Cimatti|Ricaldone Pietro / 1932-5-28

946 /Ricaldone Pietro BS / 1932-5-28 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 28 maggio 1932



Il Giappone sente la crisi mondiale?1


Rev.mo ed amat.mo Padre,

Se Lei venisse ora in Giappone, come anni fa, i suoi figli e i non pochi giapponesi che conosce e che hanno saputo la sua nuova qualità, griderebbero con tutto l’entusiasmo il triplice: “Ricardone 2– Sarejio Kaicho, Banzai!”. (A Ricaldone, Superiore dei Salesiani… Viva), e mentre con tutto il cuore abbiamo ringraziato il Signore di averci elargito il nuovo Don Bosco, benché lontani abbiamo noi pure partecipato con tutta l’anima alla gioia della Congregazione.

Amatissimo Padre, ad multos annos, ad multos annos!

Nelle lettere precedenti ho cercato d’interessarla con le difficoltà caratteristiche di questa missione. Non posso affidare alla pubblicità un complesso di molte altre difficoltà che tentano di arenare, di isterilire o rendere vane le fatiche dell’apostolato. Ma ormai è diventato di moda parlare della crisi mondiale. Parliamone dunque e ci aiuti il Signore a superarla.


Il Giappone è in crisi?


Dal punto di vista materiale lo è, come tutte le nazioni, pur nascondendo molto sotto il manto di un benessere generale. Per noi che viviamo a contatto col popolo, coi poveri, dobbiamo rispondere affermativamente. Ma è così poco quello di cui si accontenta questo povero popolo – e nel paganesimo è così difficile stabilire quale possa essere il benessere della classe operaia, agricola e più della poveraglia, che non saprei dare una risposta esatta al problema, pur vedendolo in atto.

I recenti avvenimenti della guerra, i sommovimenti politici hanno dato al problema un nuovo strappo, che ha avuto ripercussioni e rincrudimenti anche nel campo finanziario, colle conseguenti asprezze per il piccolo impiegato e commerciante, per l’operaio, per il contadino, per il povero. Dunque la crisi economica con le sue conseguenze c’è e si fa sentire anche in Giappone.


Crisi di anime in Giappone


Ma se tale crisi può preoccupare popolo e missionario, che vi è a contatto, e che vede con dolore di potervi mettere riparo solo in minima parte, date le condizioni non meno critiche per lui create dal dissesto mondiale, preoccupa assai assai più la crisi di anime di questo popolo in mezzo a cui lavoriamo. Tale crisi incomparabilmente più pericolosa della precedente, perché può portare a sorprese e dissesti interni gravissimi – che potrebbero ripercuotersi su tutto il mondo – è crisi di pensiero, crisi di bisogno religioso – crisi morale – crisi di libertà. Mi pare di vedervi un parallelo bellissimo nell’instabilità di queste terre, considerate dal punto di vista geologico: alluvioni, terremoti e maremoti, tifoni, eruzioni vulcaniche tormentano alle volte con parossismi violenti queste terre, così splendide di bellezze naturali, riducendole ad ammassi informi… Lo stesso, lo stesso è in fondo all’anima di questo popolo, che bevendo avidamente alla nuova civiltà venutagli dall’Occidente, assimilatala e trasformatala a modo suo, si sente ora nei contrasti tra la sua anima, l’anima giapponese, e la superstruttura prodottagli da altre anime, di cui però non ha assorbito forse che il lato più estrinseco… e non ha ancora trovato l’ubi consistam. Sui grandi quotidiani si annuncia questo stato di cose – si guarda alla religione, e da molti alla religione cattolica, come mezzo e base di assestamento – ma o non si ha il coraggio di abbracciarla o non se ne comprende a pieno la portata o non la si vuole… e allora la crisi spirituale (che noi missionari constatiamo nelle anime che hanno la forza di rispondere il “SÌ” a Gesù che chiama e che vi si donano) va scuotendo con ritmo irregolare questa grande nazione. Avrà la forza di comprendere e di afferrarsi all’unico riparo? Gli avvenimenti (che possono anche precipitare) ne daranno la risposta.


Il lavoro missionario nonostante la crisi


E che fanno i suoi figli? È un momento in cui si deve lavorare più di prima, nonostante che non si possa realizzare ciò che si vorrebbe o che sarebbe necessario fare. Non si è derogato al nostro programma di lavoro perché la Provvidenza maternamente ci sostiene. Due nuove residenze, TANO e BEPPU, sono aperte. Il piccolo Seminario è in piena efficienza a NAKATSU, in attesa di trasportare le tende in sede propria. I nostri studenti di filosofia già varie volte con modesti concerti a Takanabe, a Kawaminami hanno attirato il pubblico ad udire la buona parola. Eccoli a CHUSUBARU, chiamati per una serata di propaganda religiosa all’aperto dai protestanti del luogo, vari dei quali ora hanno iniziato lo studio della religione cattolica. La serata fu tenuta presso la casa di un notabile giapponese ISHII fondatore di un vasto orfanotrofio, e che ricevette il battesimo prima di morire. Pregammo presso la tomba di questo bravo uomo, che tanto bene fece alla gioventù povera ed abbandonata.

A OITA la tipografia Don Bosco comincia a stampare lavori di un certo valore, che la fanno sempre meglio conoscere. La pubblicazione delle LETTURE CATTOLICHE e del modesto Bollettino Salesiano vanno aumentando poco a poco le fila dei cooperatori dell’opera nostra, oltre al bene incalcolabile per la buona propaganda fra i pagani.

Le Figlie di Maria A. a Miyazaki e Beppu prestano l’opera loro nell’Asilo e nell’Oratorio. Al centro della Missione a Miyazaki (che viene rapidamente trasformandosi in città moderna) colle associazioni religiose e di azione, coi mezzi di divertimento (giuochi, teatrino, musica, proiezioni, ecc.) si attirano quotidianamente all’Oratorio ragazzi cristiani e pagani (che ogni domenica affollano le nostre sale in ogni residenza).

È in buona efficienza a Miyazaki il dopo scuola che continua a dare buoni frutti, davvero consolanti. Può ammirarlo durante l’ora di studio nella sala Don Bosco. In ogni plaga poi è consolante il numero dei catecumeni.

(manca il seguito)


1 Manoscritto, inedito.

2 Tener presente che in giapponese non esiste la lettera “L”, e viene sostituita con la “R”, al contrario del cinese che non ha la “R” e usa solo la “L”. (Nota di Don Compri, il quale per ironia della sorte, ha l’erre moscia e si trova proprio in Giappone; ma se la cava lo stesso. Questo a consolazione di chi in futuro abbia la sorte di venire in Giappone!)