Carissimo Don Compri, avevo già la Cartella del 1943 che ora le


Carissimo Don Compri, avevo già la Cartella del 1943 che ora le

2939 / Circolare Salesiani / 1943-1-6


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 6 gennaio 1943

Carissimi,


Grazie a Dio abbiamo potuto incominciare il nuovo anno, e speriamo di poterlo passare, e per quanto dipende da noi vogliamo passarlo nella Sua Santa grazia e ricolmo delle sue più belle benedizioni. È quanto domando al Signore per voi nelle mie preghiere: vi prego di ricordarmi sempre nelle vostre orazioni.

Permettetemi la raccomandazione che sempre sono solito di farvi: cioè l’osservanza delle Regole, perché sono sicuro che se siamo perfetti in questo, tutte le cose nostre procederanno bene in tutti i sensi. D’altra parte oltre che essere per me questo esecuzione di dovere, è per voi merito grande.

Nel mese poi che siamo soliti consacrare ai nostri Patroni, mi sembra che l’esatta osservanza della Regola, rappresenti il più bell’omaggio che possiamo rendere al nostro Fondatore e la più bella preparazione alla sua festa. Sono inoltre sicuro di interpretare con questa raccomandazione il pensiero ed il cuore del nostro Rettor Maggiore e dei Superiori Maggiori.

Desidererei pure che come omaggio al nostro Don Bosco, mi aiutiate in questo mese a lavorare più intensamente per l’organizzazione dei nostri cooperatori, sia con l’aumentarne il numero, facendo nuove iscrizioni, sia col radunarli (secondo il prescritto del loro regolamento in occasione della festa di S. Francesco di S.) e far loro sentire una buona parola salesiana, e non potendo fare per loro una conferenza speciale, almeno parlare a tutti i vostri cristiani dell’associazione, o far pervenire loro una lettera speciale, e sia pure (e di questo vi prego ardentemente) inviandomi i nomi e gli indirizzi dei cooperatori della vostra circoscrizione.

Sono sicuro che mi aiuterete a compiere anche questo dovere mio, di cui comprenderete l’importanza nel momento che attraversiamo e più per il futuro.

Ed un altro favore vi domando: abbiate la bontà di inviarmi anche breviter le note di cronaca del 1941 e 1942. Non è un lavoro che vi costi molto: mi bastano accenni, fate anche questo come omaggio a Don Bosco e per aiutarmi a compiere anche questo mio dovere.

E pregate sempre per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2940 / Cecchetti Albano / 1943-1-6 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 6 gennaio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Un caloroso saluto a Lei ed agli amici. Non dimentichi l’onomastico di Don Lorenzi e se fate la solita riunione mi rappresenti presso Don Marega in quell’occasione1.

Non mi dimentichi alle Figlie di Maria Aus. e alla Sig. Nagata e specialmente a tutta la famiglia cristiana.

Sempre la ricordiamo tutti.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2941/ Circolare Salesiani / 1943-1-8 /


ai Confratelli missionari dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Ai missionari

8 gennaio 1943

Carissimi confratelli,


Si avvicina la festa dei nostri Patroni e mi sento in dovere sia di farvi i più sentiti auguri per l’occasione, sia per esortarvi a farvi precedere, pubblicamente, dove è possibile, o privatamente, una bella novena per l’opportuna preparazione spirituale e per assicurare così a noi tutti i frutti più belli di grazie e di benedizioni.

Abbiamo tanto bisogno, specie in questi momenti, dell’aiuto dei nostri Patroni, abbiamo bisogno della mansuetudine, pazienza e carità di S. Francesco di Sales, abbiamo bisogno di essere salesiani della tempra di Don Bosco, abbiamo bisogno di grazie spirituali e di grazie materiali in gran numero: uniamoci davvero di cuore a tutta la nostra famiglia salesiana per ottenere quanto a noi è indispensabile per le presenti circostanze.

Laddove fosse possibile, promovete anche una semplice riunione familiare dei nostri cooperatori ed ex-allievi o almeno segnalare le date (anche solo dal punto di vista educativo o della propaganda stampa)… Insomma non lasciamo perdere l’occasione per fare un po’ di bene.

In noi tutti poi si accenda sempre più forte il desiderio efficace di voler mantenerci buoni salesiani, e di fare il possibile per compiere usque in finem il nostro dovere coll’osservanza esatta della regola.

Il 2 c. m. i nostri confratelli Akimoto, Manganelli e Martelli ricevettero il suddiaconato per mano di Mons. Chambon, e si spera potranno ricevere il Diaconato per la festa del nostro Fondatore, per essere poi ordinati in Marzo sacerdoti. Li raccomando vivamente alle preghiere di tutti: essi non vi dimenticano nella recita del S. Breviario. Per il momento non ho altre notizie speciali. Per quanto so tutti i confratelli stanno benino e passarono santamente le feste natalizie e di capodanno. Nuovamente auguri sinceri e assicurazioni di preghiere quotidiane per parte del


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2942 / Cecchetti Albano / 1943-1-20 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 20 gennaio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Non voglio lasciar passare le nostre feste senza un saluto speciale e domanda di preghiere affinché il Signore ci conceda di essere davvero buoni salesianetti di Don Bosco.

Conto assai sulle preghiere di Don Albano. Faccia le mie parti e alle Figlie di Maria A. e all’Hikari no sono, invitandole tutte ad essere buone cooperatrici salesiane in tutto il senso della parola.

Ho saputo della morte del vecchietto: prego per lui. Sarà vicino a Gesù cui stava tanto vicino in terra.

Coll’osservanza della Regola rafforziamo la nostra vita salesiana.

Suo

Don Cimatti



2943 / Marella Paolo / 1943-1-25 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 25 gennaio 1943

Eccellenza Reverendissima,


Il giorno 29 e 31 c. m. è festa salesiana. Voglia nella sua bontà non dimenticare nelle sue preghiere tutti noi, e ci benedica.

Il 29 c. m. è anche il 10° anniversario dell’inizio dell’Opera salesiana a Mikawajima. Domenica faremo un po’ di ricordo con Don Bosco: benefattori e amici cooperatori. Avevo invitato Mons. Doi, Mons. Chambon o un delegato loro, ma non possono venire.

Non so se potranno venire altri invitati. Non disturbo V. E. che, naturalmente, sarebbe il primo fra gli invitati.

A tutti i benefattori ho chiesto almeno l’adesione. V. E. che è del numero spero aderirà e se volesse inviare due righe sarebbero certo graditissime a tutti.

Al momento nulla di nuovo. Silenzio su tutta la linea:2 ma continuiamo nel lavoro. Ho scritto anche a Mons. Gaspais, vedremo se risponde e che cosa risponde.

Scrissi anche a Mons. Taguchi, cui volevo riferire le cose di Miyazaki (come a segretario del Kyodan) domandando un’udienza, ma o non ha ricevuto la mia o anche Lui non risponde: sarà usanza giapponese…

E preghi per questo povero uomo…

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2944 / Ricaldone Pietro / 1943-1-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Nostri decennali3


Gennaio 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Non fosse altro che per non lasciar disperdere memorie che ci richiamano tanti avvenimenti, persone care già scomparse, abbiamo voluto richiamare alla memoria e solennizzare come meglio si poteva due nostri decennali: l’inizio del nostro lavoro in missione nella zona di Miyakonojo e quella più importante, della nostra entrata in Tokyo.

È una bella occasione per ringraziare il Signore e quanti hanno cooperato in questo decennio al lavoro compiuto; è un buon eccitamento e per i benefattori che possono controllare il bene che hanno compiuto e per noi che possiamo fare un buon esame di coscienza, fonte di propositi, di correzioni, di miglioramenti.

Dieci anni sia pure di modesto lavoro danno davvero modo di toccare con mano la bontà del Signore, la carità dei cooperatori nostri, e lo sforzo di tanti per realizzare nel campo loro affidato la gloria del Signore e la salute delle anime.

Per sommi capi le fasi riassuntive del lavoro compiuto nel decennio.


Il 12 Gennaio 1933 entravano in Tokyo i primi salesiani, chiamativi dall’Arciv. Mons. Chambon, per assumere il lavoro nella zona Mikawajima (parte Nord-Est di Tokyo) dipartimento di Arakawa, che tra i 35 dipartimenti in cui è divisa la capitale è il primo per densità di popolazione e noto fra i più poveri.

Mikawajima ne è il centro. Fu qui che il nostro indimenticabile Don Piacenza cominciò il suo apostolato salesiano. Come sarebbe bello ed edificante ricordare le impressioni e le vicende di quei primi giorni, che si può dire furono caratteristica iniziale di tutte le nostre opere in Giappone, cioè sperimentare la mancanza di tutto, assaporando le gioie della povertà e semplicità della vita, unita alla manifestazione cordiale di care anime buone che venivano incontro alle prime necessità. Il primo incontro coi cristiani; il primo incontro coi fanciulli; le inevitabili prime difficoltà, i primi successi, le prime disillusioni: comprensioni e non corrispondenze… Le gare, i divertimenti, le premiazioni…

Non sono novità, perché le caratteristiche degli inizi delle opere salesiane di tutto il mondo… E anche qui i poveri salesiani sforniti di esperienza personale, si sforzarono di fare modestamente quanto avrebbe a loro modo di vedere fatto Don Bosco.

I risultati? I cristiani adunati il giorno dell’apertura della Parrocchia non superavano i 25. Oggi sono 396 (100 famiglie di cui 196 uomini e 204 donne) comprese le comunità religiose, cui si possono aggiungere quelli dell’Opera dell’Università cattolica, dipendente da questa parrocchia, raggiungendo così il numero di 516 cristiani.

Cifra davvero assai modesta se si pensa al numero di 600.000 abitanti nella circoscrizione della Parrocchia, che dà modo al missionario di esclamare ben a ragione il “Messis multa” di Gesù e di chiamare a raccolta quante anime buone desiderano cooperare all’avvento del Regno del Signore in questo grande paese.

Durante i dieci anni si amministrarono 507 battesimi, 286 cresime, 55 matrimoni. Morti 173.

Crescendo il numero dei cristiani si organizzarono nella parrocchia associazioni religiose di vario genere, fra cui primeggiarono l’Associazione dei devoti di Maria A., i Cooperatori, l’Opera del Sacro Cuore, ecc. più altre associazioni di attività sociale e di carità, proprie del Giappone e dell’Azione Cattolica, quali le Unioni cattoliche maschili e femminili, Società di mutuo soccorso e varie sorte dalle circostanze del momento, in servizio della patria e della parrocchia.

Vennero poi man mano prendendo piede le opere cosiddette sociali per venire in aiuto, secondo lo spirito salesiano e secondo le direttive del Paese alle numerose necessità dell’ambiente in cui si trova la parrocchia. Il dipartimento Arakawa in cui è eretta, fra i 35 dipartimenti di Tokyo occupa il primo posto per la popolazione e anche il primo per densità della medesima. La regione di Mikawajima che ne è il centro, è, si può dire, anche il centro dei bisognosi della capitale. Si fondò quindi l’Asilo Don Bosco (Gennaio 1933) – il gruppo Esploratori “Amor patrio” (Aprile 1936) che si rese noto in tutta la nazione e che venne in seguito incorporato nel gruppo esploratori nazionali – il dispensario “Don Piacenza” (Giugno 1936) unito l’anno scorso all’Opera Betania per la difesa contro la tubercolosi.

Naturalmente a queste opere che sono sotto la protezione legale fanno corona l’Oratorio quotidiano (collo stabilirsi delle Figlie di Maria A. a Tokyo passò a loro la sezione femminile) – la scuola serale Don Bosco – dopo scuola, scuola di soroban (calcolo) e scuola di lingue e musica. In cifre si può così valutare il lavoro: in media:


Asilo annuale2118decennio635.480

Dispensario “13.098 “89.068

Oratorio “1.869 “198.531

Scuola serale “ 1.320 “151.259

Esploratori “160 “1.500

Escursioni festive 325 “6.500

Scuola soroban 247 “15.580

Bazar di beneficenza 31 “11.776

Divertimenti famil. 240 “169.000

Unione Madri (asilo) 45 “2.700


Tali risultati ed altri più intimi non esprimibili in cifre sono certo frutto del lavoro dei missionari, dei cristiani e di quanti cooperarono (maestri, medici, infermiere) ma specialmente frutto dell’aiuto dei cooperatori che con simpatia e zelo non lasciarono di venir in aiuto e col consiglio e coi mezzi. È doveroso ricordare fra i primi il Ministero della pubblica beneficenza (Opere sociali) di Tokyo, della città di Tokyo, del Municipio e delle Società e banche di beneficenza: a tutti dobbiamo rivolgere il più fervido ringraziamento e domandare anche per l’avvenire la benevola assistenza.

La festa religiosa e la commemorazione fu condecorata colla parola di S. E. Mons. Doi Arcivescovo di Tokyo che si espresse in questi termini: “Oggi, in occasione del solenne decennio della fondazione della Parrocchia di Mikawajima è per me un grande onore dire qualche parola di felicitazione. Non vi è bisogno di dire che fin da quando 10 anni fa si cominciò per mezzo dei salesiani a piantare il seme della santa dottrina, il continuo tendere della parrocchia allo sviluppo e l’ottenere la floridezza che oggi vediamo, sono certamente grazie del Signore dovute all’intercessione di S. G. Bosco: ma d’altra parte sapendo che hanno in ciò gran parte i continui sacrifici e sforzi dei salesiani e l’assoluta cooperazione dei fedeli cristiani, non posso non manifestare a voi tutti il mio ringraziamento e la mia commozione.

Fra le parole che Don Bosco ripeteva ai suoi cari discepoli ci sono anche queste: “Sii sano, studioso e santo!”, ed io credo che proprio queste tre cose siano quelle che oggi ci sono più che mai necessarie. Ed infatti: “Mens sana in corpore sano”: solo coloro che hanno uno spirito sano possono oggi far fronte all’eccezionale situazione della patria e della Chiesa. Anche lo studio è oggi sommamente richiesto in ogni cittadino. È insegnamento di Gesù Cristo che dobbiamo fuggire l’indolenza e rendere duplicati al Padre celeste i talenti che ad ognuno sono stati dati. Solo chi si applica seriamente riesce vittorioso nella battaglia del cielo e della terra. E specialmente la santità è necessaria in tutti i tempi, specie poi in questi. Farsi santo vuol dire osservare le leggi dell’ordine stabilito da Dio e dallo Stato: facendoci santi possiamo promuovere la moralità in mezzo alla società, cooperare alla correzione delle cattive tendenze della società stessa e contribuire allo stabilirsi di un giusto ordine. In questo giorno mentre invochiamo Don Bosco, stampiamoci nel cuore le parole del santo: rinnoviamoci nella risoluzione del binomio: “Religione e Patria” e sempre più lavoriamo per la loro prosperità e diffusione. Queste le mie parole per la fausta ricorrenza”.

Al Signore la gloria – onore a quanti hanno cooperato direttamente e indirettamente a procurarla – l’augurio che il prossimo decennio veda centuplicato il bene fatto finora alla maggior gloria di Dio e per la salute delle anime.

In forma assai più modesta si ricordò il decennio del nostro lavoro a Miyakonojo.

Le fasi furono narrate a suo tempo nel Bollettino Salesiano ed anche quella residenza missionaria può contare le sue glorie, le sue difficoltà. Nonostante le difficoltà del momento, specie in quella zona, il bravo Don Bernardi con vero spirito di sacrificio tiene uniti i suoi cristiani, continua il suo oratorio, e può ben cantare: L’“euntes et flentes mittentes semina sua”... nella ferma speranza del “venientes cum exultatione”...

Come vede, caro Padre, non cose fastose, ma dissodamenti irrigati di sudore e di lagrime e di sacrifici… Gli effetti?… Sa il Signore.

A noi il compito di seminare a piene mani, con incrollabile fede, “in spem contra spem credentes” ed attendendo il frutto, che noi non vedremo che assai parzialmente… “in patientia”.

Ci benedica tutti.

Suo

Don V. Cimatti, sales.

2945 / Bernardi Angelo / 1943-2-8 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 8 febbraio 1943

Carissimo Don Angelo,


È il 18° o 19° anniversario della nostra entrata in Giappone e lo passo col mio bravo Don Bernardi. Rispondo alle tue lettere.


  1. In primis per non disperdere i frutti del decennio ti consiglierei a fare una breve memoria.

Date storiche – frutti del decennio a base di statistiche (battesimi, ecc., oratorio, frequenza media) somme totali. E ne manderai copia.4

  1. Per te. Era avviata la trattativa per l’acquisto di una magnifica colonia agricola. Sul più bello ci hanno messo da parte (senza dir nulla) e fu venduta a tedeschi. I contraenti eravamo noi e benedettini, che ci piantarono. Avevo pensato a te. Si può pensare in caso allo studentato, alla scuola, a Mikawajima per te, qualora fosse necessario l’esodo.

Per la Fuji, se veramente desidera e si rassegna a lasciare il Kyushu, a Mikawajima, asilo e catechista, avrebbe lavoro fin che vuole.

  1. Grazie dell’invio cronaca-cooperatori. Non temere che, in ogni evenienza, sarai avvisato se il centro… È per organizzarci e orientarci, e in caso di necessità vedere su che forze di cooperatori ed ex-allievi vi possiamo sperare per chi resta.

  2. Della tua casa e nostre non so proprio prevedere nulla, perché l’Ordinario (come del resto hai sperimentato) è impenetrabile. Non c’è che da pregare e vedere in attesa degli avvenimenti.

  3. Grazie della relazione della festa. Il Signore tiene conto di tutto e a tempo opportuno premia. Coraggio mio caro Don Angelo, fa’ quel che puoi e sai, sulla stregua delle regole, e non temere di nulla. Seminare a piene mani, ad altri il mietere.


Vedi di aiutare e formare allo spirito di lavoro e sacrificio il chierico.

Saluta e ringrazia per me tutti, e specialmente il Sig. Kaneko e la santa maestra Fuji. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2946/ Liviabella Leone e Confratelli/ 1943-2-11 /


a Don Leone Liviabella e suoi collaboratori , missionari in Giappone



11 febbraio 1943

Carissimi,5


Grazie di tutta la vostra carità espressami in questi giorni. Dio benedica il bel lavoro che con tanto zelo e sacrificio fate per la sua gloria e per il bene. Non dimenticate tre date che vi danno modo di attivarvi in varie forme, eccitati a ciò anche dall’esempio del nostro Don Bosco.


  1. 17 c. m. inizio liturgico del mese di S. Giuseppe, per noi fioretto giornaliero.

  2. 19 c. m. 80° anniversario dell’approvazione della nostra Società.

  3. 20 c. m. giornata della buona stampa.


Cerchiamo di sfruttare santamente anche queste belle occasioni sempre per il bene.

E pregate per me.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S.


  1. Prego Don Liviabella [che] voglia comunicare specialmente le date 1. e 2. alle comunità religiose. E far pervenire le accluse alle Figlie di Maria A. cui annuncio le tre date.

  2. Non dimenticare di organizzare i cooperatori e l’associazione ammalati (non potresti servirti inizialmente del tuo giornaletto dedicando una mezza pagina per gli ammalati, inviando loro il foglietto?).

  3. Tieni colla buona stampa accesi i lucignoli fumiganti di coloro che sono lontani (hanareta).

2947 / Circolare Salesiani / 1943-2-12 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 12 febbraio 1943

Carissimi confratelli,


Le notizie che avete inviato in occasione delle nostre care feste Salesiane hanno riempito il cuore di grande consolazione, mi hanno assicurato della vostra salute e del vostro lavoro e specialmente dell’amore che nutrite a Don Bosco, e dello spirito veramente salesiano da cui siete animati per fare il vostro dovere. Deo gratias e a voi tutti di cuore.

Le case di Miyakonojo e di Mikawajima hanno in questa occasione ricordato il loro decennio in forma familiare, ma non senza frutti spirituali.

A Miyakonojo era presente l’Amministratore Apostolico ed a Mikawajima il rappresentante di Sua E. Mons. Doi, che inviò un magnifico saluto d’occasione. Furono così ricordati in modo speciale i nostri primi benefattori Mons. Chambon, P. Faber, P. Bolteau e quanti dei nostri confratelli iniziarono le due opere.

Si prese anche da voi l’occasione di parlare ai nostri cooperatori (altri si propongono di farlo nel mese di Maggio) ed anche a qualche nostro ex-allievo.

Penso che se ci sforzeremo di lavorare in questi due campi ne avremo dei vantaggi non indifferenti specialmente per il futuro. Vogliate aiutarmi anche in questo, e vi assicuro non solo la mia gratitudine, ma il vantaggio della nostra Congregazione.

Vi annuncio pure che il M. E. N. ha approvato il nuovo Ente Morale giuridico salesiano coll’introduzione dei membri dirigenti (= riji) giapponesi. Secondo le disposizioni della legge, l’entrata dei nuovi ha lasciato nell’Ente M. G. nostro i vecchi: Don Margiaria e Don Bovio, e introdotto tre dei nostri confratelli giapponesi. Tutti gli altri stranieri e Giapponesi salesiani sono soci ordinari dell’E. M. G (Ente Morale Giuridico).

Per qualsiasi questione dunque riferita alle proprietà nostre potete riferirvi per questioni legali (tasse o altro del genere) a Don Margiaria.

Vi è presso alcuni l’abitudine di cominciare col 18 c. m. il mese di S. Giuseppe.

Vi prego di mettere nelle vostre preghiere questa intenzione: “AIUTO DEL NOSTRO PATRONO NELLE NECESSITÁ SPECIALI DEL MOMENTO, MOLTE BUONE VOCAZIONI, PERSEVERANZA DI QUELLE CHE IL SIGNORE CI HA MANDATO”.

Preghiamo per i nostri soldati: Yamaguchi, Tateishi e Nishimura. Quest’ultimo è a Manila ed alloggia presso Mons. Piani, compiendo i suoi studi teologici. Mi prega di salutare tutti e domanda preghiere a tutti.

Ci vorrà il Signore provare con altre prove? Sia fatta la Sua S. Volontà: ma cerchiamo di prepararci colla preghiera, coll’adempimento del nostro dovere nell’osservanza delle nostre Ss. Regole. Ed allora ci faremo dei grandi meriti.

Vi assicuro continuo fraterno ricordo nelle mie preghiere.

Domando vivo contraccambio. Vostro

Don V. Cimatti, sales.

2948 / Cecchetti Albano / 1943-2-12 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 12 febbraio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Il Signore che sempre le ha voluto tanto bene le vuol dare ancora un modo di santificare la sua anima con una richiesta di amorosa rassegnazione, che sopportata cristianamente, le aumenterà tanti meriti che già si è fatto e si va facendo.

Il preambolo minaccia di farsi lungo, ma so che parlo al mio buon Don Albano e che non vi è bisogno di lunghi preamboli.

Ho ricevuto telegramma dai Superiori che risiedono ora a Cuorgnè che mi pregano di comunicare a Don Albano l’andata in Paradiso del suo buon papà, avvenuta il 21 Gennaio. Pensi, caro Don Albano, alla partecipazione di noi tutti al suo grande dolore; e specialmente di Don Cimatti che ebbe a conoscere il suo buon Papà e che anche ebbe con lui relazioni per lettera.

Lo conobbi uomo ottimo cristiano, e fortificato alla scuola del dolore e delle prove. Son sicuro che in Paradiso prega per noi, come noi preghiamo tutti per lui.

Caro Don Cecchetti le siamo tutti vicini coll’affetto e colla preghiera. Ho comunicato subito la cosa a tutte le case, e tutti faranno il loro dovere.

E preghi anche per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti



2949/ Marella Paolo / 1943-2-18 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 18 febbraio 1943

Eccellenza Reverendissima,


Ho ricevuto da Don Margiaria le intenzioni di Ss. Messe, che assicuro saranno immediatamente celebrate. Non so che dire grazie alla Provvidenza ed al ministro generoso, ed in contraccambio offro e assicuro preghiere.

Per ora nihil novi sub sole. Silenzio da parte dell’Amministratore Apostolico.

Esposi le cose nostre a Mons. Taguchi, che mi promise avrebbe parlato con Mons. Doi, ma non mi ha poi fatto sapere più nulla.

È di parere che bisognerebbe [che] porgesse a Lui l’occasione di parlare direttamente con Mons. Ideguchi, per sentire il suo preciso pensiero: scrivere equivale dare la lettera in pasto all’entourage, che pare abbia influsso sul modo di pensare ed agire dell’Ordinario. Dunque?

Noi seguiamo il nostro piano, avvenga quel che vuole, fiduciosi dell’aiuto di Dio, nelle cui mani è l’avvenire, calmi e sereni si continua il possibile lavoro.

Mi ha scritto Mons. Gaspais sulla nota questione: non difficoltà per parte di Mons. Blois, per parte civile fare i passi presso il governo giapponese. E vedremo anche questo nel limite del possibile e della volontà di Dio.

Quando ha modo di aiutarci o con lavoro o ut supra o in altra maniera, non dimentichi che i salesiani hanno bisogno di tutto e di tutti. Mi benedica e mi creda:


ossequientissimo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. Ricevo proprio ora gli auguri di Mons. Costantini che trasmetterò ai confratelli.

2950/ Ricaldone Pietro / 1943-2-…


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


la festa patronale del seminario6


Febbraio 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Mentre i nostri cari seminaristi per rallegrare la festa patronale del Seminario dedicato ai Santi Martiri giapponesi stanno allegramente battendo i “mochi” [mochi = riso cotto pestato], le invio le notizie mensili di cronaca. Lei certo nella breve permanenza fatta in Giappone 16 anni fa (eh! si diventa vecchi… e Lei più di me) ha gustato questo manicaretto di cui sono ghiottissimi i giapponesi, ed anche noi… Specie se insieme a molto zucchero. Si cuoce a vapore una qualità di riso speciale, e quando è al punto lo si mette in un mortaio, e poi in due o più lo si viene battendo ritmicamente con specie di martelli di legno fino a ridurlo in una pasta soda che si stira, si spezza e si forgia in forme svariate. Vi si possono mettere anche sostanze coloranti o ripieni di vario genere. Lo si mangia o fresco o abbrustolito sulla graticola o in umido o fritto ecc.

Naturalmente la giornata del 6 Febbraio è in Seminario giorno di gran festa e fra salesiani col contorno di quanto si è soliti fare fra noi, in chiesa, in teatro e… in refettorio. In quel giorno si fa festa di famiglia, e si invitano anche gli insegnanti esterni e i principali benefattori.

Sull’altare laterale è esposto un quadro disegnato con gusto da un seminarista rappresentante il martirio dei beati. Non è difficile vedere durante il giorno qualche seminarista che vi si prostra innanzi e prega. La più parte dei nostri seminaristi sono di Nagasaki, e discendenti dei vecchi cristiani dei tempi delle persecuzioni. Che passi nel loro cuore in quelle visite lo vede il Signore.

Non c’è che pregare Dio affinché conceda loro la forza dei martiri e la costanza “usque ad mortem” nella loro vocazione.

La festa è finita. Nei giorni seguenti, lavori ai campi, sotto la guida dei loro superiori, divisi in squadre preparano il terreno e seminano le patate.

Hanno pregato S. Giuseppe all’inizio liturgico del suo mese che al momento concedesse due grazie che si ritenevano necessarie per il bene materiale e spirituale del Seminario:


    1. Trovare campi in affitto (assai difficile in questi tempi).

    2. Il riconoscimento della casa come casa religiosa in conformità alle nuove leggi sulla religione. S. Giuseppe non si smentì.


I campi che lavoravano erano appunto fra quelli ottenuti dalla loro preghiera.

Giunge l’annuncio che l’Amministratore Apostolico ha dato parere favorevole per la pratica richiesta.

Secondo le direttive delle Autorità civili ed ecclesiastiche anche nelle singole residenze i terreni adibibili a campo sono trasformati e seminati a verdura.

