1326 fogliani


1326 fogliani

1326 /Fogliani Mario / 1934-11-26 /


1 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone

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26 novembre 1934

Carissimo Fogliani,

Tu non desideri che Don Cimatti ti risponda ed egli invece lo desidera moltissimo, perché per molti motivi fu impedito di parlarti prima.

Conserva pure e rileggi le sue lettere, e se qualche cosa ci trovi che possa farti del bene, servitene meglio che sai e puoi.

La lettera scritta doveva richiamare necessariamente tante cose passate, perché Don Cimatti o dubitava di avertele espresse chiaramente o che Mario le avesse esattamente comprese. Sono del tuo parere, come lo era Don Bosco: “acqua passata non può macinare più”.

Ma fui obbligato a richiamare Mario al passato, perché gli effetti delle nostre azioni passate durano, e per eccitarti quindi a quanto ti dicevo nella conclusione della lettera.

L’essere salesiano dipende da te. “Si vis”. Mi dici: “che non fosti compreso… Che ti promisero mari e monti…”. Oh, no, Mario. Tutti e Don Cimatti specialmente, ti abbiamo compreso benissimo. Sta’ tranquillo. Quanto alle promesse, non so a quali tu voglia alludere, ma Don Cimatti ti ha sempre detto chiaramente che (se vuoi ricordare i tuoi studi) erano condizionate alle disposizioni dei Superiori, cui anch’egli deve sottostare.

Come pure non comprendo quanto si riferisce a Tateishi,1 né che cosa avresti desiderato che i Superiori facessero in quella circostanza, che dopo tutto era una formalità estrinseca e senza valore giuridico.

Mario, Don Cimatti ti dice: “Poniamo pure che in quella circostanza i Superiori non abbiano pensato a te”: ebbene ecco il momento buono per dire con S. Paolo: “Qui me judicat Dominus est” (non aspettare dunque la lode o l’approvazione degli uomini), e coll’Imitazione di Cristo: “Ama nesciri et pro nihilo reputari.”

Ringrazia il Signore se sei riuscito a fare del bene e anche questo te lo troverai al tuo attivo in Paradiso. Nessuno te lo toglie, sta’ certo.

La Congregazione certo non può non gioire del bene che si fa nel fomentare le vocazioni. Dopo tutto è dovere, e non sempre del dovere si ha in questo mondo la ricompensa – e può essere che nel tuo caso sia così capitato a te.

Dunque, Mario, Don Cimatti dal profondo del cuore ti ringrazia di quanto gli hai scritto e ha pensato sia dovere risponderti e l’ha fatto.

Gli sei sempre presente nel pensiero, nell’affetto e nella preghiera, e spera di essere corrisposto – e credilo, ti è vicino più che non pensi.

Quanto ti scrissi prima ed ora ha lo scopo appunto di prepararti ai tuoi Ss. voti, perché Don Cimatti desidera ardentemente il bene dell’anima tua. Prega per lui, Mario.

Tutti ti ricordano e a Miyazaki in Missione e in Seminario e vogliono unirsi a me che ti abbraccio e benedico di cuore.

Nel Signore

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


1 Gregorio Tateishi fu tra i primi novizi e professo coadiutore salesiano in Giappone, veramente esemplare; morì per malattia in un ospedale di guerra. Don Cimatti ne scrisse la vita.