1045 ricaldone


1045 ricaldone

1045 / Ricaldone Pietro / 1933-1-9 /



1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 9 gennaio 1933

Amatissimo Padre,

Al punto di spedire mi giunge la sua venerata dell’8/12/32. Grazie della carità. Questa è dei Superiori o è la soluzione del contratto-proprietà Suore ottenuto per il benevolo e forte interessamento dei Superiori? Siccome prima d’ora avevo avuto il suo annuncio e quello del Sig. Don Giraudi: in relazione alle lire centomila per quello – e la dichiarazione del Sig. Don Giraudi che la proprietà doveva essere intestata a quella delle suore che sarebbe stata indicata dalle Superiore – e non avendo ancor avuto nessuna dichiarazione al riguardo ero sempre dubbioso sulla provenienza. Ad ogni modo come sa al cambio le centomila lire hanno dato Yen 24 mila che otto o dieci mesi fa avrebbero rappresentato certo Lire 240 mila. Per noi è la Provvidenza e pian piano per non aver l’aria di… Andiamo chiudendo i buchi.

Avrà a quest’ora ricevuto le mie in relazione a Tokyo. Domani Don Piacenza colla famigliola va su – e Don Tanguy va giù a Miyakonojo. Non tema: piedi di piombo e senza debiti. Ma che vuole? È la Provvidenza che ci vuole a Tokyo, e in zona barabbesca, ladronesca et similia… dove Don Bosco e Maria Aus. faranno furori.

Don Cimatti pensa che colle nostre forze riusciremo a pagare Yen 10 mila. Ma vuol proprio che Don Bosco non si faccia onore? Ma è certo, è certo… se saremo buoni, poveri e sacrificati.

Certo non c’è da farsi illusioni… Il posto è proprio di quelli che ama Don Bosco… Ci sarà da lavorare e soffrire. Niente paura e avanti. Intanto un anonimo benefattore dà Yen 500 all’atto in cui i Salesiani entrano.

Accenno pure un suo cenno per Osaka di grandi estensioni di terreno, alla condizione in 10 anni di erigere scuola di lingue estere (ce ne sono solo due in tutto il Giappone) e poi scuola professionale. Quid? Non tema, se Lei crede che i Superiori possano in dieci anni avere un paio di personale per le lingue straniere, si mettesse lo studentato nostro filosofico-teologico, sarebbe facile. Per i capitali… C’è la Provvidenza. Mi scrive un amico di Osaka che tiene dietro alla cosa: “Non bisogna andar per le lunghe, perché… Veda adunque… Quanto agli altri punti, preparerò e invierò”.

Preghi e faccia pregare per me. Il ch. Tassan ammalato di appendicite, comincia ad alzarsi.

Mi benedica… Mi dice che sono teppista… Mi batta sulla schiena e secco e forte – voglia bene all’anima mia che vale molto più di Tokyo, di Miyakonojo e di tutti i debiti che ha il suo vecchio brontolone.

Don V. Cimatti, salesiano