Il Signore benedice anche questi lavori agricoli fatti dai suoi ministri – patate, pomodori, insalate, spinaci, cavoli, zucche ecc. prosperano; tanto che se ne parla anche sui giornali, additando la valenza degli stranieri, ed il buon popolo commenta: “Oh, come è buono il Dio dei cattolici!”. Si poté con questa risorsa venire in aiuto alla popolazione in momenti di mancanza o scarsità di verdura. Nei luoghi vicino al mare si trovano anche buoni supplementi alimentari colla raccolta di erbe marine, conchiglie, gamberi e granchi durante la bassa marea. Un avvenimento caratteristico chiude il mese. Un vecchio pianoforte quasi inusabile fu venduto e si fece acquisto di una vacca, che assicura il latte alla comunità. Oggetto per noi più che altro ornamentale dà luogo a qualche cosa di più utile. La musica è bella, ma “carmina (e penso anche musica) non dant panem”. Mi perdoni, buon Padre, l’argomento è un po’ materiale, e preghi per noi: “panem nostrum cotidianum da nobis hodie”. Mi sembra che Lei mi faccia risuonare all’orecchio: “Bravo! Aiutati, che il ciel t’aiuta!”.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.






2951 / Marella Paolo / 1943-3-3 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 3 marzo 1943

Eccellenza,


Il buon Don Cecchetti mi prega di trasmetterle l’acclusa. Nello stesso tempo il bravo Shimada avrebbe combinato per il 2/7 un concerto col sottoscritto all’Hibiya, e desidererebbe, come ottenne già altra volta, l’appoggio dell’E. V.

Se può accontentarlo fa certo contento anche il sottoscritto.

Finalmente, penso anche per i buoni uffici di Mons. Taguchi, il nostro bravo Ordinario ha acconsentito alle reiterate preghiere dei poveri salesiani col dare il visto per l’approvazione della casa religiosa di Miyazaki.7 Deo gratias! Anche a Lei.

E preghi per noi e ci benedica. Preghiamo per la preziosa salute di V. E. specie in questo bel mese di S. Giuseppe…

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. L’acclusa in giapponese è la relazione del decennio delle Opere sociali di Mikawajima inviata anche alle Autorità.

2952 / Circolare Salesiani / 1943-3-3 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 3 marzo 1943

Carissimi,


Si avvicina la festa di S. Giuseppe, nostro speciale Patrono. Non ho bisogno di farvi speciali esortazioni perché conosco la vostra grande devozione a questo Santo. Nelle attuali circostanze affidiamoci in modo speciale al suo patrocinio in spiritualibus et in materialibus sicuri del felice esito delle nostre preghiere.

La S. Quaresima pure ci dia modo, oltre che coi modi prescritti dalla Chiesa, di lavorare per i nostri dipendenti e con intensificare l’insegnamento del Catechismo e col favorire la devozione alla Passione di N. S. Gesù Cristo; personalmente proponiamoci di eseguire sempre meglio i nostri doveri quotidiani nell’osservanza esatta delle nostre Ss. Regole: così prepareremo assai bene noi e i nostri alla Pasqua.


Notizie:


  1. Approvazione della casa religiosa del Seminario, in conformità alle vigenti leggi religiose. Così anche questa spinosa questione è liquidata. Deo gratias.

  2. A tutt’oggi domande di noviziato sono 7: ci danno la bella possibilità di cominciare quanto citius il Noviziato, così Don Tassinari ripiglia il suo lavoro. Se otterrà il permesso andrà a Miyazaki per gli esercizi spirituali e li condurrà a Tokyo. Domando preghiere per questi cari figliuoli.

  3. Il prossimo 20 ci saranno a Tokyo le ordinazioni dei nostri diaconi: Gallo, Lopez, Manhard e Mantegazza ed il 17 a Nagasaki del nostro Kawaguchi (Prefet. Apostolica di Miyazaki).

Facendo fin d’ora i nostri fraterni auguri ai nuovi sacerdoti, li assicuriamo delle nostre più belle preghiere.

Oh, conceda loro il Signore di essere santi sacerdoti, animati nel lavoro sacerdotale dello zelo, della laboriosità, dello spirito di sacrificio e di carità del nostro Don Bosco. Ad multos annos.

  1. Non ho notizie particolari del nostro Tateishi e degli altri soldati. È chiamato al servizio militare regolare il confratello Kai: lo accompagniamo coi nostri migliori voti e preghiere.


Non dimentichiamo i nostri cari ammalati (Don Arri, coad. Camnasio). Ma specialmente pregate per chi vi ricorda sempre sempre:


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Speravo rivedere prossimamente i cari confratelli del Kyushu in una mia andata a Nakatsu, Oita, Beppu e Miyazaki. Ma non mi fu permesso, essendo stata troppo recente la mia andata da quelle parti.

Vi unisco una relazione del decennio delle opere sociali di Mikawajima che fu utile fare per le autorità e benefattori delle varie opere.

Nell’atto di spedire ricevo da Miyazaki: “Tateishi ha cambiato ospedale. Parlando coll’infermiera fu detto che il nostro ammalato avrà tutt’al più un mese di vita. Hanno già chiesto alla famiglia uno che vada ad assisterlo fino agli estremi…”.

Pregherò Don Mukai che lo vada a trovare e gli porti la S. Comunione… Aiutiamo questo nostro confratello in tutte le forme possibili di carità che il cuore Salesiano vi può suggerire.

2953 / Dal Fior Luigi / 1943-3-23 /


1 a don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone

▲back to top



Tokyo, 23 marzo 1943

Carissimo Don Luigi,


Avrei bisogno che ti sacrificassi e andassi ad aiutare Don Liviabella8 pur prestandoti per possibili insegnamenti in seminario. Penso ne guadagneresti in salute e in tutti i sensi. Se mi puoi dare una risposta un po’ in fretta ti sarei assai riconoscente. Comprendo tante cose che mi potresti dire. Prega e dimmi.


Tuo sempre aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2954 / Cecchetti Albano / 1943-3-6 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 6 marzo 1943

Carissimo,


Vengo dall’amministrare l’Estrema Unzione al nostro Tomura9 cui ho fatto fare anche i voti privati. È felice e tranquillissimo. Non dimentichi di pregare e far pregare.

Il 9 c. m. non dimentichi il nostro Savio Domenico.

Saluti a tutti.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti



.

2955 / Circolare Salesiani / 1943-3-9 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 9 marzo 1943

Carissimi confratelli,


Come già ebbi occasione di domandarvi preghiere speciali per il nostro caro aspirante TOMURA SHOICHI PAOLO, così ve le domando più insistentemente ora che al buon Dio è piaciuto di chiamarlo a sé. Mi pare di poter affermare che ha fatto una santa morte, riempiendo di ammirazione e durante la malattia e in fin di vita quanti poterono avvicinarlo per la sua pazienza, rassegnazione e donazione totale al Signore. Pur non essendo ex jure nostro confratello, era con tutta l’anima e si preparava ad essere un buon salesiano. Fece privatamente i santi voti. Vi domando per Lui ex caritate le preghiere prescritte o consigliate in queste occasioni. Sarà un bene per lui, per le anime Ss. del Purgatorio e per noi. Grazie fin d’ora di quanto potrete fare per quest’anima bella.

Il nostro Don Arri per ricaduta fu ricoverato nuovamente all’Ospedale. Domando anche per lui speciali preghiere.

Vengo a sapere per via indiretta che i Superiori hanno stabilito varie manifestazioni da farsi per il prossimo 27 Maggio, giubileo d’oro del nostro Venerato Rettor Maggiore. Non ho ricevuto ancora comunicazioni dirette: ad ogni modo penso che noi non dobbiamo certamente rimanere assenti, anzi vogliamo parteciparvi con tutta l’anima, in dipendenza naturalmente dalle condizioni in cui ci troveremo, e che solo il Signore conosce.

Principalmente tre cose sono raccomandate, pur avendo tempo a concretare le modalità di esecuzione delle medesime, le accenno subito affinché tutti vi riflettiamo sopra e cominciamo quella preparazione di spirito e di cuore che sono tanto utili in tali manifestazioni.


  1. Oltre le preghiere speciali che i singoli e le associazioni nostre, compagnie, cooperatori, ex-allievi, ecc. possono presentare, si consiglia che ogni casa procuri di dare una vocazione alla Congregazione, e nel mese di Maggio, là dove è possibile, si tenga una commemorazione accademica sulle vocazioni.

  2. Si raccolgano offerte per le opere alla diretta dipendenza del Rettor Maggiore.

  3. Si dia impulso a manifestazioni catechistiche di vario genere.


Nel frattempo sarò riconoscentissimo a quanti avessero belle proposte a suggerire sull’argomento. Come pure, volendo ad aedificationem e ad studium raccogliere brevi cenni biografici sul nostro Tomura pregherei che quanti hanno qualche cosa sull’argomento vogliano caritatevolmente comunicarmelo.

Buona e santa Quaresima e buona festa di S. Giuseppe, specie ai vari confratelli che ne portano il nome, e ai confratelli delle case di Beppu, Nakatsu intitolate a S. Giuseppe.

E vogliate sempre pregare per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2956 / Circolare Salesiani / 1943-3-10 /


ai Confratelli delle opere salesiane di Tokyo



Tokyo, 10 marzo 1943

Carissimi confratelli di Tokyo,


Vi annuncio che oggi ho concluso l’accordo per l’acquisto di un piccolo appezzamento di terreno (6 tsubo = 1,80 x1,80 x 3) nel cimitero cattolico riservato ai defunti della famiglia salesiana.10

Era sentito desiderio da tanti confratelli. Il terreno è situato nella zona delle famiglie religiose, di fronte al terreno delle religiose del Futaba, e affiancato al Gran Seminario di Tokyo e al Seibo Byōin.

Potremo ivi trasportare anche i resti mortali del nostro Don Piacenza e ch. Filippa. Apre la serie il nostro bravo TOMURA.

Chi sarà il seguente? Preghiamo.

Buona e santa Quaresima e novena di S. Giuseppe.

Vostro

Don Cimatti, sales.

2957 / Cecchetti Albano / 1943-3-10 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 10 marzo 1943

Carissimo,


Per quella lettera data a S. E., il Delegato è disposto a fare – ma non ci siano segnalazioni inopportune date le esigenze della censura.

La spesa da anticiparsi (o certamente da versarsi) si aggira dai 30-40 Yen. Così mi dice Don Bovio.

Se Don Arri continua così, ha Lei bisogno o prenderebbe un aiuto sacerdote?

Preghi per noi sempre.


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2958 / Dell’Angela Stefano / 1943-3-21 /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



21 marzo [1943]

Carissimo Dell’Angela,


Mi dicono che in una celebre visita medica ti hanno ordinato il letto…

Fiat voluntas Dei. Ricordati:


  1. Affidati completamente alla divina volontà11

  2. Mangia frequenter et pauce ogni volta

  3. Allegro.


Ti benedico di cuore

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2959 / Cecchetti Albano / 1943-3-27 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 27 marzo 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Non ricevendo più notizie del nostro Don Arri penso che anche questa volta la rabbercerà… e Deo gratias. Certo da tutti si è pregato. Ricevuto la prima nota ho subito risposto all’Ospedale. In caso, ad ogni evento abbia la bontà di informarmi, anche per sapere dare notizie ai molti confratelli che mi domandano informazioni. Assicuri il nostro Don Arri che è nel pensiero, nel cuore e nelle orazioni di tutti… Finché ha fiato per cantar “Gran Dio, morir sì giovane!…”12 non muore. Piuttosto se ha da aggiustare anche in materialibus qualche cosa ci pensi per tempo.

Per aiuto a Beppu, Lei vede bene che coadiutori non vi sono per il momento.

Un prete o un chierico non è improbabile [che] possiamo trovarlo – certo non tutte le doti che Lei desidera, ma che si avvicini… Preghiamo.

Sono mancati il nostro buon amico Mons. Castanier e P. Bousquet.

Lei mi scrive che se verrà un buon aiuto finalmente anche Lei riposerà. Sarà ben difficile indurre Don Cecchetti al riposo… Ohi… non deve morire sulla breccia e in piedi?

Preghi assai per me – ed offriamo al Signore in questo tempo le nostre difficoltà in unione della passione di Gesù e dei dolori di Maria.

L’abbraccio e benedico.


Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti



2960 / Cecchetti Albano / 1943-3-28 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 28 marzo 1944

Carissimo Don Albano,


Quando scrive a Don Cimatti lasci pure il M.re che è meglio. Grazie del letterone… Abbiamo dovuto anticipare l’ordinazione per la questione dei viaggi (affinché i preti giapponesi potessero entrare nelle rispettive diocesi in tempo utile).

Tutto bene e Deo gratias. 3 preti nuovi per noi, uno formato da noi (Ueda) per la diocesi di Kyoto – 6 professioni temporanee e una perpetua (Maki) ed oggi il buon Kanemoto rinnova i suoi voti. Non c’è che cantare il “Nunc dimittis?”.

Ho passato la sua commissione ai preti e ai nuovi confratelli e tutti hanno pregato per Beppu, Don Albano e Don Lorenzi e per i vostri bei lavori. Deo gratias!

Per l’amico, calma e pazienza e paternamente lo avvisi di quanto crede difforme dal nostro spirito e dal buon prete: così davanti a Dio tutto è a posto.

Allegro sempre, laborioso e paziente.

Ossequi e buona Pasqua a quanti conosco – alle Figlie di Maria Aus. e alla Nagata – ed agli iin [membri del consiglio dei cristiani] (Suzuki, Hirata, il cieco, ecc.).

Date le difficoltà di comunicazioni qualora sorgessero difficoltà speciali e non potesse interrogare me, si consigli con Don Carlo, sotto la presidenza di Don Marega, e così farete per il bene quanto è da fare nel nome di Dio.

Buona e S. Pasqua e preghi per questo povero prete che non la dimentica mai.


Suo

Don V. Cimatti, sales.

2961 / Bernardi Angelo / 1943-3-28 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 28 marzo 1943

Carissimo,


Grazie delle sempre tue carissime notizie, e specialmente del bel riassunto del decennale.

Non badare agli effetti, ma al bene compiuto e desiderato di compiere da te – vedrai che bel premio in Paradiso: quanto forse noi desideriamo vedere servirebbe ad alimentare solo il nostro amor proprio sotto la lustra della gloria di Dio (= gloria nostra).

Sta’ tranquillo: hai lavorato bene e per il Signore. Ho parlato col tuo chierico13: mi pare che non ci sia niente di nuovo. Gli ho detto: “D. Bernardi ha constatato in te quanto dicevano i tuoi superiori a Tokyo e Don Romani a Miyazaki”. Può essere che in qualche circostanza il tuo modo di parlare lo abbia colpito – e che anche lui, data la sua poca padronanza della lingua abbia qualche volta detto quanto non doveva. Fu indisposto fin dall’inizio per la persona di servizio. Ma mi pare non ci sia proprio nulla di speciale. Grazie dei tuoi sacrifici per lui e per lo studentato. Deus retribuet.


Tuo

Don Cimatti


2962 / Bernardi Angelo / 1943-3-30 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 30 marzo 1943

Carissimo Don Angelo,


Ricevo dal nostro Amministratore Apostolico lettera in cui facendomi elogi di te, mi dice che a Miyakonojo non intende fare cambiamenti. “Don Bernardi è conosciuto ed è in ottime relazioni coi cristiani, coi non cristiani e le autorità militari hanno fiducia”.

Quindi ti prego per ora di rimanere al tuo posto (anche se ti costa sacrificio), anzi ho disposto per la venuta di un chierico che penso servirà bene in multis. Fallo lavorare assai che ha spalle buone. Non so quando gli daranno il permesso di venire e se glielo daranno. Vedremo. Non so se lo conosca. È il ch. Antolin: a tempo opportuno poi le prescritte indicazioni.

Pare che Kawaguchi sia destinato a Tano – non subito – ne scrivo al nostro Don Antolin che si prepari.

E tu prega per me. Come ti ho scritto, non preoccuparti degli effetti: lavora un bonus miles Christi e prega sempre per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2963 / Dal Fior Luigi / 1934-3-30 /


2 a Don Luigi Dal Fior,

▲back to top



Tokyo, 30 marzo 1943

Carissimo Don Dal Fior,


Grazie della tua lettera. Bastava che mi avessi detto “non mi sento”. Dalla tua lettera appare che tu scrivi naturalmente sotto l’impressione del dolore della notizia, interpretando come fanno molti confratelli le disposizioni di cambiamenti, quasi fossero castighi. E questo certo non va, perché sai bene che Don Cimatti non ha mai avuto, né ha intenzione di castigare alcuno: dovrei castigare me stesso, questo sì…

Non far dunque lavorare la fantasia: né pensare a chissà che cosa. Secondo me avresti fatto assai bene al Kosei [Colonia agricola] e non ne avresti perduto in nulla, anzi avresti aumentato la corona di meriti che ti sei venuto facendo finora – tu specialmente che sei stato munifico benefattore dell’opera e che penso amerai di gran cuore. Quanto mi scrivi sulle disposizioni tue materiali e spirituali al riguardo ha il suo valore, e quindi sta pure dove sei.

Quanto alle tue occupazioni starai a quanto ti dirà il Direttore. Quanto da te si desidera e come catechista e come maestro di musica lo sai. Quid dicam? Ti senti di fare il tuo dovere?

Dunque caro Don Luigi, animo e al lavoro per fare un po’ di bene a te e agli altri. Ma togliti dalla testa quanto mi scrivi, perché tutte le ubbidienze dovrebbero essere castighi (se si ragionasse come ragioni tu). Allegro e procura di farci una bella cantatina sopra ed una preghiera per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



Dimenticavo una cosa che mi sta assai a cuore. Entro il mese di aprile ti presenterai al Sig. Don Romani per l’esame di confessione: e se non sei preparato già, preparati bene. Qui a Tokyo tutti si sono messi in regola. Don Romani è già avvisato.

Fallo di cuore, e meglio che sai. Per le tue condizioni di corpo non ti senti? Dillo a Don Braggion. Quante volte anche Don Cim. ha insistito e per la musica vocale e instrumentale. Dunque sforzati e fa’ bene.

2964 / Cecchetti Albano / 1943-3-31 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 31 marzo 1943

Carissimo Don Cecchetti,


  1. Grazie della sua e prego ringraziare anche il capo dei cristiani che mi scrive del nostro Don Arri – del desiderio di vedermi – penso [che se] potessi avere una lettera del medico che parla della gravità della malattia, potrei ottenere più facilmente il permesso.

  2. Deo gratias e al buon Don Cavoli per l’aiuto. Il Signore lo ricompenserà col centuplo qui e un gran premio per la carità del suo lavoro.

  3. Avrei voluto avere chierico, coadiutore adatto per Beppu, ma… Vi è Nani che desidererebbe venire, ma è proprio adatto per?…


Invio un prete, ma ormai, come facciamo un po’ tutti, bisogna adattarsi a lavorare anche materialmente. Il mio pensiero (è però un affare da trattarsi summa cum prudentia) è di trovare uno che possa assumersi l’eredità (non certo la malattia) di Don Arri e per l’opera ammalati e per l’opera stampa.

Più che parlarne in pubblico o a Don Arri si tratta di fare e agire: se no, non potendosene più occupare Don Arri finirà col cadere tutto.

Il nostro Sato è ancora a Beppu o è a Dairen?

Bravo Don Albano, lavori per le vocazioni quanto sa e può.

Sono morti Mons. Castanier, P. Bousquet. Peccato averlo saputo in ritardo: sarei andato ai funerali. Preghiamo.

Di Don Felici ho saputo l’arrivo e la partenza – mi aveva promesso di venire a Tokyo e son restato con un palmo di naso. Avrei potuto e desiderato dargli lettere sicure per Don Braga in cui avrei fatto anche quella raccomandazione. Mah! L’uomo propone e Dio dispone.

E per ora basta. Ossequi a tutti.

Assicuri Don Carlo che da tutti si prega di gran cuore.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti

2965/ Ricaldone Pietro / 1943-3-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Nuovi sacerdoti


Marzo 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Il mese di S. Giuseppe ci ha portato coi primi tepori primaverili delle consolazioni che [non può] capire chi non le prova. Il sospiro più ardente del missionario è certo quello di vedere attorno a sé delle nuove forze, che possano proseguire il lavoro intrapreso da lui iniziato: vedere realizzato in pieno il lavoro, per cui ha sofferto e speso forze e mezzi…

La formazione di un prete… la formazione di un prete in missione… la formazione di un prete indigeno… Quanti pensieri si affacciano alla mente! Si può dire, la serie intera delle vicende del nostro modesto lavoro per le vocazioni…

Ed il Signore ci concesse la consolazione immensa di poter presentare alla Chiesa cinque nuovi sacerdoti: uno giapponese per la Prefettura apostolica di Miyazaki, e 4 salesiani (due italiani, un tedesco e uno spagnolo). Deo gratias e grazie pure dal più profondo del cuore a quanti in varie forme cooperarono a questo grande lavoro. Buoni nostri cooperatori e cooperatrici esultate nel Signore perché avete dato alla Chiesa cinque nuovi sacerdoti. In cielo avrete l’adeguata ricompensa dal re: in terra avrete anime che per dovere vi ricorderanno ogni giorno e vi comparteciperanno il merito di tante opere buone che essi faranno.

Il sacerdote giapponese fu ordinato a Nagasaki proprio nel giorno della festa della Madonna del Giappone che ricorda una fra le più belle pagine della Storia della Chiesa in Giappone, la scoperta cioè dei cristiani dopo le persecuzioni.

E la funzione avvenne proprio nella storica chiesa dove di fronte a una statuetta della Vergine santa (che richiama assai la statua della nostra Ausiliatrice) il 17 Marzo 1865 si verificò la manifestazione. È noto penso il fatto che riassumo da un bello scritto pubblicato dai missionari giapponesi… 14.

Gli altri nostri confratelli furono ordinati il giorno 20 Marzo. Pensi alla loro e nostra gioia, e quanto si cercò di fare affinché la data lasciasse nell’animo di tutti le più salutari e durature impressioni.

Le nostre tradizioni salesiane ci presentano tante risorse, per cui non vi è che da scegliere quanto è più opportuno dato l’ambiente e le circostanze.

Solenni funzioni in chiesa: splendide accademie, musica d’occasione e rappresentazioni teatrali, che diedero modo e ai poeti e ai musici e ai drammatici di estrinsecare le loro più belle risorse in servizio del sacerdozio cattolico.

E fu pure di quei giorni l’inizio del noviziato per un gruppo di sette nostri novizi (cinque chierici e due coadiutori).

Amatissimo Padre, oh, come ci vuol bene il Signore regalandoci tanti bei doni, e come esulterà il suo cuore paterno e quello dei nostri superiori quando potranno avere tali notizie! Davvero: Deo gratias dal più intimo del cuore. E voglia aiutarci colle sue preghiere e con quelle di tante anime buone a ringraziare degnamente il Signore e a renderci sempre più degni delle sue speciali benedizioni.

Mi creda per tutti

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.


2966 / Castiglioni Alberto / 1943-4-6 /


al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 6 aprile 1943

Carissimo Alberto,


Non so (divento vecchio, dimentico) se sia quest’oggi 6, il tuo S. Alberto, o se fai S. Alberto Magno…

Comunque per non defraudarti in nulla, prego come se fosse questo il tuo… E poi vedremo.

Allegro e buono… Quanto hai augurato nel tuo bel dialetto a questo povero uomo…

Non dimenticare che sei chierico e che al prossimo anno se siamo vivi devi incominciare la teologia… Quindi latino e contorni…


Tuo riconoscente

Don V. Cimatti

2967 / Circolare Salesiani / 1943-4-7 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 7 aprile 1943

Carissimi confratelli,


Nell’approssimarsi delle feste pasquali permettete che vi presenti i miei poveri ma cordiali auguri e l’assicurazione delle mie continue preghiere per voi e per i vostri e per la buona riuscita di quanto avete fra mano per la gloria di Dio e salute delle anime.

Penso che la miglior forma con cui noi potremo prepararci alle feste Pasquali ed approfittare delle medesime, è rinnovarci nello spirito di Don Bosco con un’osservanza sempre più esatta delle nostre regole e tradizioni.

Vogliate poi presentare i miei auguri a quanti conosco fra i cristiani e specialmente ai nostri cari cooperatori assicurandoli del ricordo quotidiano nelle preghiere: vogliano continuarci la loro carità specie in questi momenti.

Ed ora alcune notizie.


  1. Già vi è nota l’ordinazione sacerdotale dei nostri, Don Manhard, Lopez, Gallo, Mantegazza, che già si trovano o stanno per andare nei posti di lavoro loro assegnati.

Come sapete il nostro Don Arri, salvo un miracolo, difficilmente si rimetterà in condizioni di fare lavoro proficuo. È all’ospedale Nagata di Beppu in condizioni sempre più gravi. Preghiamo con fede per lui e che in Lui si compia la volontà di Dio.

Per la Prefettura Apostolica di Miyazaki entra il nostro Don Kawaguchi che in Maggio si stabilirà a Tano.

  1. Tornano a Tokyo per iniziare il corso di Teologia i chierici Pisarski, Moskwa… che vengono rispettivamente sostituiti dai chierici Antolini e Secchi… Il ch. Iwashita è iscritto alla Waseda, il ch. Matsuo lavora come assistente dei novizi, e Yoshida alla Scuola (in tal modo anche i chierici giapponesi iniziano il loro tirocinio).

  2. Il 24 Marzo iniziarono il noviziato 7 novizi (5 chierici e 2 coad.).

  3. Buone le ultime notizie dei nostri soldati ed anche Tateishi, il ch. Kai inizia il suo servizio a Miyakonojo.


Per tutti domando preghiere speciali ed anche per me: che il Signore ci aiuti tutti a compiere meglio che sia possibile il nostro dovere fino alla fine.

Non mi stancherò mai di ripetere: senza timore cerchiamo di lavorare in quanto ci è possibile e permesso con fede, con pazienza, con costanza, e specialmente nelle feste di Pasqua procuriamo di dare la comodità di compiere il loro dovere al più gran numero d’anime.

Nelle varie residenze e nelle nostre case di Tokyo, date le circostanze, tutti (anche i sacerdoti) dobbiamo fare ogni genere di lavori; tutti sentiamo la difficoltà nel procurare tante cose anche necessarie e per il vitto e per il vestito…

Offriamo tutto al Signore per il bene delle anime.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2968 / Cecchetti Albano / 1943-4-7 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 7 aprile 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Ricevo ora la cara lettera di Don Arri e tento di domandare quanto mi fu negato due settimane fa.

Assicuri Don Arri (cui ho scritto in questi giorni inviandogli un telegramma dei suoi) che si prega da tutti e che il mio maggior dolore è non poter volare…

Prego proprio quanto lui desidera, ossia uniformità alla volontà di Dio e pieno abbandono in Lui.

Grazie di cuore degli auguri e delle preghiere – mi rappresenti presso quanti conosco.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2969 / Bernardi Angelo / 1943-4-7 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 7 aprile 1943

Carissimo Don Angelo,


Ricevo la tua del 3 Aprile – le tue preghiere mi sono gradite e necessarie più di qualsiasi regalo.

Caro Don Angelo, tu hai già fatto e fai miracoli di economia: se ti capitano delle fortune fanne parte a tanti poveri che conosci (Don Bovio, Seminario e ai tuoi poverelli); è assai più che se dessi a Don Cimatti.

Grazie poi delle belle notizie su Tomura – vi è dipinto tutto lui, come l’ho conosciuto da piccolo a Tano. Il Signore rimeriti. Sto raccogliendo il materiale… poi…

Le mie lettere a voi subiscono dei ritardi fenomenali – ora sai che ti ho mandato un chierico che spero ti aiuterà e consolerà in tutti i sensi. Guidalo bene, perché ti domanderà di essergli anche direttore spirituale: non solo ho annuito, ma esortato anche per esser così più tranquillo per le sue confessioni.

Lavorerà assai volentieri – buon musico, potete far concerti…

Grazie delle altre notizie. Saluta omnes e fa’ fare buona Pasqua a tutti…

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. Ricorda quanto prescrive la regola in relazione al Chierico (come il maestro dei novizi).

2970 / Circolare Salesiani / 1943-4-8 /


ai Confratelli di Tokyo dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 8 aprile 1943

Carissimi confratelli di Tokyo,


Ho già inviato ai cari confratelli della missione i miei poveri auguri pasquali e l’assicurazione delle mie costanti preghiere, insistendo a che tutti facciano e facciamo fare una bella preparazione alla Santa Pasqua. Ed ora faccio lo stesso con voi. Vogliate accettare il mio cordiale omaggio ed il sentito ringraziamento per quanto fate per il bene della Chiesa e della nostra cara Congregazione in Giappone, specialmente nelle critiche circostanze in cui ci troviamo.

