1318 berruti


1318 berruti

1318 /Berruti Pietro / 1934-11-14 /


1 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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14 novembre 1934

M. R. Sig. Don Berruti,

La presente, non per dare nostre notizie, ma (come sono solito) per informare i Superiori delle nostre posizioni speciali di fronte a dati avvenimenti. Può essere che le notizie siano sapute dai giornali… Ad ogni modo… Scrivo a Lei per non affaticare il nostro amat.mo Rettor Maggiore.


  1. Momento politico attuale: governo militare.

  2. Fatti recenti. Per tante cause precedenti (lunghe a dirsi), per recenti imprudenze di cattolici (che vollero fare della politica), il partito militare ha cominciato a fare conferenze nella missione a noi vicina di Kagoshima, tenuta dai Padri Francescani Canadesi (quindi americani) facendo pressione sulla popolazione per firmare petizione per l’espulsione degli stranieri dall’Isola. Pensano con ciò di premere sull’opinione europea nella conferenza ed ottenere quanto chiedono.

  3. Dolorosamente un villaggio cristiano ha firmato pure, sotto la pressione militare, detta espulsione.

  4. I Padri sono obbligati a ritirarsi – andrà qualche prete giapponese.

  5. Si dice che a colorire la cosa metteranno la legge marziale per espellere i missionari stranieri, che vogliono fortificare.

  6. Potrebbe darsi che la cosa abbia ripercussione anche altrove. Miyazaki? Nella nostra missione abbiamo luoghi di difesa (ma tutto il Giappone è tale) ma in essi non vi è ancora residenza missionaria, né certo è prudente metterla per ora.



Ho voluto accennare la cosa, perché delicata e che potrebbe…

Don Cavoli mi scrive dicendo di aver avuto ordine dai Superiori di fermarsi per curare la salute, e di quanto Lei ha parlato e del suo carattere (che ammette pienamente) e delle relazioni fra Lui e Don Cimatti e della benedetta questione dell’Ospizio, che forse non è chiara davanti agli occhi dei Superiori, perché trattandosi (al punto attuale) di opera della Missione non fu certo trattata, come quando si tratta di opera salesiana. So però che ne scrissi ed anzi mandai lo schema delle leggi che favorivano tali fondazioni in Giappone.

In breve schematizzo:


  1. In Giappone l’opera dell’apostolato non può correre come in altre missioni… Si pesca coll’amo e rari abboccano;

  2. perciò la malattia più grossa è la delusione e scoraggiamento dei missionari;

  3. le opere sono quelle che in gran parte favoriscono di più la propaganda, e destreggiano e attivano sia per la ricerca dei mezzi, sia per l’organizzazione;

  4. proposi dunque alle case che si dessero attorno per… ed ecco che sorsero dopo l’inizio del Seminario e Scuola Tipografica a Oita, altri progetti, vari dei quali ancora allo stato di progetto, per mancanza di mezzi;

  5. Miyazaki che già aveva la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli si diede attorno per riunire in un luogo i poveri vecchi che si visitavano – e poco per volta riunire gli orfanelli che fin dagli inizi si mantenevano presso famiglie cristiane.


Don Cavoli, Don Liviabella, il personale della casa si diedero attorno – gli animi erano uniti in quell’ideale, l’idea incontrò presso i benefattori e si raccolsero offerte, e si continuano a raccogliere per dare consistenza all’opera.

Saputosi che la legge favoriva e si potevano avere sussidi e per la costruzione e per il mantenimento, si fecero le pratiche relative. Il Consiglio esaminò, ma essendoci punti o incerti o dubbi, fece osservazioni cercando di chiarire. Ma in conclusione approvò. Naturalmente Don Antonio, caldo per la realizzazione, insisteva.

I miei missionari (e li lodo) vogliono tutti poter dire di fare qualcosa e lasciare impronte, orme. Don Cimatti non sa dire di no, finché c’è da far del bene, e per quanto sa e può aiuta.

Può essere che questo stato di cose abbia fatto apparire che i membri del Consiglio non erano entusiasti per l’opera e che la preponderanza del pensiero di Don Cavoli abbia trascinato. Che vuole? Sono fatto così. Non so dire di no – e sono il primo a dar la spinta a fare, quando ci vedo il bene, e quando vedo che i confratelli lavorano. Non è sistema di governo, lo so, ma non so fare diverso, ed è per questo anche che i Superiori conoscono le mie domande.

Certo Don Antonio è stato colpito da quanto ha udito: desidera che io chiarisca le cose, e lo faccio ben volentieri. È una conferma di quello che penso di me. Deo gratias!

L’Ospizio conta attualmente 75 persone:


    1. Una ventina di vecchi mantenuti dal sussidio mensile che ricevono dal municipio – altri mantenuti dalla missione.

    2. Una quindicina di giovani (ragazze) ed alcune adulte per i lavori di casa: assistenza ecc. forse col tempo inizio di Congregazione indigena; tutte mantenute dalla missione, come

    3. il restante poveri bambini e fanciulli.


Anno per anno uscendo i ragazzetti che non hanno più bisogno di cure materne, daranno (insieme ad altri) il contingente per un ospizio a varie sezioni. Si è già iniziato qualche cosa a Nakatsu.

L’Opera così com’è ora, non può essere affidata ai Salesiani (forse alla Figlie di Maria A., ma costano troppo…). Il vero ospizio che sorgerà sarà opera della Congregazione, ma occorrerà ancor tempo: benché il sottoscritto, se ci fossero i mezzi, l’avrebbe già fatto.

Mi pare di aver chiarito il mio pensiero. La realtà delle difficoltà è tutta in questo povero uomo che non sa… Il Signore perdoni che anche questa volta fui causa di dolore a Don Cavoli. Preghi per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Ricevo notizia da Don Piacenza: guarito dall’appendicite, è divenuta forte la flebite. Il Signore ci aiuti. Verso la fine del mese si entra nella nuova casa a Tokyo. Inaugurazione 31 Gennaio. Ed al prossimo anno, se siamo vivi, Noviziato e Studentato.