Cimatti|Ricaldone Pietro/1926-9-2

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a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



M. R. Sig. Don Pietro nonché Ricaldone,


Nella lettera descrittiva al Sig. Don Rinaldi vedrà molte altre notizie. A Lei invio:


      1. Fotografie, le diciture indicano a sufficienza.

      2. I soliti specchietti, a) metereologico (così vede il clima), b) economico – ci avviciniamo alla fine – se non fosse così che merito avrebbe Lei che deve essere la nostra Provvidenza, il nostro San Giuseppe?

      3. Un programma della scuola professionale (uso Giappone), così incomincia a farsi un’idea. Mi dicono è ben dotata di macchinario.

      4. Qui a Miyazaki (come le scrissi nell’ultima) un bravo antico direttore di scuole, consiglia come utile, la meccanica. L’altro giorno mi mandò a chiamare: parla discretamente il francese, e mi dice che gli era venuta in testa un’idea, pensare cioè ad una scuola per pescatori. Il Giappone è pescoso, non ci sono scuole del genere, ecc. e siccome i giapponesi abboccano a ciò che è nuovo, caratteristico, così… Il Delegato Apostolico mi aveva promesso programmi, schiarimenti, ecc. Ma ora è al fresco nell’alto Giappone. Spero nel ritorno. Vado convincendomi che qui in Giappone per avere delle risposte a quesiti, si va con molta lentezza, ricevo più in fretta una lettera da Torino che da Nagasaki e da Tokyo. Deo gratias anche di questo.

      5. Anche sulla questione della proprietà quasi buio pesto. La nuova legge sulle religioni porterà modifiche? Presto si riaprirà la discussione delle Commissioni. È certo:

  1. che lo straniero non può possedere se non si naturalizza (per naturalizzarsi occorrono almeno 5 anni di residenza);

  2. vi sono riconosciute società di possidenti stranieri, ma pare che la nuova legge vi voglia la maggioranza giapponesi. Quanto al terreno vicino alla missione è di circa 4-5 tan (un tan = 543 mq.).

Pare che un cristiano, se noi l’aiutassimo, comprerebbe un tratto, nella quasi certezza – dice lui – che si potrebbe far abbassare di molto il prezzo di… che è veramente eccessivo. Si potrebbe forse anche pensare a cercare altrove (per le suore e per noi), ma per noi conviene distaccarsi dalla missione? Per le suore pare sia meglio cercare altrove per evitare dicerie.

Certo bisogna essere guardinghi anche coi cristiani, peggio poi coi pagani. Che vuole? Lo straniero è per loro un pruno negli occhi e quindi…

      1. Guardi che (mi sembra di averglielo già detto) siamo senza medicinali del tutto, anche dei più elementari. L’istituto farmacologico regalò tre grossi pacchi, costituiti in gran parte di cordiali, quindi… In Giappone si trova tutto, ma per farsi capire e per generi cui siamo abituati è difficile trovare… Per noi occorrerebbero generi purgativi di facile maneggio e di buon effetto e poi gli ordinari disinfettanti.

      2. Ed ora un altro punto. La lingua è difficile. Se i Superiori non credono opportuno mandare qualche buon elemento giovane, ma già formato, mi viene in testa una stramberia… Ricordando che a Napoli, Venezia vi sono Istituti Orientali con insegnamento di lingua giapponese, vedere se non sia possibile approfittarne. Certo che qui sul posto sarebbe l’ideale sotto tutti gli aspetti (acclimatazione, conoscenza del carattere, ecc.). Miyazaki è l’ideale, tranquillo, vi è il posto, ecc. La lingua, dopo la santità e la buona volontà, è un fattore di primo ordine e dall’altra parte addio scuole se non abbiamo personale insegnante, pur non potendo per necessità sottrarci per molti anni dall’elemento giapponese. Pensi inoltre che finora non ho trovato sarti un po’ abili per la rammendatura delle nostre cose e persone per il bucato. Per l’avvenire bisognerà pensare anche alle suore, ma intanto come fare? Coordini e vedrà il da fare; ma pensi che un confratello prima di un paio d’anni non può decorosamente affrontare la sua posizione di lavoro effettivamente utile, sempre per la difficoltà della lingua e della sola lingua parlata, ché per la scritta… non esauriremo lo studio che in Paradiso. Vide, Domine, et considera.


La prego di vedere il resto nella lettera che certo il Sig. Don Rinaldi le farà leggere. E d’altro? Allegri sempre nel Signore. Si vocifera che Lei verrà a trovarci… non dico altro… mi raccomando… l’etichetta… ci metteremo tutti e due in ginocchio… al primo inchino profondo le dirò: “Hajimete o-me ni kakarimashita!”. (È la prima volta che la vedo!). E lei tirando un secco respiro e facendo schioccare la lingua, come quando si assaggia il buon vino, ripeterà, e poi… e poi… che storie d’Egitto, un bel calcio all’etichetta, una bella risatina e buttandoci nelle braccia canteremo il “Te Deum” o il “Benedictus” come di cuore l’abbraccio ora con l’anima a nome di tutti.

Suo

don Vincenzo Cimatti, sales.