Ho detto a tutti e ripeto a voi pure ed a me: la miglior preparazione ed il miglior risultato della festa sarà se ci rinfrancheremo in una sempre migliore esecuzione delle nostre regole e tradizioni. Come penso che sarà questo il miglior omaggio che potremo presentare al nostro Venerato Rettor Maggiore in occasione della sua Messa Giubilare. Ho pure comunicato ai confratelli le modificazioni del personale che voi già conoscete…

Può essere che in seguito siano necessari altri rimaneggiamenti, ma sono sicuro che tutti siamo disposti a lavorare dovunque pur di fare un po’ di bene.

Le attuali circostanze portano che specialmente nelle piccole case e residenze missionarie anche i sacerdoti facciano un po’ di tutto (non trovandosi personale di servizio) ed è davvero edificante vedere come in santa semplicità tutti si prestino e facciano di buon cuore di necessità virtù.

Oh, Don Bosco è certamente contento di vedere i suoi figli in Giappone, emuli dei suoi figli dei tempi eroici dell’Oratorio.

Facciamo tutto con spirito di semplice umiltà e povertà, e anche se ci costa qualche sacrificio offriamolo di cuore per le nostre anime e per tante anime che son lontane dal Signore e che forse per le nostre preghiere e sacrifici saranno chiamate alla grazia proprio in queste sante feste.

Come sapete il nostro Don Arri è sempre grave, mi scrive una commovente lettera in cui dice: “Domando ai confratelli la carità di una preghiera affinché abbia la forza di fare ogni giorno la volontà di Dio, e se sarà sua volontà possa fare una buona morte. È l’ultimo favore che domando, mentre ringrazio dei tanti che tutti per lunghi anni mi hanno fatto…”. Facciamo con gran carità anche questo nostro dovere verso il nostro caro infermo.

Le notizie dei nostri assenti al momento buone per tutti.

Non dimenticatemi mai nelle vostre preghiere.

Don Cimatti

2971 / Cecchetti Albano / 1943-4-13 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 13 aprile 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Avrà saputo della morte del nostro Tateishi. Voglia far pregare anche le Suore e la Nagata.

Se conosce qualche cosa della sua vita abbia la bontà di comunicarlo.

Il prete non ha ancora ricevuto il permesso: forse in settimana. Sbrigato una pratica urgente, vedo di far le pratiche per venire a trovare il nostro caro Don Arri.

Preghiamo sempre di cuore.

Tutto suo aff.mo

Don Cimatti, sales.



2972/ Circolare Salesiani / 1943-4-17 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 17 aprile 1943

Carissimi confratelli,


Ed ancora una volta: Buone e sante feste Pasquali ricolme delle benedizioni del Signore per la nostra anima, per le anime a noi affidate e per le nostre opere. Abbandoniamoci fiduciosi alla Sua Provvidenza, facciamo il nostro dovere e avanti sempre nel nome di Dio.


  1. Si ricorda in questo tempo il 25° di Messa di S. E. il Delegato Apostolico Mons. Marella. Domando preghiere. Gli ho presentato a nome della famiglia salesiana auguri e assicurazioni di speciali preghiere. Penso sarà gradito saluto e augurio a nome delle opere nostre. Per le cristianità penso avrete inviti dall’autorità ecclesiastica, perché tutta la collettività dei cristiani concorrerà in forme determinate dalla medesima, pur non essendo ancora fissata la data e modalità.

  2. Come già ricordai, noi salesiani festeggiamo il 27 Maggio il 50° di Messa del nostro Rettor Maggiore. Non ho notizie dirette, ma penso che noi possiamo concorrere in questo modo per ricordare efficacemente la data, e sono sicuro che sarà assai gradito al Superiore quanto noi faremo.


    1. Offerta libera di preghiere speciali dei singoli confratelli (Ss. Messe, Rosari, Sante Comunioni, giaculatorie, ecc.) o delle singole comunità dal 27/4 al 27/5.

    2. Il lavoro delle singole case o residenze specialmente per l’istruzione catechistica, possibilmente con qualche manifestazione esterna (esami, gare, saggi, ecc.) ed anche per le vocazioni. Oh, qual magnifico omaggio se tutte le case potessero offrire una vocazione al Santuario o alla nostra Congregazione!

    3. Dove è possibile, entro il mese di Maggio, si promuova un’accademia illustrante il sacerdozio o il problema delle vocazioni.

    4. Sarà cura del centro eccitare anche il concorso dei cooperatori per un’offerta speciale, ed inviare un telegramma augurale.


Il vero frutto per noi e per i nostri sarà se per tutto il mese cercheremo noi sacerdoti di perfezionarci nei nostri ministeri con senso di vera carità sacrificata, e se tutti come salesiani ci sforzeremo di perfezionarci sempre più nell’esecuzione delle nostre regole e tradizioni.

Compiremo tutto questo nel bel mese dell’Ausiliatrice nostra e così potremo più efficacemente onorarla.

Non mi si lascino mancare da chi può darle le notizie biografiche dei nostri cari Tateishi e Tomura.

Buona e santa Pasqua, e pregate sempre per il


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2973/ Cecchetti Albano / 1943-4-21 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 21 aprile 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Questa doveva essere recapitata dal nostro Don Mantegazza che viene pieno di buona volontà a mettersi sotto la sua paterna direzione, e fu dal sottoscritto dimenticata sul tavolo… Vi conoscete già e quindi stia tranquillo.

Lo faccia lavorare come crede meglio e secondo i bisogni. Gli ho dato tutte le facoltà di cui dispongo – lei regoli – è riconosciuto “maestro” (= kyoshi) dal Kyodan [= associazione cattolica]. Avviserò l’Amministratore Apostolico che però era avvisato di un nuovo aiuto a Beppu data la malattia di Don Arri.

Il nostro Don Giovanni ha grande buona volontà e penso anche buoni numeri per aiutare il lavoro di propaganda stampa. Se poco a poco potesse aiutare e col tempo sostituire il lavoro di Don Arri penso sarebbe davvero una bella cosa. Il tutto naturalmente senza urti o suscettibilità da parte di Don Arri, che certo ragionevolmente dovrà permettere la cosa anzi essere contento di ammaestrare un sostituto, ecc. Penso che anche Lei la pensi così – come certo in fondo pensa così anche Don Arri, pur dispiacendogli naturalmente di essere in condizioni di non poter essere il “Deus ex machina” di tutto. Come dispiace anche a me non poter più fare quanto facevo prima. Si invecchia, caro Don Albano, e coll’età si perde forza materiale e spirituale. Che il Signore mi aiuti a fare una buona morte. Ieri ho ricevuto lettera da Beppu: ringrazi di cuore lo scrivente.


  1. Per Don Arri se non sorgono inciampi dopo le feste domando di venire.

  2. Non sapevo della malattia di occhi di Don Lorenzi. Prego e benedico e S. Lucia lo guarisca presto.

  3. Per le questioni dell’ente morale riferisco a Don Margiaria.


Buona Pasqua a tutti e preghiamo sempre ad invicem, carissimo Don Albano.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2974 / Mantegazza Giovanni / 1943-4-21 /


a Don Giovanni Mantegazza, missionario salesiano in Giappone



+ 21 aprile 1943

carissimo D. Giovanni,


Deo gratias per l’ottenuto permesso; ed ora al lavoro. Ti raccomando:

  1. preghiera e sacrificio;

  2. calma nel tuo lavoro anche se umile e ordinario;

  3. con pieno accordo col nostro D. Cecchetti che già conosci;

  4. prudenter abilitarti ad aiutare e impratichirti del lavoro del nostro D. Arri;

  5. in silentio et in spe, sub manto matris nostrae Mariae et S. J. Bosco, erit fortitudo tua.

Tuus

D. V. Cimatti, sales.


2975 / Circolare Salesiani / 1943-4-23 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 23 aprile 1943

Carissimi,


Buona continuazione feste Pasquali! Non dimentichiamo il mese della Madonna: quale valore abbia per noi tutti lo sappiamo. Vediamo di passarlo con vero profitto spirituale.

Non si dimentichi il prossimo 29 c. m. genetliaco dell’Imperatore (Tenchosetsu).

In quel giorno si commemorerà pure il 25° di Messa di S. E. Mons. Marella: domando un ricordo speciale per Lui.

Come pure affrettatevi a fare la rinnovazione dei permessi di permanenza in Giappone.

Da Hanoi il nostro Don Dupont mi annuncia la morte del suo buon Papà: domanda preghiere. Ricorda sempre tutti di cuore e domanda a tutti contraccambio.

Per ora null’altro. Pregate per me.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2976 / Cecchetti Albano / 1943-4-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 aprile 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie delle notizie. Rifonderò le spese.

Per la questione del trapasso suore, ecc. ho riferito a Don Margiaria, essendo lui il responsabile.

Non dimentichi di far rinnovare il permesso di residenza in Giappone per lei e per i suoi.

Prego di cuore per il nostro Don Lorenzi e per la sua stanchezza e specialmente per il nostro Don Arri.

Per la venuta Lei sa che non basta il mio semplice desiderio.

Da Hanoi il nostro bravo Don Dupont mi annuncia la morte del suo babbo: domanda preghiere.

Non dimentichi il 29 p. v. il Tenchosetsu [= festa nazionale] ed anche il prossimo mese di maggio per onorare e far onorare la nostra Mamma.

Alle suore dica del rinnovamento dei permessi di permanenza in Giappone.

Saluti a tutti dal

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2977 / Cecchetti Albano / 1943-4-26 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 26 aprile 1943

Carissimo Don Cecchetti,


L’accluso è per quanto si è pagato da voi per le carte.

Don Margiaria dice di inviargli raccomandati i documenti perché chissà quando si potranno avere in altra forma.

Per raccomandata sono ugualmente sicuri.

Saluti a tutti.

Con affetto riconoscente per chi ha lavorato per ottenere i medesimi documenti mi dico:


Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2978 / Circolare Salesiani / 1943-4-29 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 29 aprile 1943

Carissimi,


Ricevo da Torino e trasmetto immediatamente:

Il 27 Maggio il Rettor Maggiore celebra la Messa d’oro nella Basilica di Maria Ausiliatrice con assistenza pontificale del Cardinale di Torino, alla presenza degli Ispettori Italiani e di quelli che potranno venire dall’estero, delle Suore Figlie di Maria A., cooperatori, cooperatrici, ex-allievi, ecc. Nell’accademia del pomeriggio saranno offerti dagli ex-allievi i risultati dei concorsi catechistici. Le modeste proporzioni della festa saranno compensate dall’unanimità familiare, poiché tutti saranno in spirito a Torino, e sarà appunto una di quelle feste caratteristiche delle antiche feste di famiglia tanto care al cuore di Don Bosco. Preghiamo molto per il nostro Rettor Maggiore e in ciascuna casa si celebri in quel giorno secondo la sua intenzione per consolare il suo cuore di Padre. Ora a nome di Don Ricaldone e della Superiora Generale delle Figlie di Maria A. invio a tutti voi del Giappone saluti, fervidi auguri Pasquali. Don Pietro Berruti”.

Già in precedenza, vi ho detto il da farsi da noi: eseguiamo, unitamente a quanto ci suggerisce il Superiore.

Quasi certamente Don Liviabella dovrà assentarsi per qualche tempo. Chi avesse qualche affare pendente con lui, prego al più presto accordarsi.

Mettiamo ora tutto il nostro impegno per passare bene il mese di Maggio in onore della Mamma nostra.

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

2979 / Ricaldone Pietro / 1943-4-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Un modello di coadiutore in Giappone15


Aprile 1943

Rev.mo ed amat.mo Signor Don Ricaldone,


La gioia di noi tutti, anzi della Chiesa e della Congregazione che le manifestavo nella precedente comunicazione viene alternata dalla morte di persone a noi carissime, ma le cui virtù hanno lasciato fra noi una dolorosissima eco ed impulso all’imitazione.

Una è il nostro confratello professo triennale coad. TATEISHI KONOKICHI GREGORIO avvenuta il 13 Aprile 1943 all’ospedale militare di Kumamoto.

È il primo confratello giapponese, che dopo averci edificato coi più begli esempi di vita religiosa salesiana, e dopo aver adempiuto con fedeltà il suo dovere di soldato per oltre 3 anni in zona di guerra, è chiamato a ricevere il meritato premio, promesso al servo buono e fedele. Le condizioni del momento non permisero ai Superiori e Confratelli di essergli vicini negli ultimi momenti per confortarlo nelle sue sofferenze: ma ebbe la consolazione di ricevere i santi Sacramenti, la benedizione in articulo mortis, e di rinnovare i santi Voti, offrendo al Signore completamente la sua vita per lo sviluppo della sua amata Congregazione in Giappone e per la dilatazione del regno di Dio nella sua Patria. Alla sua buona mamma fu permesso di assisterlo fino agli ultimi momenti; l’aveva da piccolo consacrato a Maria Ausiliatrice, e penso che con egual generosità di cuore, sia pure straziato dal dolore, l’avrà affidato alla Vergine per il definitivo viaggio per l’eternità.

Il buon Tateishi, figlio di Hemon Domenico e di Ame Maria, era nato il 16 Aprile 1918 a Kuroshima (Nagasaki). Rimasto orfano di padre in tenera età venne colla madre presso i parenti a Miyazaki, proprio quando vi arrivò nel 1926 il primo gruppo di salesiani. Le cure da loro prestate al fanciullo per la guarigione di una piaga cancrenosa al piede furono il primo vincolo che lo legarono in perpetuo alla Famiglia salesiana. Fin da fanciullo modello di pietà fra i suoi compagni – diligente nello studio del catechismo – fiore di purezza – amantissimo di Gesù Eucaristico, che con amabile e gioconda semplicità asseriva di aver contemplato sotto forma di vezzoso bambino sull’altare alla santa Elevazione – devotissimo della Madonna – socio attivo nelle compagnie, avendo manifestato chiari segni di vocazione religiosa, fu inviato nel 1931 a Nakatsu nel nostro primo vivaio per le vocazioni.

Tentò la via dello studio per diventare sacerdote, ma non reggendo a questa vita, si accontentò di abilitarsi negli uffici domestici di cucina, di cucito, di campagna, che esercitò specialmente nel seminario di Miyazaki. Iniziò il suo noviziato a Tokyo il 28 dicembre 1935, ed emise i santi Voti il 10 aprile 1937. È difficile esprimere la gioia del buon Gregorio, che da quel giorno inizia nettamente la sua ascesa nelle intime relazioni col Signore, e che culminano col sacrificio totale della sua vita per lui.

Come religioso il buon Tateishi è l’uomo della regola – amabile nel tratto e nelle parole – circonfuso di semplicità in tutto – amante del lavoro e desideroso di sacrificarsi per i giovanotti, che sa mirabilmente attrarre con tutti i mezzi educativi suggeriti da Don Bosco. Chi non lo ricorda in mezzo ai suoi giovani oratoriani coi suoi giochi, coi suoi discorsetti, pieni di brio e giocondità, colle sue macchiette sceniche o coreografiche? Oh, davvero, anche a detta del suo buon Maestro Don Tanguy e dei suoi Superiori, il bravo Gregorio si era assimilato in pieno lo spirito di Don Bosco e sapeva manifestarlo in ogni occasione.

Proprio il giorno natalizio di Don Bosco è chiamato a compiere il suo dovere di soldato (16 Agosto 1939), e parte, e d’allora nelle sue lettere, riboccanti di affetto verso la Congregazione, e ripiene del desiderio del suo perfezionamento, si firma sempre “soldatino di Don Bosco”.

Sappiamo dalle rare relazioni di chi poté avvicinarlo durante gli anni di guerra che compì perfettamente il suo dovere di soldato; conoscendo anche la lingua italiana fece anche in parecchie circostanze da utile interprete – ed edificò tutti col suo esemplare contegno durante la lunga malattia.

Il 5 Agosto a Miyazaki furono fatte le solenni onoranze funebri religiose e civili a spese del municipio, come soldato, presenti la mamma e parenti e tutti i Confratelli riuniti per gli esercizi spirituali.

La salma riposa nel cimitero cristiano della città nel posto riservato alla Famiglia salesiana.

Oh, ci conceda il Signore molti buoni confratelli coadiutori della tempra del caro Tateishi!


L’altra figura carissima è quella dell’Aspirante TOMURA SHOICHI PAOLO figlio di Kihachi Gregorio e Ise Teresa, nato il 14 Febbraio 1924 a Tainoura (Nagasaki) e morto nell’Ospedale di Betania (Tokyo) il giorno 8 Marzo 1943.

Le relazioni nostre con lui datano dal 1928 all’occasione del nostro lavoro di apostolato nella zona di Tano (Miyazaki) dove si era trasferita la famiglia.

Carattere pronto, vivo, aperto e impulsivo manifestò sempre fin da fanciullo forte inclinazione alla pietà. Si prestava volentieri per il servizio dell’altare e ad ammaestrare i più piccoli nel Catechismo. Decisosi per la vita religiosa, nelle tre case di Nakatsu, seminario di Miyazaki e studentato di Tokyo venne maturando la vocazione salesiana, e stava per entrare in Noviziato, quando fu colpito dalla malattia che lo condusse al cielo. Le lunghe sofferenze lo santificarono – l’abbandono totale alla volontà di Dio ed il sacrificio della sua giovane vita, furono a quanti l’avvicinarono ammirevole esempio di pazienza, di rassegnazione, di gioconda serenità. Munito di tutti i conforti religiosi e legatosi a Dio con Santi voti, l’anima sua bella volava all’amplesso del Creatore.

Oh, che bei fiori, olezzanti di virtù trapianta il Signore in Paradiso! Oh ce ne conceda molti della tempra di Gregorio e Paolo…

Infierisce l’uragano della guerra… Che vorrà da noi il Signore? Fiat voluntas Dei.

Per tutti


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2980 / Circolare Salesiani / 1943-5-5 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio


Tokyo, 5 maggio 1943

Carissimi nel Signore,


Spero avrete tutti incominciato con vero fervore il mese della Madonna, e specialmente siano state fruttuose per tutti le Ss. Feste Pasquali. Non desistiamo di tener dietro a quelle anime che non hanno ancora dato ascolto alla voce del Signore in questa occasione. Servono assai le preghiere e qualche speciale mortificazione.

Il giorno 13 c. m. trigesimo della morte del nostro confratello Tateishi domando un MEMENTO speciale per lui: e insisto nuovamente per avere notizie.

Qualora qualche confratello avesse qualche veste usata, e ancora usabile, e di cui potesse far a meno, abbia la bontà di farla avere al nostro Don Bovio: ne abbiamo bisogno per i nostri novizi.

Il R. Console generale d’Italia a Yokohama mi comunica che per i connazionali del Kyushu il R. Console da cui dipendono è Osaka-Kobe, per quelli residenti a Tokyo è quello di Yokohama.

Il nostro Don Liviabella mi annuncia la sua partenza per la Manciuria (Dairen) il giorno 9 p. a sera da Miyazaki. Fummo là invitati e si va in posto per i primi approcci. Preghiamo e disponga il Signore secondo la sua S. Volontà.

Ebbi occasione di incontrarmi a Tokyo col Rev.mo Amministratore Apostolico che si dichiarò soddisfatto di voi tutti.

Mi si promette il permesso per andare a visitare il nostro caro ammalato Don Arri per la prossima settimana. Non dimentichiamolo nelle nostre preghiere insieme agli altri ammalati e ai soldati nostri.


Sempre vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2981 / Circolare Salesiani / 1943-5-8 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 8 maggio 1943

Carissimi,


Durante l’assenza del nostro Don Liviabella, ho disposto che alla Colonia Agricola sia supplito dal nostro Don Antolin. Per la parte amministrativa della missione resta incaricato il nostro Don Bernardi (il centro pensa in modo speciale alla parte salesiana).

Il giorno 14 è la festa della Beata Mazzarello: non dimentichiamo specie in quel giorno l’Istituto delle Figlie di Maria A.

Mi assento fino a sabato prossimo: vi rappresenterò tutti presso il nostro carissimo Don Arri.

La Madonna nel suo bel mese ci si dimostri davvero generosa ed amatissima Madre.


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2982/Cecchetti Albano / 1943-5-8 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 8 maggio 1943

2880 / Carissimo Don Cecchetti,


Ho il permesso e se tutto va bene (come già comunicai) mercoledì alle 2 circa sono a Beppu e mi fermerò fino a venerdì.

Nell’assenza di Don Liviabella sostituisce alla Colonia Agricola Don Antolin, e nella piccola amministrazione della missione Don Bernardi (il centro in modo speciale alla salesiana).

Prego comunicare alle Figlie di Maria A.: spero poter lavorare un po’ anche per loro.

Il 14 c. m. festa della beata Mazzarello: preghiamo specie per l’Istituto delle Figlie di Maria A.

E preghi anche per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2983 / Circolare Salesiani / 1943-5-15 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 15 maggio 1943

Carissimi nel Signore,


Comincia oggi la novena in onore della nostra Ausiliatrice e se durante il mese abbiamo nelle forme a noi possibili cercato di onorarla e farla onorare specie in questa bella novena, oh, l’Ausiliatrice nostra sia davvero per noi e per le nostre case e per tutti i nostri vera Ausiliatrice materiale e spirituale.

Il giorno 27 saremo poi uniti al nostro venerato Rettor Maggiore in occasione del 50° di Messa. Ho inviato telegramma di adesione e gli auguri nostri.

Si sa dai giornali di Shanghai che recentemente il nostro Rettor Maggiore fu ricevuto in udienza speciale dal S. Padre cui fece relazione minuta dei danni che i bombardamenti avevano fatto alle opere salesiane di Torino. Preghiamo per i nostri cari confratelli, allievi, cooperatori e Figlie di Maria Ausiliatrice.

Se vi è possibile in occasione della festa propagate l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice ed anche (non fosse che per lettera) ricordate questo avvenimento ai vostri cooperatori e conoscenti.

Torno dalla breve visita fatta a Beppu al nostro Don Arri: non sono le sue condizioni così disastrose come si pensava, pur essendo ammalato grave. È più che riconoscente di quanto si fa per lui e assicura contraccambio ed offerta dei suoi dolori e preghiere. Continuiamo con fede affinché si effettui in lui e per lui la S. Volontà di Dio. Preghiamo pure per il bravo dottore che davvero fraternamente lo cura. Oh, che il Signore gli conceda il dono della fede, cui è già assai vicino. Lo ringraziai anche a nome di tutta la famiglia salesiana.

Passai le feste della Mazzarello colle Figlie di Maria A. cui feci (come a Beppu) la prescritta visita. L’opera che svolgono è fiorentissima, assai ben vista dalle autorità e popolazione. Per loro come per i nostri confratelli, nelle attuali contingenze si vede proprio e si tocca con mano l’assistenza della Divina Provvidenza, che non lascia mancare il necessario. Ah, se avessimo la fede desiderata e consigliata da Gesù nel Vangelo! Assisteremmo a miracoli certo strepitosi di bene spirituale e materiale. Preghiamo specie in occasione della festa per lo sviluppo sempre più fiorente dell’Istituto delle Figlie di Maria A. e delle loro opere, specialmente di quelle del Giappone, di Tokyo e di Beppu: vi posso assicurare che esse pregano assai per noi, e specialmente fanno pregare i loro bambini, e noi tutti sappiamo che il Signore trova le sue delizie fra quelle anime innocenti.

Ho potuto vedere i nostri cari Don Marega e Don Figura e Don Carlo che naturalmente vi salutano e vi assicurano continuo ricordo. Stanno bene, lavorano e pur in zona specialmente sorvegliata possono con relativa libertà continuare nel loro lavoro. Provano come noi le difficoltà degli approvvigionamenti, ma il necessario non manca (non vi è pane, rarissima la carne), ma grazie a Dio mi pare siano in florida salute. (Il nostro Don Cecchetti al solito ha i suoi reumi… Chi si sente di andare a fargli i massaggi!…).

Don Liviabella mi annuncia il suo arrivo a Dairen sano e salvo… Ed ora rimettiamoci con fede a quanto vorrà da noi il Signore… anche se si trattasse di un pronto ritorno.

E per ora null’altro. Il Signore vi benedica tutti. Non dimentichiamoci mai, specie in questi santi giorni al Signore. Vi assicuro il ricordo continuo nelle mie preghiere e pensamenti quotidiani. Oh, Maria Ausiliatrice ci faccia degni suoi figli…


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2984 / Cecchetti Albano / 1943-5-17 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[17 maggio 1943]16

Carissimo Don Albano,


Come ringraziarla di quanto ha fatto davvero più che maternamente per me in questi giorni? Grazie ed il Signore rimeriti. Lei tenga fermo sui principi: osservanza delle regole, pratiche di pietà per quanto è possibile in comune, conferenze e rendiconti, orario ben osservato. Altro di speciale mi pare non aver notato che sia da ricordare.

Per l’orario mi dispiace di essere stato causa di ritardo quella sera che siamo andati dal dottore – domandi anche per me scusa agli “iin” [membri del consiglio dei cristiani] che si erano così disturbati anche per me, e specialmente ringrazi colui che ha voluto venire fino alla stazione.

Giacché parlo di orario abitui i giovani preti all’orario colla cristianità, perché qui in Giappone i cristiani ne abusano in modo terribile. Spacchino il minuto nelle funzioni – se no nascono tanti inconvenienti a danno di tutti. Come pure ricorda che feci cessare la radio quella sera… Li metta alla regola (Vedi circolare del Rettor Maggior) per la radio… Non se ne guadagna niente.

Così quella ragazza che suona il piano così lungamente, non sarà di impedimento ad altri che potrebbero imparare e che penso approfitterebbero di più di quella povera ragazza che mi pare concluda assai poco?

Mio buon Don Albano, il Signore rimeriti del bene che fa, ma pensi anche un po’ a riposare e curare i suoi acciacchi.

Ha due preti giovani – li formi al lavoro, guidi, faccia fare.

Avanti nel Signore sempre con santa semplicità e allegria.


Tutto suo nel Signore aff.mo

Don V. Cimatti, sales.





2985 / Circolare Salesiani / 1943-5-20 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 20 maggio 1943

Carissimi,


Mi riesce talmente gradito intrattenermi sia pur brevemente con voi che mi perdonerete se colgo tutte le occasioni per prendermi tale soddisfazione.

E prima di tutto: nuovamente buona festa di Maria Ausiliatrice. Sapete che significhi per noi Salesiani…

Non è improbabile che abbiate avuto l’annuncio e l’invito per parte del Rev.mo Amministratore Apostolico ad alcune manifestazioni che si ritengono opportune nelle singole missioni e che sono volute o consigliate dal Governo per tutte le religioni… Vedete naturalmente non essere secondi a nessuno nel realizzare anche in questo campo il possibile secondo le norme che vi saranno date.

Come pure avrete fatto i vostri resoconti alle rispettive autorità secondo il prescritto… È dovere, e disciplina rispondere sollecitamente alle varie pratiche. Con ciò si evita di far brontolare inutilmente il prossimo, si dà buon esempio. Desidererei che anche in questo punto il buon nome salesiano fosse mantenuto, come mi pare sia attualmente.

S. E. l’Arcivescovo di Tokyo comunicò che la S. Sede ha annuito a che le feste di tutti i beati Martiri giapponesi siano estese a tutto il Giappone (non annuì alla proposta che la festa dei 26 Martiri Giapponesi fosse elevata al grado di prima classe, non essendo i Patroni principali).

Ai soldati ed equiparati che lavorano nelle fabbriche ecc. si può amministrare la S. Comunione anche nelle ore pomeridiane (facendo precedere un digiuno di 4 ore per i cibi solidi e di un’ora per le bevande).

Notizie da Shanghai dell’Ispettore Don Braga annunciano che tutti stanno bene in mezzo a grande lavoro, per cui invoca aiuto dal Giappone (specialmente per l’insegnamento del giapponese). Ad Hong Kong il Governo giapponese sussidia tutte le nostre opere con larghezza di vedute e generosità dì mezzi. Furono aperte case nelle isole Coloane. Il lavoro salesiano per la gioventù povera è quella che attira le simpatie e gli aiuti. In Cina a Lockchong sono internati 16 sacerdoti e 7 Figlie di Maria A. Preghiamo.

