564 tonelli


564 tonelli

564 /Tonelli Antonio / 1930-4-2 /


a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione e collega a Valsalice



2 aprile 1930

Mio Don Tonelli,


Grazie di quanto fai per il bene di questi confratelli, e grazie del ricordo speciale nell’occasione… L’ho passato tranquillo senza che nessuno nessuno mi disturbasse o mi dicesse parola – vi ho premessa una novena (in cui mi eri a fianco)… e speravo proprio di andare in Paradiso, ma bisogna ancora aspettare un po’… insomma spiritualmente (mi dicono – non devo saper niente – che a settembre faranno chiasso… ma “passata la festa gabbato lo santo”… e Deo gratias!), l’ho passata con intima gioia con Gesù e con te. Grazie al Signore di queste consolazioni e anche a te.

Conosco il libro dell’Anile. Optime. L’avevamo – se non erro – già veduto con Don Picca quando uscì. Per qui va bene, anche perché mentre spiego, faccio vedere e leggere i corrispondenti libri giapponesi cominciando dalle elementari… e per loro tale studio non ha lo scopo come da voi… ma lo faccio più come sussidio alla filosofia e all’educazione loro personale (si conoscono così poco… e conoscono così poco la natura e il suo Autore!).

Optime pure per i libri di volgarizzazione. Che vuoi? Vorrei organizzare un po’ bene lo studentato in modo che i chierici si trovino nelle analoghe condizioni che a Valsalice e non vengano in alcun modo lesi, per incuria o deficienza nostra, nella loro formazione intellettuale e spirituale. Dopo tutto ne guadagnano tutti.

Sono così superficiali gli studi giapponesi… e non è lecito a noi imitarli.

Finora mi pare corrispondano bene – con un po’ di aiuto che dia Don Ricaldone quando saremo in sede (è ancora da costruire) credo sarà un buon studentato.

Ora siamo come Don Bosco nei primi tempi… stretti, al buio, scomodi… meglio così… nella povertà si affilano i caratteri… Ad ogni modo non può e non deve durare a lungo questo stato di cose. Il Signore però benedice. I chierici stanno bene, sono allegri e grazie a Dio buoni… non so se più di quelli di Valsalice… ma buoni lo sono certo, perché non hanno tempo da perdere e sono nella povertà e mortificazione pur non mancando loro il necessario. Deo gratias. Saluta omnes. Ti abbraccia: il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Se potessi vedere (se ti riesce) di trovare un libro che ho lasciato a Valsalice (forse alla biblioteca) in francese. Le parabole della natura. Mi sarebbe utilissimo tradurlo per le nostre pubblicazioni quindicinali. Se non c’è, pazienza.

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1.1 565 /Tassinari Clodoveo / 1930-4-5 /

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al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone



Miyazaki, 5 aprile 1930

Carissimo Clodoveo,


Grazie della tua e ti assicuro vivo contraccambio. Vorrei essere capace a fare quanto desideri, è certo però che il desiderio di concorrere a formarti un santo missionario salesiano, c’è tutto, ed anche la buona volontà.

Aiutami colla tua preghiera, ma più confida nella grazia del Signore.

Fa’ come ti si dice, anche quando non capisci, o non senti trasporto (come per l’armonium): è donazione di volontà, è umiltà.

Don Cimatti ti dirà sempre chiaro e tondo il suo pensiero, Clodoveo mio. Non credo utile per nulla rinvangare il passato. È per te così chiaro.

Il Signore l’ha già inabissato nel fuoco del suo amore. A che serve il ripeterlo? Fa’ bene il presente… Vedi, ho capito che tu sei come me “superbo e sensibile” e i tuoi guai precedenti sono dipesi da questo.

Cerca di trasformare la sensibilità in cuore largo per le anime, e la superbia nel buon amor di te per realizzare la gloria di Dio, un punto d’onore per compiere il tuo dovere, una santa ambizione di fare del bene.

Allegro, laborioso e cuore aperto senza tergiversazioni e vane paure, unione con Dio, amore alla Madonna, esecuzione di quanto ti dicono pel tuo bene, eccoti i mezzi pratici per riuscire nell’intento.

Al lavoro dunque, mio caro Tassinari, Gesù ti ama, attende da te la conferma pratica della tua buona volontà.

Ti abbraccia e benedice il tuo

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.