Carissimo Don Compri, avevo già la Cartella del 1943 che ora le


Carissimo Don Compri, avevo già la Cartella del 1943 che ora le

2939 / Circolare Salesiani / 1943-1-6


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 6 gennaio 1943

Carissimi,


Grazie a Dio abbiamo potuto incominciare il nuovo anno, e speriamo di poterlo passare, e per quanto dipende da noi vogliamo passarlo nella Sua Santa grazia e ricolmo delle sue più belle benedizioni. È quanto domando al Signore per voi nelle mie preghiere: vi prego di ricordarmi sempre nelle vostre orazioni.

Permettetemi la raccomandazione che sempre sono solito di farvi: cioè l’osservanza delle Regole, perché sono sicuro che se siamo perfetti in questo, tutte le cose nostre procederanno bene in tutti i sensi. D’altra parte oltre che essere per me questo esecuzione di dovere, è per voi merito grande.

Nel mese poi che siamo soliti consacrare ai nostri Patroni, mi sembra che l’esatta osservanza della Regola, rappresenti il più bell’omaggio che possiamo rendere al nostro Fondatore e la più bella preparazione alla sua festa. Sono inoltre sicuro di interpretare con questa raccomandazione il pensiero ed il cuore del nostro Rettor Maggiore e dei Superiori Maggiori.

Desidererei pure che come omaggio al nostro Don Bosco, mi aiutiate in questo mese a lavorare più intensamente per l’organizzazione dei nostri cooperatori, sia con l’aumentarne il numero, facendo nuove iscrizioni, sia col radunarli (secondo il prescritto del loro regolamento in occasione della festa di S. Francesco di S.) e far loro sentire una buona parola salesiana, e non potendo fare per loro una conferenza speciale, almeno parlare a tutti i vostri cristiani dell’associazione, o far pervenire loro una lettera speciale, e sia pure (e di questo vi prego ardentemente) inviandomi i nomi e gli indirizzi dei cooperatori della vostra circoscrizione.

Sono sicuro che mi aiuterete a compiere anche questo dovere mio, di cui comprenderete l’importanza nel momento che attraversiamo e più per il futuro.

Ed un altro favore vi domando: abbiate la bontà di inviarmi anche breviter le note di cronaca del 1941 e 1942. Non è un lavoro che vi costi molto: mi bastano accenni, fate anche questo come omaggio a Don Bosco e per aiutarmi a compiere anche questo mio dovere.

E pregate sempre per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2940 / Cecchetti Albano / 1943-1-6 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 6 gennaio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Un caloroso saluto a Lei ed agli amici. Non dimentichi l’onomastico di Don Lorenzi e se fate la solita riunione mi rappresenti presso Don Marega in quell’occasione1.

Non mi dimentichi alle Figlie di Maria Aus. e alla Sig. Nagata e specialmente a tutta la famiglia cristiana.

Sempre la ricordiamo tutti.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



2941/ Circolare Salesiani / 1943-1-8 /


ai Confratelli missionari dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Ai missionari

8 gennaio 1943

Carissimi confratelli,


Si avvicina la festa dei nostri Patroni e mi sento in dovere sia di farvi i più sentiti auguri per l’occasione, sia per esortarvi a farvi precedere, pubblicamente, dove è possibile, o privatamente, una bella novena per l’opportuna preparazione spirituale e per assicurare così a noi tutti i frutti più belli di grazie e di benedizioni.

Abbiamo tanto bisogno, specie in questi momenti, dell’aiuto dei nostri Patroni, abbiamo bisogno della mansuetudine, pazienza e carità di S. Francesco di Sales, abbiamo bisogno di essere salesiani della tempra di Don Bosco, abbiamo bisogno di grazie spirituali e di grazie materiali in gran numero: uniamoci davvero di cuore a tutta la nostra famiglia salesiana per ottenere quanto a noi è indispensabile per le presenti circostanze.

Laddove fosse possibile, promovete anche una semplice riunione familiare dei nostri cooperatori ed ex-allievi o almeno segnalare le date (anche solo dal punto di vista educativo o della propaganda stampa)… Insomma non lasciamo perdere l’occasione per fare un po’ di bene.

In noi tutti poi si accenda sempre più forte il desiderio efficace di voler mantenerci buoni salesiani, e di fare il possibile per compiere usque in finem il nostro dovere coll’osservanza esatta della regola.