Per il momento nessun’altra novità. Ho ricevuto notizie dal R. Console di Dairen sul felice arrivo del nostro Don Liviabella. Speriamo che si possa concludere con del gran bene.

Non dimentichiamo i nostri soldati ed ammalati, ed il prossimo 27 il nostro Ven. Rettor Maggiore.

Pregate per me.


Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2986 / Braga Carlo / 1943-5-22 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



Tokyo, 22 maggio 1943

Carissimo Don Braga,


Alla mia ultima cartolina di ieri faccio seguire lettera che spero ti possa essere recapitata a mano e quindi posso parlarti più a lungo, e potrei farlo assai più a voce se ci fosse la possibilità.

Come ti dissi per gli esercizi non ho difficoltà e verrei ben volentieri. Vedi di sapermi dire per tempo la data, perché qui le partenze essendo sottoposte a formalità di legge, bisogna fare le pratiche che sono relativamente lunghe e che naturalmente non si sa se si realizzeranno secondo i propri desideri. Come pure bisogna indicare un motivo che sia ritenuto utile e degno di permesso.

Dunque attendo.

Per Paulin siamo intesi – fa’ nel Signore, e sarei ben felice se potesse riuscire un buon prete.

Il nodo delle nostre questioni per il futuro sta tutto qui. Se le cose procedono colla piega attuale, bisogna pensare che lo straniero, dal punto di vista missionario e pioniere di opere, ha finito in Giappone. Forse come turista o per opere secondarie, mettendosi in ultima linea, si potrà fare ancora qualche cosa, ma, ecclesiasticamente parlando, tutto è passato e deve passare (ed è naturale) al clero giapponese ed ai confratelli giapponesi.

Quello che doveva essere risultato naturale del lavoro posato di formazione dei missionari stranieri, fu effettuato in forma accelerata dal nuovo regime di cose.

Disposizione anche questa della Divina provvidenza che vede assai meglio di noi tutti – e a cui dobbiamo inchinarci e cooperare a che tutto sia fatto per il bene e conforme alla S. Volontà sua.

Non farti illusioni e dello stato attuale di disposizione delle autorità verso le opere nostre e del fiorire che con santa invidia mi dici del vostro lavoro nelle varie zone. Deo gratias e preghiamo che si accentui sempre più… e… Dum tempus habetis operemini bonum più che potete.

Offriamo per questo i sacrifici (e sono di sangue) della nostra apparente inattività cui siamo costretti dagli eventi. Ma per viscera misericordiae Dei nostri, caro mio Don Carlo, cerca di capire lo spirito di tutto questo stato di cose, ed insisti, insisti con tutte le tue forze per la formazione di abbondante personale cinese, buono e santo, cui dovrai ex necessitate consegnare tutto.

Mi garantisce il tuo modo di agire quanto scrivi sul bel numero di aspiranti: è la via e la sola che ora urge. Ricordalo Don Carlo: mettiti decisamente per questa via o forma i confratelli stranieri a questo cuore e a questa mente: “Illos autem oportet crescere, nos autem minui”. Amare ardentemente il paese che il Signore vi ha dato come vostra porzione, ed amare anche il Giappone. È la via che ci addita la Chiesa e che il nostro Don Bosco dava come norma ai primi missionari. Pensare al “non habemus hic manentem civitatem…”.

Mio Don Carlo, scusa che mi sia arrogato a farti la predica – in casa tua. Ma è lo stato attuale delle cose che porta questo e spero abbia capito e la portata e l’indirizzo di attività del Giappone nei riflessi nostri. Il Signore potrà cambiare avvenimenti, ecc., ma la direttiva attuale (che è la direttiva della Chiesa e della Congregazione) è quella che ti ho detto, e non dobbiamo adontarci se veniamo a trovarci in questa condizione o di inferiorità o di esser messi in disparte (pensa come vuoi).

Tu allora mi dirai: se sono così le cose, come mai non vi riversate fra noi, e non venite ad aiutarci nel pressante lavoro nostro?


1. Ci siamo proposti il “tene quod habes” e finora mi pare ci siamo riusciti.


Non si è chiuso nulla di quanto avevamo, due residenze sole affidate al clero indigeno (mentre sta formandosi altro materiale). Le opere pur essendo non della portata delle vostre, proseguono, tanto per noi che per le Figlie di Maria Ausiliatrice.

Sono approvate dal Governo – e scuola e opere considerate come sociali godono delle sovvenzioni governative o di opere benefiche. La scuola professionale, pareggiata alle governative, prospera e ha molto lavoro.

Il Seminario di Miyazaki (nostro vivaio) fu ad un pelo per essere chiuso (puoi pensare che Don Cimatti ha provato le delizie di Don Bosco e Mons. Gastaldi… Non in quella intensità che sarebbe per me stata troppo onore) ma ora grazie a Dio prosegue e una trentina di vocazioni vengono formandosi. Sette novizi il 27 faranno la vestizione.

Lo studentato usufruisce parte degli insegnamenti del Gran Seminario e parte in casa. Il Gran Seminario sta per essere riconosciuto anche dal Governo.

Con quello si può accedere poi a corsi superiori: e uscendo di lì si è riconosciuti come missionari autorizzati (senza esami) ed è conveniente per noi questa soluzione.

Si è iniziata una piccola colonia agricola a Miyazaki in attesa che il Signore ci apra la via per una vera scuola.

Don Liviabella è a Dairen, che cosa possa venire fuori da questa disposizione della Provvidenza, lo sa il Signore.

I nostri giapponesi stanno dando esami di Stato, ed uno è già iscritto all’Università ed il nostro Don Tassan frequenta l’Università Imperiale.

Si può pensare che vi sia molto personale inutilizzato, ma in pratica è in formazione e d’altra parte se vogliamo formare bene i nostri cari giapponesi (e ti sa dire Don Cimatti quanto costa e quanto è difficile) bisogna che vivano a lungo in ambiente salesiano, perché quando saranno soli sappiano seguire il genuino spirito, ecc.

Il nostro Don Romani non si sente di venire (salute) e d’altra parte vi è anche in vista, forse la necessità, di fare tutta la teologia in casa… per cui avrei bisogno di lui. Ho qualche prete giovane con cui ho rafforzato le residenze missionarie (tu sai quanto insistano i superiori a che il missionario non sia solo) – i chierici nostri e giapponesi sono materiale verde – ho un po’ di personale ammalato (fra cui Don Arri per cui praticamente è finita).

Mi pare di averti così delineato il nostro stato di apparenza florido e in realtà, dato il presente e dato il futuro, che è come è.

Per Don Felici tienilo alla regola più che puoi, e… attento alle relazioni: sono queste che hanno finito, come ti scrissi, di farlo venire in Cina.

Per il caro Don Baratto… e quid nimis. Pur essendo poi necessaria la regolarizzazione della loro posizione giuridica col Rettor Maggiore, considerali pure in omnibus come tuoi – perché nessuno in pratica potrà tornare in Giappone: per Don Felici, meno viene meglio è per lui e per noi.

Saluta omnes e prega sempre per me che ti abbraccio e benedico con tutta l’anima.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2987 / Ricaldone Pietro / 1943-5-27 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


I doni della Mamma al Rettor Maggiore


Tokyo, 27 maggio 1943

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Vorremmo avere in questo giorno una voce tanto potente da farci tutti sentire in Italia ed intonare nella pienezza del giubilo il “BANZAI” giapponese per esprimere tutta la nostra gioia e tutta l’adesione piena, completa, incondizionata a tutta la nostra grande famiglia, unita in questo giorno del 50° di Messa al cuore del successore di Don Bosco. Unione di cuori, unione di preghiere, auguri e felicitazioni. Tutti i singoli suoi figli del Giappone, tutte e singole le Figlie di Maria A., tutti e singoli i cooperatori e le cooperatrici, tutti sono uniti intimamente al cuore del Padre ed innalzano al Signore l’inno del ringraziamento, l’inno della riconoscenza e d’amore. Spero sarà giunta a tempo la nostra adesione per telegramma diretto ad esprimere anche in quella forma la nostra presenza vicino al suo cuore. Siamo anzi santamente orgogliosi di essere stati dei primi in quel giorno ad elevare al Signore le nostre preghiere per Lei, amato Padre, quando ancora in Italia si dormiva… Non so se saranno state tali da far svegliare voi tutti… Ma in Paradiso presso il trono di Maria A. e presso la famiglia salesiana devono essersene accorti… Deo gratias, Deo gratias.

Specialmente in questo bel mese, che abbiamo detto, mese giubilare, tutte le preghiere e sacrifici furono offerti alla Vergine nostra Ausiliatrice secondo la sua intenzione. Le manifestazioni poi più solenni del mese furono rinviate a quella data e in occasione della Festa di Maria A. e a chiusura del mese di maggio.

Eccitati da questo pensiero il mese mariano fu celebrato anche con più ardore, e in varie nostre case si tennero manifestazioni catechistiche (esami, gare, ecc.) e dovunque la festa della Mamma fu celebrata naturalmente il più solennemente possibile.

A Tokyo le Figlie di Maria A. iniziarono in questo anno la bella funzione della benedizione dei bambini – il cattivo tempo non permise lo svolgersi della funzione come si sarebbe desiderato –…anche in Giappone la festa di Maria A. e di Don Bosco sono quasi normalmente caratterizzate dalla pioggia abbondante… ma vi parteciparono un 180 vezzosi bambini, che portarono alla nostra Ausiliatrice tanti bei fiori, simbolo dei loro cuoricini innocenti… Oh, penso che davvero la Mamma nostra li avrà benedetti dal cielo e concederà a tutti loro la più bella delle grazie, la fede…

Era riservata allo studentato la manifestazione più importante e consolante.

Non le parlo delle funzioni solenni, della devota processione a Maria A. cui parteciparono anche gli allievi della scuola professionale. Scegliemmo il 27 Maggio per la vestizione dei nostri novizi (cinque chierici e due coadiutori). Non potevamo certo scegliere data migliore che rimarrà certo indelebile nella mente e nel cuore di questi suoi cari figliuoli. A sera poi la familiare accademia, secondo il desiderio dei Superiori, si parlò dell’importante problema delle vocazioni.

Che cosa ne pensavano Don Bosco e i suoi successori e quanto fecero essi. Le vocazioni tardive – mezzi per fomentare e custodire la vocazione – il problema delle vocazioni nel pensiero e nella pratica dei primi missionari prima del periodo delle persecuzioni – il lavoro salesiano in Giappone per le vocazioni, furono le trattazioni presentate, intercalate da canti, e dette assai bene dai nostri confratelli giapponesi. Anzi uno di essi fece una bella poesia sulla vocazione, che sarà musicata e spero che, tradotta, potrà fare il giro del mondo salesiano. E tutto questo avveniva quando il nostro amat.mo Rettor Maggiore all’altare di Maria A. celebrava la sua Messa giubilare. Era bello pensare al problema vocazionale così ben realizzato in Lei, che come conclusione della festa, nei nostri cari novizi iniziato e consolidato in noi tutti promettemmo di voler ancor con maggior slancio lavorare per le vocazioni in Giappone, sicuri di fare il più bel regalo al nostro Rettor Maggiore, e di fare così il maggior vantaggio per la nostra cara Congregazione e per la Chiesa.

Ci aiuti anche Lei alla realizzazione di tutto questo colle sue preghiere e colla sua paterna benedizione.

Suo

Don V. Cimatti

2988 / Membri del Consiglio ispettoriale / 1943-5-29 /


ai Membri del Consiglio dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 29 maggio 1943

Carissimi consiglieri,


Abbiate la bontà di vedere l’acclusa (prego non macchiarla, ecc.) facendo a parte le vostre osservazioni con piena libertà prima di addivenire alla firma definitiva. Fu compilata dal P. Flaujac (M. E. P.).

Il medesimo mi prega di stabilire se i Salesiani sono nella possibilità di assumersi la responsabilità della sua nuova opera a Nazareth, una specie di pensionato per giovani studenti (per ora 7 o 8). Non si è ancora stabilito le modalità particolari. P. Flaujac penserebbe a tutto il mantenimento.

L’incaricato avrebbe la responsabilità della formazione morale (alla salesiana).

Avrebbe ore libere specialmente al mattino, dovrebbe inoltre vigilare sugli studi, ecc. Al momento potrebbe bastare un sacerdote che potrebbe occuparsi nelle ore libere anche dell’apostolato fra gli ammalati, catecumeni.

I giovani sono quelli delle Opere del P. Flaujac, cui potrebbero aggiungersi cristiani che volessero frequentare le scuole, ecc. (Che possa essere una prima soluzione per gli aspiranti?).

Il medesimo Padre domanda pure se i salesiani volessero assumersi la direzione agricola (inizio di colonia agricola) di quanto l’opera sua ha a Betlemme (vi è terreno, bestiame e metterebbe a disposizione anche una casa).

Vedete di pensarci e possibilmente per martedì prossimo (se siamo vivi) definire almeno il primo punto ed il secondo, ossia convenzione per il dispensario e per l’Opera di Nazareth.

Al momento vi è fra loro un prete giapponese che frequenta pure gli studi. In linea di massima propenderei ad accettare pur non vedendosi ancora chiare le conseguenze avvenire.

Ma l’occasione mi pare bella e che potrebbe essere a vantaggio della nostra Congregazione se non subito, in seguito.

Le due case sono separate dalle opere per gli ammalati. Può darsi che l’Opera di Betlemme porti con sé anche la scuola (parte maschile) della medesima opera.

Naturalmente bisogna prevedere con gran prudenza per non perdere tutto e per non legarci senza vantaggio (vantaggio materiale) perché del bene vi è certo possibilità di farne.

Pensiamoci, preghiamo e decidiamo nel Signore. Egli condurrà certo le cose per il bene e per la sua gloria.

Pregate per me.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2989 / Bernardi Angelo / 1943-5-30 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 30 maggio 1943

Carissimo Don Bernardi,


Ricevo la tua carissima unita a quella del Rev. Ordinario che mi ordinò di spedirti quanto avevo ritirato per Lui, e lo faccio con l’accluso assegno della Banca Teikoku di Tokyo (Mitsui).

Spero vada bene il ritiro del denaro di cui mi informerai anche con semplice cartolina. Quanto alla maniera di usarlo, fallo secondo le intese con Don Liviabella e col Rev. Ordinario. Per la parte salesiana pensa Don Cimatti.

Siccome in pratica non so anch’io chiaramente quanto abbia combinato con Don Liviabella, fa’ nel Signore. Dico a te come a Don Liviabella – usa con criterio (è denaro dell’Ordinario) – con economia e fa’ dei miracoli per moltiplicarlo al massimo. Vedi che ti convenga fare perché sia sicuro e nello stesso tempo alla mano – dovrai renderne conto all’Ordinario.

Con comodo dimmi i tuoi pagamenti affinché il sottoscritto non faccia degli inutili duplicati.

Principio: tu devi pagare quanto è della missione. Non dovrebbe essere gran cosa: tasse, se ce ne sono; assicurazioni incendi; il prof. Mori; ed eventualmente al missionario che non riceve dai cristiani il sufficiente – non so chiaro se c’è qualche cosa per i preti giapponesi.

Ti invio Yen 8.000. Per la tua venuta vedrai se è necessaria: fa’ con libertà.

Restituisco per tua norma la lettera dell’Ordinario.

Assicura la famiglia Kaneko che prego di gran cuore per il lavoratore per la patria.

Fatti coraggio, caro Don Angelo: anche questo grattacapo che ti si dà ha la sua importanza nei disegni della Provvidenza. Oh, sì, preghiamo per la nostra povera Patria, provata quant’altre mai.

Se va tutto bene, il bravo Maccario raggiungerà Don Liviabella l’undici del prossimo mese.

Le Figlie di Maria A. conducono al sicuro i loro bambini a Shimizu, presso Shizuoka.

Per ora non ho altre notizie. Don Arri va declinando: preghiamo.

Nel bel mese del S. Cuore vedi di rinfocolare te, il chierico e i cristiani all’amore dell’Eucaristia e propaga la devozione come meglio puoi.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Come ti aggiusti per la tua confessione? Vedi di organizzare qualche cosa di bene. So che il chierico si serve di te e ne sono più che contento. Guidalo fortiter et suaviter.



2990 / Circolare Salesiani / 1943-5-31 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 31 maggio 1943

Carissimi confratelli,


Abbiamo terminato le feste nostre della cara Mamma e del 50° di Messa del nostro Ven. Rettor Maggiore. Facciamo in modo che i frutti non siano dispersi da noi e dalle nostre opere.

Il mese di Giugno consacrato al S. Cuore e le molteplici feste del mese ci possono dare occasione di vivere una vita cristiana e religiosa intensissima.

Propaghiamo in tutte le forme possibili la devozione del S. Cuore, insistendo specialmente sulla celebrazione esatta della S. Messa e devota assistenza per parte dei cristiani, sulla S. Comunione e Visita al SS.mo Sacramento. Non dimentichiamo pure l’Opera del S. Cuore (delle sei Messe) che oltre al bene spirituale che arreca, può essere anche buon sussidio materiale nelle nostre presenti necessità. Non dubitiamo dell’efficacia della devozione al S. Cuore anche per le divine promesse.

Il mese di Giugno si chiude coi rendiconti annuali tanto ecclesiastici che della Congregazione: a suo tempo sarete invitati a riempire i moduli e ad inviare i conti. Potreste fin d’ora preparare il materiale.

Per le questioni materiali della Missione, d’intesa col Rev.mo Amministratore Apostolico rivolgetevi al nostro Don Bernardi. Per parte della Congregazione al sottoscritto. Speriamo di riuscire ad espletare quanto faceva Don Liviabella.

Vi annuncio che prossimamente – se le pratiche riescono per il prossimo 11 – il nostro coad. Maccario andrà a raggiungere Don Liviabella a Dairen. Egli vorrebbe salutare personalmente tutti, si raccomanda alle vostre preghiere.

Le Figlie di Maria A. trasporteranno tutte le loro bambine da Tokyo a Shimizu (nei pressi di Shizuoka) per misure precauzionali di sicurezza.

Vi ricordo il 4 c. m. anniversario della morte del compianto Don Piacenza; preghiamo.

Notizie del dottore curante Don Arri mi annunciano che il caro confratello, pur quasi sfebbrato, va sempre più indebolendosi. Domanda preghiere speciali.

Potei visitarlo con vicendevole intensa consolazione: è più che preparato e rassegnato alla volontà del Signore, attende che in lui si compia pienamente.

Le feste cui ho potuto presenziare sono ottimamente riuscite. Sarò riconoscente se vorrete inviarmi relazione di quanto avete fatto per onorare la Madonna e per commemorare il 50° di Messa del Rettor Maggiore.

Vogliate sempre ricordarmi nelle vostre preghiere, come vi assicura che fa cotidie (e con molta frequenza) il


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2991 / Cecchetti Albano / 1943-5-31 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 31 maggio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Penso come sarà rimasto il mio buon Don Albano per la partenza del nostro Don Mantegazza.17

E a quanto pare a Tokyo tutto era in regola – ma ci devono essere state delle manipolazioni inopportune a Beppu. Ma Deus scit, e speriamo che se non in fretta, almeno che si aggiusterà anche questa faccenda…

Lei si faccia coraggio – preghiamo ed il Signore come dice così bene nella sua lettera saprà trarre del bene anche da questo fatto doloroso.

Tenterò di accontentarla per la veste… sono più all’asciutto di Lei… Ma la generosa volontà di restituire (che non si realizzerà mai) mi induce di acconsentire… al più presto.

Alla fine del pasto… per consolarci, leggiamo qualche barzelletta nebbiesca… e ci si sente anche Don Cecchetti che così è commemorato…

Preghi sempre per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


2992 / Dell’Angela Stefano / 1943-5-… /


al chierico Stefano dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



[Maggio 1943]

Carissimo Stefano,


Niente ti turbi. Buon segno se ti trovi così. Fa’ in calma come puoi e sai il tuo dovere: al momento non c’è da allarmarsi né da affannarsi.

Lunedì, se non muoio vengo per l’esercizio di buona morte e visita, e ci parleremo con comodo; ma sta’ allegro… Infirmitas haec non est ad mortem.

Cerca di voler bene a Lui… hanno avuto riconoscenza per Lui? Non cerchiamo sollievi umani.

Bravo, ama Dio, e per Lui gli uomini: non c’è nessun male, è la sua legge.

Quel che senti è suo, se tu lo vuoi. Lavora e prega.

Tuo

Don V. Cimatti

2993 / Bernardi Angelo / 1943-6-7 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 7 giugno 1943

Carissimo Don Angelo,


Ricevo la tua e grazie di tutto. Dunque rimane inteso così: tu paghi quanto ha diretta relazione colla missione. Secondo le relazioni rilasciatemi da Don Liviabella (e mi pare anche da quanto ti ha detto l’Ordinario), paga le assicurazioni di Nakatsu, Oita, Takanabe, Miyazaki (Missione) e Miyakonojo.

Tu non mi nomini Tano (penso che bisognerà pensarci – a meno che ci pensi direttamente l’Ordinario). Così pure fino a nuovo avviso in contrario, penso che devi mandare 30 Yen a Don Marega e 20 a Don Carlo. Non penso che la missione debba pensare ad altro. Ad ogni modo se altro c’è, vedi di farlo. Ti prego di essere sempre gentile e caritatevole coi confratelli, e assai paziente. Quando domandano cose cui non sai come rispondere, prendi tempo dicendo che hai da interrogare l’Ordinario o l’Ispettore. Se devo pagare le assicurazioni nostre bisognerà che mi invii le carte necessarie. Penso avrai pagato per Oita e per Miyazaki che, se non erro, scadono in questo tempo. Sappimi dire se ricevesti avviso o se è passato l’incaricato.

Quanto al nostro Don Marega: preferisco fare come abbiamo fatto finora, anche se… Pur che non sia lesa in alcun modo la carità… Preferisco essere ciurlato nel manico, che far soffrire i confratelli ammalati. Quindi abbia pazienza e avanti nel Signore, che aiuterà questo povero uomo pelato in tutti i sensi. Per le confessioni va bene così. E quando puoi, mantieniti e accresciti nella grazia di Dio, e avanti.

Preghiamo e piangiamo per la nostra cara patria e per i nostri cari… Anch’essa ha bisogno di essere purificata da tante cose, e il Signore ci fa passare per ignem.18Preghiamo e siamo buoni.

Fa’ coraggio al mio caro Antolini. Unione con Gesù nel suo bel mese. Per ora null’altro. Se hai occasione di scrivere al buon Kaneko salutalo sempre da parte mia ed assicuralo del mio continuo quotidiano ricordo. Con vero affetto ti abbraccio e benedico, compatiscimi dei disturbi che ti do.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



2994 / Circolare Salesiani / 1943-6-22 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 22 giugno 1943

Carissimi,


Non posso non esortarvi a fare bene la festa del S. Cuore: un solo pensiero. La nostra Congregazione è a Lui consacrata. Voi comprendete il valore della cosa. Consacrate al S. Cuore le famiglie dei cristiani, le vostre comunità e propaghiamone la devozione nelle forme a noi possibili, fiduciosi nelle promesse del S. Cuore.

Per il rendiconto annuale amministrativo della Congregazione come l’anno scorso inviatemi il risultato totale delle entrate e delle uscite. Così potrò compiere il rendiconto amministrativo generale. Voi avete già i dati specificati per il rendiconto della vostra casa.

Prego pure di inviarmi la statistica generale: numero dei cristiani della nostra circoscrizione, numero dei battesimi, cresime, matrimoni, ecc. Cenni sulle cose più notevoli dell’annata. Saranno graditissime (qualora ci fossero) fotografie, programmi, ecc. per la cronaca.19

Per il rendiconto della parte spettante alla missione vi prego stare alle norme che vi saranno date dall’Amministratore Apostolico.

Per il tramite delle Figlie di Maria Ausiliatrice ho notizie indirette delle nostre case di Torino: strettezze e difficoltà per la vita, non danni nelle persone.

Chiudiamo bene il mese colla festa dei Ss. Apostoli, festa della Chiesa e del Papa. Notizie buone dei nostri e di Nishimura.

Pregate per il

Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2995 / Cecchetti Albano / 1943-6-22 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



22 giugno 1943

Carissimo Don Albano,


Oggi tutta la famiglia salesiana in Giappone, e specie il povero Don Cimatti, la ricordano in modo speciale. Può capirlo, tutti, nessuno escluso, perché vogliamo bene al nostro Don Albano.

Immagini quanto di buono, di bello, e di santo può desiderare… L’ho domandato per Lei al Signore.

Grazie di quanto fa per la Chiesa e la nostra cara Congregazione… Ed ad multos annos ricolmi delle benedizioni più belle del Signore.

Il bravo Don Lorenzi mi propone, penso anche a nome suo, il confratello Miyahara per Beppu. Al momento non è certo possibile – e d’altra parte penso che non sia un tipo per Beppu. Per il nostro Don Mantegazza, che sospira il ritorno, penso che sarà necessario mettere acqua sul fuoco e aver pazienza, ma avendo avuto l’urto… Sarà difficile il ritorno… Così dicono i nostri amici della Polizia. Deus providebit.

Pago a Don Margiaria il suo debito. L’abbraccio e benedico.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti



2996/ Bernardi Angelo / 1943-6-23 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 giugno 1943

Carissimo,


Grazie della tua ultima e delle varie notizie. Per la Patria nostra preghiamo e facciamo il nostro dovere: è l’unico mezzo per riuscire a fare del bene e a loro e a noi.

Una buona notizia: a Dairen Don Liviabella e Maccario (penso che ti scriveranno) hanno trovato il figlio del Prof. Yamase, stretta relazione che speriamo produrrà i suoi frutti… Che almeno faccia Pasqua.

Grazie delle notizie amministrative. Mi è giunto qualche aiuto e per un po’ farò fronte alla situazione in attesa che la pace profetizzata sempre dal nostro Don Cecchetti permetta di fare il meglio. Prega anche tu e fa’ miracoli. Grazie in ogni modo delle tue buone disposizioni verso dei più poveri.

Tieni dietro alle assicurazioni e a quanto ti è devoluto dalla tua carica.

A Mikawajima facciamo tutto da noi – bisogna pure che anche Don Cimatti dia esempio: si fa di tutto tutti un po’ ed al momento non c’è davvero da affannarsi per cercare altri… Che d’altra parte non c’è... E se ci fosse lo metterei in aiuto a Don Bovio o altrove.

Don Mantegazza e Acerbi sono ritornati a Tokyo e per qualche mese bisognerà si rassegnino (e con loro Oita e Beppu). Mi dispiace per il buon Don Figura… ma non c’è che farci.

Non trovo più la lettera in cui mi scrivevi dell’intesa coll’Ordinario. Deo gratias.

Trattalo bene sempre. Gli scriverò ringraziandolo. Se quando lo trovi di buon umore potessi fargli qualche iniezione sulle nostre proprietà… (Colonia Agricola, Seminario: per farle introdurre nell’ente salesiano).

Come pure: a che titolo dà i 100 Yen mensili al Seminario? È elemosina o pensa che sia un contributo doveroso della Prefettura Apostolica?

Ora ho bisogno che riconosca il sostituto di Don Liviabella. Al momento queste sono le questioni più importanti. Il punto cui si deve arrivare è che il Seminario sia riconosciuto come assoluta proprietà dei salesiani.

Tu fatti coraggio sempre e santificati e santifica quanti più puoi.

Preghiamo per la nostra cara Italia. Oh, se il Signore si degnasse di ascoltare la mia povera preghiera, come volentieri darei la mia vita in sacrificio per la pacifica soluzione. Chissà che anche questa batosta nei disegni della Provvidenza non abbia lo scopo di rafforzare sempre più la fede e purificare sempre più le anime, dei nostri cari fratelli! Penso alla tua cara mamma insieme alla mia sorellina.20

Allegro, mio buon Angelo: se il Signore ci prova è segno che ci vuol bene.


Tuo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Potendo tieni dietro al buon Kai e se ha bisogno provvedi e rifonderò.

2997 / Del Col Luigi / 1943-6-27 /


a Don Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone



27 giugno 1943

Carissimo Del Col,


Avrei voluto di persona…

Ricorda di S. Luigi: quid hoc ad aeternitatem?… Continuerei a giocare.

E prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti

2998/ Dell’Angela Stefano / 1943-6-… /


al chierico Stefano dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



[Giugno 1943]

Carissimo Dell’Angela,


Bravo! Difendi sempre Don Bosco… Lo conosciamo ancor poco. Non voglio entrare nella questione.

Se si intende che Don Bosco abbia propagato la devozione al S. Cuore colle forme degli Uffici, Ora di guardia, ecc. non ne ha certo parlato espressamente.

Come son solito dire: “è andato alla radice – alla sostanza”.

Confessione e Comunione, Messa e visita ed ha pensato ai suoi poveri giovani…

In una lettera del 28/10/1861 scritta alla Seyssel-Sommariva scrive: “…Confido nella misericordia e nell’amore del Cuore SS.mo di Gesù, mia prediletta devozione”21.

Don Bosco è un ascetico mistico-pratico, che con semplicità e naturalezza vuol arrivare allo scopo… Mi pare si debba pensare così.

È di ispirazione e anche revisione di Don Bosco il bel libro del nostro Don Bonetti sul S. Cuore: “Il giardino degli eletti”. Che non ha fatto Don Bosco pel S. Cuore? Basta il tempio di Roma, l’ospizio del S. Cuore di Roma.

Se poi Don Rua e successori ce l’hanno sviscerata nelle forme note, è che erano e sono convinti che è dello spirito genuino di Don Bosco anche sotto queste manifestazioni. Pensiamo a Don Beltrami, formato da Don Barberis… Formato (e come!) da Don Bosco.

Calmo e sereno in tutto e… Sempre, sempre per te e per me “fiat voluntas Dei”.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2999 / Dell’Angela Stefano / 1943-6-… /


al chierico Stefano dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



Giugno 1943

Caro Dell’Angela,


Nel tuo caso pregherei così: “Signore, sia fatta la tua volontà”. È molto meglio e più perfetto.

Fatto recapitare lettere – forse i portatori di lunedì porteranno.

Allegro.

Tuo

Don Cimatti

3000 / Circolare Salesiani / 1943-7-1 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 1 luglio 1943

Carissimi nel Signore,


Eccomi nuovamente a voi per richiamarvi la nostra tradizione e regola della lettura per intero delle nostre Ss. Regole che si suole iniziare in questo mese o come lettura in refettorio o come lettura spirituale.

Tale richiamo sarà per noi profittevole, se accompagnato da un buon esame sul come le eseguiamo, e da un forte proposito di migliorare nei punti deboli e imperfetti. Tale esame sarà pure ottima preparazione per i nostri annuali esercizi.

Anche quest’anno non è possibile pensare a mute collettive specie in missione. Penso che forse se ne potrà tenere una a Miyazaki e una a Tokyo (su per giù nelle condizioni e modalità dell’anno scorso). Ad ogni modo, sotto la responsabilità dei Direttori, sia data a tutti i confratelli la possibilità di compiere questo importante ed utilissimo dovere nelle proprie case, se non è possibile partecipare altrove.

Per quelli che potessero recarsi a Miyazaki o a Tokyo vedano per tempo di mettersi d’accordo con Don Braggion e con Don Bovio.

Là dove è possibile si provveda per dare un conveniente riposo ai confratelli in luogo diverso, o almeno nella propria casa.

Per quelli obbligati alla residenza, date le attuali restrizioni, vedano di offrire al Signore anche questo sacrificio, che minaccia di diventare sempre più costoso.

I meriti di questi sacrifici non vanno perduti, ed è consolante pensare alla ricompensa grande che ne avremo dal Signore: ma si procuri con grande carità dai Superiori responsabili di provvedere.

I singoli confratelli pensino però anche alle difficoltà del momento, alle esigenze delle autorità che non fanno che consigliare di muoversi il meno possibile, alle difficoltà del mantenimento, ecc.

Sobbarchiamoci con pazienza e con merito tutti questi sacrifici, anche se ci devono costare assai. Pur non essendo luogo ideale per riposo estivo, metto con gioia a disposizione la casa di Mikawajima per quanti volessero onorarci di loro presenza. Ma sono più che certo che tutte le altre case faranno altrettanto. Ad ogni modo, date le difficoltà per gli approvvigionamenti occorre preavvisare per tempo.

Sono in attesa dei rendiconti amministrativi salesiani ed ecclesiastici per la parte che mi riguarda.

Sempre unito a voi tutti e singoli col pensiero, con l’affetto e colla preghiera.


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3001 / Cecchetti Albano / 1943-7-1 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 1 luglio 1943

Carissimo Don Albano,


Per il nostro affare ancor buio pesto e penso che bisognerà per un po’ di tempo mettere il cuore in pace, specialmente per Don Mantegazza, dato l’urto… E se così fosse penserei di occuparlo… Non so ancora bene come…

Preghiamo assai per la nostra patria22… Come andrà a finire lo sa solo il Signore.

Al buon Don Lorenzi, coraggio e pazienza. Saluti da parte di tutti al caro Don Arri e alle Figlie di Maria A.

Senta un po’ per gli esercizi, come intendono di fare, perché non so se sarà nella possibilità di inviare dal di fuori…

Ossequi pure alla Sig.ra Nagata ed assicurazioni di preghiere per tutti dal


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



3002 / Bernardi Angelo / 1943-7-1 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 1 luglio 1943

Carissimo,


Finalmente ho rintracciato la tua del 10 e così sono in grado di darti qualche spiegazione di quanto mi riferivi. In primis graditissimo il tè, che è già in funzione: il Signore ti dia il 100%.

Come pure ringraziamenti speciali per la tua carità e verso Don Bovio e verso i nostri cari novizi.

Quanto ai due presi dal nostro buon Ordinario erano suoi (di Kagoshima): era un supplemento alla sua parte, come il nostro era quanto ho inviato per ordine suo a te.

Tutto il resto gliel’ho ritirato prima… E non è poco. Ad ogni modo quando non avremo più niente… Domanderemo.

Prego sempre secondo le tue intenzioni. Per i rendiconti dell’Ordinario penso che Lui stesso ti darà ordini, e tu li comunicherai ai confratelli.

Ma forse si servirà del Prof. Mori.

E tu prega sempre per il

Tuo aff.mo

Don Cimatti



P.S. Ti sarà possibile quest’anno accettare qualche predicazione?

3003 / Cecchetti Albano / 1943-7-5 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 5 luglio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Conosco certo la notizia della morte di Madre Vaschetti, Super. Gener. delle Figlie di Maria A. Faccia pregare.

Il dottore mi comunica discrete notizie sul nostro Don Arri. Deo gratias et fiat voluntas Dei.

Il Regio Console di Osaka mi comunica che ha interessato la Prefettura di Oita pel noto affare e che comunicherà le ulteriori decisioni.

Per ora nulla di nuovo. E preghi sempre per noi. Al buon Don Arri l’assicurazione delle nostre continue preghiere. Saluti cari e speciali al nostro Don Lorenzi.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Abbia la bontà di ringraziare il Sig. Dottore delle notizie. Ossequi alla Nagata; e se fanno funerale per la Madre mi rappresenti. E quei famosi documenti dell’ente morale?

3004 / Dell’Angela Stefano / 1943-7-12 /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



12 luglio 1943

Carissimo Dell’Angela,


Ho goduto un mondo nel leggerti. Deo gratias!

Sta’ a quanto ti dice il Direttore e per la tua anima: calma e serenità.

Canta: Fiat voluntas Dei, anche milioni di volte al giorno, e ti farai santo. Così ti vuole il Signore, dunque allegro.

Vedo di aderire ai tuoi desiderata; non so se riuscirò. Ti benedico.

Tuo

Don V. Cimatti


P.S. Invio lettera della dottoressa.

3005 / Circolare Salesiani / 1943-7-15 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 15 luglio 1943

Carissimi confratelli,


Penso finalmente comunicarvi la data degli esercizi, concretata per Miyazaki e Tokyo. Fino a che punto riusciremo nella realizzazione lo sa il Signore. Ad ogni modo, conoscendo la bontà dei miei cari confratelli, sono più che sicuro, che anche quelli che per qualsiasi motivo non possono prendere parte a queste mute, d’accordo col loro direttore, troveranno modo di fare coscienziosamente gli esercizi annuali prescritti. Mi propongo di presiedere alle mute di Miyazaki e Tokyo, e in caso di impossibilità, delego i rispettivi direttori.

Miyazaki dall’1 all’8 Agosto; Tokyo: Scuola dal 21 al 27 Agosto. Allo studentato dal 30/8 al 5/9.

Ed il Signore ci aiuti ad approfittare meglio che sia possibile di questa grande grazia. Diamo una buona ripassata alle Regole, regolamenti, specie nella parte riferente ai singoli doveri, facciamo un buon rendiconto, insistendo anche e senza timori su quanto crediamo utile per il buon andamento della casa in cui ci troviamo. E concludiamo con una santa confessione e comunione, in modo che non restino imbrogli di qualsiasi genere sull’anima, e anche mettiamo a posto le nostre cose bene, in modo da poter serenamente andare incontro a qualsiasi avvenimento che piaccia al Signore inviarci.

Raccomando quest’ultima parte a coloro che hanno responsabilità amministrative; ed attendo da quanti non hanno ancora inviato, quanto ho richiesto in ultima mia per dati amministrativi e statistici.

Preghiamo per i nostri cari confratelli militari e per i nostri infermi, e non dimenticate mai chi sempre et indesinenter vi ricorda.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3006 / Braggion Enrico / 1943-7-15 /


a Don Enrico Braggion, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 15 luglio 1943

Carissimo Don Braggion,23


Sto facendo le pratiche per la venuta e appena saputo l’esito ti informo, ma se concedono, concedono per breve tempo, almeno al sottoscritto.

Per il problema generale ne parlai anche ieri in consiglio, ma non troviamo al momento che quanto avevamo combinato di fare quest’anno. La più semplice per la questione dei titoli è la via della scuola. Don Margiaria sta studiando la possibilità di una sezione di cui facciano parte solo i nostri.

Si cerca anche di capire se ci sarà o no questa attesa “Scuola di specializzazione” pel Seminario. Beh! Il Signore ci aiuti. Ad ogni modo se voi anche brevemente poteste mettere in carta le vostre vedute, apprensioni, ecc. e qualche suggerimento, sarebbe assai bene.

Certo che se tu potevi venire a Tokyo… Ma se il Signore ha permesso così è certo per il bene anche questo.

Per D. M. avevo fatto la proposta solo nel pensiero di accontentare, se era possibile, Don Carlo, e più se gli conveniva per la salute. Se tu ne potessi fare a meno lo piglierei piuttosto a Tokyo, qualora potessimo realizzare l’aspirantato, in casa studentato.

Per le prediche hai qualcuno che possa prestarsi?

Don V. Cimatti



3007/ Circolare Salesiani / 1943-7-21 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 21 luglio 1943

Carissimi,


Pare mi si conceda l’andata a Miyazaki dal 30 c. m. al 10 seguente (10 giorni tra andata e ritorno): per norma di quanti potessero approfittare del mio lavoro.

Come ricordi degli Esercizi suggerisco specialmente – date le attuali circostanze – “PREGHIERA, ADEMPIMENTO FEDELE DEL PROPRIO DOVERE, ARMARSI DI PAZIENZA E SACRIFICIO”. Non sono necessarie spiegazioni, perché la vita quotidiana ci mette nella necessità di sperimentare la portata e l’efficacia.

Unito di gran cuore a voi tutti e singoli colla preghiera, mi professo:


Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

3008 / Cecchetti Albano / 1943-7-21 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 21 luglio 1943

Carissimo,


Non ho più notizie del risultato di Don Bernardi per la sua venuta.

Don Figura non può muoversi da Beppu24, quindi prego il nostro Don Cecchetti a trovar modo. E se non è possibile faccia fare per lettura o per conferenze di Madre Carmela.

Abbia la bontà di avvisare la direttrice. Quid dicam? Ad impossibilia nemo tenetur: facciamo ognuno come si può ed il Signore sarà contento. Se Lei trova altra soluzione migliore, l’adotti senz’altro, come pure mi rappresenti ai voti o vestizioni, ecc. Deus scit.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


3009 / Dell’Angela Stefano / 1943-7-21 /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 21 luglio [1943]

Carissimo,


I bimbi sono volati a Nikko. Continuiamo a pregare ut statim et bene valeas. Ti invio di nuovo la benedizione della Mamma!

Un pensiero che mi sono dimenticato di suggerirti. Giacché sei in cura, di’ al medico che di tanto in tanto ti vengono quei foruncoli alla lingua, che può essere siano di natura diversa dell’attuale infezione.

In Italia mi pare li considerano di natura “aftosa” (afta epizootica caratteristica dei bovini) – insomma è un’infezione locale e tu sai quanto ti faceva soffrire. Vedi un po’…

Ti benedice il


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3010 / Cecchetti Albano / 1943-7-22 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



22 luglio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Facendo seguito alla mia di ieri ricevo dal Real Console di Osaka che la pratica in corso non dà il risultato che desideriamo.

Il governatore di Oita dichiara di non poter dare il permesso per ragioni militari che non ammettono eccezioni. Sentirò altri, ma come vede le campane suonano male. Preghiamo.

In caso, non potrebbe Don Lorenzi aiutare per la predicazione se Don Cecchetti venisse a trovarsi solo?

Nel caso cioè che anche Don Bernardi non potesse avere il permesso?

Veda un po’ nel Signore quanto è possibile fare.

E preghi per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



3011/ Dell’Angela Stefano / 1943-7-…


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



[Luglio 1943]

Carissimo Dell’Angela,


Grazie della tua sempre carissima. Ho fatto recapitare lettera alla dottoressa. Bravo! Continua perché sai che “non coronabitur nisi qui legitime certaverit… et usque in finem”.

Ma procura di essere calmo sempre e allegro, e vedrai in te, colla corrispondenza alla grazia di Dio, miracoli.

Mi dici che la fede vacilla. Metti subito il sostegno: l’hai studiato…


  1. Atto di fede.

  2. Domine, adjuva incredulitatem meam.

  3. Scaccia e taglia netto ogni volta…


Ti abbraccio e benedico.


Tuo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Mi pare che mi domandavi qualche libro inglese. Mi capitano tra mano questi. Non sarà inglese classico, ma vale di più per il contenuto e perché puoi imitarli.

3012 / Ricaldone Pietro / 1943-7-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



IL PROBLEMA DELLE VOCAZIONI INDIGENE NELL’ANTICO GIAPPONE25


Luglio 1943

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Nell’attesa della pubblicazione di un bel lavoro di cui incaricai direttamente il nostro Don Tassinari26, mentre ha le mani in pasta, collo studio della storia della Chiesa in Giappone (di cui uscì già un primo volume: “La nave di Pietro”) saranno graditi alcuni cenni sull’argomento che riassumo da quanto mi ha inviato. Come missionari è certo un problema vitale, che esige tutta la nostra attività ed attenzione, per dare alla Chiesa in Giappone santi elementi fin dagli inizi della sua costituzione anche nella nostra missione. Come salesiani, ci sprona l’esempio di Don Bosco e le reiterate, insistenti, accorate raccomandazioni e direttive dei nostri superiori.

I missionari succeduti al Saverio nell’evangelizzazione e prima formazione della Chiesa in Giappone riscontrarono nei primi neofiti una fede viva e operante, una pietà sincera, grande zelo e spirito di penitenza. Il rapido formarsi delle cristianità, la penuria del personale missionario che poteva essere annualmente inviato dall’Europa, era meno che proporzionato al bisogno. Dopo quasi trent’anni di lavoro, i Gesuiti aprirono ad Usuki (1578), situato nella nostra missione, un piccolo collegio, che ben presto doveva diventare il fiorente noviziato della Compagnia.

I missionari d’allora riscontravano nel carattere giapponese, coi caratteri sopraindicati, difetti, che non davano certo grande affidamento di riuscita vocazionale ecclesiastica e religiosa, se non venivano totalmente fiaccati, quali l’orgoglio, l’amore della libertà, l’incostanza, la dissimulazione e forte inclinazione alla sensualità, che si sperava vincere con una proporzionata preparazione scientifica e morale dei candidati. È interessante seguire lo sviluppo storico dei piccoli seminari ri-iniziatisi qua e là – la loro riuscita e come istituti di educazione e come seminari per le vocazioni. Dopo un periodo preparatorio, svolgimento di un programma di studi sacri e profani all’europea – forte educazione morale sulla base della soggezione ed umiltà – non ammissione agli ordini di elementi non vissuti fin dai primi anni in ambiente di pietà e purezza personale ed altre virtù, furono le basi di questa formazione, che nel 1582 contava due seminari, noviziato a Usuki, scolasticato a Oita.

Succede il periodo delle persecuzioni, periodo di sconvolgimento generale – periodo di torbidi locali, dipendenti dall’arbitrio dei singoli signorotti (daimyo) non sempre ligi al cristianesimo. Le opere emigrano qua e là. Ma il catalogo del 1588 registra 70 allievi, su cui i missionari tenevano riposte le loro speranze.

È interessante il programma di studio intonato da indirizzo classico, catechistico con abbondanti esercitazioni pratiche. Nel periodo preparatorio: lettura, scrittura del giapponese e del latino – aritmetica, musica, galateo. Nel corso triennale seguente: giapponese, latino, religione, buddismo, storia, galateo, musica vocale e strumentale. Per i più provetti, esercitazioni di dogmatica, apologetica e predicazione. Non dimentichiamo che siamo nell’ultimo ventennio del secolo XVI quando in Europa si vengono organizzando opere simili… Non parlo delle rilevanti spese sostenute in massima parte dai sacrifici e dalle economie dei missionari.

Venti anni dopo la fondazione dei Seminari, si hanno i due primi preti giapponesi (Sebastiano Kimura, martire e Luigi Mihabara) e anche dopo la proporzione dei giunti alla meta non è quale poteva aspettarsi dato il numero degli aspiranti.

Erano i candidati che non continuavano o i superiori che non si azzardavano a mandarli avanti? Forse l’uno e l’altro. Cause precipue: sconvolgimenti politici, che eccitano testa e cuore – debolezza di salute – penuria di personale e di mezzi per sostenere e sviluppare le opere vocazionali – preferenza della vita di apostolato e della predicazione che agli studi [nel 1592 una settantina di ex-allievi del Seminario aiutavano i missionari in una trentina di residenze (fratelli predicatori e catechisti)], precauzione nello spingere avanti, provando a lungo la costanza e virtù dei candidati. Alla vigilia della grande persecuzione, dopo 14 anni dalla prima ordinazione i preti giapponesi sono 14 in tutto.

Allo scoppio della persecuzione i seminaristi riuniti a Nagasaki sono dispersi, e alla partenza dei missionari, i più fedeli seguono nell’esilio i padri missionari, 28 a Macao e 12 a Manila. Quelli che fra loro riuscirono a realizzare la loro vocazione lavorarono a Macao, Manila, Annam, Laos, Tonchino, Cambogia per i loro fratelli esiliati. Alcuni audaci (Saito, Pinedo, Kassui, ecc.) rientrati coraggiosamente coronarono la loro vocazione col martirio. Gloria, onore e riconoscenza imperitura a questi primi formatori delle vocazioni indigene in Giappone. Grazie dei preziosi insegnamenti che ci hanno dato. Il problema si affaccia identico oggi: necessità del Clero indigeno – difficoltà nella sua formazione – quanto hanno fatto i missionari dall’epoca della ristorazione – quanto si propongono di fare oggi.

Spero di intrattenerla prossimamente sull’interessante argomento.


Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.



3013 / Cecchetti Albano / 1943-8-15 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[15 Agosto 1943]

Carissimo Don Cecchetti,


Ricevuto tutte le sue carissime e mi sforzerò di rispondere a tutto e di far tesoro di tutto. Per la questione amministrativa e dati statistici, Deo gratias! La Provvidenza aiuta assai bene anche Don Albano, e non c’è che pregare ut non deficiat fides tua in Providentia Dei.

Alcune osservazioni: (a varie delle sue richieste non posso rispondere non avendo con me i registri):


  1. Mi invia un certo numero di note di medicine pel nostro Don Arri. Ogni dieci o quindici giorni mi giunge la nota di Don Arri (pagata puntualmente e possibilmente in giornata per conto corrente), che consta della pensione e delle medicine. Le note che mi invia sono un duplicato di quelle che inviano a me o sono altre? Mi pare che per facilità di conteggio inviassero ad una fonte unica tutto: è più spiccio e più regolare.

Idem per la donna di servizio, che cosa si sia convenuto non so. Abbia la bontà di dirmi quanto è stabilito, così si congloba tutto insieme.

Ho saputo a Tokyo che si è cercato di interessare la famiglia cristiana di Beppu per venire in aiuto al nostro Don Arri. Quale ne sia il risultato non so. Comunque non capendo bene le cose e non avendo alla mano i registri, mi scusi, caro Don Albano, se non posso subito dar corso a queste sue giuste richieste.

  1. Per le Sante Messe idem – non ho qui i registri di Don Liviabella. Per le Messe di Don Mantegazza, in base al principio “ubi mensa, ibi missa” è naturale che sia devoluta allo studentato la più che modesta, misera elemosina delle sante Messe che in Giugno e Luglio ho devoluto allo studentato.

  2. Per il vino da Messa (come dissi non ho registri) non so: ma nell’elenco delle cose da pagare ecc. non trovo nulla al riguardo. Come sa, da anni, il centro non paga il vino (almeno che io sappia) ed ogni casa si aggiusta. Se il centro pagava, pagherà.

  3. Per l’amico faremo tutto con delicatezza e meglio che si può. Naturalmente varie cose da Lei attribuite a Lui, egli le attribuisce a Lei.

  4. Saremmo tutti felici di vederla a Tokyo: quod faxit Deus.


E per oggi basta. Il Signore ci aiuti e benedica insieme alla nostra buona Mamma Maria Ausiliatrice.

L’abbraccio e benedico nel Signore.

Suo

Don V. Cimatti

3014 / Circolare Salesiani / 1943-8-16 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 16 agosto 1943

Carissimi,


Scelgo la data dell’anniversario della nascita del nostro Don Bosco per passare alcuni momenti con voi.

Ricevo da Torino: “Comunicate Mons. Cimatti mia vivissima riconoscenza assicurazione preghiere benedizione particolare confratelli suore allievi opera. Comunicatelo anche Don Braga. Ricaldone”. È in risposta al nostro telegramma per la Messa d’oro. Il telegramma è datato 31 Luglio.

Già vi ho comunicato il buon esito delle varie mute di Esercizi spirituali finora compiuti dai salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Vogliate pregare per il buon andamento delle seguenti, che non saranno certo inferiori nei frutti spirituali per ognuno dei partecipanti.

Nella muta di Miyazaki il giorno 5 c. m. ebbe luogo pure il funerale religioso e civile del nostro indimenticabile Tateishi, le cui ossa riposano ora nel cimitero di Miyazaki nel posto riservato ai Salesiani: è così il primo confratello che ne prende il possesso. Non dimentichiamolo mai nelle nostre preghiere.

Al momento attuale buone notizie pure dai nostri confratelli soldati e di Nishimura che dopo una batosta discreta alla salute ha potuto ripigliare i suoi studi a Manila.

Don Arri va lentamente spegnendosi. Domando preghiere per il nostro confratello Hayakawa indebolito alquanto nella salute.

Mercé la carità di esimi benefattori, i confratelli di Tokyo anche quest’anno poterono recarsi a Nasu e a Kitamurayama. Mentre ringraziamo di cuore il Signore che concede ai nostri giovani confratelli di potersi ritemprare nelle loro forze, preghiamo ogni giorno per i nostri cari benefattori.

Verso la fine del mese dovunque ripigliano gli annuali lavori. Miei buoni confratelli, dovunque dobbiamo lavorare, insisto a che lavoriamo al possibile, secondo che permettono le circostanze. Pur dovendo tutti sottometterci a tanti lavori materiali di ogni genere, resi necessari per il mantenimento nostro e delle opere che abbiamo tra mano, non dimentichiamo il lavoro spirituale per il bene delle anime e per tutte quelle che ci sono affidate: non dimentichiamo la nostra qualità di missionari e di missionari salesiani, lasciatemelo ripetere (è pensiero di Don Bosco): “Ci lasciano lavorare per 10? È nostro dovere lavorare per 10. Ci permettono solo per 1? Lavoriamo per quel pochissimo che ci è concesso… ma lavoriamo nelle varie mansioni che ci sono affidate”.

Specie in questi momenti siamo più che deferenti a quanto le autorità ecclesiastiche o civili ci domandano, e prestiamoci con generoso sacrificio pur di poter fare del bene. Poi buttiamoci con semplicità e senza timore nelle mani di Dio, lasciandoci guidare da Lui e qualsiasi cosa possa accadere…27

3015 / Solari Carmela F.M.A. / 1943-8-20 /


a Suor Carmela Solari, Direttrice a Beppu


[20 agosto 1943] 28

Rev. Madre,


Ecco un po’ di Provvidenza! Preghi e faccia pregare per noi.

Penso che Madre Letizia le avrà fatto parte delle sue apprensioni per incursioni aeree nemiche. Anche Beppu non sarà troppo sicuro, ma non saprei proprio che cosa suggerire. Siamo nelle mani della nostra Ausiliatrice e di Don Bosco – ad ogni modo se d’accordo colle autorità trovasse un luogo più tranquillo per i bimbi e per le grandi, anche Lei starebbe tranquilla.

Vi ho visto al lavoro e bimbi e suore al mare e le tiranti il carro, e vi ho benedette dal treno e pregato.

Ossequi a tutte. Mese di Settembre: Le feste della Madonna nel mese e dei Martiri giapponesi ravvivino in noi l’amore e la fede.


Suo

Don V. Cimatti

3016 / Ricaldone Pietro / 1943-8-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Il problema attuale delle vocazioni in Giappone29


Agosto 1943

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,


Quanto sperimentano attualmente i suoi figli di Miyazaki nella dolorosa prova cui sono sottoposti nella lotta per l’opera delle vocazioni, mi suggerisce qualche riflessione sul problema. Mantengo la promessa fattale nella precedente relazione.

Gli antichi missionari del Giappone non potevano certo far di più e di meglio per la formazione di un buon clero indigeno. La tremenda persecuzione stroncò tutte le promettenti iniziative. Tre secoli dopo, oggi, dopo oltre 80 anni dalla rinascita, a che punto siamo? La gerarchia ecclesiastica in Giappone passata al clero giapponese non può contare ancora su un clero nazionale sufficiente per assicurare la propria assistenza al lavoro necessario ed il proprio avvenire. Il problema delle vocazioni indigene ritorna più fortemente in campo.

Nel 1594 un missionario gesuita in Giappone (P. Celso Confalonieri) scriveva: “Quando i pubblici costumi saranno cambiati grazie alla conversione del Giappone, innumerabiles religiosi sancti et excellentes omni laudum genere futuri sunt”.

Il numero dei cattolici nell’anteguerra ha raggiunto la cifra di 120.000 su circa 80 milioni di abitanti dell’Impero. Il numero dei seminaristi maggiori: filosofi e teologi a Tokyo era di un centinaio. E gli allievi dei seminari minori sparsi per il Giappone erano circa 200. I sacerdoti giapponesi erano circa 160 su 596 residenti nell’Impero. Non è ancora possibile fare una statistica completa del dopoguerra. L’esperienza nostra di 20 anni di lavoro anche per le vocazioni indigene fanno sottoscrivere a questa affermazione. Persistono ancora dopo secoli le difficoltà in cui si trovarono i primi missionari: rivolgimenti e rinnovamenti politici, spirito nazionalistico ad oltranza, che esalta teste e cuori fino all’adorazione della patria-famiglia, scuola, religione asservite allo Stato – i lati del carattere debole giapponese: svalutazione dello straniero, amor di sé, incostanza, dissimulazione, acuiti al sommo dal presente stato di cose – la debolezza della salute e coll’entrata dei vincitori, introduzione di principi e pratiche che non favoriscono certo le vocazioni sacerdotali – la lunghezza della guerra, che sottrasse le poche vocazioni al regime di formazione nei piccoli seminari e dal seminario maggiore. Non ultima e grave difficoltà, risentita anche dai primi missionari, è il mantenimento dei Seminari. Generosamente vi concorre al possibile l’Opera Pontificia di S. Pietro, ma occorre risvegliare in tutti i cattolici giapponesi lo spirito di preghiera e di apostolato per le vocazioni, considerandolo uno dei massimi doveri del cattolico.

