Cimatti||Cecchetti Albano|1938-8-23

2112 / Cecchetti Albano / 1938-8-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



23 agosto 1938


Carissimo Don Albano,

Ho visitato a Bologna il Sig. Sabina che mi ha accolto paternamente e a cui ho parlato molto MALE di Lei. È felice di poter lavorare per Lei, per le Figlie di Maria Ausiliatrice anche non conoscendovi. Gli ho assicurato preghiere e portai benedizione speciale del S. Padre. Ne godette assai.

Col babbo ci corriamo dietro e non ci troviamo, ma verrà anche quel tempo.

Tornando a Roma spero vedere Mons. Venini e il Comm. Beccari. Che vuole? Sono i mesi di ferie e tutti scappano.

Non ho ancor potuto vedere Sr. Sibilla e compagne. Mi dicono che la dottoressa non è ancora partita: il Primo Cons. d’Ambasciata Sig. Terasaki, cui parlai della cosa, pare non sarebbe alieno di tenerla in casa (ha la signora cattolica e due figli battezzati). Vedremo.

Anche col Dr. Boffa, salvo un fugace saluto a Torino, non ci siamo più visti. Pare si sposi, se no non lo lasciano più nell’azienda, e penso che farà assai bene.

Per Lei avanti sempre col bravo Don Arri e se quest’anno si è giunti a cifre mai raggiunte, al prossimo anno, non mettendo limiti alla Provvidenza, si raddoppierà e triplicherà: non temete.

Attento che Eva… o meglio il diavolo non faccia cadere Adamo e che un Caino non uccida Abele.

Mio buon Don Albano, quanti quanti mi incaricano di salutarla… Do buone notizie di Lei, dei miracoli che il Signore fa per mezzo di Lei e di Arri… Deo gratias!

Per me prego e tento di aiutarvi in quanto posso.

L’abbraccio nel Signore.

Suo

Don V. Cimatti, sales.



P. S. Con Don Arri vedete di chiarire bene la questione dei soldi della Minami,1 affinché non piombi poi addosso alle Figlie di Maria o di altri, e non se ne sappia niente. O che là non pensino che penseremo a far chissà che cosa. Insomma capirci chiaro, al fine di non aver poi dei vicendevoli dispiaceri.

1 Dottoressa cristiana dell’“Hikari no sono” andata in Italia per specializzarsi nella cura degli ammalati tubercolotici.