Il 2 c. m. i nostri confratelli Akimoto, Manganelli e Martelli ricevettero il suddiaconato per mano di Mons. Chambon, e si spera potranno ricevere il Diaconato per la festa del nostro Fondatore, per essere poi ordinati in Marzo sacerdoti. Li raccomando vivamente alle preghiere di tutti: essi non vi dimenticano nella recita del S. Breviario. Per il momento non ho altre notizie speciali. Per quanto so tutti i confratelli stanno benino e passarono santamente le feste natalizie e di capodanno. Nuovamente auguri sinceri e assicurazioni di preghiere quotidiane per parte del


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2942 / Cecchetti Albano / 1943-1-20 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 20 gennaio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Non voglio lasciar passare le nostre feste senza un saluto speciale e domanda di preghiere affinché il Signore ci conceda di essere davvero buoni salesianetti di Don Bosco.

Conto assai sulle preghiere di Don Albano. Faccia le mie parti e alle Figlie di Maria A. e all’Hikari no sono, invitandole tutte ad essere buone cooperatrici salesiane in tutto il senso della parola.

Ho saputo della morte del vecchietto: prego per lui. Sarà vicino a Gesù cui stava tanto vicino in terra.

Coll’osservanza della Regola rafforziamo la nostra vita salesiana.

Suo

Don Cimatti



2943 / Marella Paolo / 1943-1-25 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 25 gennaio 1943

Eccellenza Reverendissima,


Il giorno 29 e 31 c. m. è festa salesiana. Voglia nella sua bontà non dimenticare nelle sue preghiere tutti noi, e ci benedica.

Il 29 c. m. è anche il 10° anniversario dell’inizio dell’Opera salesiana a Mikawajima. Domenica faremo un po’ di ricordo con Don Bosco: benefattori e amici cooperatori. Avevo invitato Mons. Doi, Mons. Chambon o un delegato loro, ma non possono venire.

Non so se potranno venire altri invitati. Non disturbo V. E. che, naturalmente, sarebbe il primo fra gli invitati.

A tutti i benefattori ho chiesto almeno l’adesione. V. E. che è del numero spero aderirà e se volesse inviare due righe sarebbero certo graditissime a tutti.

Al momento nulla di nuovo. Silenzio su tutta la linea:2 ma continuiamo nel lavoro. Ho scritto anche a Mons. Gaspais, vedremo se risponde e che cosa risponde.

Scrissi anche a Mons. Taguchi, cui volevo riferire le cose di Miyazaki (come a segretario del Kyodan) domandando un’udienza, ma o non ha ricevuto la mia o anche Lui non risponde: sarà usanza giapponese…

E preghi per questo povero uomo…

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2944 / Ricaldone Pietro / 1943-1-… /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Nostri decennali3


Gennaio 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Non fosse altro che per non lasciar disperdere memorie che ci richiamano tanti avvenimenti, persone care già scomparse, abbiamo voluto richiamare alla memoria e solennizzare come meglio si poteva due nostri decennali: l’inizio del nostro lavoro in missione nella zona di Miyakonojo e quella più importante, della nostra entrata in Tokyo.

È una bella occasione per ringraziare il Signore e quanti hanno cooperato in questo decennio al lavoro compiuto; è un buon eccitamento e per i benefattori che possono controllare il bene che hanno compiuto e per noi che possiamo fare un buon esame di coscienza, fonte di propositi, di correzioni, di miglioramenti.

Dieci anni sia pure di modesto lavoro danno davvero modo di toccare con mano la bontà del Signore, la carità dei cooperatori nostri, e lo sforzo di tanti per realizzare nel campo loro affidato la gloria del Signore e la salute delle anime.

Per sommi capi le fasi riassuntive del lavoro compiuto nel decennio.


Il 12 Gennaio 1933 entravano in Tokyo i primi salesiani, chiamativi dall’Arciv. Mons. Chambon, per assumere il lavoro nella zona Mikawajima (parte Nord-Est di Tokyo) dipartimento di Arakawa, che tra i 35 dipartimenti in cui è divisa la capitale è il primo per densità di popolazione e noto fra i più poveri.

