Cimatti|Ricaldone Pietro|1947-2-…

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a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



L’oratorio Don Bosco alla scuola professionale



Febbraio 1947

Rev.mo ed amat.mo Sig. D. Ricaldone,


Le notizie che riceve, specie dai suoi lontani figliuoli, le sono certo gradite, anche se insignificanti, ma penso che quanto si riferisce agli oratori le deve riuscire di massima consolazione, ed è anche con massima mia consolazione che desidero intrattenerla sul dolcissimo argomento.

Se l’Oratorio preconizzato dal nostro D. Bosco in Giappone non trova difficoltà nell’ordinamento, nel suo svolgersi, nelle sue finalità presso le cristianità già formate e numerose, viene invece a subire soste, difficoltà, modificazioni fino ad arenarsi, quando ci troviamo di fronte a gruppi forti di giovani non cristiani.

Dobbiamo confessare che dopo venti anni di prova (computati anche gli anni della guerra) non abbiamo ancora trovato una linea di condotta chiara e netta, che ci assicuri il successo numerico, e, quel che più conta, effettivo, che dobbiamo riprometterci dall’Oratorio.

Per i nostri paganetti presso le residenze missionarie tutto si limita alla riunione pomeridiana con gioco libero, discorsetto morale, un po’di canto: alla domenica qualche divertimento speciale (gradita la tombola, le proiezioni, teatrino, narrazioni illustrate, gite, ecc.). A seconda dei luoghi, visita alla chiesa, insegnamento del catechismo (come esercizio di memoria) o, col permesso dei parenti, insegnamento effettivo della religione. La frequenza è attivata coi punti di presenza, che danno diritto all’acquisto di oggetti utili, partecipazione ai banchi di beneficenza o premiazione. Uno dei lati deboli è la costanza nella frequenza – È più assicurata se gli intervenuti sono di uno stesso rione. Speriamo sia scomparsa la difficoltà proveniente dai divieti dei maestri di scuola… Certo la facies straniera e la istituzione cattolica… sono sempre ostacoli non indifferenti per molti. Volete adunque delle masse? Assicurate un premio a tutti gli intervenuti… Tutto questo fu tentato nell’ante guerra. La grandine bellica ha distrutto anche questo… e si ricomincia da capo. Al momento l’unico oratorio, che sussista con una buona organizzazione e che ci fa sperare i più lusinghieri risultati è quello annesso alla nostra scuola professionale D. Bosco di Tokyo. Tentativi precedenti ebbero i loro éclat, poi tutto decadde come a Mikawajima. L’attuale sorse da modesti inizi negli ultimi anni della guerra con un crescendo consolantissimo. La riunione più importante è alla domenica o feste nazionali, vacanze. Inizialmente partecipavano alle funzioni coi cristiani, premettendovi opportuna spiegazione: poi si vide per esperienza che era meglio far qualche cosa a parte per loro. Lo svolgimento dell’orario nella parte istruttiva e divertimento è simile a quello sopraindicato. Il canto di lodi sacre serve a condecorare le loro riunioni e le funzioni d’assieme (messe solenni, processioni) cui volentieri partecipano. Si è anzi litografato per loro apposito libro di canti.

Uno scariolato programma domenicale li attira sempre numerosi e tenuti legati fraternamente dall’attività multiforme del nostro D. Margevicius, anima di tutto questo bel movimento. Un buon gruppo di oratoriani studiano la religione e frequentano la nostra scuola professionale. L’infaticabile D. Albino cerca di tenersi legate anche le famiglie con visite, col tenerle informate della condotta dei figli, coll’alleviamento al possibile delle miserie del dopo guerra.

Mentre stavo, giorni or sono, parlando in cortile, passa una povera donna con un bambinello per mano, che con la gentilezza propria del buon giapponese s’inchina profondamente e mi dice: “Grazie di quanto fate per mio figlio, che frequentando l’Oratorio mi diventa più buono”. Avrei voluto aver vicino il Direttore dell’Oratorio per dirgli: “Bravo D. Margevicius… Come deve essere contento Don Bosco che tenti di imitare così bene nel tuo oratorio!”.

Le belle foto le dicono qualche cosa degli effetti ottenuti finora, delle speranze future, e di una ben meritata lode al direttore e a quanti cooperano con lui alla opera santa.

Alla ripresa in pieno del lavoro ricostruttivo mi auguro che si riprendano in pieno i nostri oratori presso ogni casa e residenza nostra.

E Lei, buon Padre, ci aiuti colle sue preghiere ad ottenere questo magnifico intento.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, sales.