Cimatti|Visita Miyakonojo|1949-6-20

3795 / Visita Casa Miyakonojo / 1949-6-20 /


Visita canonica alla casa salesiana di Miyakonojo



20-21 giugno 1949


Accolto in tempo di bufera (tifone), che fece stare in apprensione tutta la notte per assicurare porte, finestre (sconquassate con rotture di vetri, di tegole, ecc.), passo alcune ore col bravo Don Roncato.

Immutate le condizioni indicate sopra. Per svolgere anche salesianamente l’apostolato si rende necessaria la chiesa e un conveniente salone-chiesa (la vecchia costruzione può servire per salone): come pure sarebbe utile alla propaganda un buono speaker (altoparlante) e rafforzare la buona stampa.

Con S. E. e il Prefetto Apostolico di Kagoshima occorre consigliare o chiarire la condizione dei cristiani delle zone Ishigawa-Shibushi, date le comunicazioni ferroviarie difficili per Kagoshima – facili relativamente per Miyakonojo.

La zona è dura, povera di consolazioni, esige grande spirito di fede, di preghiera, di lavoro e sacrificio.


Don V. Cimatti, sales.1


1 Così scrive il missionario Don Roncato di questa visita: “La visita di Mons. Cimatti portò un novello ardore nel lavoro dell’apostolato. Quando si è lontani dalla comunità, è inutile, si desidera essere ricordati, amati dai propri superiori, visitati da questi, e nel medesimo tempo, anche spinti, affinché il lavoro per le anime non abbia a diventare monotono. Mons. Cimatti, legato dall’imperversare di una bufera che non lo lasciò libero se non dopo due giorni, s’intrattenne volentieri, prestandosi ad ogni servizio; richiestovi si offrì gentilmente a musicare qualche inno. Si trattò dei vari problemi della missione, tra i quali la poca frequenza da parte dei vecchi cristiani e dei lontani. Suggerì una lettera circolare di tratto in tratto. Un altro problema discusso fu circa i catecumeni… La loro incostanza lascia qualche volta cader le braccia, dando al missionario che lavora un senso di scoraggiamento… Niente ci deve scoraggiare quando abbiamo compiuto il nostro dovere, quando abbiamo trattato tutti con le buone maniere, lasciare il lavoro alla grazia divina. Se noi saremo attaccati all’amor proprio, all’onore, certo che ci lasceremo a questi scoraggiamenti. Al contrario se noi vivremo una vita in completo abbandono nella grazia del Signore, certamente che non ci sarà scoraggiamento, ma vivremo una vita di continuo fervore di apostolato… ”.