Mikawajima ne è il centro. Fu qui che il nostro indimenticabile Don Piacenza cominciò il suo apostolato salesiano. Come sarebbe bello ed edificante ricordare le impressioni e le vicende di quei primi giorni, che si può dire furono caratteristica iniziale di tutte le nostre opere in Giappone, cioè sperimentare la mancanza di tutto, assaporando le gioie della povertà e semplicità della vita, unita alla manifestazione cordiale di care anime buone che venivano incontro alle prime necessità. Il primo incontro coi cristiani; il primo incontro coi fanciulli; le inevitabili prime difficoltà, i primi successi, le prime disillusioni: comprensioni e non corrispondenze… Le gare, i divertimenti, le premiazioni…

Non sono novità, perché le caratteristiche degli inizi delle opere salesiane di tutto il mondo… E anche qui i poveri salesiani sforniti di esperienza personale, si sforzarono di fare modestamente quanto avrebbe a loro modo di vedere fatto Don Bosco.

I risultati? I cristiani adunati il giorno dell’apertura della Parrocchia non superavano i 25. Oggi sono 396 (100 famiglie di cui 196 uomini e 204 donne) comprese le comunità religiose, cui si possono aggiungere quelli dell’Opera dell’Università cattolica, dipendente da questa parrocchia, raggiungendo così il numero di 516 cristiani.

Cifra davvero assai modesta se si pensa al numero di 600.000 abitanti nella circoscrizione della Parrocchia, che dà modo al missionario di esclamare ben a ragione il “Messis multa” di Gesù e di chiamare a raccolta quante anime buone desiderano cooperare all’avvento del Regno del Signore in questo grande paese.

Durante i dieci anni si amministrarono 507 battesimi, 286 cresime, 55 matrimoni. Morti 173.

Crescendo il numero dei cristiani si organizzarono nella parrocchia associazioni religiose di vario genere, fra cui primeggiarono l’Associazione dei devoti di Maria A., i Cooperatori, l’Opera del Sacro Cuore, ecc. più altre associazioni di attività sociale e di carità, proprie del Giappone e dell’Azione Cattolica, quali le Unioni cattoliche maschili e femminili, Società di mutuo soccorso e varie sorte dalle circostanze del momento, in servizio della patria e della parrocchia.

Vennero poi man mano prendendo piede le opere cosiddette sociali per venire in aiuto, secondo lo spirito salesiano e secondo le direttive del Paese alle numerose necessità dell’ambiente in cui si trova la parrocchia. Il dipartimento Arakawa in cui è eretta, fra i 35 dipartimenti di Tokyo occupa il primo posto per la popolazione e anche il primo per densità della medesima. La regione di Mikawajima che ne è il centro, è, si può dire, anche il centro dei bisognosi della capitale. Si fondò quindi l’Asilo Don Bosco (Gennaio 1933) – il gruppo Esploratori “Amor patrio” (Aprile 1936) che si rese noto in tutta la nazione e che venne in seguito incorporato nel gruppo esploratori nazionali – il dispensario “Don Piacenza” (Giugno 1936) unito l’anno scorso all’Opera Betania per la difesa contro la tubercolosi.

Naturalmente a queste opere che sono sotto la protezione legale fanno corona l’Oratorio quotidiano (collo stabilirsi delle Figlie di Maria A. a Tokyo passò a loro la sezione femminile) – la scuola serale Don Bosco – dopo scuola, scuola di soroban (calcolo) e scuola di lingue e musica. In cifre si può così valutare il lavoro: in media:


Asilo annuale2118decennio635.480

Dispensario “13.098 “89.068

Oratorio “1.869 “198.531

Scuola serale “ 1.320 “151.259

Esploratori “160 “1.500

Escursioni festive 325 “6.500

Scuola soroban 247 “15.580

Bazar di beneficenza 31 “11.776

Divertimenti famil. 240 “169.000

Unione Madri (asilo) 45 “2.700


Tali risultati ed altri più intimi non esprimibili in cifre sono certo frutto del lavoro dei missionari, dei cristiani e di quanti cooperarono (maestri, medici, infermiere) ma specialmente frutto dell’aiuto dei cooperatori che con simpatia e zelo non lasciarono di venir in aiuto e col consiglio e coi mezzi. È doveroso ricordare fra i primi il Ministero della pubblica beneficenza (Opere sociali) di Tokyo, della città di Tokyo, del Municipio e delle Società e banche di beneficenza: a tutti dobbiamo rivolgere il più fervido ringraziamento e domandare anche per l’avvenire la benevola assistenza.

