1099 ricaldone


1099 ricaldone

1099 / Ricaldone Pietro / 1933-5-15 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 15 maggio 1933

M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

È l’inizio della novena della Mamma nostra, affido a Lei, Ausiliatrice nostra, varie questioni importanti.


  1. La relazione sullo sviluppo dell’opera dei cooperatori nella nostra Visitatoria.

  2. Questione di Osaka: avendo inviato telegramma, che forse sarà sibillino, non ricevendo risposta ed urgendo darne una a quelli che si occupano della questione, sulla base di norme precedenti datemi da Lei, interrogato il Consiglio risposi domandando varie cose, così si guadagna tempo e si chiarisce la questione.

Stato della questione: si impegnano di dare il terreno e in località cui il Vescovo ha già dato il consenso di apertura di casa, se noi promettiamo la scuola.

In un primo tempo speravamo far tutto – non è escluso che aiutino in seguito – ma data la crisi, assicurano solo il terreno. Mie domande:


  1. A che condizioni? Chi sarà il padrone del terreno?

  2. Lasso di almeno 5 anni per le opportune preparazioni e al più presto si può iniziare.

  1. Quali specie di scuole? Come prima? Cioè studentato (che darebbe modo di radunare personale di varie nazionalità), scuole di lingue straniere (a Osaka ce n’è urgente bisogno), scuola professionale?

  2. C’è speranza di essere aiutati dai benefattori della città, ecc. anche per la costruzione degli edifici, e fino a quale punto?

  3. Trasmissione da parte mia delle varie proposte e condizioni ai Superiori di Torino, cui spetta decidere.


Se lasciamo perdere l’occasione, certo ci perdiamo assai; d’altra parte però bisogna assolutamente che Torino parli chiaro e a tempo opportuno, aiuti col personale e coi mezzi, in caso diverso, è meglio soprassedere. Non so però se tornerà l’occasione propizia. In attesa dunque di risposta affermativa prego di cuore il Signore e Maria SS.ma A. Penso che anche qui, come a Tokyo, il primo passo è di mettere piede a terra. L’occasione c’è, non perdiamola.

  1. Comprendo chiarissimo il suo pensiero, amatissimo Sig. Don Ricaldone, sulla vita di comunità in missione. Può essere che mi sia spiegato. Il fatto è che le nostre comunità, pur piccole, ci sono per tutte le residenze e non vi è nessun confratello isolato – e mi consta de visu che lo spirito di vita comune e di osservanza c’è in tutte.

  2. A Beppu e a Tano dove c’era stata qualche dicerìa, ora è calma perfetta, e specialmente a Beppu, buon lavoro. Si cerca di applicare alla lettera per quanto si può i ricordi di Don Bosco ai missionari.

  3. Per i progetti stia tranquillo, non si fa il passo più lungo della gamba – d’altra parte Lei sa che fare i progetti non è eseguirli. Sono contento che i Superiori sappiano che Don Cimatti non sa dire di no a nessuno… quando sono cose che si possono fare e che non sono disformi dallo spirito delle nostre Regole.

Senta, amatissimo Sig. Don Ricaldone, sono ormai 7 anni che si lavora qua. All’inizio si fece un programma minimo, concordato poi con Lei (basta vedere i verbali, ecc.) che si assomma in breve così: “Dal punto di vista missionario: cura dei cristiani – ricerca dei dispersi – cura degli erranti – cura dei pagani – erezione di residenze là dove ci sono cristiani e possibilmente e prima nei capoluoghi di circondario. Orientare l’apostolato secondo le direttive di Don Bosco – lavorare per le vocazioni indigene – chiamare le Figlie di Maria A.”.

Ho coscienza che ogni missionario ha fatto del suo meglio perché i primi quattro punti fossero eseguiti (sa il Signore quanto ci costi e ci costa!). Al quinto punto i nomi di Nakatsu, Beppu, Oita, Takanabe, Miyazaki e Miyakonojo corrispondono allo scopo. Tano si trovò in condizioni speciali: è un villaggio pressoché tutto cristiano, formatosi alcuni anni or sono per il dissodamento del terreno – ed è grazie ai Salesiani.

Ed ora appena ho il personale – ho già pronto (perché ho preparato o si sta ora alla lontana preparando il lavoro) una diecina di posti – in cui già domani una comunità salesiana troverebbe lavoro abbondante. Vi è chi lavora in residenza, vi è chi sta dissodando, facendo scorrerie, le conferenze, la musica e la stampa infrangono zolle… Ed ecco… che forse si parla troppo di progetti e non si pensa che sono preparati da anni. Deo gratias.

Al sesto punto: ogni residenza ha il lavoro tra i giovani – quotidiano e a sera.

Al settimo punto: c’è il Seminario. Non mi ci stanno più. La S. Sede mi dà i soldi per costruirlo. Lei, amatissimo Sig. Don Ricaldone, direbbe di no? Sono sei anni che ho tribolato per averlo. Grazie anche ad un lavoro non indifferente di uno che penso Lei conosca, che si chiama Don Pietro Ricaldone; ora l’ho ottenuto. Dunque?

All’ottavo punto le Figlie di Maria A. ci sono e faranno del bene. Per far loro l’asilo la Missione soffrì assai finanziariamente – parentesi dolorosa della crisi – questione ora risolta colla cessione; ed io contentissimo che se saranno Figlie di Maria A. di Don Bosco faranno un bene immenso, specialmente quando potranno estendersi fuori della missione.