E nel periodo della guerra che avviene, come dissi, il passaggio della gerarchia ecclesiastica completamente al Clero giapponese, passaggio giudicato da tutti prematuro, ma necessitato dalle vicende politiche e dal riconoscimento legale della religione cattolica. Come dunque ci troviamo oggi di fronte alla formazione vocazionale del clero indigeno?


  1. Permanenza ed accentuazione delle difficoltà pel lavoro sulle vocazioni: non meravigliarsi dunque e della difficoltà del reclutamento e della lentezza e scarsezza dei risultati.

  2. La guerra, se non ha portato come le persecuzioni precedenti la stroncatura di tutto il lavoro vocazionale, si può considerare però come una violenta grandinata, che ha diradato ed indebolito molti quadri (morti, ammalati, non ritornati).

  3. Come in ogni dopoguerra, si verifica una relativa affluenza di vocazioni tardive verso di noi, perché si sa che i salesiani volentieri se ne occupano.

  4. Occorre l’immediata organizzazione su buone basi culturali e morali dei Seminari grandi e piccoli – scelta accurata dei soggetti, tenendo conto delle condizioni della famiglia – eliminazione assoluta di quanti non danno assicurazione morale di riuscita.


Ai PP. delle Missioni Estere di Parigi che hanno la gloria imperitura di avere formato tutto l’attuale clero indigeno giapponese dal periodo della scoperta dei cristiani dopo la persecuzione a tutt’oggi, succedono nel Seminario di Tokyo (che viene a far parte dell’Università cattolica) i PP. Gesuiti, e nel Kyushu i PP. Sulpiziani del Canada. È dunque sentito dai Rev.mi Ordinari giapponesi la necessità di ricominciare dal seminario.

La scarsezza del personale giapponese obbliga il giovane sacerdote all’uscita del Seminario a lanciarsi libero di sé nel laborioso apostolato, proprio fra tutte le difficoltà sopra indicate.

Salesianamente parlando che cosa abbiamo ottenuto in questi anni di lavoro, tenendo conto delle difficoltà sopraccennate, ne tratterò in una prossima quando ci vedremo chiaro nella questione del Seminario… Ci si vuol togliere il nido e gli aquilotti… Il Signore ci aiuti per l’intercessione della nostra Ausiliatrice e di Don Bosco.


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



3017 / Circolare Salesiani / 1943-9-6 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 6 settembre 1943

Carissimi nel Signore,


È dal più profondo del cuore che sale al Signore l’inno della riconoscenza per la buona riuscita dei nostri Santi Spirituali Esercizi, e per l’impegno che hanno dimostrato tutti nel volerli compiere proprio bene.

Non resta che mettere con forza in opera quanto abbiamo appreso e promesso, ed allora il Signore sarà certo contento di noi.

Il mese di Settembre così ricco di richiami spirituali colle varie feste della Madonna e di tanti martiri giapponesi si adatta bene a questa continuazione di attività spirituale, che dobbiamo cercare di far crescere sempre più in noi.

Non dimentichiamo i ricordi dati: preghiera, il nostro dovere quotidiano ben fatto; armiamoci di pazienza e accettiamo i sacrifici che ci domanderà il Signore.

Vogliono essere ricordati nelle vostre preghiere i nostri cari confratelli professi perpetui: ch. Del Col, Castiglioni, Moskwa, Pisarski e il nostro professo triennale Levino, che emisero o rinnovarono i loro voti in questi esercizi.

Degli assenti e dei nostri ammalati nessuna novità: notizie discrete. Raccomando a tutti calma fiduciosa, qualsiasi cosa possa accadere. Noi facciamo al possibile il nostro dovere, qualsiasi cosa accada, se noi siamo in queste condizioni, è disposizione di Dio: fidiamoci dunque di Lui e abbandoniamoci in Lui, e in Lui solo.

Non vogliate dimenticarmi: preghiamo per le nostre necessità materiali e spirituali ancora più intensamente, vicendevolmente, e avanti sempre nel nome di Dio.


Tutto e sempre vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3018 / Del Col Luigi / 1943-9-6 /


al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone



6 settembre 1943

Carissimo Del Col,


Completa bene i tuoi esercizi. La grazia di Dio che ti investì in pieno il 4 p. p. continui i suoi mirabili effetti e ti santifichi.

Il tuo nome richiama tante cose! Se hai alla mano la concordanza biblica quante belle cose puoi vedervi e meditarvi!

E poi i Ss. Ordini! Vedi come ti vuol bene il Signore!

Prega per me. Sto cercando la cronaca… che unisco… e ripiglierò.

Tuo

Don V. Cimatti

3019 / Cecchetti Albano / 1943-9-8 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



8 settembre 1943

Carissimo Don Albano,


Grazie di cuore della visita e del gran bene fatto.

Abbia la bontà di far leggere la circolare a Madre Carmela.

Per Beppu non saprò che dire: sarà bene (e già l’avrà fatto, mettersi in contatto colle autorità).

E preghiamo e lavoriamo. Saluti a Don Lorenzi e alla Nagata.

All’occasione saluti al buon Akaiwa – l’assicuri delle preghiere mie particolari e ringrazi della cartolina.

L’abbraccio e benedico.

Suo

Don V. Cimatti, sales.



3019-2 / Cecchetti Albano / 1943-9-… /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[settembre 1943]30


  1. Al buon Don Arri preghiera et ... in manus tuas Domine commendo spiritum meum.

  2. Se si deve uscire da Beppu, non rimane che Oita (se possibile risiedere) o Nakatsu o Miyazaki.

  3. Per Don Arri?

  4. Rosario! Preghiera.

  5. La diminuita attività esterna ci aumenti il lavorio spirituale nostro. L’importante è che siamo bene occupati.

  6. Aiutare in omnibus le Figlie di Maria A. che non so che cosa abbiano deciso.

  7. Finché Don Carlo e Don Figura sono liberi, aiutino al possibile.



3020 / Bernardi Angelo / 1943-9-8 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



8 settembre 1943

Carissimo Don Bernardi,


Se non ci vediamo più, grazie di cuore della tua carità nella bella visita e nell’esserti così generosamente prestato per la predicazione, confessioni, ecc. È stato un bell’esempio per tutti. Deo gratias! 31

Ecco la posta pel sud: ce n’è per tutti e possibilmente falla pervenire a mano. Se ti fermi a Nakatsu e non a Beppu affida a Don Carlo le due lettere di Don Marega e di Don Cecchetti (è la circolare ultima). Se ti fermi a Beppu fa’ il contrario.

In lettera a Don Carlo vi sono Yen 119 = Messe 54 (messe agosto), sussidio ch. 30 Yen; sussidio maestro Yen 30; viaggi confes. Yen 5: sono quanto è stabilito mensilmente (se troverai modo di diminuire…).

Se deve pagare vino… defalca e accennagli la cosa.

Don Marega fu già pagato per Don Figura Yen 30 (fisso mensile), rimangono le Messe.

In lettera alla colonia Agricola Yen 10 (latte due mesi), fisso mensile. (Può essere che parlando con Don Antolin riesca…).

Gli ho scritto anche per l’invio del guadagno dello Shoin (libreria), detratto spese e contributo alla Colonia Agricola.

A Don Cecchetti sono da pagare le Messe, non so se per la circolare invierà subito a te. Se a me, invierò a te. Per Don Arri continuo a pagare io al momento. In lettera al Seminario Yen 150. Se hai da sottrarre… defalca e nota. Secondo le intese ti accludo… per un poco possono bastare, penso, e al resto (oggi dispongo di questo) Deus providebit.

In busta Miyakonojo avrei voluto mettere generosa offerta per il lavoro fatto. Fa’ così: serviti di quanto ti occorre, e grazie di tutto. Fa’ coraggio al bravo Antolini e salutalo. Tu santificati e santifica e prega per questo povero

Tuo

Don V. Cimatti


3021 / Circolare Salesiani e Missionari / 1943-9-8 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 8 settembre 1943

Carissimi confratelli,


Credo opportuno tenervi al corrente di quanto si pensa a Tokyo dalle autorità in relazione alla possibilità di provvedimenti riferenti agli stranieri. Sono ipotesi e supposizioni che sa solo il Signore se e come si verificheranno: non è male pensarci e prevedere e provvedere al possibile.32

Può essere che possiamo continuare indisturbati l’attuale lavoro, ma può anche essere che in occasione di incursioni aeree (per nostra difesa personale) si sia vigilati in modo speciale ed obbligati ad una residenza speciale, e se si è in molti essere radunati in ambiente speciale. Qualora poi avvenissero cambiamenti nelle attuali relazioni politiche col Governo non è esclusa la possibilità dell’internamento.

Il Giappone è considerato diviso, a seconda del periodo di incursioni, in varie zone. Primo grado è Tokyo, Osaka, ecc. Secondo grado Kyushu (varie zone tra cui Beppu, Oita, ecc.) et ita porro. Chi può incominci a evacuare Tokyo e a mettere al sicuro poco alla volta le cose che crede opportune.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice di Tokyo sono al lavoro per questo avendo bambini ecc. Non ho notizie di quanto realizzano quelle di Beppu che hanno una schiera non indifferente di bambini. Pensando che Miyazaki possa considerarsi zona tranquilla sono in relativa calma per le opere nostre e per l’Ospizio.

A che ci obbligheranno le Autorità e che cosa ci consiglieranno, non so dirvelo. Per ora penso che sia bene:


  1. Attenersi alle norme che eventualmente ci fossero impartite dalle autorità.

  2. Ordinare le cose nostre, in modo che se per ipotesi bisognasse sloggiare improvvisamente si abbia subito alla mano l’indispensabile.

  3. Studiare il modo di mettere al sicuro quanto preme conservare.

  4. Per chi avesse depositi alla posta, ecc. non so proprio consigliare con precisione quanto è utile in materia. Per facilitare le cose (in previsione di difficoltà di comunicazioni) dispongo che Don Bernardi regoli anche quanto dipende dal Centro salesiano (Messe, sussidi speciali, salvo Don Arri), quindi rivolgetevi senza timore a lui. Se anche questo non sarà possibile si cercherà altra via.


Speriamo non si verifichi l’internamento; in caso fosse per tutti in una nostra residenza (per quanto lo comportassero le circostanze) come centro unitivo, stabilisco il direttore di quella casa.

Continuiamo con calma e fiducia in Dio il nostro lavoro, sicuri della protezione della nostra cara Madre e di Don Bosco.

Sarò riconoscente a chi vorrà suggerire quanto crede… 33

(Manca il seguito: non trovato).


3022 / Bernardi Angelo / 1943-10-10 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



[10 ottobre 1943]

Miyakonojo,


  1. Rosario! Preghiera.

  2. Diminuita l’attività esterna, intensifichiamo l’interna nostra santificazione.

  3. Che il diavolo non ci trovi mai disoccupati. Quante belle attività possiamo esplicare pel futuro e per la nostra cultura (preparazione esercizi, letture, traduzioni, ecc.).

  4. Come puoi aver aiutato i confratelli non so – ad ogni modo aiuta al possibile, specie Nakatsu.

  5. Don Arri è tornato a casa. Ma che cosa succederà ora, che si deve evacuare da Beppu e forse da Oita?


In dubiis agisci nel Signore. Approvo incondizionatamente.

Uno scrollone al Chierico.

Don V. Cimatti

3023/ Don Carlo Braga/ 1943-10-19 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



+ Miyazaki, 19 ottobre 194334

Très Rev. P. Braga,


Dans la belle occasion de vôtre onomastic avec tous les Salésiens du D. Bosco du Japon, j’envoi souvenirs et prières.

Tous bien et au travail. Saluez tous les amis du Shanghai salésiens et jeunes.

Votre bien dévoué

D. V. Cimatti



3024 / Cecchetti Albano / 1943-10-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 ottobre 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Le più vive condoglianze da parte di tutti e preghiere per l’anima bella di Don Carlo, dolentissimo di non poter intervenire.35 Grazie cordiale delle notizie della malattia seguite con le preghiere di tutti. Grazie a quanti hanno seguito e partecipato al nostro dolore. Scrivo al dottore. Ringraziate la brava donna che l’ha assistito.

Don Cecchetti disponga nel Signore delle cose di Don Carlo. I libri era inteso che sarebbero per la biblioteca dello studentato: sia tutto disinfettato bene in modo che non riesca di danno agli altri. Sarà bene conservare qualche ricordino per la famiglia. Inoltre Don Cecchetti prepari ed invii l’annuncio lettera per la stampa. Dopo gli avvenimenti un affettuoso saluto e preghiere.

Ora tutto come prima. Lavoriamo e sentiamoci più cristiani e salesiani.

Don Margiaria internato e preghiamo assai.

Aff.mo

Don Cimatti


3025/ Cecchetti Albano / 1943-10-29 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



[29 ottobre 1943]

Carissimo Don Cecchetti,


È probabile che non arrivino o non siano recapitate le nostre lettere vicendevoli, perché non posso supporre che dopo la morte del nostro indimenticabile Don Arri qualcuno di voi non abbia scritto.

Quanto sappiamo risulta da una lettera di Madre Carmela. Ricevetti due telegrammi cui non si poteva rispondere data la nostra reclusione. L’atto di morte – e la nota finale dell’Ospedale.

Ho poi notizie dirette di tutti i confratelli dopo i noti avvenimenti – non un rigo da Beppu (e da Dairen 36).

Il bravo Shimada mi assicurò del vostro buono stato di salute, ma noi desideriamo anche altro e potete capire quanto attendano tutti i confratelli.

Spero come avevo scritto che abbia preparato la lettera per il nostro Don Carlo.

E per ora basta. Con gli auguri e assicurazioni di preghiere da parte di tutti.

Ossequi a tutti i cristiani e a quanti hanno lavorato in questa occasione.

Il Signore ci aiuti e le anime sante del Purgatorio siano da noi suffragate abbondantemente e ci ottengano tante grazie di cui abbisogniamo.


Tutto nel Signore suo

Don V. Cimatti



P.S. Provo a spedire la presente per espresso raccomandata e vedremo se arriva…




3027 / Solari Carmela F.M.A. / 1943-10-30 /


a Suor Carmela Solari, Superiora delle F.M.A. a Beppu



[30 Ottobre 1943]

Rev.ma Madre [Carmela],


Come ringraziarla della consolantissima sua lettera in cui tante belle notizie ha comunicato sul nostro caro D. Arri?

Grazie di cuore ed il Signore la rimeriti di quanto con vero amore più che materno ha fatto per il nostro caro Don Carlo.

Oh, certo pregherà assai anche per la buona mamma che l’ha così ben assistito fino alla fine. Mi permetterà di servirmi di queste notizie e di altro che Lei o consorelle potessero fornirmi per un’eventuale biografia che ho intenzione di fare per il nostro caro confratello.

Grazie di cuore, e quanto o colla parola o coi fatti non può fare questo povero uomo lo farà il Signore.

In questo mese vi penso tutte in moto per suffragare le anime sante del Purgatorio. È il ricordo mensile ed anche il lavoro attivo di questo mese.

Dunque: abbondanti suffragi per le anime e buone soddisfazioni di penitenza per noi (basta prendere con pazienza la croce quotidiana).

Vi benedico tutte e pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3028 / Ricaldone Pietro / 1943-9-24 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Un apostolo della stampa e degli ammalati37



Tokyo, 24 settembre 1943

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,


La Provvidenza in questi periodi dolorosi ci viene alternando gioie e dolori. Ormai la guerra ci ha strappato tutti i nostri cari confratelli giapponesi chierici e coadiutori, i seminaristi e gli aspiranti… Il Signore chiama a sé il nostro Don Carlo Arri di anni 31. È una figura di confratello così caratteristica che non posso fare a meno di tentare di far rivivere a nostro conforto e insegnamento, mentre vado raccogliendo materiale per l’interessantissima biografia che è in preparazione.

Il nostro Don Carlo nacque il 2 Agosto 1913 a Sessant d’Asti da Secondo e Manzone Valentina. La famiglia, rinomata in paese per la solida fede, volle procurare una buona educazione cristiana al suo primogenito e l’affidò alle zelantissime suore dell’Asilo di Sessant. Verso le medesime il nostro serbò sempre fino all’ultimo grande ammirazione e riconoscenza. Mons. Arciprete poi, con le sue cure più che amorevoli e paterne, lo guidò nei primi passi della virtù. Frequentò le scuole elementari del paese, distinguendosi sempre per condotta e profitto fra i primi della classe.

Si era nei tempi in cui rifioriva prodigiosamente l’Azione Cattolica Italiana sotto l’impulso potente di S. S. Pio XI, il pontefice dell’Azione Cattolica e delle Missioni. Il padre, volendo fare del figlio non solo un esemplare e fervente cattolico, ma anche un efficace e valente elemento direttivo e di azione, stabilì di dargli una educazione religiosa e letteraria più vasta e completa. A tale scopo affidò il suo Carlino al collegio salesiano di Cuorgnè Canavese (20/10/1923), ove frequentò la quinta elementare. Questo fu il primo contatto che ebbe il nostro Don Arri coi Salesiani di S. Giovanni Bosco.

L’ideale missionario spuntatogli nel cuore leggendo gli annali della Propagazione della fede, distribuiti dallo zelante Arciprete, si venne concretando nell’udire conferenze e nell’avvicinare missionari autentici, reduci dal campo apostolico.

Una visita poi al fiorente istituto missionario Card. Cagliero, vera fucina di apostoli, nella vicina città di Ivrea, determinò la sua vocazione missionaria e il desiderio di entrare in quell’istituto. Durante le vacanze manifestò la decisione al padre, il quale rispose: “Essere missionario è una gran bella cosa, anzi troppo grande da potersi decidere alla tua età. Sarei felice di dare al Signore mio figlio alle missioni, così bisognose di operai evangelici, ma non voglio assolutamente disonore in casa mia. Andare e poi tralasciare, non va bene né per te né per noi. Compirai gli studi ginnasiali e poi vedremo”. E fu così che coll’ottobre del 1924 entrò nel collegio salesiano di Lanzo, ove frequentò lodevolmente le quattro classi ginnasiali, al termine delle quali fece domanda di entrare in noviziato. È caratteristica la sua domanda: “…Conoscendo e comprendendo i grandi vantaggi che potrà trarre l’anima mia da una vera vita religiosa, vissuta sull’esempio e sulle regole del nostro Padre Don Bosco nel sacrificio e nel santo apostolato…”. È alla realizzazione di questo programma che il nostro Don Arri diresse tutta la sua vita, ed il Signore non gli risparmiò i sacrifici, lo mise nelle condizioni di realizzare un efficace apostolato. Fu già durante l’anno di noviziato che fece domanda per le missioni. Emessi i santi voti, con gran giubilo del suo cuore, passò a Valsalice per gli studi filosofici, portando sempre in cuore il desiderio ardente di andare in missione, finché gli giunse l’ordine di prepararsi per la partenza per il Giappone. Chiamava quel giorno l’“Haec dies quam fecit Dominus! Exultemus et laetemur in ea”.

Ne scrisse alla famiglia. Il padre venne a Torino per presenziare alla funzione della partenza. Commosso al sommo, non finiva di ringraziare con molte preghiere il Signore per la grande grazia e per l’onore fatto alla famiglia, scegliendo il primogenito quale missionario salesiano. Nella funzione d’addio, il Rettor Maggiore, Rev.mo Sig. Don Rinaldi, consegnando a tutti i partenti il crocifisso, invitò ognuno a portare la croce fino alla fine della vita, e si degnò di scrivere un ricordo sulle sante Regole di ognuno dei partenti. Su quelle del nostro scrisse: “Con fede ed allegria segui la tua via”. Tutti possiamo attestare che l’una e l’altra esortazione non rimasero vane per Don Arri. Così l’11 Nov. 1930, ricevuta l’ultima benedizione paterna, partì alla volta di Genova. Alla stazione di Asti la mamma venne a salutare per l’ultima volta il giovane figlio diciassettenne, partente per le lontane terre del Giappone. Il padre l’accompagnò fino alla nave, e le sue ultime parole al figlio furono: “Lavora e sii degno dell’abito che porti!”. Arrivò in Giappone il 24 dicembre 1930. Completati gli studi filosofici a Takanabe, nel 1931 fu assegnato alla casa di Nakatsu in qualità di insegnante e assistente in quell’incipiente piccolo Seminario indigeno. Dire dei suoi progressi nella pietà e nello studio è inutile, perché fin dall’inizio si mise con ferrea volontà ad eseguire il programma prefissosi alla sua entrata in noviziato. Diceva: “Missionario vuol dire evangelizzatore: per evangelizzare bisogna essere santi e bisogna parlare, quindi bisogna sapere bene la lingua del paese che bisogna evangelizzare”. Come vi sia riuscito lo sanno tutti. Nel 1933 fu destinato alla casa di Oita come assistente ed insegnante dell’incipiente scuola tipografica salesiana “Don Bosco”. Qui nacque e si sviluppò nel suo cuore quel grande amore per l’apostolato della stampa, che lo tenne attivo fino all’ultimo respiro.

Nel 1934, inviato ad Hong Kong per lo studio della teologia, vi si distinse sempre per pietà e studio. Nell’Agosto 1936 fu improvvisamente colpito dalla malattia, inizio del suo doloroso e lento calvario, terminato la mattina del 21 c.m. Si riuscì a farlo ricoverare subito all’ospedale principale della città, ed in breve poté riaversi, tanto da poter affrontare il viaggio di ritorno in Giappone.

Cominciò allora il suo pellegrinaggio da un sanatorio all’altro con brevi soste nelle case salesiane, fino a quando fu definitivamente assegnato a questa casa.

Il 6 Giugno 1937, col massimo giubilo del suo cuore, poté essere consacrato sacerdote da S. E. Mons. Breton, vescovo di Fukuoka, e si inizia con questa data il suo lavoro incessante, specialmente nelle due forme di apostolato in cui si era venuto specializzando: apostolato ammalati e quello della stampa.

[Manca seguito]


3029 / Ricaldone Pietro / 1943-10-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Caro Don Bosco, è ora…38


Ottobre 1943

Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,


Il tempo che attraversiamo è davvero un insieme di alti e bassi, di dolori e di gioie, di abbandoni e di aiuti… Sei lì lì per cadere e trovi un punto d’appoggio che ti sostiene… Sfiduciato al sommo, trovi, dove meno pensi, la fiducia che ti fa rivivere. Il Giapponese, che pur ha tanta forza di assimilazione da gareggiare anche con le maggiori civiltà, rimane però sempre un buon insulano, per il quale la sua isola è tutto (pensiero, cuore ed azione) e quanto non entra in quell’ambito, è un di più, inopportuno, dannoso, da eliminarsi…

È così la posizione pratica dello straniero in Giappone – tanto più se non presenta utilità immediate materiali… E così la nostra posizione attuale con quanto di peggio la politica può aggiungervi… Oggi in palma di mano… Domani in prigione… Gli amici di ieri, nemici di oggi.

Quante volte ci rivolgemmo con fede e amore al nostro Don Bosco e dicevamo: “Caro Don Bosco, se volete fare qualche cosa per noi, è proprio il momento!”. E Don Bosco ci ha davvero sempre aiutato nelle circostanze davvero drammatiche e da commedia in cui ci trovavamo… E nelle perquisizioni e vessazioni e interrogatori cui eravamo soggetti trovavamo la ripetizione delle scene analoghe di cui egli era stato parte negli inizi dell’Oratorio, trovavamo pure in Lui l’esempio, la forza ed il buon umore per sopportare. Ma un altro sentimento dolcissimo ed un’altra realtà sorgeva in noi e per noi. Quanto più diminuivano le possibilità di comunicazione per noi e fra noi, tanto più si rendeva sensibile e tenace il vincolo di unione fra noi – quanto più diminuiva la nostra possibilità di esteriorizzazione, tanto più era possibile e più intensa la nostra interiorizzazione.

Oh, proprio vero che “diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum”.

I pochi confratelli giapponesi rimasti lavoravano esternamente: ci sostituivano in quel che potevano ed anche questa fu provvidenziale disposizione come scuola di pratica esperienza. Un forte tifone produce danni immensi in zona Hiroshima. Seguendo la tradizione nostra nello scrivere condoglianze alle autorità, metto a disposizione degli orfanelli sinistrati vari posti nelle nostre case di Tokyo e della missione… Ma affidare a stranieri e in questi momenti…

A Tokyo nel cimitero cristiano si poté far acquisto di un appezzamento di terreno per la tomba dei salesiani.

Si pensava di trasportare le salme degli indimenticabili nostri Don Piacenza e il ch. Filippa, ed espletate le pratiche, si procedette al dissotterramento, ma si constatò con meraviglia che non erano ancora in stato da poter essere trasportate, per cui si lasciarono in posto.

Inizia la serie del cimitero salesiano l’ottimo aspirante Paolo Tomura. Intanto il governo insiste per un più forte sviluppo delle scuole professionali: ne approfittiamo per migliorare sempre più la scuola professionale Don Bosco.

Non ci dimentichi all’Ausiliatrice e a Don Bosco.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



3030 / Cecchetti Albano / 1943-11-3 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 3 novembre 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Siamo un po’ preoccupati tutti nel non ricevere sue notizie specialmente dopo la morte del nostro Don Carlo di cui sarebbe domani l’onomastico.

Speriamo che sia il grande lavoro, la stanchezza… Ci consoli con qualche notizia attesa e desideratissima da tutti.

Qui tutti bene grazie a Dio e nelle condizioni normali.

Saluti cari al nostro Don Lorenzi e alle comunità religiose femminili specie alle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Si abbia riguardo e preghi sempre per noi che di continuo siamo uniti nell’affetto e nella preghiera coi confratelli di Beppu.


Tutto e sempre suo nel Signore

Don V. Cimatti



3031 / Bernardi Angelo / 1943-11-5 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 5 novembre 1943

Carissimo,


Ho spedito un po’ di dolci: se arrivano usali come meglio credi. Tu che sei più addentro nelle cose dell’Amministratore Apostolico, arrepta occasione potresti parlare o tastare il terreno in relazione alla questione solita del mettere l’edificio del Seminario nell’ente salesiano.

Ecco alcuni pensieri al riguardo:


  1. Ora tutti i membri dell’ente salesiano sono giapponesi.

  2. L’Amministratore Apostolico non usa l’edificio come Seminario: i salesiani vi hanno speso tanto e di fatica e di capitali…

  3. Se lui imprestasse il suo timbro… È certo un problema difficile, ma sentire quello che ne pensa o assicurarsi se egli ha fatto o ha intenzione di fare dei passi, sentire l’umore con quella prudenza che ti è propria mi pare che sarebbe una buona cosa. Prima di fare questo bisognerebbe sentire che ne pensano a Miyazaki.


Quanto a noi nulla di nuovo. Non ho notizie da Beppu, ma presto o tardi spero ben che Don Cecchetti scriverà. Ho pagato per Beppu l’assicurazione (Yen 64,35) e così anche questa cosa è a posto.

Per il momento non ho altro. Cerchiamo di suffragare abbondantemente le anime Ss. del Purgatorio, domandando la grazia di riuscire ad aggiustare anche materialmente bene tutte le cose nostre – avere buone vocazioni – e poter compiere un buon apostolato al possibile per le anime a noi affidate.

Ossequi cari a quanti conosco e al buon Antolini e prega per me.


Tuo aff.mo

Don Cimatti, sales.

3032 / Circolare Salesiani / 1943-11-11 /


ai Confratelli delle province di Miyazaki e Oita dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 11 novembre 1943

Carissimi nel Signore,


Dopo tanti avvenimenti più o meno lieti ripigliamo al possibile le nostre relazioni mensili39. Quando e come e se giungeranno fino a voi, giudicherete voi stessi.

La notizia certo più dolorosa per noi tutti è la dipartita del nostro caro Don Arri. Però Lui felice… Era più che preparato e a detta di chi lo assistette fino agli ultimi momenti, fu morte veramente preziosa al cospetto di Dio, e compianta dal numeroso pubblico che pietosamente ne visitava la salma.