La festa religiosa e la commemorazione fu condecorata colla parola di S. E. Mons. Doi Arcivescovo di Tokyo che si espresse in questi termini: “Oggi, in occasione del solenne decennio della fondazione della Parrocchia di Mikawajima è per me un grande onore dire qualche parola di felicitazione. Non vi è bisogno di dire che fin da quando 10 anni fa si cominciò per mezzo dei salesiani a piantare il seme della santa dottrina, il continuo tendere della parrocchia allo sviluppo e l’ottenere la floridezza che oggi vediamo, sono certamente grazie del Signore dovute all’intercessione di S. G. Bosco: ma d’altra parte sapendo che hanno in ciò gran parte i continui sacrifici e sforzi dei salesiani e l’assoluta cooperazione dei fedeli cristiani, non posso non manifestare a voi tutti il mio ringraziamento e la mia commozione.

Fra le parole che Don Bosco ripeteva ai suoi cari discepoli ci sono anche queste: “Sii sano, studioso e santo!”, ed io credo che proprio queste tre cose siano quelle che oggi ci sono più che mai necessarie. Ed infatti: “Mens sana in corpore sano”: solo coloro che hanno uno spirito sano possono oggi far fronte all’eccezionale situazione della patria e della Chiesa. Anche lo studio è oggi sommamente richiesto in ogni cittadino. È insegnamento di Gesù Cristo che dobbiamo fuggire l’indolenza e rendere duplicati al Padre celeste i talenti che ad ognuno sono stati dati. Solo chi si applica seriamente riesce vittorioso nella battaglia del cielo e della terra. E specialmente la santità è necessaria in tutti i tempi, specie poi in questi. Farsi santo vuol dire osservare le leggi dell’ordine stabilito da Dio e dallo Stato: facendoci santi possiamo promuovere la moralità in mezzo alla società, cooperare alla correzione delle cattive tendenze della società stessa e contribuire allo stabilirsi di un giusto ordine. In questo giorno mentre invochiamo Don Bosco, stampiamoci nel cuore le parole del santo: rinnoviamoci nella risoluzione del binomio: “Religione e Patria” e sempre più lavoriamo per la loro prosperità e diffusione. Queste le mie parole per la fausta ricorrenza”.

Al Signore la gloria – onore a quanti hanno cooperato direttamente e indirettamente a procurarla – l’augurio che il prossimo decennio veda centuplicato il bene fatto finora alla maggior gloria di Dio e per la salute delle anime.

In forma assai più modesta si ricordò il decennio del nostro lavoro a Miyakonojo.

Le fasi furono narrate a suo tempo nel Bollettino Salesiano ed anche quella residenza missionaria può contare le sue glorie, le sue difficoltà. Nonostante le difficoltà del momento, specie in quella zona, il bravo Don Bernardi con vero spirito di sacrificio tiene uniti i suoi cristiani, continua il suo oratorio, e può ben cantare: L’“euntes et flentes mittentes semina sua”... nella ferma speranza del “venientes cum exultatione”...

Come vede, caro Padre, non cose fastose, ma dissodamenti irrigati di sudore e di lagrime e di sacrifici… Gli effetti?… Sa il Signore.

A noi il compito di seminare a piene mani, con incrollabile fede, “in spem contra spem credentes” ed attendendo il frutto, che noi non vedremo che assai parzialmente… “in patientia”.

Ci benedica tutti.

Suo

Don V. Cimatti, sales.

2945 / Bernardi Angelo / 1943-2-8 /


a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 8 febbraio 1943

Carissimo Don Angelo,


È il 18° o 19° anniversario della nostra entrata in Giappone e lo passo col mio bravo Don Bernardi. Rispondo alle tue lettere.


  1. In primis per non disperdere i frutti del decennio ti consiglierei a fare una breve memoria.

Date storiche – frutti del decennio a base di statistiche (battesimi, ecc., oratorio, frequenza media) somme totali. E ne manderai copia.4

  1. Per te. Era avviata la trattativa per l’acquisto di una magnifica colonia agricola. Sul più bello ci hanno messo da parte (senza dir nulla) e fu venduta a tedeschi. I contraenti eravamo noi e benedettini, che ci piantarono. Avevo pensato a te. Si può pensare in caso allo studentato, alla scuola, a Mikawajima per te, qualora fosse necessario l’esodo.

