

impianto elettrico (credo come è fatto ora).

Mi furono dati dal propretario. Vedranno se e come fare e in quale forma, dirigendosi a chi credono (Società - Ditte): il proprietario mi assicurava che non era legato con alcuno.

2.- Se desidera subito le carte di proprietà, sono pronte. Vedremo a contratto finito, come fare il trapasso di proprietà, intestata ora a Don Margiaria e al sottoscritto.

Non andrebbe male che sabato prossimo pensassimo un po’ alla modalità dell’asilo: spero venire in mattinata con Don Antonio, così se si può decidere qualche cosa, sarà bene.

Nelle linee generali, l’asilo è opera della missione, come pure le opere annesse, il tutto è affidato alle Figlie di Maria A.2

È necessario stabilire chiaro questo principio, perché quando i salesiani dovranno cedere la missione ai preti indigeni, non vi siano questioni pel trapasso e poi per la questione di proprietà. (Non sarà male all’occasione [che] interroghi qualche congregazione femminile sulla questione fondiaria delle opere delle Suore, ecc. Don Cimatti pure farà richieste).

Ciò posto bisognerà fissare quali siano le rispettive parti che la missione e le suore devono osservare – la parte amministrativa – legale, ecc. Veda di pensare ed esprimere senza paura o riserve il suo pensiero, perché francamente non me ne intendo. Nei riflessi poi di Don Antonio più parlo con lui del problema e più trovo che verso di Lei e le suore e le aspiranti è pieno delle più belle disposizioni di cuore, di spirito, di desiderio di lavoro. Desidera anzi essere utilizzato (e quindi quando desiderano conferenze, prediche, benedizioni speciali, ecc. ecc. parlino, esprimano i loro desideri). In qualche caso se lo vedono serio è solo indisposizione organica, che non sempre riesce a dominare. Ma non abbiano timore, parlino, esprimano desideri. È dalla più stretta intesa e scambio di idee che si appianeranno le apparenti difficoltà, che credo siano più nell’aria che negli animi.

Quanto al giapponese faccia fare molta conversazione – piccole frasi – se crede imponga una breve ricreazione in cui tutte siano obbligate a parlare in Giapponese.

E soprattutto preghino per le anime a noi affidate – più pregheremo, più le ameremo – più le ameremo più ci faremo in tutto (nell’imitabile, ben inteso) simili a loro, il che a mio modo di vedere non fu ancora raggiunto dai missionari passati e presenti, né da nessuna delle Congregazioni straniere – e se questo non si attua sono certo che la conversione del Giappone sarà di là da venire ancor per molti secoli. Per me questo è verità inconcussa; l’ho predicato in ogni senso e tento di praticarlo – ma è certo che finché il nostro spirito non sarà giapponesizzato, non riusciremo.

Non posso essere con frequenza fra di voi: almeno arrepta occasione giunga la mia povera parola.

Con ogni affetto mi saluti tutte, tutte.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


1 Il primo punto e parte del secondo è a riguardo della nuova casa acquistata a Beppu per le Figlie di Maria A. con l’offerta di Don Torquinst.

2 Si tratta dell’asilo “Stella maris” aperto con tanti sacrifici a Miyazaki.