I particolari della sua morte e della sua vita spero vi saranno resi presto noti dalla lettera mortuaria che sta preparando il nostro Don Cecchetti, e spero sarà pure possibile renderli di pubblica ragione in bei cenni biografici che si stanno preparando e per cui domando il concorso di voi tutti.

Quante belle ed edificanti notizie potremo così raccogliere che faranno certo del bene a tutti e che in seguito, inviate all’estero, consoleranno la sua buona mamma e fratelli, e saranno di vero ammaestramento e di onore alla nostra Congregazione.

Già abbiamo tutti pregato per lui: vogliate continuare specialmente in questo mese, in cui non è certo necessario che vi raccomandi di fomentare in noi e nei nostri la bella ed utilissima devozione alle Ss. Anime del Purgatorio. In questo tempo più che mai abbiamo occasione di fare per noi e per le anime sante del Purgatorio, magnifiche offerte di penitenze espiatorie e soddisfacenti giornaliere, vantaggiosissime in tutti i sensi per noi e per loro.

Ben poco d’altro posso dirvi. Le notizie dei nostri soldati, buone. Li raccomando tutti caldamente alle vostre orazioni. Non ho ancora notizie dei nostri confratelli di Dairen, né del nostro Don Margiaria. D’altra parte finora non fu possibile far nulla per migliorare la sua situazione.

Coll’otto c. m. l’insediamento del nuovo incaricato d’affari Col. Principini a Tokyo porterà con sé (voglio sperarlo) un po’ più di interessamento per le necessità degli italiani in Giappone, e speriamo di capirci più chiaro in questa sua dolorosa situazione. Certo vorrete e vogliamo tutti pregare per lui ogni giorno.

Qualora fosse necessario trattare affari concernenti i nostri Enti morali (shadan-zaidan) sappiate che l’attuale responsabile è il confratello Akimoto. I membri esecutivi (= riji) sono tutti giapponesi, come pure il direttore della nostra scuola professionale, in conformità alle disposizioni governative vigenti.

È pure in corso di approvazione l’Ente morale delle Figlie di Maria A., per la cui buona riuscita e di altre pratiche che si stanno facendo, domando il generoso contributo delle preghiere di tutti.

Come conclusione, miei buoni confratelli, raccomando a me e a voi preghiera, lavoro al possibile, pazienza, sacrificio e grande spirito di fede in Dio e di fiducia incondizionata in Maria e Don Bosco.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti sales.

3033 / Circolare Salesiani / 1943-11-17 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 17 novembre 1943

Carissimi,


Non meravigliatevi se insisto a tutto potere perché cerchiamo in questo mese specialmente di suffragare abbondantemente ed efficacemente le Ss. anime del Purgatorio. La presente è pure per ricordare il prescritto della regola colla Messa del prossimo 25 per tutti i nostri genitori defunti.

Al momento nessuna notizia speciale. Finora nessun approdo sensibile alla pratica per il nostro Don Margiaria. Preghiamo assai ed offriamo al Signore i nostri lavori e sacrifici quotidiani per questo e per varie pratiche assai importanti che si riferiscono all’avvenire della nostra Opera in Giappone.

Se avremo fede, e se compiremo il nostro dovere in tutto e per tutto sono sicuro che il Signore ci esaudirà.

Sotto tanti rispetti è difficilissimo e delicatissimo il tempo che stiamo attraversando. Preghiamo e lavoriamo per le vocazioni (pensando in primis a rassodare e perfezionare la nostra): i nostri cari confratelli giapponesi possono fare assai per questo problema vitale, specialmente fra parenti, amici, compagni e conoscenti. Aiutiamoli col consiglio, colle preghiere e in quante forme utili crediamo.

Come pure ora più che mai occorre che lavoriamo per rafforzare le file dei nostri cooperatori ed aumentarli.

Tutti si prestino al possibile, ricordando lo zelo di Don Bosco al riguardo.

Chi avesse proposte pratiche da suggerire non stia in forse e, potendo, lavori per la loro realizzazione con tutte le sue forze.

Domando la carità delle vostre preghiere: potete essere sicuri del quotidiano contraccambio dal


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Domando a tutti e singoli che mettiate in carta quanto riguarda Don Arri: anche se credete siano notizie insignificanti scrivete e poi consegnate al sottoscritto.

3034 / Cecchetti Albano / 1943-11-17 /


a Don Albano Cecchetti e salesiani di Beppu



Tokyo, 17 novembre 1943

Carissimi,


Continuiamo a suffragare le Ss. anime del Purgatorio in questo mese e non dimentichiamo la Santa Messa prescritta dalle regole per il 25 c. m. per tutti i nostri genitori defunti.

È morto a Tokyo S. E. l’Ambasciatore di Francia, nostro benefattore.

Una preghiera per l’anima sua e per il

Vostro

Don V. Cimatti



3035/ Cecchetti Albano / 1943-11-19 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 19 novembre 1943

Carissimo Don Albano,


Ho ricevuto tutto e grazie di tutto a nome anche dei confratelli che temevano che il nostro Don Albano fosse ammalato. Deo gratias! I problemi che mi sottopone sono importanti: mi lasci pregare e riflettere.

Per ora il più urgente è quello della stampa, perché nuove disposizioni legali sono in corso di esecuzione e assai restrittive.

L’immagine anche qui non si trova – la foto inviata non è delle migliori (non si arriva in tempo per la stampa).

Coraggio anche a Don Lorenzi e preghiamo.

Suo

Don Cimatti



3035-2 / Cecchetti Albano / 1943-11-24 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



24 novembre 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Grazie di tutto e specialmente di sapere che state bene. Riposate e poi poco a poco al ritmo ordinario.


  1. Ho dato in stamperia la lettera… Meglio… La faccio per ora tirare colla macchina moltiplicatrice in attesa di poter poi stamparla per spedirla in Italia e al mondo salesiano: è meglio per ora far così… Ho fatto qua e là piccole aggiunte… Bene quanto ha scritto Lei che è anche firmatario. In momenti liberi, raccolga materiale e quanto ricorda di Lui o sente: faremo una bella vita, che farà del bene.

  2. È in formazione l’articolo per la “Koe”.

  3. Immagini funebri non ci sono. Stanno facendo il “cliché”. In caso piglieremo immagini di Don Bosco… Non c’è che farci…

  4. Penso che per ora la partita Mantegazza è finita. Per un altro si stanno facendo passi… Ma e per quanto è ai Ni 3-4 in questi momenti non si può avere fretta…40


3036/ Romelli Stefano / 1943-11-24 /


a Stefano Romelli, salesiano laico missionario in Giappone



Tokyo, 24 novembre 1943

Carissimo Romelli,41


Un caldo saluto (col freddo di Tokyo il caldo è un gran beneficio…) e l’assicurazione che ti ricordo di cuore sempre…

Ti vedo ora al campo… Ora sul cavallo… Non so se sotto i fichi (fin lì non vedo chiaro)… Ora ai lavori di casa.

Bravo! Allegro e tutto per il Signore. Tienimi allegro Secchi… E che non dimagrisca troppo.

Si avvicina la festa della nostra cara Madonna Immacolata. Preparati bene.

Non dimenticare di lavorare per le vocazioni specialmente con l’esempio di laboriosità allegra e colla preghiera.

Qui nulla di nuovo salvo il freddo che si fa sentire già discretamente.

Non dimenticarmi al Signore. Prego sempre per i tuoi fringuelli… Li saluto tutti di cuore.


Tuo

Don V. Cimatti, sales.



3037 / Dal Fior Luigi / 1943-11-24 /


a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone


+ Tokyo, 24 novembre 1943

carissimo D. dal Fior,


Grazie della tua carissima e delle buone notizie che mi dai di te e delle cose tue. La prossima festa dell’Immacolata ti dia un nuovo impulso ad amare sempre più la mamma nostra e la nostra congregazione.

Quanto alle cose del Seminario siamo nelle mani di Dio: facciamo il possibile per difendere i nostri diritti e poi avanti come vorrà Lui. Qui si prega il protettore dei disperati, S. Giuseppe…

Sono certo momenti critici non solo per noi ma per tutte le opere cattoliche del Giappone.

Per ora sta’ fermo al tuo posto. Se hai da finire il vocabolario, avanti, e che non resti in aria la grammatica. Anche se non si potrà stampare subito, sarà per il dopo guerra.

Coraggio Luigi: facciamoci santi e vedrai che tutte queste prove che in apparenza distruggono tante cose, in mano di Dio saranno feconde di bene per i singoli, per la Congregazione e per la Chiesa.


Tuo D. V. Cimatti, sales.



3038 / Circolare Salesiani / 1943-11-25 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 25 novembre 1943

Carissimi confratelli,


Continuiamo in questo mese a suffragare le anime sante del Purgatorio e pregare assai per il nostro caro Don Arri. Nell’ultima sua, fattami scrivere poco prima di morire, insiste assai assai a che i suoi buoni confratelli, oltre le preghiere prescrittegli, siano larghi di generosi suffragi.

Si avvicina la festa della nostra cara Mamma Immacolata, data anniversario dell’inizio dell’Opera di Don Bosco.

Miei cari confratelli, serviamoci anche di questa occasione per riavvalorare in noi maggior spirito religioso salesiano, per migliorare l’esecuzione di quelle promesse con cui ci siamo legati totalmente al Signore, e specialmente per animarci nelle presenti circostanze a compiere a costo di ogni sacrificio il nostro dovere. Insomma cerchiamo di fare onore alla Chiesa e alla nostra Congregazione.

Notiziario vario. I nostri ammalati vanno migliorando: assicurano preghiere continue per noi; insistono per essere ricordati. Vi raccomando i nostri cari confratelli e seminaristi soldati e quelli che lavorano assimilati nelle fabbriche.

Si hanno notizie buone di tutti. Nulla ancora di concreto per il nostro Don Margiaria.

Sono in trattative con la Prefettura di Miyazaki, avendo questi domandato il prestito dei locali del Seminario. Date le condizioni del momento, le nuove disposizioni scolastiche ecc. non sarà possibile continuare come scuola. Cercheremo di salvare il salvabile delle vocazioni ed il salvabile di tutto il resto.

È condizione di fatto di tante opere analoghe in tutto il Giappone (e anche nei nostri paesi). Preghiamo che, facendo tutto il possibile per venire incontro a tutte le necessità nazionali del momento, si adempia in tutto la volontà del Signore.

Dolendum che le difficoltà massime ci vengano proprio da quelli che dovrebbero toto corde et animo volenti venirci incontro. Pazienza. Il Signore sa e provvederà. Preghiamo anche per costoro.

Per il resto nulla di nuovo; di tutti i confratelli di cui ho notizie dirette (eccetto ancora da Dairen), delle nostre opere, abbiamo da ringraziare il Signore.

Date le condizioni del momento e le nuove disposizioni legali quanto alle pubblicazioni a stampa, carta, ecc. si sospendono i foglietti “Don Bosco” e le “Letture cattoliche”. 42Sono in corso pratiche varie che interessano la scuola professionale e il Seminario per cui domando preghiere speciali.

Abbiamo messo tutte queste incresciose faccende in mano del caro S. Giuseppe: vogliamo credere che si farà onore, secondo il solito.

Uniamoci tutti di cuore nel lavoro e nella preghiera: cerchiamo di cooperare, come abbiamo promesso, col Giappone a fare il bene possibile adempiendo usque in finem il nostro dovere.

In silentio et in spe erit fortitudo nostra.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3039 / Circolare Salesiani / 1943-11-25 /


ai Confratelli dell’Opera salesiana Piccolo Seminario di Miyazaki43



Tokyo, 25 novembre 1943

Carissimi,


Vi è nota la questione della requisizione del Seminario per parte della Prefettura di Miyazaki. Nel primo colloquio avuto col Rev.mo Kyokucho [= Ordinario] fu presentata la questione come una domanda che la Provincia fa per il prestito dell’edificio del Seminario.44 Date le condizioni del momento non c’è da meravigliarsi ed in tutto il Giappone vi sono richieste del genere. Noi dobbiamo, anche dopo le promesse fatte di cooperazione andare incontro a queste domande, non venendo meno naturalmente ai nostri interessi vitali.

Si fece osservare che pur essendo per noi grave sacrificio non si intende di rifiutare a venire a pacifici accordi (fanno capire che l’autorità militare potrebbe prenderlo, e per prevenire… fanno essi la proposta).

Richiesto se si lascerebbe una parte per la nostra abitazione e per lo sviluppo di eventuali lavori, si preferisce avere tutto il locale, perché avrebbero intenzione di erigere una scuola professionale (costruzione di materiale bellico).

Richiesto se la Provincia sostituirebbe con altro locale adatto e in cui fosse possibile non solo l’abitazione, ma lo sviluppo della vita, fu risposto che la provincia non ha di questi posti e non può impegnarsi a tali ricerche e cessioni.

Dove rifugiarsi dunque? Nella provincia di Oita, dove i buoni uffici della Provincia di Miyazaki approderebbero a buon risultato.

Questo è il sunto del primo colloquio avuto dal sottoscritto col Kyokucho [= Ordinario].

Il giorno seguente alla presenza anche di Don Bovio e di Don Braggion si fece ripetere al Kyokucho il mandato di cui si diceva incaricato dal “Naiseibucho [= Caposezione della Politica interna], e lo sviluppo della conversazione venne, ci parve, a far capire che tutto si era combinato già dal Kyokucho, che ci domandava carta bianca per convalidare quanto in pratica non ci voleva manifestare, vale a dire uscita totale da Miyazaki dell’elemento straniero (da mezze frasi sfuggite, non solo dall’Opera del Seminario, ma anche dal Kosei [= colonia agricola di Miyazaki, opera salesiana], ed Ospizio, e andata nell’altra Provincia.

Si disse chiaramente che se già vi era qualche cosa di definito, eravamo in diritto di saperlo; se si trattava di semplice sodan [= proposta] si sarebbero fatte le proposte per addivenire ad una conclusione su queste basi; si lasciò il Kyokucho dicendogli che avremmo trattato direttamente colle autorità locali richiedenti. Al punto cui sono le cose a noi non resta che questa via.

Proposte fatte nel decorso della conversazione:


  1. Non si è alieni di aderire alla richiesta.

  2. Si domanda, come del resto l’autorità ha annuito in casi di analoghe domande, che una parte conveniente dell’abitazione sia lasciata agli inquilini (il secondo piano o forse per noi conveniente tutta l’ala del refettorio, cucina, ecc. facilmente separabile dal resto).

  3. In caso di impossibilità sia dato altro conveniente ove sia possibile col lavoro sopperire alle necessità della vita. Insistere su questo punto è anche il pensiero di Mons. Doi.


Si propose il ritorno nostro al lavoro diretto del Kyokai [= missione] di Miyazaki e a quello di Tano. NEGATIVE. Non sono riuscito a capire chiaro il pensiero del Kyokucho, di pregare cioè Don Cavoli e il Charitas per la cessione dell’edificio di Tano a noi, richiamando le Suore a Miyazaki.

Non è da pensare certo alla proposta di un esodo in Provincia di Oita, sia perché il Ken [= Provincia] di Miyazaki non c’entra certo, e perché non mancherebbero scuse o modi di farci filare ancor più in fretta alla minima occasione, tanto più che si tratta di zona di guerra. Se non ci fosse altra via di scampo forse Nakatsu (ceduto in tutto alla Congregazione) potrebbe dare risorse per il momento, trovandosi possibilità di avere terreni da lavoro, ma…

Non resta che la provincia ci cedesse casa e terreno conveniente anche fuori di Miyazaki, il che potrebbe aiutare e per la vita e per far qualche cosa per i giovani.

Conclusione: dobbiamo far di tutto per rimanere in posto.

Penso sia esclusa pure la possibilità di trovare una via per introdurre elemento giovani ad occupare il posto vuoto del Seminario e continuare un’Opera (ospizio, avviamento a scuola professionale, scuola per giovani e simili). Se ne era parlato in precedenza, mi si dice che non fu possibile combinare. Penso che ora sarà ancor più difficile. Ad ogni modo se fra le proposte questa ancora potesse pensarsi, facciamola. Naturalmente bisogna non dimenticare il problema del mantenimento.

Al punto cui si è ridotto il numero degli allievi attuali si pensa sia meglio finire al più presto, e non rimanere inutilmente sulle spese.

Per gli allievi si cerchi di provvedere con questi criteri: quelli che danno speranza di vocazione, possiamo prenderli a Tokyo; altri che fossero per la Prefettura non c’è che affidarli al Kyokucho (pare che l’unico Piccolo Seminario autorizzato sia Fukuoka).

Per gli altri se c’è la possibilità: restituirli alle famiglie o a chi ce li ha affidati. Per gli insegnanti, magna cum charitate, licenziarli. Conviene esaminare quali obblighi siano da parte nostra, secondo il regolamento del Seminario: notando che è per causa non dipendente da noi che siamo costretti a fare quello che si fa; ad ogni modo, se si devono licenziare, separarci da buoni amici, pur alcuni di essi forse essendo causa non piccola delle condizioni nostre attuali.

Pensare se non è del caso di servircene per altre scuole (ad es. Tokyo, Scuola o studentato, ecc. per dimostrare in qualche modo la nostra riconoscenza per quanto hanno fatto per noi).

In caso di prestito stipulare chiaramente le condizioni e per iscritto.

Pare che la Provincia preferisca la compra dell’edificio, perché dice che intenderebbe fare riattamenti, che forse sarebbero poi d’aggravio all’epoca della restituzione.

Teniamo fermo al possibile per il semplice prestito, in caso di impossibilità, la vendita alle migliori condizioni.

Ci si accenna alla possibilità di requisizione per parte dell’autorità militare. Si constata che dove questo è avvenuto, l’autorità ha aiutato a trovare posto conveniente, o è venuta a pacifici accordi coi proprietari. Il Kyokucho dice che ha fatto questo perché si trattava di istituzioni femminili. Si sa che i militari hanno fatto questo anche con istituti maschili.

Vi è la difficoltà perché non è chiaro chi sia proprietario legale dell’edificio. Ma e il Ken [provincia] e i fatti parlano e dicono chiaro che chi ha fatto l’opera siamo noi.

Penso che per farci evacuare o per prendere senza dovuta ricompensa (= tada de) l’edificio non ricorreranno a questa difficoltà.

Ora bisogna appurare se le autorità avevano fatto col Kyokucho già un piano definito, o se il Kyokucho aveva in animo di carpire a noi il permesso di libertà di azione per attuare un suo piano (che è chiaro: “uscita di tutti gli stranieri salesiani dalla provincia”) e presentarlo all’autorità. Parlando colle autorità si riuscirà.

Diciamo pur chiaro alle medesime i nostri progetti e specie le nostre necessità della vita materiale. È ben probabile che, al solito, ci si creda ricchi sfondati e che quindi non dobbiamo guadagnarci la vita frusto a frusto. La vita che meniamo, mi pare, dica a tutti le nostre vere condizioni; il nostro lavoro, anche materiale, è di esempio, specie in questi momenti, ci pare di collaborare con tutto l’animo a quanto fa il Paese, che finora ci ha sempre aiutato nelle opere che abbiamo tra mano, le autorità che sempre ci hanno aiutato e continuano ad aiutarci a tutt’oggi, ci aiutino anche in questa circostanza.

La scuola professionale che la Provincia vorrebbe fare, servendosi di base del Seminario (ed è naturale che dovrà fabbricare) forse dipenderà dal fatto che col riordinamento delle scuole professionali, la Provincia sente il bisogno di dover fare qualche cosa; non è improbabile abbia avuto anche rimostranze dall’alto.

Avessimo i capitali potremmo fare noi il bel gesto. Dico questo perché se questo pensiero (sviluppo di opera professionale) potesse essere ben accetto, si potrebbe anche studiare questa situazione.

Carissimi, eccovi poveramente sunteggiato quanto fu tema delle nostre conversazioni e coll’Amministratore Apostolico e tra noi. Meditate quanto vi scrivo, parlatene fra voi (Don Braggion senta anche i confratelli della casa) e poi si sentano le autorità.

Preghiamo e specie in questi momenti sentiamoci ancor più uniti. Quando avremo fatto tutto il nostro possibile… e ancora un poco (era solito dire Don Bosco)… E avremo pregato con fede, avvenga quel che vuole, possiamo ben concludere che è il Signore che permette così… E allora FIAT VOLUNTAS DEI. Il Signore sa meglio di noi quanto sia bene per noi, per le opere nostre e per le anime giapponesi. Prego voi che riceverete questa mia a riunirvi insieme e concordare le modalità del caso in ogni evenienza.45

Grazie di cuore di quanto fate: il Signore vi rimeriti.

Vostro

Don V. Cimatti, sales.



3040 / Bernardi Angelo / 1943-11-25 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 25 novembre 1943

Carissimo Don Bernardi,


Grazie della tua a mezzo Don Braggion. L’ultima da te ricevuta è quella in cui domandavi i dolci – d’altro nulla.

Deo gratias di tutto. Invio qualche cosa per arrotondare… A Tokyo ho colloquiato coll’Amministratore Apostolico, che mi ha parlato (ma non ho capito bene) delle pratiche fatte per ottenere che i soldi a tuo nome non fossero congelati. Anche qui a Tokyo non si capisce bene: ad alcuni hanno dato subito, ad altri no. Ad ogni modo l’Amministratore Apostolico ha tanto da poter dare ed ultra.

Per il Seminario vedremo l’esito della conversazione con la Prefettura – coll’Amministratore Apostolico e compagni forse è più prudente non trattare: nella faccenda sembrano più interessati degli altri o sono poveri strumenti in mano loro. Dolendum…

Principio: stare fermi più che si può – se si deve sloggiare, diano i mezzi per vivere – penso bisogna piantar lì come scuola, salvando il salvabile di vocazioni: sono del tuo parere. Preghiamo fortemente S. Giuseppe.

Per mezzo di Don Braggion invio quanto chiedi del disponibile che ho al momento e scusa se non posso fare di più. Se ne verranno di più per Natale…

La festa dell’Immacolata porti in te e nel chierico nuovo ardore di vita salesiana. Prego sempre per te e per i tuoi. Mi dice Don Barbaro che lettere della maestra giunsero vistate dalla censura. Al momento null’altro. Allegro e avanti nel Signore. Civilmente parlando penso che noi italiani in Giappone non valiamo più nulla, se non cadremo, come lo siamo di fatto, sotto le dipendenze della Germania. E preghiamo che la nostra patria ridata a Cristo non cada in manibus inimicorum eius, e che almeno le anime siano salde.

Tu lavora per i tuoi exemplis et orationibus.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.

3041 / Solari Carmela F.M.A. / 1943-11-25 /


a Suor Carmela Solari, Superiora delle F.M.A. di Beppu



Tokyo, 25 novembre 1943

Rev. Madre,


Al solito un po’ di notiziario ed esortazione mensile.

Ancora una volta a nome dei Superiori di Torino e di tutti i confratelli e specialmente dal povero Don Cimatti un grazie cordiale per le cure materne usate al nostro caro Don Arri. Non so ricompensare che con preghiere, il resto farà il Signore.

Che consigliare per prepararsi bene alla festa della Mamma? Ognuna nelle varie attribuzioni volute dalla Regola faccia bene la parte della mamma. Come farebbe la Madonna se fosse al mio posto?

Mi pare che se facciamo così, sarà ottima ed efficace preparazione.

Saluto e benedico tutte, prego per tutte, ed anche Lei preghi e faccia pregare per il


Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3042 / Ricaldone Pietro / 1943-11-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Tu in angustiis, tu in bello…46


Novembre 1943


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


La cronaca mensile deve annunciarle angustie, lotte, incomprensioni che hanno investito in pieno specialmente i confratelli del Seminario di Miyazaki. Lei sa, amato Padre, quanto fino dagli inizi si sia lavorato per la costruzione di una casa, che ci permettesse di lavorare per le vocazioni missionarie e salesiane. E sorse il nostro bel Seminario, che fin a quest’anno fu palestra di studio e di pietà, e diede buoni elementi alla Chiesa e alla Congregazione.

Il passaggio della gerarchia ecclesiastica al Clero indigeno, la chiamata alle armi o al lavoro obbligatorio dei seminaristi, la nostra povertà, il desiderio di possesso dell’edificio e la presenza di stranieri furono le principali cause, che facevano pressione all’esodo nostro – pressione manifestata in forme svariatissime, più o meno imperative – senza la sicurezza di corrispettivi mezzi, che assicurassero la vita ai pochi rimasti e a noi. Si pensarono varie soluzioni per vivificarlo (trasporto dello studentato teologico da Tokyo – trasformazione in scuola popolare agricola con elementi della città e della nostra colonia agricola), e mentre si trattavano le cose direttamente coll’autorità provinciali o coi richiedenti l’edificio, si decise di rimanere fermi, al nostro posto di lavoro. Sa il Signore quanto ebbero a soffrire quei nostri confratelli, e per far fronte alle necessità della vita, e per sopportare con pazienza le prove cui al Signore piacque sottoporli, fra cui la più dolorosa “l’impotenza assoluta di lavorare per le anime dei loro cari cristiani che vedevano abbandonati come gregge senza pastore”, per ordine dell’autorità ecclesiastica da cui dipende ora la nostra Prefettura.

Essi hanno certo scritto una delle più belle pagine della loro vita salesiana e missionaria in omaggio del dovere, ed il diritto al corrispondente merito in Paradiso. E chi sosteneva in questi frangenti era la nostra Ausiliatrice, che si dimostrò nostra Madre.

È anche in questo mese in cui si è dovuto sospendere la pubblicazione delle Letture Cattoliche e del Bollettino salesiano in Giapponese. La penuria di carta, l’accentramento della censura esigettero una riduzione di tutte le pubblicazioni. Ed è naturale; così è certo successo in tutto il mondo: riduzione nei mezzi di sussistenza, nella stampa, nei viaggi, nel lavoro che non sia diretto alla difesa nazionale.

Avevamo in famiglia festeggiato il decennio delle nostre Letture, ed iniziato volenterosamente il 2° (1941) che si sospende (fino a quando?) coll’ottobre del 1943 con un bel volumetto di spunti esegetici sul Vangelo.

Siamo convinti che del bene se ne è fatto – si può dire che le edizioni furono tutte esaurite e varie esigettero ristampe, che si fecero anche fuori collezione.

E se si pensa alle condizioni del momento è certo da esserne contenti. Avremmo bisogno che la carta non venisse meno: anzi che si centuplicasse…

Oh, il Signore che ci ha segnato col segno del dolore, ci dia forze di agire anche in queste condizioni sempre e solo per la sua gloria e secondo la sua volontà.

Preghi per noi. Con affetto

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



3043/ Circolare Salesiani / 1943-12-11 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 11 dicembre 1943

Carissimi confratelli,


Desidero di essere dei primi nel farvi i più cordiali auguri natalizi e di Capodanno (anche per il ritardo attuale della posta) assicurandovi preghiere, affetto riconoscente per fare quanto sta in voi per un santo adempimento del dovere missionario e salesiano, ed ammirazione per i grandi sacrifici a cui vi sottoponete per fronteggiare la situazione difficile e delicata che attraversiamo. Il Signore, la Chiesa e la nostra Congregazione vi ringraziano, e permettete che a nome loro vi ringrazi sentitamente e vi dica: “Continuiamo con spirito di fede e di sacrificio a compiere il nostro dovere, assecondando in tutto le disposizioni della divina Provvidenza, sicuri che nonostante le difficoltà e le prove del momento tutto si concluderà per il bene”.


NOTIZIARIO. Si hanno buone nuove del nostro Don Margiaria, non si riesce ancora a conoscere il motivo del suo internamento, ma gli si può scrivere ed inviare qualche cosa. Il luogo non è distante dalla Missione tenuta dai PP. del Verbo Divino che già poterono vederlo. Speriamo prossimamente di avere anche noi questa consolazione. Saluta cordialmente e si raccomanda alle preghiere di tutti.

Buone notizie pure dai nostri ammalati e soldati. Qualche altro dei confratelli giapponesi dovrà prossimamente presentarsi per compiere il dovere del servizio militare: li raccomando fin d’ora alle vostre preghiere.