Per la Fuji, se veramente desidera e si rassegna a lasciare il Kyushu, a Mikawajima, asilo e catechista, avrebbe lavoro fin che vuole.

  1. Grazie dell’invio cronaca-cooperatori. Non temere che, in ogni evenienza, sarai avvisato se il centro… È per organizzarci e orientarci, e in caso di necessità vedere su che forze di cooperatori ed ex-allievi vi possiamo sperare per chi resta.

  2. Della tua casa e nostre non so proprio prevedere nulla, perché l’Ordinario (come del resto hai sperimentato) è impenetrabile. Non c’è che da pregare e vedere in attesa degli avvenimenti.

  3. Grazie della relazione della festa. Il Signore tiene conto di tutto e a tempo opportuno premia. Coraggio mio caro Don Angelo, fa’ quel che puoi e sai, sulla stregua delle regole, e non temere di nulla. Seminare a piene mani, ad altri il mietere.


Vedi di aiutare e formare allo spirito di lavoro e sacrificio il chierico.

Saluta e ringrazia per me tutti, e specialmente il Sig. Kaneko e la santa maestra Fuji. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2946/ Liviabella Leone e Confratelli/ 1943-2-11 /


a Don Leone Liviabella e suoi collaboratori , missionari in Giappone



11 febbraio 1943

Carissimi,5


Grazie di tutta la vostra carità espressami in questi giorni. Dio benedica il bel lavoro che con tanto zelo e sacrificio fate per la sua gloria e per il bene. Non dimenticate tre date che vi danno modo di attivarvi in varie forme, eccitati a ciò anche dall’esempio del nostro Don Bosco.


  1. 17 c. m. inizio liturgico del mese di S. Giuseppe, per noi fioretto giornaliero.

  2. 19 c. m. 80° anniversario dell’approvazione della nostra Società.

  3. 20 c. m. giornata della buona stampa.


Cerchiamo di sfruttare santamente anche queste belle occasioni sempre per il bene.

E pregate per me.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S.


  1. Prego Don Liviabella [che] voglia comunicare specialmente le date 1. e 2. alle comunità religiose. E far pervenire le accluse alle Figlie di Maria A. cui annuncio le tre date.

  2. Non dimenticare di organizzare i cooperatori e l’associazione ammalati (non potresti servirti inizialmente del tuo giornaletto dedicando una mezza pagina per gli ammalati, inviando loro il foglietto?).

  3. Tieni colla buona stampa accesi i lucignoli fumiganti di coloro che sono lontani (hanareta).

2947 / Circolare Salesiani / 1943-2-12 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 12 febbraio 1943

Carissimi confratelli,


Le notizie che avete inviato in occasione delle nostre care feste Salesiane hanno riempito il cuore di grande consolazione, mi hanno assicurato della vostra salute e del vostro lavoro e specialmente dell’amore che nutrite a Don Bosco, e dello spirito veramente salesiano da cui siete animati per fare il vostro dovere. Deo gratias e a voi tutti di cuore.

Le case di Miyakonojo e di Mikawajima hanno in questa occasione ricordato il loro decennio in forma familiare, ma non senza frutti spirituali.

A Miyakonojo era presente l’Amministratore Apostolico ed a Mikawajima il rappresentante di Sua E. Mons. Doi, che inviò un magnifico saluto d’occasione. Furono così ricordati in modo speciale i nostri primi benefattori Mons. Chambon, P. Faber, P. Bolteau e quanti dei nostri confratelli iniziarono le due opere.

Si prese anche da voi l’occasione di parlare ai nostri cooperatori (altri si propongono di farlo nel mese di Maggio) ed anche a qualche nostro ex-allievo.

Penso che se ci sforzeremo di lavorare in questi due campi ne avremo dei vantaggi non indifferenti specialmente per il futuro. Vogliate aiutarmi anche in questo, e vi assicuro non solo la mia gratitudine, ma il vantaggio della nostra Congregazione.

