Cimatti|Ricaldone Pietro|1947-12-25

3526 / Ricaldone Pietro / 1947-12-25 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Relazione D. Cimatti sulla sua andata a Roma1


25 dicembre 1947


Per espresso desiderio dei Superiori per riferire a Roma quos spectat lo stato delle cose nostre mi vi recai.


  1. Visita a S. Em. il Card. Fumasoni-Biondi, Prefetto di Propaganda Fide il 10/12/47. Si dimostrò informato delle cose nostre dalle relazioni della Delegazione Apostolica di Tokyo; elogi incondizionati dei Salesiani e del loro lavoro.

Ad osservazioni su quanto era avvenuto e avviene, concludeva con frasi ottimistiche di calma, di pazienza, che poco per volta tutto si sarebbe acquietato.

Domandò pure notizie sul precedente Amministratore Apostolico – non dimostrò egli essere colpito dall’osservazione che il medesimo risiedeva ancora a Miyazaki pur recandosi nella Prefettura per i servizi festivi.

Concluse: “Che cosa avrà ancora da fare ora che gli hanno rimpicciolita la Prefettura coll’avergli tolto le Isole del Ryukyu?”.

Che vogliano liquidarlo del tutto, con una possibile fusione della Prefettura di Kagoshima con le altre viciniori? Colla nostra? Il sottoscritto indicò a quella di Nagasaki (come si vociferava) ma non si continuò il discorso.

Mi domandò notizie del Delegato Apostolico Mons. Marella. Parlai della sua salute scossa, bisognosa di riposo dopo il periodo di stanchezza snervante del periodo bellico. Ne è più che persuaso: “Sono 24 anni di lavoro… è un po’nervosetto…”.

  1. Visita a S.E. Mons. Costantini il 13 dicembre 1947.

Accolto più che familiarmente, idem come sopra. Trattai con lui della questione amministrativa (che non si riesce cioè ad avere i sussidi neppure per il missionario riconosciuto come parroco – nulla per gli altri salesiani che pur lavorano nella missione e per la missione. Mi disse che era stato deciso che i sussidi al clero indigeno sarebbero stati dati dall’Amminist. Apost. – quelli per i religiosi, dal rispettivo Superiore religioso – essere giusto che quanti collaborano nella residenza abbiano il loro sussidio e non uno solo – era dello stesso parere anche S. Em. il Cardinale cui avevo accennato l’incongruenza e l’ingiustizia).

Si dimostrò soddisfattissimo del lavoro dei salesiani missionari (ex scientia propria). Mi inviò a Mons. Nigris (non so che posizione abbia) affinché prendesse nota di questa disposizione amministrativa per noi.

Avendo riferito a S.E. (è Vescovo) quanto sopra, mi consigliò di fare al Prefetto relazione scritta sulle cose nostre presenti e passate, e a Mons. Costantini sulla parte amministrativa “perché saranno prese in considerazione, ben ponderate dalle due autorità responsabili”. Fui contento del consiglio che corrispondeva, del resto, a quello del Ven. nostro Rettor Maggiore, e così fra parola e scritti penso che qualche cosa resterà.

Allego per la storia le due relazioni.

  1. Visitai pure l’Opera di S. Pietro pel clero indigeno, pur non avendo più la nostra Prefettura il Seminario diocesano (ci si serve di quello tenuto… dai PP. Sulpiziani di Fukuoka). Così non ci occupiamo directe dei nostri aspiranti, e inviamo subito al Seminario di Fukuoka gli altri.

  2. Visitai pure l’Agenzia Fides, cui feci brevi relazioni scritte su punti di cui mi domandarono notiziario. Erano indignati perché la Delegazione Apostolica obbligò la centralizzazione delle notizie provenienti dal Giappone che altre volte erano lasciate alla libera iniziativa dei corrispondenti delle singole missioni. E così “… Non riceviamo più nulla!”.

  3. Parlai pure col fratello di Mons. Marella, impiegato a P. F., che mi diceva pure del noto stato di salute di suo fratello, che più che un riposo momentaneo, vorrebbe un cambio di posizione, che però pare non si vegga né vicino né lontano, che lo mettesse in condizioni di poter rimettersi.

  4. Udienza dal S. Padre il 12 dicembre 1947. Fu udienza speciale nella saletta di Paolo IV. Presentato da Mons. Callori (che in precedenza volle notizie della salute del R. M. e del Sig. Don Berruti) potei intrattenermi da solo in piedi con S. S.

Gli feci breve relazione dello stato attuale del nostro lavoro missionario salesiano, delle difficoltà durante il periodo bellico e post-bellico. Se ne dimostrava commosso e incoraggiava – sperava bene del Giappone in questa ripresa del dopo guerra. Non potevo certo discendere a minuti particolari. Mi diede un dono speciale per la buona professoressa che tanto lavora e ci aiuta con penna aurea per la buona stampa – e benedisse questa speciale attività salesiana.


Oltre le benedizioni solite, gli domandai un consiglio per i confratelli salesiani e le religiose della Prefettura Apost. e a più riprese si degnò suggerire: “Vita interiore! Vita interiore! che è tanto più necessaria per il religioso nella vita attiva della missione… se no, si costruisce sul vuoto per sé e per gli altri”.


1 Vedere le lettere riportate in data 16 dicembre. Della udienza del S.Padre parla solo in questa lettera.