Cimatti|Bernardi Angelo |1943-12-22

3045 / Bernardi Angelo / 1943-12-22 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 22 dicembre 1943

Carissimo,


Nuovamente in possesso delle tue carissime del 3/12 c. m. Mentre ringrazio te ed il Signore di tutto, rinnovo a te, al carissimo Antolin e ai cristiani gli auguri di Natale e Capodanno.

Per le nostre questioni si cerca di trattare – la base è che noi vogliamo andare incontro a quanto ci si domanda, ma ci diano l’equivalente ed i modi di vivere.

Hanno fatto e fanno dappertutto così: domandiamo che si faccia così anche per noi. Il mandarci in Provincia di Oita è volerci mandare a spasso: dovremo andarci, ma a tempo debito. Ed in tutto si faccia la volontà del Signore. Mi dispiace che il nostro buon Amministratore Apostolico pigli le cose non per il loro verso: sarebbe una cosa così facile intendersi da buoni fratelli e non ci si riesce… Perché?1

Grazie di quanto mi proponi di fare per il nostro Don Arri.

Per l’aiuto che presti ai confratelli fa’ tutto con grande carità e con generosità al possibile. Mi sarebbe utile per i miei conti il numero delle Messe ad intentionem (in blocco).

E tu fatti coraggio e mentre santifichi te stesso (siamo nelle occasioni per l’esercizio di tante virtù), aiuta anche il chierico quanto puoi. Strenna: PREGHIERA, AZIONE E SACRIFICIO.

Ti sono sempre vicino coll’affetto e colla preghiera e tu fa’ altrettanto per il


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Una buona parola per me a Omuta e se c’è Nakamura ed alle famiglie cristiane Kaneko, Fuji, alle buone maestre, alla maestra di Koto.

1 In data 16 dicembre Don Cimatti scrive: “Da tutto il contesto sorge il dubbio che davvero le autorità vogliano requisirlo come scuola o altro. Lavoriamo e preghiamo. In risposta ad una lettera dell’Amm. Apost. (10 c.m.) riassumo la questione, le nostre richieste (ci dia da vivere – problema della Chiesa). Egli mi dice di dar ordine ai confratelli di spandersi qua e là; gli rispondo che, essendo cosa ingiusta, si dà ordine di rimanere, ci dia pane e lavoro, trattiamo noi direttamente colle autorità. Che ci cacci di casa il governo...ma che che proprio il rappresentante della Chiesa...Si inimicus meus...maledixisset mihi...e glielo ho intonato...Da questa parte a tutt’oggi, insulti e accuse...persino minacce di sospensioni...e Deo gratias! Penso che ci lascierà in pace se S.Giuseppe farà la sua parte.”