Vi annuncio pure che il M. E. N. ha approvato il nuovo Ente Morale giuridico salesiano coll’introduzione dei membri dirigenti (= riji) giapponesi. Secondo le disposizioni della legge, l’entrata dei nuovi ha lasciato nell’Ente M. G. nostro i vecchi: Don Margiaria e Don Bovio, e introdotto tre dei nostri confratelli giapponesi. Tutti gli altri stranieri e Giapponesi salesiani sono soci ordinari dell’E. M. G (Ente Morale Giuridico).

Per qualsiasi questione dunque riferita alle proprietà nostre potete riferirvi per questioni legali (tasse o altro del genere) a Don Margiaria.

Vi è presso alcuni l’abitudine di cominciare col 18 c. m. il mese di S. Giuseppe.

Vi prego di mettere nelle vostre preghiere questa intenzione: “AIUTO DEL NOSTRO PATRONO NELLE NECESSITÁ SPECIALI DEL MOMENTO, MOLTE BUONE VOCAZIONI, PERSEVERANZA DI QUELLE CHE IL SIGNORE CI HA MANDATO”.

Preghiamo per i nostri soldati: Yamaguchi, Tateishi e Nishimura. Quest’ultimo è a Manila ed alloggia presso Mons. Piani, compiendo i suoi studi teologici. Mi prega di salutare tutti e domanda preghiere a tutti.

Ci vorrà il Signore provare con altre prove? Sia fatta la Sua S. Volontà: ma cerchiamo di prepararci colla preghiera, coll’adempimento del nostro dovere nell’osservanza delle nostre Ss. Regole. Ed allora ci faremo dei grandi meriti.

Vi assicuro continuo fraterno ricordo nelle mie preghiere.

Domando vivo contraccambio. Vostro

Don V. Cimatti, sales.

2948 / Cecchetti Albano / 1943-2-12 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Tokyo, 12 febbraio 1943

Carissimo Don Cecchetti,


Il Signore che sempre le ha voluto tanto bene le vuol dare ancora un modo di santificare la sua anima con una richiesta di amorosa rassegnazione, che sopportata cristianamente, le aumenterà tanti meriti che già si è fatto e si va facendo.

Il preambolo minaccia di farsi lungo, ma so che parlo al mio buon Don Albano e che non vi è bisogno di lunghi preamboli.

Ho ricevuto telegramma dai Superiori che risiedono ora a Cuorgnè che mi pregano di comunicare a Don Albano l’andata in Paradiso del suo buon papà, avvenuta il 21 Gennaio. Pensi, caro Don Albano, alla partecipazione di noi tutti al suo grande dolore; e specialmente di Don Cimatti che ebbe a conoscere il suo buon Papà e che anche ebbe con lui relazioni per lettera.

Lo conobbi uomo ottimo cristiano, e fortificato alla scuola del dolore e delle prove. Son sicuro che in Paradiso prega per noi, come noi preghiamo tutti per lui.

Caro Don Cecchetti le siamo tutti vicini coll’affetto e colla preghiera. Ho comunicato subito la cosa a tutte le case, e tutti faranno il loro dovere.

E preghi anche per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti



2949/ Marella Paolo / 1943-2-18 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 18 febbraio 1943

Eccellenza Reverendissima,


Ho ricevuto da Don Margiaria le intenzioni di Ss. Messe, che assicuro saranno immediatamente celebrate. Non so che dire grazie alla Provvidenza ed al ministro generoso, ed in contraccambio offro e assicuro preghiere.

Per ora nihil novi sub sole. Silenzio da parte dell’Amministratore Apostolico.

Esposi le cose nostre a Mons. Taguchi, che mi promise avrebbe parlato con Mons. Doi, ma non mi ha poi fatto sapere più nulla.

È di parere che bisognerebbe [che] porgesse a Lui l’occasione di parlare direttamente con Mons. Ideguchi, per sentire il suo preciso pensiero: scrivere equivale dare la lettera in pasto all’entourage, che pare abbia influsso sul modo di pensare ed agire dell’Ordinario. Dunque?

Noi seguiamo il nostro piano, avvenga quel che vuole, fiduciosi dell’aiuto di Dio, nelle cui mani è l’avvenire, calmi e sereni si continua il possibile lavoro.

Mi ha scritto Mons. Gaspais sulla nota questione: non difficoltà per parte di Mons. Blois, per parte civile fare i passi presso il governo giapponese. E vedremo anche questo nel limite del possibile e della volontà di Dio.