Per me non vedo che la realizzazione del programma stabilito. Dio volesse che Don Cimatti avesse potuto fare il doppio… Ah, questo brucia, che il Giappone in 70 anni è salito fra le potenze e non così il povero Gesù, il crocifisso Gesù. Oh, come vorrei parlare cuore a cuore con quanti vedono moltiplicarsi i progetti in Giappone… che non so dove siano, diversi da questi concordati, noti come programma minimo e dir loro: “Pregate, cari, pregate per noi!”. Se stiamo alle direttive dei Superiori perché devono nascere i guai? Può essere si pensi all’Ospizio? Sì, sono a tutt’oggi 38 le bocche da mantenere, ma la Provvidenza ci pensa.

A Oita ho autorizzato a titolo di prova un asilo d’infanzia. L’autorità me lo approva per 35 allievi (è una cameretta) e ce ne sono 40. Ma che devo fare se vengono… e domandano di venirci? Bisogna che rifacciamo la gioventù – non c’è altra via… Almeno per un lavoro proficuo Don Cimatti non ne sa trovare altro, ecco perché ci siamo buttati a corpo morto tra i giovani.

Dal punto di vista salesiano:


  1. Far conoscere il nostro spirito

  2. cura delle vocazioni

  3. scuole professionali.


Al primo: mi pare che non si lasciò intentato nulla. Vita di Don Bosco, sistema educativo – biografie di giovani – letture cattoliche – associazioni dei devoti – Cooperatori – Opera del S. Cuore, un modesto bollettino salesiano… Sono note in missione e fuori.

Al secondo: Nakatsu e qua e là nelle case vi sono aspiranti. Si potrebbe già fare il noviziato.

Al terzo: la piccola tipografia-scuola di Oita.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, non autodifese, che non c’è bisogno – è per illuminare semplicemente. Del resto chi ha prodotto questo è il Signore e la carità dei Superiori e dei buoni: lo riconosciamo tutti.

Andavo frugando nella testa quali altri progetti ci possono essere? Tokyo? Osaka? Ma è così naturale: sono cose che verranno da sé.

Oh, quanta poca fede in Maria Ausiliatrice e Don Bosco regna, purtroppo, anche in Don Cimatti!

Scusi la lunga digressione che per l’onore dei miei confratelli dovevo pur manifestare al Padre nostro.

  1. Ed ora voglio essere dei primi ad augurare per me e per i singoli miei ottimo e santo onomastico colle solite assicurazioni.


Lei lo sa, Don Cimatti ha bisogno di aiuto, di compatimento, di consiglio e ha soprattutto bisogno di farsi santo.

Oh, mi preme questo più dei molteplici progetti di cui si parla. Ed ho bisogno di santificare, lui che non è santo, tanti bravi confratelli, che se sono come sono è perché sono ammalati.

Prego cotidie Gesù che accumuli su me tutto, eccetto il peccato, ma salvo le tribolazioni della carne, senza mio merito, sto bene.

Dovere dunque di lavorare. Preghi preghi preghi per l’anima mia.

Sarà sul punto di decidere per il personale. Per quest’anno ho solo bisogno di pensare a trasportare il Seminario a Miyazaki, quindi Nakatsu rimarrà casa di Missione o per aspiranti, figli di Maria.

Per il resto nihil novi. Se saremo in pochi cercheremo di raggruppare. Pensi poi che:


    1. Nello studentato non rimane più nessuno. Se sarà pronto per il latino, inizierà la filosofia un aspirante giapponese.

    2. Vari incominceranno la teologia a Hong Kong, e quindi qualche casa impigrirà assai.

    3. Tokyo ha bisogno di aiuto. Sa con 200 e più quotidianamente…

    4. Ho bisogno di mantenere e rafforzare le posizioni, e tutte le posizioni.


Supplico dunque, aiuto, grande aiuto, pronto aiuto.

Mi benedica con tutta l’effusione paterna.

Come figlio

Don V. Cimatti, sales.



OSSERVAZIONI GENERALI1


              1. Si cerca di lavorare col nostro spirito anche per la gioventù. Ne sono massime manifestazioni: Miyazaki: ospizio (inizio orfanotrofio – ne ho vari anche in famiglie cristiane)… In ogni residenza ed anche qua e là: Oratori quotidiani, festivi, occasionali di cui il più fiorente è a Tokyo. Ma ogni domenica alla rappresentazione sono sempre centinaia (media trecento) che in ogni residenza si radunano e sentono la buona parola. Penso che forse nessuno di costoro si convertirà, ma non può essere lavoro infruttuoso. Oh, insomma nel nostro piccolo, sono 2500 – 3000 giovani che tutte le domeniche sentono la buona parola… Possibile che tutto cada invano? Per me ho fede in Don Bosco… e nella teoria agricola dei semi duri… Lei sa, germoglieranno. La nostra parola d’ordine è “seminiamo, seminiamo… qualche cosa resterà”.

              2. Difficoltà: siamo poveri… Meglio così. Guai quando saremo disformi dallo spirito di Don Bosco – ma Gesù è fedele… Finché siamo poveri non temo nulla, perché Gesù darà tutto. Siamo stranieri. È il più grave ostacolo, creda, è il più umiliante, specie in questi momenti. Si cammina sui rasoi. Valutazione del Cattolicesimo come contrario all’impero. Grave assai e al momento delicatissimo (L’Università cattolica e i Marianisti sono in aria per questo). Lingua, mancanza di catechisti, i nostri cristiani di condizione bassa, ecc. ecc. Ma Gesù, l’Ausiliatrice sono con noi.



1 In queste osservazioni senza data c’è un’allusione all’Oratorio di Tokyo (Mikawajima). Si devono mettere quindi almeno al 15 maggio 1933 dopo la lettera a don Ricaldone.