Cimatti|Berruti Pietro / 1935-8-22

1474 / Berruti Pietro / 1935-8-22 /


a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 22 agosto 1935

Rev.mo Sig. Don Berruti,

So ufficiosamente dei preparativi per la nostra missione.

Non posso che ringraziare colle lacrime agli occhi, perché sono in disfatta tale ed in tale stato d’animo che solo il Signore vede e può capire. Sono solo, solo, solo. Non so se l’amatissimo Don Berruti possa valutare per me la forza di tale parola. Ah, se non ci fosse Gesù… Beh, mentre ringrazio dunque di quanto i Superiori fanno per noi, un’altra questione mi sta ora a cuore ed affido al cuore paterno dei Superiori e scongiuro Don Berruti a fare da buon patrocinatore e padre in questa questione.

Siamo ancora alla questione Hong Kong di cui i Superiori sono informati. Supplico i Superiori per il bene delle anime loro ad accogliermi in qualche studentato d’Italia i due chierici Floran e Zanarini. Le loro condizioni fisiche e morali (a detta anche del loro confessore) sono tali che esigono tale cambio, e lo domando. Per evitare inutili lungaggini ho detto al Direttore di Hong Kong che faccia, che avrei scritto ai Superiori. Mi sembra necessario – non sono cattivi – sono ammalati di corpo e in un certo senso anche di spirito, e si convincano i nostri cari Superiori che tali malattie, purtroppo qui non possiamo curarle. Se i Superiori per questioni di principio credono opportuno pensare anche solo ad un periodo di riposo, facciano come credono nel Signore, ma se li possono accogliere in qualche studentato (si pagherà quello che è necessario se del caso, ma Don Cimatti preferisce affidarli ai Superiori ut videant) sarò riconoscente. Riusciamo certo a salvar due anime e buone speranze. Così li perdiamo certamente.

Il Rettor Maggiore stesso in una lettera mi esprimeva parere che Floran fosse nevrastenico. Credo questo e anche altro. Per il ch. Zanarini, che scrisse al Sig. Don Tirone, avendogli risposto che dovrebbe Don Cimatti far la pratica presso i Superiori – e che i Superiori sarebbero ben contenti (sono parole della lettera che il chierico ha in mano) di vederlo in Italia –, intendo che questa sia la mia domanda formale per il chierico. In altre parole Don Cimatti non solo non si oppone al compimento degli studi teologici dei due confratelli in Italia, ma lo domanda, sicuro di fare il bene di queste anime, e penso che servirà anche per mettere in calma gli altri. Ad Hong Kong il ch. Arri è gravissimo per sbocchi di sangue. Le Figlie di Maria A., alcune delle quali furono gravissime per tifo, calcoli, ecc., vanno migliorando. Sia fatta la sua volontà. Un unico timore è che sia perché non siamo santi come vorrebbe e specialmente in pena dei peccati di

Don V. Cimatti, sales.