Quando ha modo di aiutarci o con lavoro o ut supra o in altra maniera, non dimentichi che i salesiani hanno bisogno di tutto e di tutti. Mi benedica e mi creda:


ossequientissimo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. Ricevo proprio ora gli auguri di Mons. Costantini che trasmetterò ai confratelli.

2950/ Ricaldone Pietro / 1943-2-…


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


la festa patronale del seminario6


Febbraio 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Mentre i nostri cari seminaristi per rallegrare la festa patronale del Seminario dedicato ai Santi Martiri giapponesi stanno allegramente battendo i “mochi” [mochi = riso cotto pestato], le invio le notizie mensili di cronaca. Lei certo nella breve permanenza fatta in Giappone 16 anni fa (eh! si diventa vecchi… e Lei più di me) ha gustato questo manicaretto di cui sono ghiottissimi i giapponesi, ed anche noi… Specie se insieme a molto zucchero. Si cuoce a vapore una qualità di riso speciale, e quando è al punto lo si mette in un mortaio, e poi in due o più lo si viene battendo ritmicamente con specie di martelli di legno fino a ridurlo in una pasta soda che si stira, si spezza e si forgia in forme svariate. Vi si possono mettere anche sostanze coloranti o ripieni di vario genere. Lo si mangia o fresco o abbrustolito sulla graticola o in umido o fritto ecc.

Naturalmente la giornata del 6 Febbraio è in Seminario giorno di gran festa e fra salesiani col contorno di quanto si è soliti fare fra noi, in chiesa, in teatro e… in refettorio. In quel giorno si fa festa di famiglia, e si invitano anche gli insegnanti esterni e i principali benefattori.

Sull’altare laterale è esposto un quadro disegnato con gusto da un seminarista rappresentante il martirio dei beati. Non è difficile vedere durante il giorno qualche seminarista che vi si prostra innanzi e prega. La più parte dei nostri seminaristi sono di Nagasaki, e discendenti dei vecchi cristiani dei tempi delle persecuzioni. Che passi nel loro cuore in quelle visite lo vede il Signore.

Non c’è che pregare Dio affinché conceda loro la forza dei martiri e la costanza “usque ad mortem” nella loro vocazione.

La festa è finita. Nei giorni seguenti, lavori ai campi, sotto la guida dei loro superiori, divisi in squadre preparano il terreno e seminano le patate.

Hanno pregato S. Giuseppe all’inizio liturgico del suo mese che al momento concedesse due grazie che si ritenevano necessarie per il bene materiale e spirituale del Seminario:


    1. Trovare campi in affitto (assai difficile in questi tempi).

    2. Il riconoscimento della casa come casa religiosa in conformità alle nuove leggi sulla religione. S. Giuseppe non si smentì.


I campi che lavoravano erano appunto fra quelli ottenuti dalla loro preghiera.

Giunge l’annuncio che l’Amministratore Apostolico ha dato parere favorevole per la pratica richiesta.

Secondo le direttive delle Autorità civili ed ecclesiastiche anche nelle singole residenze i terreni adibibili a campo sono trasformati e seminati a verdura.

Il Signore benedice anche questi lavori agricoli fatti dai suoi ministri – patate, pomodori, insalate, spinaci, cavoli, zucche ecc. prosperano; tanto che se ne parla anche sui giornali, additando la valenza degli stranieri, ed il buon popolo commenta: “Oh, come è buono il Dio dei cattolici!”. Si poté con questa risorsa venire in aiuto alla popolazione in momenti di mancanza o scarsità di verdura. Nei luoghi vicino al mare si trovano anche buoni supplementi alimentari colla raccolta di erbe marine, conchiglie, gamberi e granchi durante la bassa marea. Un avvenimento caratteristico chiude il mese. Un vecchio pianoforte quasi inusabile fu venduto e si fece acquisto di una vacca, che assicura il latte alla comunità. Oggetto per noi più che altro ornamentale dà luogo a qualche cosa di più utile. La musica è bella, ma “carmina (e penso anche musica) non dant panem”. Mi perdoni, buon Padre, l’argomento è un po’ materiale, e preghi per noi: “panem nostrum cotidianum da nobis hodie”. Mi sembra che Lei mi faccia risuonare all’orecchio: “Bravo! Aiutati, che il ciel t’aiuta!”.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.






