Cimatti|Ricaldone Pietro /1943-10-…

3029 / Ricaldone Pietro / 1943-10-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Caro Don Bosco, è ora…1


Ottobre 1943

Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,


Il tempo che attraversiamo è davvero un insieme di alti e bassi, di dolori e di gioie, di abbandoni e di aiuti… Sei lì lì per cadere e trovi un punto d’appoggio che ti sostiene… Sfiduciato al sommo, trovi, dove meno pensi, la fiducia che ti fa rivivere. Il Giapponese, che pur ha tanta forza di assimilazione da gareggiare anche con le maggiori civiltà, rimane però sempre un buon insulano, per il quale la sua isola è tutto (pensiero, cuore ed azione) e quanto non entra in quell’ambito, è un di più, inopportuno, dannoso, da eliminarsi…

È così la posizione pratica dello straniero in Giappone – tanto più se non presenta utilità immediate materiali… E così la nostra posizione attuale con quanto di peggio la politica può aggiungervi… Oggi in palma di mano… Domani in prigione… Gli amici di ieri, nemici di oggi.

Quante volte ci rivolgemmo con fede e amore al nostro Don Bosco e dicevamo: “Caro Don Bosco, se volete fare qualche cosa per noi, è proprio il momento!”. E Don Bosco ci ha davvero sempre aiutato nelle circostanze davvero drammatiche e da commedia in cui ci trovavamo… E nelle perquisizioni e vessazioni e interrogatori cui eravamo soggetti trovavamo la ripetizione delle scene analoghe di cui egli era stato parte negli inizi dell’Oratorio, trovavamo pure in Lui l’esempio, la forza ed il buon umore per sopportare. Ma un altro sentimento dolcissimo ed un’altra realtà sorgeva in noi e per noi. Quanto più diminuivano le possibilità di comunicazione per noi e fra noi, tanto più si rendeva sensibile e tenace il vincolo di unione fra noi – quanto più diminuiva la nostra possibilità di esteriorizzazione, tanto più era possibile e più intensa la nostra interiorizzazione.

Oh, proprio vero che “diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum”.

I pochi confratelli giapponesi rimasti lavoravano esternamente: ci sostituivano in quel che potevano ed anche questa fu provvidenziale disposizione come scuola di pratica esperienza. Un forte tifone produce danni immensi in zona Hiroshima. Seguendo la tradizione nostra nello scrivere condoglianze alle autorità, metto a disposizione degli orfanelli sinistrati vari posti nelle nostre case di Tokyo e della missione… Ma affidare a stranieri e in questi momenti…

A Tokyo nel cimitero cristiano si poté far acquisto di un appezzamento di terreno per la tomba dei salesiani.

Si pensava di trasportare le salme degli indimenticabili nostri Don Piacenza e il ch. Filippa, ed espletate le pratiche, si procedette al dissotterramento, ma si constatò con meraviglia che non erano ancora in stato da poter essere trasportate, per cui si lasciarono in posto.

Inizia la serie del cimitero salesiano l’ottimo aspirante Paolo Tomura. Intanto il governo insiste per un più forte sviluppo delle scuole professionali: ne approfittiamo per migliorare sempre più la scuola professionale Don Bosco.

Non ci dimentichi all’Ausiliatrice e a Don Bosco.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



1 R. M. 2023; manosc. : pur essendo datata ottobre 1943 potrebbe benissimo essere stata redatta assai più tardi.