1380 berruti


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1380 / Berruti Pietro / 1935-3-6 /


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1.1 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 6 marzo 1935

M.R. Sig. Don Berruti,

Ricevo oggi la sua veneratissima del l4 Febbraio, cui subito controrispondo.

  1. In primis, per carità, se i Superiori non mi vogliono fare venire idrofobo, non mi diano dei titoli – sono e voglio essere come prima, sempre Don Cimatti. Ad ogni modo grazie della sua cara gentile bontà nell’aver commemorato questo avvenimento; Deo gratias e la contraccambio con molte preghiere. Quanto al maggior bene che potrà fare la missione col nuovo provvedimento, non so davvero quale possa essere. Per me né lo desideravo – conosco un po’ del retroscena e non capisco nulla – ad ogni modo mi si era promesso in alto loco, che si sarebbe sentito anche il povero parere del sottoscritto sull’opportunità della cosa – ci si passò su. È un onore? Non so quale. Avrà buoni effetti? Non prevedo quali. Ad ogni modo ho detto alla S. Sede, ringraziando e deplorando, che se questo provvedimento ci farà salvare anche solo una anima in più, sia ben venuto anche questo. Tutto il resto è frivolezza. Certo Don Cimatti non si sente assolutamente di mettere fronzoli e non li metterà.

  2. Come sempre ho cercato di tenerla informata delle nostre cose non solo del momento, ma della situazione generale; bisogna dire che ora siamo in una fase delicatissima – se passa bene, bene, se no, ci possono essere gravi sorprese. Si va acuendo il marasma contro gli stranieri – e specialmente i missionari cattolici sono considerati come deformatori dello spirito giapponese. Lei può prevedere le conseguenze che non sono cosa impossibile. Vedremo. Per ora preghiamo e continuiamo imperterriti nel lavoro seguendo come direttiva i ricordi di Don Bosco, ma veda di pregare e far pregare per noi. Non si può affidare tutto alla carta, ma è certo un momento delicatissimo. Faccia pregare le case missionarie in modo speciale. La Chiesa è abituata a queste lotte – ma ci sono lotte reali pur ancora latenti relativamente, e appunto perché tali, più terribili.

  3. Grazie per il buon Dal Fior.

  4. Per lo studentato teologico, fiat voluntas Dei. Quando al Signore piacerà darà i mezzi. Per ora il cruccio è per questi poveri chierici filosofi, che ho bell’e che capito avranno ancora da attendere. Spero anche che i Superiori studieranno con amore la questione della divisione dei poteri. Don Cimatti è legato a Miyazaki colla scuola e colla missione – e il nuovo provvedimento lo viene legando di più. Non è certo colpa mia, che da buon romagnolo amo la libertà, ma se si vuol sviluppare l’opera salesiana, bisogna che a Tokyo ci sia chi abbia tempo e a organizzare i cooperatori, e a fomentare le vocazioni, ecc. ecc. Vedano i Superiori quid agendum. Era anche per questo che ripetutamente ho supplicato i Superiori a che presto venga il Visitatore.

  5. Don Margiaria mi chiede che cosa sia “Casa filiale” e questa nuova denominazione che tanto meno capisce Don Cimatti. Gli ho detto (pensando di dire bene):

  1. che egli ha in tutto i diritti e doveri del direttore per la sua casa (lasciamo stare la parte giuridica),

  2. che avrei domandato ai Superiori. Mi domanda a quale casa è affiliata? Mah! Se c’è qualche cosa di nuovo al riguardo, prego… Ormai ce n’è una fioritura di case filiali anche in Giappone.


Tutti desiderano di essere ricordati individualmente. Unisco l’autorizzazione dell’Ordinario pel Noviziato. La pratica per la costruzione è presso l’Economo generale (se già sarà arrivata) ed attendo l’autorizzazione per l’inizio dei lavori.

È intenzione dei Superiori di inviare un gruppetto di novizi dall’Italia? Spero di averne una buona mezza dozzina di giapponesi. Preghi e faccia pregare per noi che si cammina sui rasoi.

Con vero affetto riconoscente.

Don V. Cimatti, sales.