1046 tirone


1046 tirone

1046 / Tirone Pietro / 1933-1-9 /



1 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Takanabe, 9 gennaio 1933

Amatis.mo Sig. Don Tirone,

Grazie del suo letterone… Cose che fanno bene all’anima e al corpo…

Ma Lei pensa che la croce che devo portare sia pesante. Siccome non concludo nulla prego sempre il Signore che risparmi i miei confratelli e butti pure addosso a me. Non so se il Signore mi esaudisca – e non devo saperlo – lo domando sempre al Signore di farmi ignorare gli effetti delle cose – ma non mi sembra di essere accasciato sotto il peso… sono “grand e gross, ciula e baloss” (dicono i piemontesi).

Bravi, Superiori cari; preghino preghino. Il Giappone non si converte che con la preghiera sacrificata.

Quanto alla questione finanziaria, penso che non abbiamo sufficiente fede nella Provvidenza. Ad ogni modo è chiaro chiaro. Non è roba solo dell’Italia, ma di tutto il mondo. Ma per me, avessi modo di pagare subito i miei debiti più vivi, che sono colle Figlie di M. A. e colle Missioni di Parigi (come vede, cose umilianti, perché verso persone che ne hanno bisogno e che certo in altra occasione non ci aiuteranno tanto facilmente – colle Figlie di Maria A. verso cui dovrei per ufficio alle volte fare certe parti, in questa condizione, si rimane proprio legati), sarei da questo lato felice, ma se non si può, pazienza. Quello che tutti si può fare, si fa. La Provvidenza penserà.

Quello che capita a Torino, capita pure qui. Poveraglia e non poveraglia cotidie passa alle nostre residenze. “Date et dabitur vobis”. Ci siamo messi al regime secco, e ci sforziamo di non fare debiti. Ma questo non basta… che se non si possono pagare i precedenti, gli interessi aprono buchi e crepe. Per me mi sono buttato nelle mani della Provvidenza.

Quest’anno rimaniamo all’asciutto di personale. Fiat voluntas Dei e nel prossimo anno vedremo. Raccomando anche a Lei la questione della teologia per i nostri chierici, che è allo studio presso i Superiori. Per me ho esposto i nostri pareri e non propendo ad una soluzione più che ad un’altra: ma se i Superiori non possono darci il personale, li manderemo in Italia o altrove. Può essere che la mia frase un po’ rude sia stata interpretata come se quest’anno non volessi personale. Il problema è spostato. Al prossimo anno sarà più rude.

Don Cimatti farà miracoli… Oh, quelli, proprio i miracoli li fa il Signore. “Sia buono ed esigente!”. Mi sembra di dire le cose chiare e per lettera per iscritto e a voce – opportune et importune – ma veda, siccome ho la convinzione di coscienza che gli altri fanno e sanno meglio e più di me, lascio fare (non contro le Regole… e contro lo spirito delle medesime… no, no), ma nel modo di lavoro, ecc. ecc. Non credo che sotto il superiorato di Don Cimatti le cose si facciano come le farebbe o vedrebbe Lui… L’omnis homo mendax dubito che sia nel senso che mi dice Lei. Che vuole che corregga, caro Don Pietro?

Lo spirito, mi pare, lo spirito buono c’è in tutti. Tutti vogliono salvare anime: ed alcuni farebbero prodigi, penso, se fossero soli nel lavoro.

Per le altre questioni sono il riflesso o il desideratum di confratelli. Per me personalmente non ho al riguardo nessun desideratum.

Le mie impressioni personali del Capit. 1929 non contano perché era la prima volta che vedevo il Capitolo e quindi, ci capivo poco, tanto più che non avendo voto, non c’era da pigliarsi nessuna responsabilità.

Godo che siano allo studio le questioni importanti per le Missioni.


  1. Varie rimasero insolute. Una commissione doveva legiferare o studiare una questione…

  2. Insistano perché ci sia a Torino, a Roma o non so dove, uno a cui i missionari possano rivolgersi per dubbi, consigli, provviste… e che abbia tempo a rispondere e a fare. Ma ci vuol uno che abbia provato…

Ricordi che questo è desiderio dei missionari di tutta la Congregazione. Nell’ultimo Capitolo purtroppo i missionari non furono ascoltati… E che questo ufficio funzioni.

  1. Un altro punto da chiarire se questo uno (che se fu cambiato certo non fu data comunicazione – è il Prefetto generale): ha la mansione delle missioni, a Lui si deve deferire tutto (come pareva si dovesse fare prima) o anche agli altri Superiori responsabili? O un eccessivo accentramento era il risultato, o un non curarsi dei problemi missionari per parte degli altri Superiori.


Bel tipo, Don Cimatti! Non vocatus vuol dare suggerimenti. Oh, caro Don Tirone, Lei non conosce ancora la bestia grama che scrive. Ne ha un piccolo saggio. Per me basta che siamo buoni salesiani e amiamo il Signore e le anime: ed è per questo desiderio che alle volte sproposito. Perdoni e preghi per me. Grazie della lettera ai chierici. Ho già pronta la conferenza per giovedì. Tutti salutano.

Aff.mo

Don V. Cimatti