1432 fogliani


1432 fogliani

1432 / Fogliani Mario / 1935-5-30 /


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1.1 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone

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Miyazaki, 30 maggio 1935

Mio carissimo Mario,

Puoi comprendere quanto ho ringraziato il Signore e Maria A., che proprio nel suo mese ha chiarito l’incresciosa questione – a Torino Don Cimatti scrive meno che può di cose dolorose, specie se non sono chiaramente documentate, quindi di questo, sta’ tranquillo. Perché avrei dovuto mandarti un telegramma? Godo pure di quanto mi invia il buon Dal Fior e Lucchesi, ma non c’era bisogno, perché mi basta la tua asserzione e poi penso di conoscerti a sufficienza… Ora sono al corrente ancor di più di voi della cosa – calma – e tutti datevi attorno cor unum et anima una col Direttore per riparare le molte falle permesse da Dio a nostro ammaestramento ed esperienza.

Quanto alla trappa penso di averti parlato chiaro: tu stesso mi hai detto e scritto, che mi avevi capito. Dunque manete in vocatione qua vocati estis. In caso che realmente vi fossero necessità per il bene dell’anima tua, ti esorto a non fare di tua testa, ma il tutto col beneplacito dei Superiori, se no, Mario mio, avresti rimorsi per tutta la vita e il Signore non ti benedirebbe. Quarant’anni di Congregazione mi autorizzano a dirtele con tutta sincerità e senza timori.

Don Cimatti poi nello scriverti il biglietto (pur pensando al caso che gli veniva riferito) ti dava il riassunto generale della conversazione avuta durante la visita e come è suo solito, pensava anche all’anima sua.

Quindi desidero che riceva la raccomandazione, che è la medesima fattati allora – cioè mortificazione in tutti i sensi e di tutto noi stessi – è quanto ci raccomanda anche il Venerato Rettor Maggiore nel suo magnifico commento alla strenna e appunto desidero ripeterti: “Nei momenti di tentazione di uscite o di maggior perfezione ricorda i voti da cui sei legato; procura di essere salesiano santo come ti vuole Don Bosco e Maria A”.

Aggiungo quanto ho adombrato prima, cioè fate un vero fascio col vostro Superiore, per fare del bene a voi e a tutti.

Se sarete uniti contro il male, sarete forza, se no tutto crollerà. Confido che nel mese del S. Cuore la carità vera entrerà trionfante nella casa, legando indissolubilmente ognuno di voi.

Tu vuoi una parola di Don Cim. sul tuo avvenire. Vuoi essere buon salesiano? Dipende da te. Lavora per fare del bene; ne hai se non ti basta domandane ai Superiori.

Hai scritto a Torino: come hai desiderato, ho postillato la tua lettera facendo quanto ci siamo detti nella visita.

Allora ti dissi (lo ricordi?) “Tu Mario, hai eccellenti qualità, ma quando per salute e stanchezza o per contraddizione vedi le cose a traverso, la testa ti fa pensare quanto non devi e la tua lingua ti fa dire anche quello che non vuoi o non devi. È tutto qui il tuo lato minoris resistentiae”.

Dunque devi sforzarti nel lavoro e nell’esecuzione del dovere e nell’unione con Dio di migliorare con calma tutto questo. Tu ne convenisti. In tal senso postillai le tue difficoltà. Don Cim. non ne conosce altre.

A Don Cimatti dispiace assai dire agli altri tali cose (ma è suo dovere) ben sapendo quante magagne ben più gravi abbia lui. Accetta quanto ti dissi perché richiestomi.

Nel bel mese del S. Cuore procuriamo di amare Gesù e le anime e di riparare. Prega specialmente per chi ti benedice di cuore.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.