1840 ricaldone


1840 ricaldone

1840 / Ricaldone Pietro BS / 1937-3-31 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



1 Fervore di opere di carità1

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31 marzo 1937

Amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Lo spunto per la mia povera abituale relazione mensile mi è data da alcuni pensieri, desunti da un quotidiano buddista in un articolo dal titolo: “Il cattolicismo in Giappone comincia a svilupparsi come cattolicismo giapponese”. Scrive dunque il giornalista: “…I missionari stranieri non sono che seminatori, che lasciano le terre che hanno evangelizzate quando hanno compiuto il loro ufficio di seminatori… Le diocesi di Nagasaki e di Tokyo (e poteva anche aggiungere la prefettura apostolica di Kagoshima) affidate a Vescovi giapponesi, non dipende tanto dal fatto che da qualche tempo il Giappone sente sempre più coscienza della sua razza, quanto piuttosto dallo svolgimento naturale della Chiesa cattolica… Questo nuovo fervore di giovani preti giapponesi, che sono disposti a prendere in mano l’apostolato, è senza dubbio un segno del tempo, il risultato dello spirito di oggi…”; e prosegue parlando del Gran Seminario regionale di Tokyo, come casa di educazione formativa dei preti cattolici, e conclude: “…Noi pensiamo che l’avvenire permette grandi speranze se questi giovani preti giungeranno a compenetrarsi del fondamento di questa religione cattolica e del fervore di sentimento dei giapponesi in quanto tali…”; e mi fermo qui.

Non è il caso di polemizzare coll’articolista, di cui ho riprodotto solo i punti che fanno al caso mio, e neppure le voglio parlare degli ideali giapponesi, del fervore di sentimento di questo popolo, dell’identità istintiva ed universale di reazione spirituale in loro, che forma la manifestazione più splendida dell’unità del Giappone e la sua migliore caratteristica; sentimento che è presente ovunque e dirige tutta la loro vita.

Sarebbe argomento interessantissimo e che spiega la massima parte dell’agire di questo gran popolo, ma rifletto a quanto la Chiesa vuole da noi, come missionari; a quanto Don Bosco, si può dire con vera passione, ha lasciato ai suoi figli missionari come massimo insegnamento “…e per le missioni studiare e coltivare le vocazioni indigene”.

È bello vedere che anche i pagani cominciano a capire l’importanza e l’ufficio di tali istituti educativi, ed è ancor più bello vedere non solo il fervore d’azione di tutti i missionari per studiare e coltivare le vocazioni indigene.

Quest’anno il Gran Seminario di Tokyo (filosofico e teologico) conta 101 allievi, che sotto la direzione degli zelanti PP. delle Missioni Estere di Parigi, si addestrano ai futuri lavori dell’apostolato in patria loro. Di questi anche la nostra piccola missione annovera già 2 teologi e 9 filosofi, mentre la nostra Pia Società conta in noviziato 2 chierici e 1 coadiutore, e già confratelli 2 chierici filosofi e 2 coadiutori.

L’aspirantato di Nakatsu coi nuovi elementi di quest’anno si allieta di 21 reclute e il Piccolo Seminario di Miyazaki di 50 allievi. Sono dunque 89 giovani promettenti vocazioni che sotto la vigile e materna protezione di Maria A. e di Don Bosco si vengono educando al futuro apostolato, cui si sentiranno chiamare dalla Provvidenza. Siamo persuasi di seminare e vogliamo seminare a piene mani… Non tutti i semi giungeranno a maturità, ma è nostro dovere, e della più pura tradizione nostra lavorare in questo campo: dunque non c’è da tergiversare. Domando a Lei, buon Padre, e ai fratelli, allievi e cooperatori tutti, grandi preghiere per questo scopo. Anche le Figlie di Maria A., memori della importanza e necessità di questo problema hanno lavorato e lavorano con assiduità, e già contano 3 consorelle, 5 novizie ed un buon numero di aspiranti tanto a Beppu che a Miyazaki. Identicamente le Sorelle della Carità nell’Ospizio di Miyazaki già contano una quindicina di aspiranti all’opera loro benefica.

Sono fonti attive di tali vocazioni i nostri oratorietti e le opere di carità che si tenta di sviluppare sempre più fortemente in missione. Per le opere di carità la chiamata di queste care anime alla fede è il principio direttivo di tali opere. In occasione del centenario della nascita della serva di Dio Madre Mazzarello, le Figlie di Maria A. a Beppu inaugureranno il nuovo padiglione “Giardino di piccoli gigli” per i loro cari bambini, ormai, come l’Ospizio di Miyazaki, divenuto meta di visite numerose e benefiche.

La città di Beppu con le sue fonti termali e fanghi (le più celebri del Giappone) è continua meta non solo di giapponesi, ma anche di numerosi stranieri, che vi sostano, data la bellezza del paesaggio (la Napoli del Giappone) e la caratteristica delle fonti, laghetti, sorgenti continue e intermittenti, durante i viaggi di piacere o di istruzioni. I cattolici vengono volentieri alla missione, dando così buon esempio alla cittadinanza, e visitano le opere cattoliche della città.

Notevole di recente la visita dell’incrociatore francese “Lamette Piquet”. S. E. l’Ammiraglio visitò l’Orfanotrofio delle Figlie di Maria A. ed il nuovo ospedale cattolico e permise al concerto musicale di dare una riuscitissima esercitazione nel cortile della missione, che fu letteralmente invaso dalla cittadinanza, ammirata non solo dalla finissima esecuzione, ma anche dal contegno impeccabile di tutto il personale superiore e subalterno. Anche questa è ottima propaganda di fede e di apostolato.

Mentre si cerca di dare più largo impulso alle conferenze di S. Vincenzo, la Provvidenza invia nella nostra Missione una nuova fonte di carità e di ottima propaganda di bene in un ospedale tubercolosario (Giardino di luce), fondato recentemente a Beppu da alcune volenterose signore cattoliche.

Ad altro tempo la storia interessantissima di questa istituzione, adattissima in una città, come Beppu, meta di migliaia e migliaia di persone in cerca di salute.

Gesù ci viene consolando con queste manifestazioni di carità, richiamo potente di anime a Lui.

Oh, sia questa nuova istituzione vero giardino di luce per tante e tante anime che non conoscono ancora Lui, vera Luce, Via, Verità e Vita.

Preghi per noi, amato Padre, e ci benedica.

Don V. Cimatti, sales.






1 R. M. 810, manoscritto, pubblicato in Bollettino Sales., Agosto 1937.