2951 / Marella Paolo / 1943-3-3 /


a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico



Tokyo, 3 marzo 1943

Eccellenza,


Il buon Don Cecchetti mi prega di trasmetterle l’acclusa. Nello stesso tempo il bravo Shimada avrebbe combinato per il 2/7 un concerto col sottoscritto all’Hibiya, e desidererebbe, come ottenne già altra volta, l’appoggio dell’E. V.

Se può accontentarlo fa certo contento anche il sottoscritto.

Finalmente, penso anche per i buoni uffici di Mons. Taguchi, il nostro bravo Ordinario ha acconsentito alle reiterate preghiere dei poveri salesiani col dare il visto per l’approvazione della casa religiosa di Miyazaki.7 Deo gratias! Anche a Lei.

E preghi per noi e ci benedica. Preghiamo per la preziosa salute di V. E. specie in questo bel mese di S. Giuseppe…

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. L’acclusa in giapponese è la relazione del decennio delle Opere sociali di Mikawajima inviata anche alle Autorità.

2952 / Circolare Salesiani / 1943-3-3 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Tokyo, 3 marzo 1943

Carissimi,


Si avvicina la festa di S. Giuseppe, nostro speciale Patrono. Non ho bisogno di farvi speciali esortazioni perché conosco la vostra grande devozione a questo Santo. Nelle attuali circostanze affidiamoci in modo speciale al suo patrocinio in spiritualibus et in materialibus sicuri del felice esito delle nostre preghiere.

La S. Quaresima pure ci dia modo, oltre che coi modi prescritti dalla Chiesa, di lavorare per i nostri dipendenti e con intensificare l’insegnamento del Catechismo e col favorire la devozione alla Passione di N. S. Gesù Cristo; personalmente proponiamoci di eseguire sempre meglio i nostri doveri quotidiani nell’osservanza esatta delle nostre Ss. Regole: così prepareremo assai bene noi e i nostri alla Pasqua.


Notizie:


  1. Approvazione della casa religiosa del Seminario, in conformità alle vigenti leggi religiose. Così anche questa spinosa questione è liquidata. Deo gratias.

  2. A tutt’oggi domande di noviziato sono 7: ci danno la bella possibilità di cominciare quanto citius il Noviziato, così Don Tassinari ripiglia il suo lavoro. Se otterrà il permesso andrà a Miyazaki per gli esercizi spirituali e li condurrà a Tokyo. Domando preghiere per questi cari figliuoli.

  3. Il prossimo 20 ci saranno a Tokyo le ordinazioni dei nostri diaconi: Gallo, Lopez, Manhard e Mantegazza ed il 17 a Nagasaki del nostro Kawaguchi (Prefet. Apostolica di Miyazaki).

Facendo fin d’ora i nostri fraterni auguri ai nuovi sacerdoti, li assicuriamo delle nostre più belle preghiere.

Oh, conceda loro il Signore di essere santi sacerdoti, animati nel lavoro sacerdotale dello zelo, della laboriosità, dello spirito di sacrificio e di carità del nostro Don Bosco. Ad multos annos.

  1. Non ho notizie particolari del nostro Tateishi e degli altri soldati. È chiamato al servizio militare regolare il confratello Kai: lo accompagniamo coi nostri migliori voti e preghiere.


Non dimentichiamo i nostri cari ammalati (Don Arri, coad. Camnasio). Ma specialmente pregate per chi vi ricorda sempre sempre:


Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. Speravo rivedere prossimamente i cari confratelli del Kyushu in una mia andata a Nakatsu, Oita, Beppu e Miyazaki. Ma non mi fu permesso, essendo stata troppo recente la mia andata da quelle parti.

Vi unisco una relazione del decennio delle opere sociali di Mikawajima che fu utile fare per le autorità e benefattori delle varie opere.

Nell’atto di spedire ricevo da Miyazaki: “Tateishi ha cambiato ospedale. Parlando coll’infermiera fu detto che il nostro ammalato avrà tutt’al più un mese di vita. Hanno già chiesto alla famiglia uno che vada ad assisterlo fino agli estremi…”.

Pregherò Don Mukai che lo vada a trovare e gli porti la S. