Cimatti|Ricaldone Pietro|1940-1-1

2316 / Ricaldone Pietro / 1940-1-1 /




L’anno 2600!1


Miyazaki, 1 gennaio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Anno nuovo! Buon anno a Lei e a quanti amano l’avvento del Regno di Dio in Giappone e cooperano per realizzarlo.

Questo anno è per questo gran paese l’anno giubilare della sua fondazione. Duemila e seicento anni fa il Giappone inizia la sua storia. Senza entrare in disquisizioni sulla veridicità storica della data, eccoci di fronte ad una data antica, che nel suo svolgersi si snoda nella storia di un popolo, il quale per le benedizioni di predilezione ricevute da Dio, nel secolare succedersi delle sue vicende, trova la sua forma, il suo costituirsi, il suo progresso, il suo divenire definitivo, così come si presenta oggi, 2600 anni dopo. Meraviglioso invero un popolo, che si considera figlio di una grande famiglia, le cui origini s’innestano nella divinità, di un popolo che sta strettamente unito all’autorità, impersonata nell’Imperatore, il quale per mandato divino guida i membri di questa grande famiglia alle realizzazioni delle vaste idealità latenti nel suo spirito; di un popolo che vanta il susseguirsi ininterrotto delle generazioni dei suoi 124 imperatori; di un popolo che non ha permesso ad alcun nemico l’entrata sul sacro suolo della patria; di un popolo infine, che dotato di uno spirito potentissimo di assimilazione, è riuscito ad acquisire in ogni campo, quanto il mondo ha saputo inventare di utile al benessere ed al progresso sociale e contemporaneamente si è mantenuto giapponese nel suo spirito, nelle sue idealità, pur servendosi abbondantemente di quanto di più moderno la civiltà di tutti i popoli gli presenta.

La profusione delle benedizioni di Dio nelle bellezze estrinseche del paese, nelle sue montagne, nei suoi fiumi e laghi e mari pescosi, nella molteplicità dei suoi figli e produttività delle sue terre, nella numerosa popolazione, che più non cape nelle isole dell’Arcipelago, ricco d’incanti e che è forzata ad espandersi nelle terre vicine, nel carattere di questo popolo laborioso, tenace, desideroso di sapere, adattabilissimo alle più svariate circostanze della vita, che gli vengono richiamate di quando in quando nel lato doloroso della realtà da sconquassi tellurici di terremoti, tifoni, inondazioni.

La profusione delle benedizioni nello svolgersi storico delle vicende di questo grande impero fino alla costituzione attuale – nell’aver elargito anche a questa terra per mezzo di S. Francesco Saverio il seme della fede cattolica, innumerevoli martiri sul cui sangue viene fondandosi saldamente la Chiesa attuale.

Ben a ragione dunque si celebri questa data che dà modo di meditare tante belle cose, data che richiama a forti esami sul passato e sul presente, e che in unione di spirito domando sia ricordata con abbondanti preghiere da Lei, amatissimo Padre, e da tutta la grande famiglia salesiana. Specialmente i suoi figli missionari in Giappone hanno dovere di ricordare questa data, anche perché la nostra Prefettura Apostolica è appunto nella zona che vide le iniziali manifestazioni della vita e delle imprese del 1° Imperatore, Jimmu (= valore divino).

È difficile tener dietro alle tradizioni locali sull’origine, imprese e definitiva conquista dell’Imperatore; si tratta senza dubbio di un’emigrazione dall’Isola Kyushu (Hyuga) verso l’isola grande (Yamato), e tale movimento segna l’inizio delle lotte per l’unione del Giappone sotto un’unica dinastia. Le tradizioni locali della provincia di Miyazaki ricordano molti luoghi che sarebbero stati sede di questi movimenti e imprese, e che in questo anno giubilare saranno meta di pellegrinaggi provenienti da ogni parte dell’Impero. (Il nostro Don Marega nella sua traduzione del Kojiki mette in rilievo il quadro delle immigrazioni nel Kyushu, determinando chiaramente le teorie relative alle imprese del capostipite della dinastia imperiale).

Anche noi in unione attiva col Governo e con il popolo, porteremo il nostro contributo alla buona riuscita delle fissate manifestazioni: si parteciperà ufficialmente con le cristianità; si faranno gite commemorative ai luoghi più celebri, e specialmente tutti colla preghiera domanderanno al Signore le più elette benedizioni sulla Famiglia Imperiale, sul Governo e sul popolo, affinché questo grande Impero assolva per il bene comune quanto la provvidenza ha stabilito e affinché presto sia attratto tutto al dolce invito di Gesù.

Volli anche a nome dei missionari salesiani portare un modesto contributo di affetto, di ammirazione alla nostra nuova patria con la composizione di una sonata fantastica per piano2, che all’inizio dei festeggiamenti, il 3 Gennaio, fu trasmessa per radio a tutto l’Impero, unitamente al nostro deferente saluto. Ispirandomi ai concetti esposti precedentemente, nelle tre parti in cui è divisa la sonata descrissi la discesa in Kyushu del reggitore del Giappone, inviato dagli dei – il viaggio per mare del primo Imperatore per l’unione di tutto il Giappone – e l’incoronazione di Jimmu – mentre le note festanti della marcia dell’incoronazione e delle danze sacre determinano il rito, si sentono, come eco, gli inni attuali della patria, che vogliono dire coll’antico e col nuovo – l’unione indissolubile degli ideali dello spirito giapponese, che non muta per variar di secoli.

La musica semplice, ricavata da melodie giapponesi antiche e recenti, espressa con sentimenti italiani, piacque, e privati e giornali colla gentilezza propria di questo popolo espressero la loro soddisfazione. Deo gratias!

Anche questi contatti fan del bene a tutti. Ah! Se riuscissimo davvero ad essere giapponesi perfetti, e se anche noi (come dicevano i cristiani residui delle persecuzioni ai missionari cui rivelavano il loro stato: “Anche noi abbiamo il vostro medesimo cuore”) potessimo convincere questi cari giapponesi, che vogliamo avere ed abbiamo il loro medesimo cuore nell’amarli, nell’amare il loro gran paese, e che con loro come missionari e come salesiani di Don Bosco (Oh! I nostri cari giovani!) vogliamo lavorare per la vera grandezza del loro paese, e vorremmo vederlo ornato per la grazia di Dio della gemma più fulgida: la fede.

L’inno popolare d’occasione delle feste giubilari svolge questi pensieri: “È il 2600 dell’era imperiale. Da mille e mille petti ardenti d’amore e di gioia, di ossequio devoto e di forza erompe il canto. L’ampia distesa del mare, l’alta vetta del Fuji, il nostro bel Paese, i nostri bei ciliegi vedono ancora la civiltà dei secoli. Oh nostra patria, scintillante di gloria, mostra ora il tuo genio e il tuo valore all’ombra del labaro della giustizia. Oh! Il sole s’eleva fra scrosci d’evviva!”.

E concludo anch’io: si elevi presto su questo popolo il vero sol justitiae Christus Deus noster.

Suo

Don V. Cimatti




1 R. M. 968: manosc. pubblicato in Bollettino Sales., Maggio 1940.

2 Si tratta della sonata per piano intitolata “Origine dell’Impero”, n. 784 del Catalogo musicale, la più lunga composizione per piano di Don Cimatti. Si noti che pur essendo i primi 3 giorni dell’anno le più importanti feste nazionali, la trasmissione sulla rete nazionale NHK fu fatta dal vivo proprio nell’ora di maggior ascolto alle 12 e 5` dopo il notiziario. Erano gli anni dell’Asse Tripartita Tokyo-Roma-Berlino.