Per intesa tra i rispettivi governi è tolto il blocco ai denari degli Italiani aderenti al nuovo governo. Se per caso aveste difficoltà locali per il ritiro di eventuali depositi alla banca e agli uffici postali, prego di significarmi subito la cosa (indicando i dati necessari) oppure informando il Col. Principini.

Spero pure inviare ai Superiori un breve resoconto di fine d’anno. Pare pure vada risolvendosi bene la questione del Seminario: continuiamo a pregare.

Nell’occasione di queste sante feste vi prego di fare le mie parti di auguri e di assicurazione di preghiere a quanti conosco e specialmente ai nostri cari benefattori e cooperatori.

Quanto dobbiamo a loro, voi tutti lo conoscete ed è certo poco dire che dobbiamo loro riconoscenza imperitura. Nella forma a noi possibile, dimostriamola cordiale e generosa, seguendo anche in questo gli insegnamenti del nostro Don Bosco.

Ai singoli confratelli auguro la pace e tranquillità dell’anima, una sempre più forte unione col Signore nell’adempimento del dovere e nell’osservanza delle nostre regole.

Preghiamo sempre ad invicem, Maria Ausiliatrice e Don Bosco ci aiuteranno certo a vincere le difficoltà. Non dimentichiamo di cooperare col Giappone per il bene della gioventù. Lo spirito di educazione ed istruzione professionale richieste dal momento dalle competenti autorità può somministrarci buone occasioni.


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

3044 / Dell’Angela Stefano / 1943-12-17 /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 17 dicembre 1943

Carissimo,47


Niente ti turbi. Hai fatto bene a manifestare questi tuoi dubbi o difficoltà. Con calma leggi quanto Don Bosco scrive nei preliminari alle regole dei dubbi sulla vocazione, possibilmente davanti al SS.mo Sacramento.

Che il Signore ti abbia dato un cuore che sente ed ama, è suo dono: dunque grazie. Ipse fecit nos et non ipsi nos. Che ti senta nelle condizioni in cui ti trovi, è assai naturale: non c’è da allarmarsi. Prega e anche prega per i tuoi giovani… E avanti attendendo ai tuoi nuovi doveri.

La tua via è chiara ed è inutile cercarne un’altra – ti smarriresti per quella e non concluderesti nulla di nulla. Il Signore ti vuol suo sacerdote.

Se ti ha dato il cuore di Paolo, perché rifiuti ed aspiri al cuore di una donna?

Dunque quando vengono questi pensieri, non pensare “non sono degno… chissà se riuscirò… è meglio altra vita…” no, no.

Tene quod habes… Una frustatina o spronata al tuo io e… Avanti.

Ti abbraccia e benedice il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti



3044-2 / Dell’Angela Stefano / 1943-12-25 /


al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone



25 dicembre 1942

Carissimo Stefano,


Buon onomastico: puoi essere sicuro che preghiere per te speciatim.

Allegro, prega e lavora – e fai in modo di star più unito che puoi al Signore.

Prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


Saluti da quei di Mikawajima.

3045 / Bernardi Angelo / 1943-12-22 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 22 dicembre 1943

Carissimo,


Nuovamente in possesso delle tue carissime del 3/12 c. m. Mentre ringrazio te ed il Signore di tutto, rinnovo a te, al carissimo Antolin e ai cristiani gli auguri di Natale e Capodanno.

Per le nostre questioni si cerca di trattare – la base è che noi vogliamo andare incontro a quanto ci si domanda, ma ci diano l’equivalente ed i modi di vivere.

Hanno fatto e fanno dappertutto così: domandiamo che si faccia così anche per noi. Il mandarci in Provincia di Oita è volerci mandare a spasso: dovremo andarci, ma a tempo debito. Ed in tutto si faccia la volontà del Signore. Mi dispiace che il nostro buon Amministratore Apostolico pigli le cose non per il loro verso: sarebbe una cosa così facile intendersi da buoni fratelli e non ci si riesce… Perché?48

Grazie di quanto mi proponi di fare per il nostro Don Arri.

Per l’aiuto che presti ai confratelli fa’ tutto con grande carità e con generosità al possibile. Mi sarebbe utile per i miei conti il numero delle Messe ad intentionem (in blocco).

E tu fatti coraggio e mentre santifichi te stesso (siamo nelle occasioni per l’esercizio di tante virtù), aiuta anche il chierico quanto puoi. Strenna: PREGHIERA, AZIONE E SACRIFICIO.

Ti sono sempre vicino coll’affetto e colla preghiera e tu fa’ altrettanto per il


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Una buona parola per me a Omuta e se c’è Nakamura ed alle famiglie cristiane Kaneko, Fuji, alle buone maestre, alla maestra di Koto.

3046 / Cecchetti Albano / 1943-12-23 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 23 dicembre 1943

Carissimo Don Albano,


Nuovamente a Lei, a Don Lorenzi e a quanti conosco in Beppu: auguri e preghiere natalizie e di capodanno. Non dimentichi la Nagata.

Mi fu consegnato un pacco di alcuni manoscritti di Don Arri. In pratica non vi sono cose di grande importanza – scritti vecchi, prediche o cose già pubblicate.

Se v’è di meglio abbia la bontà di inviare. Per la stampa feci scrivere da Don Dalkmann e spero che abbia con lui esaurito questa pratica: siamo sul punto per le nuove leggi di dover forse eclissarci anche da questa attività se non ci appoggiamo ad altri – e non so se ci riusciremo. Per vestiti e biancheria: tutta roba utile per lo studentato.

Per l’associazione ammalati, se vi sentite in posto di seguire, Deo gratias, se no penseremo (e anche lei abbia la bontà di suggerire).

Desidererei anche sentire il suo pensiero sulle mille messe che Don A[rri] dice ai suoi [di] doversi dire – e se per caso lei ha già cominciato a dire (mi pare di ricordare che ne parlava quando venne il denaro per la costruzione della casa). Se già non fece, per la radio venda pure. Se mi potesse dare (e farei offerta) la macchina da scrivere giapponese del caro Don Arri, le sarei proprio riconoscente e mi servirebbe assai, assai.

Strenna: preghiera, azione e sacrificio. Lei commenti e spieghi anche alle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Caro Don Albano mi ami e preghi il Signore per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti



3047 / Solari Carmela F.M.A. / 1943-12-23 /


a suor Carmela Solari, missionaria e Direttrice in Giappone



Tokyo, 23 dicembre 1943

Rev. Madre [Carmela],


Et in primis buon Natale e buon anno a Lei e a tutta la Comunità. Strenna per questo anno: PREGHIERA, AZIONE E SACRIFICIO.

A Lei commentarla bene per tutte le varie categorie dei suoi, e questo è anche il ricordo mensile unito a quello di Don Bosco e S. Francesco nel loro mese.

Oh, la preghiera di Don Bosco e il suo lavoro sacrificato. Possiamo diventare noi suoi degni imitatori!

Ricevo le sue due e quella che doveva avere per mezzo di Don Braggion e l’altra: grazie di tutto. Passiamo momenti davvero di trepidazione per tutte le cose nostre e a Miyazaki e a Tokyo.

Ci siamo buttati nelle mani del Signore e coll’intercessione dei nostri aiuti Maria e San Giuseppe… E avanti sempre, anzi tanto più perché in mezzo a queste difficoltà.

Ed anche Lei si faccia coraggio in tutto: facciamo quel che possiamo e poi il Signore farà meglio che non siamo capaci di fare noi.

Vi benedico tutte e singole colle migliori benedizioni e pregate per me.


Vostro nel Signore

Don V. Cimatti



3048 / Circolare Salesiani / 1943-12-28 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 28 dicembre 1943

Carissimi nel Signore,


Siamo ancora sotto la bella impressione delle feste di Natale che per le notizie pervenutemi sono dovunque state celebrate con fede e con amore e con abbondanti frutti spirituali e, per la carità dei benefattori, anche di frutti materiali. Sia di tutto ringraziato il Signore, che in mezzo all’aridità e angustie non indifferenti del momento che attraversiamo, consola in questo modo i suoi poveri salesiani.

Le manifestazioni di Capodanno e dell’Epifania, e per noi l’intero mese di Gennaio che siamo soliti consacrare ai nostri Patroni S. Francesco e Don Bosco, sono nuovi mezzi che il Signore mette a disposizione per il nostro perfezionamento e per cominciare in LUI e con LUI il nuovo anno.

Tutti ci domandiamo come sarà per noi il nuovo anno. Dal punto di vista degli avvenimenti lo sa il Signore: il nostro compito è pregare assai, affinché si compia in tutto la S. Volontà di Dio, e non desistere dal lavoro possibile con pazienza inalterata, e cooperare colle autorità centrali e locali alle direttive dalle medesime emanate per il bene della nazione… E sempre più desiderosi della perfezione professata, con l’esatto adempimento di tutti i nostri doveri. Facciamo così, miei cari confratelli, e solo così potremo guardare serenamente di fronte all’avvenire, qualsiasi possa essere.

A ricordare i nostri Patroni vi propongo come lettura spirituale o la vita di S. Francesco di Sales, o le lettere circolari dei nostri superiori. Eseguiamo quanto ci si dice in quelle e saremo sicuri di essere e di rimanere nello spirito genuino del nostro Fondatore. Oppure facciamo servire di lettura spirituale le Ss. Regole che siamo soliti leggere per intero all’inizio dell’anno.


RACCOMANDAZIONI E NOTIZIE: in questo ultimo trimestre non si dimentichi la propaganda per le opere nostre (allievi, vocazioni, ecc.) e per quanto possiamo e dipende da noi per le opere femminili della nostra missione e di Tokyo.

Sapete quanto abbiamo bisogno di buoni coadiutori ed operai: pure nella quasi impossibilità di trovare materiale al riguardo in questi momenti, non lasciamo sfuggire le minime occasioni: se non subito, serviranno in seguito; è sempre seme buono che darà il suo frutto in pazienza.

Buone le notizie dei nostri lontani confratelli soldati e di Nishimura: tutti ci ricordano con nostalgico affetto e colla preghiera; non dimentichiamoli. Col primo di Gennaio parte per il servizio militare il confratello Matsuo: saluta tutti e confida nelle preghiere e aiuti spirituali di tutti.

Ebbi la fortuna di visitare il nostro Don Margiaria: sta assai bene e può lavorare spiritualmente in mezzo all’ambiente in cui si trova. Mi prega (e potete pensare con qual cuore) di salutarvi tutti e assicurarvi del suo ricordo e preghiere. Non dimentichiamolo mai. È trattato assai bene in tutti i sensi e ne va data lode e ringraziamento alle autorità da cui dipende. La vicinità della Missione dei PP. del Verbo Divino rende possibile anche nel campo spirituale veri aiuti, che di cuore veramente fraterno prestano quei buoni padri. Anche in questo sia ringraziato il Signore.

Per il momento il Don Bosco-sha [= editoria Don Bosco] continua come prima. Sarà però quasi certo che bisognerà unirsi a qualche grande Ditta editrice per mantenersi in vita non più indipendente. Preghiamo per il buon esito di questa e di altre pratiche (Seminario, ecc.) che sono in corso, ma in conclusione si compia in tutto la S. Volontà di Dio. Bramerei un po’ di resoconto (anche brevissimo) delle cose nostre più notevoli dell’annata per mettere a posto le Cronache. Se potete brevi manu l’intera cronaca sarebbe meglio.

Ed in fine: BUON ANNO a tutti e singoli che prego il Signore sia per tutti anno di buona salute di corpo e più di anima e ricco di abbondanti frutti spirituali e materiali. Pregate sempre per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


3049 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1943-12-28 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone



Tokyo, 28 dicembre 1943

Rev.ma Madre,


Grazie degli auguri suoi e di tutta la comunità e specialmente delle preghiere che fate per questo povero uomo, che ha un unico dispiacere, di non poter fare come prima qualche cosa di più per voi: non costano molto le preghiere e le esortazioni e temo di farmi ben pochi meriti presso il Signore.

Ad ogni modo esprima a tutte e singole suore e alle categorie questi miei poveri sentimenti e si assicurino tutti dell’immutato affetto delle non minori preghiere.

Ho visto Don Margiaria: un salutone e assicurazioni di preghiere, ha fatto molte novene per voi tutte.

Accetti quanto la povertà del momento mi fa avere tra mano. E preghi per questo povero uomo. Varie cose vengono appianandosi e di altre si lavora per…

Sia fatto in tutto la santa volontà di Dio in omnibus.

Suo

Don V. Cimatti


3050 / Ricaldone Pietro / 1943-12-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Si chiudono i battenti49


Dicembre 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


La relazione precedente le ha fatto prevedere la conclusione, cui per necessità di cose bisognava sottostare.

Il nostro bel Seminario, ormai divenuto aspirazione di possesso di troppi, chiude i suoi battenti. I 12 allievi che ancor rimangono saranno divisi nelle nostre case per quelli che desiderano rimanere con noi – gli aspiranti a Tokyo – chi desidera andare in diocesi lo si avvia ai rispettivi seminari o agli ordinari che ce li avevano affidati, o se, non sicuri nella vocazione, si rinviano alle loro famiglie. Quasi tutti prossimamente saranno reclutati nell’esercito o nelle fabbriche…

Indimenticabile il 29 dicembre serata d’addio agli allievi, agli insegnanti.

Non è difficile immaginare le condizioni d’animo di tutti. Rassegnazione, promessa di non sperperare i doni di Dio, riconoscenza per il bene ricevuto, preghiere e speranze pel futuro.50

Per la gloria di Dio e per la storia un semplice sguardo retrospettivo.


[Qui dovrebbero esserci le cifre; ma non furono ritrovate… Quindi si procede nella parte conclusiva].


Ed ora vedendo il lavoro che si dovrebbe fare e che si potrebbe fare per le anime, le necessità in cui versano, e le impossibilità in cui ci mettono o in cui ci lasciano, non resta che dire il “Fiat voluntas Dei… Quod debuimus facere fecimus…

Desiderare intensamente la gloria di Dio e la salute delle anime e pregare. O Signore, ti vogliamo amare e vogliamo lavorare con Te, in Te e per te”. Lenisca con preghiere speciali i nostri dolori.


Suo

Don V. Cimatti, sales.

1 Da ricordare che sia Don Lorenzi che Don Marega avevano il medesimo nome di Mario.

2 Allude alla questione del Piccolo Seminario di Miyazaki, che L’Amministratore Apostolico voleva chiudere, e non rispondeva alle lettere di Don Cimatti.

3 Queste lettere al Rettor Maggiore non poterono essere spedite, ma venivano coservate per la cronaca e per essere consegnate nel dopoguerra.

4 Don Bernardi era incaricato della missione di Miyakonojo nella provincia di Miyazaki.

5 In quel tempo non sempre era permesso spedire lettere circolari in Kyushu. Suppliva con lettere personali.

6 R. M. 2015, manosc. . Si tratta del Piccolo Seminario o aspirantato di Miyazaki.

7 Era una notizia tanto attesa. Con questo la casa di Miyazaki appartiene all’ente religioso salesiano.

8 Don Liviabella era incaricato della Colonia agricola a Miyazaki

9 Tomura era un aspirante salesiano che aveva finito i suoi corsi al piccolo Seminario di Miyazaki: era oriundo di Tano. Morì per tubercolosi l’8 marzo di ques’anno a Tokyo dove era venuto per entrare in noviziato, dopo 9 mesi di ospedale. Don Cimatti ne scrisse una breve vita con aggiunte di Don Del Col

10 È l’attuale tomba dei salesiani a Tokyo dove per 2 anni fu sepellito lo stesso Don Cimatti.

11 In Giapponese: “Tenshusama no mimune ni mattaku makaseru koto”.

12 Operetta “Bibinof”.

13 Il chierico di cui si parla è certamente Pisarsky che aveva fatto qualche anno a Miyakonojo e che era andato a Tokyo per lo studio della teologia.

14 Si omette la narrazione della scoperta dei cristiani, essendoci già altrove.

15 R. M. 2017 è stampata e per la parte che riguarda il coad. Tateishi nell’originale porta la firma del Direttore dello studentato Don Felice Bovio. È certamente di Mons. Cimatti: basta studiare lo stile… Parecchie correzioni sono fatte sul testo stampato.

16 Don Cimatti era stato a Beppu dal 10 al 14/5/43: lo scritto lo dovette inviare subito dopo il suo ritorno a Tokyo.

17 Il sacerdote novello Don Mantegazza il 26 maggio tornò a Tokyo. Don Cimatti nel Diario scrisse: “Quel che è più doloroso...il ritorno di D.Mantegazza da Beppu. Fa sospettare (come capitò l’anno scorso per D.Lorenzi) che non ci vogliano lasciare entrare... Vedremo!” Le carte non erano a posto.

18 Dall’Italia giungevano notizie che la guerra stava andando per il peggio: cominciavano gli sbarchi nelle isole.

19 Una notizia importante a cui qui non accenna, è la pubblicazione in data 6 giugno della “Vita di Don Bosco” dell’Auffray tradotta in giapponese da Don Barbaro con la presentazione di Don Cimatti, vita che poi per più di mezzo secolo divenne il testo fondamentale per far conoscere Don Bosco in Giappone.

20 In data 21 giugno scrive nel Diario: “Le notizie della infelice riuscita della guerra in Italia a che cosa può condurre? Voci pessimistiche....meglio essere ottimisti e sempre ficuciosi in Dio. È certo che la situazione per noi è sempre la stessa.”

21 Qui c’è una svista di Mons. Cimatti. Le Memorie Biog. Vol. 6°, pag. 1046 riportano una lettera della Signora Elisabetta Seyssel-Sommariva a Don Bosco in cui fra l’altro è detto: “Però confido assai nella misericordia e nell’amore del Cuore SS.mo di Gesù, mia prediletta devozione ispiratami da Lei anche prima che fossi cattolica”

22 Con lo sbarco degli americani si cominciava a prevedere il peggio.

23 Questo scritto è aggiunto in calce alla circolare inviata alle case nel medesimo giorno. Don Braggion era allora Direttore della casa Piccolo Seminario di Miyazaki.

24 Forse bisogna leggere Oita perché Don Figura si trovava costì.

25 R. M. 2020: manosc; fotoc.

26 Si accenna ad uno studio di Don Tassinari di prossima pubblicazione: c’è solo un articolo su Padre Valigano e le

vocazioni indigene. Non uscì il secondo volume della storia della Chiesa, rimasta al primo volume.

27 Non si è riuscito a trovare la parte conclusiva della circolare.

28 La lettera non porta alcuna data: è certamente di poco precedente l’inizio del mese di Settembre e fa allusione di un viaggio di Mons. Cimatti in Kyushu, poco tempo prima; può essere solo nel 1943.

29 R. M. 2021, come la precedente 2020 furono certamente scritte nel 1946 e antidatate. Le allusioni sul seminario, “che si vuol togliere…” sono del 1943. Da notarsi che queste relazioni – scritte in matita – con aggiunte qua e là in certi posti sono di difficile ricostruzione.

30 Questo e anche il seguente deve essere un biglietto fatto avere a Don Cecchetti certamente nel periodo dell’internamento provvisorio, dopo la caduta di Badoglio nel Settembre 1943. Si vede che ci fu qualche Figlia di Maria A. che da Beppu era venuta a Tokyo e che tornando portava gli scritti.

31 In quel tempo allo studentato c’erano stati gli esercizi spirituali: si vede che Don Bernardi era venuto a Tokyo.

32 Da tener presente che il giorno seguente, dopo che fu scritta questa lettera, per la cosiddetta “Resa di Badoglio” gli Italiani furono ridotti a domicilio coatto nelle proprie case fino al giorno 21/10. Fu anche loro proibito di parlare ai cristiani, eccetto le parole del Messale. Per capire come si trovarono, citiamo qui una pagina del Diario di Don Cimatti.


“9/9/43. Gli avvenimenti politici in Italia (resa di Badoglio) portano che siamo internati nelle proprie case e residenze, senza poter comunicare fra noi e cogli altri e che si requisiscano i beni personali. Per noi religiosi e salesiani, più che miseria e non aver nulla di nostro non si trova. Per il religioso neppure è difficile la vita ritirata.

Dispiace non poter compiere il dovere...ma Deus scit, e le disposizioni della Provvidenza sono sempre tali che fanno poi in conclusione, del bene.

La vigilanza e sequestro e perquisizioni sono fatte con vera cortesia per cui in pratica, salvo che per i cristiani in pubblico, non si possono fare le funzioni...Per le Figlie di Maria Aus. vi è il permesso di andare.

In missione un po’ più severi...Ma il Signore sa ricavare il bene (e quanto!) anche da questo:

  1. lavoro spirituale più intenso,

  2. nella prospettiva di internamento completo o di partenza, ordinare bene tutte le cose personali e della Missione,

  3. Ente religioso salesiano con consiglieri giapponesi (tutte le proprietà sono legalmete al sicuro). Direttore della Scuola Don Bosco pure giapponese. Senza dir niente a noi, anche al Seminario di Miyazaki l’amministratore Apostolico pose Direttore giapponese. A Tokyo e in missione vi sono fortunatamente confratelli non internati e quindi molto lavoro non resta interrotto.

I nostri confratelli giapponesi si comportano da veri fratelli e lavorano.

Gli incaricati del ministero delle Finaze per la requisizione dei beni, quelli dell’autorità militare per tastare il terreno politico, le guardie che ci custodiscono hanno modo di avvicinare il missionario, il religioso....Povertà, non famiglia nostra da mantenere, serenità e pace...fanno meravigliare...si parla , si chiarisce...si fanno conoscenze, e anche questo è bene.

Gli “iin” (=specie di fabricieri), il catechista, i cristiani aiutano...Avanti dunque in patientia...Dominus dedit...Dominus abstulit...sit nomen Domini benedictum...

Non è prevedibile a quando la fine..., pur data la formazione (si dice) di un nuovo governo di Mussolini.

Il mese del Rosario ci porti quanto sarà utile e conveniente per il bene nostro e del mondo.


Nota stonata! le solite escandescenze del Rev. Amministratore Apostolico in missione. Trattati non solo umanamente, ma bene da tutte le autorità, il nostro Amm. Apost. non si fa proprio onore colle parole e con i fatti....Et inimici hominis domestici eius... Fiat voluntas Dei...

Intanto faremo il possibile e l’impossibile per salvare il salvabile...ad ogni costo.

Il mese del S.Rosario ci porterà pioggia di rose...anche se accompagnate da grandi spine ...È la storia della nosta cara Congregazione. Oh, come anche in questo D,Bosco ci è Maestro.”

33 In ottobre, dopo aver avuto notizie da Miyazaki, aggiunge nel Diario:

“La parte ecclesiastica senza dir nulla spadroneggia cambiando il Preside a Miyazaki (= Seminario), proibendo comunicazione con i cristiani...persino in spiritualibus... et publice in predica...Cose inaudite e degne di processo apostolico. Noi vedendo la buona volontà dell’autorità in aiutarci e il modo di fare di questa parte (=ecclesiastica) (che manifestò alle autorità il desiderio fossimo reclusi a lungo), che specie nelle attuali circostanze dovrebbe essere la fida consigliera, l’aiuto, il conforto...(mentre fu fatto tutto in actu reclusionis nostrae) vien fatto da pronosticare assai male. (...)

Lo svolgersi degli avvenimenti chiarirà. Ci siamo mai sentiti così uniti come ora...Oh, le disposizioni del Signore viste coll’occhio della fede come ci tornano salutari...Proibiti di comunicare siamo più forti nell’amare quelli a noi affidati... Proibiti di esteriorizzarci, possiamo attendere più alla nostra santificazione...È bello, è sublime...Bella lezione anche per noi tutti.”

34 In data 19 ottobre scrive nel Diario: “Si è invitati a giurare cooperazione al Giappone e riconoscimento, o meglio, fedeltà la nuovo governo (=d’Italia, Mussolini) Il missionario e specie il salesiano non deve fare politica. Ha consacrato in perpetuo (nel limite dell’obbedienza) sé, le sue forze e il suo cuore al Paese dove lavora, è chiara la nostra posizione nel problema. ... Spina acutissima...pare si voglia l’internamento di Don Margiaria...Quid? Cur?”

Il giuramento si fece davanti al rappresentante delk governo a Kojimachi in Tokyo. Qui Don Cimatti potè finalmente rivedere i confratelli dopo 40 giorni. Don Margiaria deve essersi impuntato sul giuramento richiesto. Venne internato con altri stranieri nella zona di Nagoya, ed in tale stato rimase fino alla fine della guerra.

I salesiani italiani furono a domicilio coatto fino al 21 ottobre. Da quel giorno furono liberi come prima.

35 Don Carlo Arri morì santamente a Beppu il 21 ottobre 1943. Date le circostanze a Don Cimatti non fu possibile partecipare ai funerali, ma scrisse nel Diario: “Stamane all 8 moriva il nostro don Arri a Beppu. Lo penso felice in cielo dopo il lungo e doloroso purgatorio, passato con rassegnazione santa in mezzo ad un intenso lavoro che pochi sani si sarebbero sentiti di compiere. Si scriverà a conforto ed edificazione di lui. Requiescat in pace.” La sua vita scritta da Don Cimatti fu pubblicata nelle Letture Cattoliche nel febbraio 1952. Don Arri fu l’apostolo degli ammalati.

36 Don Liviabella era in Manciuria per aiutare in quella missione.

37 Di don Arri Don Cimatti scrisse una breve vita che venne pubblicata nelle Letture Cattoliche.

38 R. M. 2023; manosc. : pur essendo datata ottobre 1943 potrebbe benissimo essere stata redatta assai più tardi.

39 Lo scritto è destinato ai confratelli delle due province di Miyazaki e Oita.

40 Manca il resto dello scritto. È evidente che si parla di Don Arri, defunto.

41 Il Coad. Romelli si trovava nella colonia agricola di Miyazaki.

42 Ci fu l’ordine di riunire in una le editrici cattoliche. Praticamente, per mancanza di carta, l’editrice Don Bosco nel 1944-45 potè pubblicare solo un libretto sulle indulgenze sotto altro nome.

43 La copia di questa lettera venne trovata a Miyazaki ed in nessun altro posto. C’è da pensare che non sia stata inviata a tutti i confratelli.

44 Don Cimatti incontratosi con Mons. Ideguchi a Tokyo il 20 novembre, scrisse nel Diario: “Riunione delgli Ordinari del Giappone. Colloquio con Mons. Ideguchi. La Provincia di Miyazaki domanda il prestito della nostra Scuola del Seminario di Miyazaki (pare voglia fare una scuola professionale) oppure la vendita. L’Amm, Apost. (che recentemente ebbe parole non edificanti a nostro riguardo...oltre le proibizioni ai cristiani) pare che abbia concretato il piano per disfarsi di noi da Miyazaki.” Da qui il contenuto di questa circolare.

45 Come appare evidente dalla parte conclusiva dello scritto: è indirizzato ai soli confratelli della casa di Miyazaki. Nello stesso giorno in una circolare a tutti i confratelli tocca appena la questione, e molto delicatamente.

46 R. M. 2024: manosc.

47 Il tutto su un biglietto da visita.

48 In data 16 dicembre Don Cimatti scrive: “Da tutto il contesto sorge il dubbio che davvero le autorità vogliano requisirlo come scuola o altro. Lavoriamo e preghiamo. In risposta ad una lettera dell’Amm. Apost. (10 c.m.) riassumo la questione, le nostre richieste (ci dia da vivere – problema della Chiesa). Egli mi dice di dar ordine ai confratelli di spandersi qua e là; gli rispondo che, essendo cosa ingiusta, si dà ordine di rimanere, ci dia pane e lavoro, trattiamo noi direttamente colle autorità. Che ci cacci di casa il governo...ma che che proprio il rappresentante della Chiesa...Si inimicus meus...maledixisset mihi...e glielo ho intonato...Da questa parte a tutt’oggi, insulti e accuse...persino minacce di sospensioni...e Deo gratias! Penso che ci lascierà in pace se S.Giuseppe farà la sua parte.”

49 R. M. 2025 manosc. di quanto è riportato qui.

50 A questo punto Don Cimatti non sapeva ancora che in data 25 dicembre, giorno di Natale, l’Amministratore Apostolico aveva sospeso a divinis tutti i sacerdoti della casa di Miyazaki, e proibito ai cristiani di avere contatti con loro. Motivo: non avevano accettato di vendere il Seminario alla Provincia come voleva lui.