Cimatti|Caviglia Alberto / 1926-11-21

212 /Caviglia Alberto / 1926-11-21 /


a Don Alberto Caviglia, salesiano e studioso di Don Bosco



Miyazaki, 21 novembre 1926

Mio amatissimo D. Alberto,


La Sua lettera mi ha commosso! Oh come è bello comprendere e essere compresi e credo di non sbagliarmi asserendo che le nostre anime si sono comprese. Non so come esprimerle la mia povera riconoscenza se non pregando pregando assai pregando con fede per Lei, per molti motivi:

  1. Per riconoscenza per tutto il bene che mi ha voluto e fatto (e solo Dio lo sa valutare).

Perché il Signore le dia forza di compiere il molto lavoro che ha tra mano. Non le nascondo che il mio cuore ha trasalito di gioia nel pensare che curate da Lei avremo le opere di D. Bosco. Creda (né per adulazione o altro ché non sarebbero che volgari meschinità) che fosse dipeso da me la scelta, avrei fatto Lei. Ne ho ringraziato di cuore il Signore e sono lieto che il voto espresso in tutte le mute degli esercizi che predicava incominci ad avere il suo sviluppo. Auguri, caro D. Alberto – ne gioisco di cuore e pregusto già il piacere di leggerla. Così, così, così si onora D. Bosco, creda, più che il monumento di Piazza Maria A. e gran parte dell’onore che ne verrà a D. Bosco e dell’immenso bene che ne verrà alle anime, sarà anche per Lei. Deo gratias!

Ed ora a noi:

  1. A rte giapponese cristiana che io mi sappia non c’è. Le chiese che ci sono, sono di tutti gli stili e in gran parte essendo state costruite da preti francesi hanno i gusti di stili francesi e di nessuno stile. Di giapponese c’è i tatami (stuoie) su cui si accoccolano i fedeli (in quasi nessuna ci sono i banchi) e il legno. D’altra parte bisognerebbe imitare i loro templi o shinto o buddistici. Ce ne sono davvero dei belli e per vivacità di colori (rosso-lacca – nero – dorature o argentature) e per preziosità e robustezza di legni. Le unisco qualche cartolina. Spero darle lavoro in seguito quando, come mi propongo, incominceremo qualche costruzione (ne ho già in mente due) e gliene scriverò per tempo: ma mi piacerebbe averle nello stile giapponese: credo sarebbero più gradite. Intanto se subito potesse pensare ad uno schizzo di cappella per cimitero mi farebbe un piacere. I nostri cristiani non hanno un cimitero proprio e sono alla rinfusa tra Budda e non so quale altra diavoleria. Pensi ad un rettangolo di 20 per 10 – Non so se in mezzo ci andrebbe una croce. Vorrei una cosa che desse nell’occhio e facesse dire: “Come i cristiani cattolici vogliono bene ai loro morti!”. Questo mi urgerebbe. Sarà meglio pensare ad una costruzione in legno per ora: ma i giapponesi sono abilissimi in questo lavoro. Le tegole sono in terra speciale di forma caratteristica (quadra con bordi rivoltati e leggermente ondulata di color nero cenere, ma si può fare anche in zinco). Nelle vicinanze vi saranno anche alberi.

  2. Le altre notizie di giro personale in parte le conoscevo.

  3. La bibliografia del povero mio lavoro è incompleta, ma nelle biblioteche di Torino (città) e Oratorio – Valsalice – e scrivendo a destra e sinistra ai confratelli… che poi non rispondono (D. Rossi allora ad Oxford mi dice aveva trovato cose interessanti – ma non le ho ricevute) e nel Bollettino e nella Biblioteca del Capitolo. Non c’è altro. Le unisco altre indicazioni di opere che non prevedendo di venire in Giappone andavo riunendo per completare, arrepta occasione. Scusi i fogli di poco presentabili.

  4. Per il tè, faccia così: va in cucina dal buon Carlo che mi saluterà tanto tanto o dal buon Giuggioli1 (di cui mi serve assai il cucchiaio forchetta coltello bicchiere nei viaggi) con tutta la colonia romagnola – nell’acqua bollente scotti per bene il tè in modo da ammollire la foglia – ritira – asciugato a secco che sia, sbricioli e serva… dovrebbe andare così… ne faccio delle panciate al posto del vino a tutti i pasti. Ma al primo invio a D. Tonelli ne metterò di quello già preparato…

  5. Non mi ammiri troppo caro D. Caviglia che non c’è di che. Salviamoci l’anima e poi tutto il resto…

  6. Congratulazioni vivissime a D. Pagella per la musica: non mi potrebbe far avere una partina dell’inno per le missioni?

  7. Ossequi al mio sempre caro Ferrero brût ma bon e a Zanolotti (e la bûsta?).

  8. Ho saputo della tegola della facoltà teologica da D. Alessio.

  9. Grazie della preziosa notizia sulla questione di Roma per D. Bosco.

La prego di farsi interprete presso tutti e singoli confratelli, cominciando dal Sig. Direttore (non posso dimenticare D. Notario e D. Bensi!) e per il prefetto nuovo, giù giù a tutti gli altri. Due poi mi saluti specialissimamente: D. Pompignoli carissimo e D. Brezza mio superiore a Faenza. Pensando a loro e a Giuggioli si pensa ai tempi beati di Romagna. Poi favorisca consegnare l’accluso a D. Faccaro.

A tutti tutti tutti buone e s. feste. Per me S. Giovanni rappresenta il campo pratico del povero mio lavoro salesiano, che però ho potuto compiere solo coll’appoggio coll’aiuto materiale e spirituale vostro, miei ottimi confratelli. Grazie grazie grazie: ogni giorno vi ricordo e prego; non so e non posso fare altro.

A Lei, D. Alberto, un bacione ed un abbraccio cordiali. Lavori per la gloria di D. Bosco, che è poi gloria di Maria e di Dio e in terra glorificazione della Chiesa, e continui a pregare per me.

Ogni giorno coll’affetto col pensiero e colla preghiera le è vicino il suo


Aff.mo D. Vincenzo Cimatti


Ossequi al Cav. Sigismondi.

Scusi lo stile: mi devo guastare passando a questo benedetto giapponese.




1 Potrebbe trattarsi di Giuccioli Domenico, coadiutore originario del riminese.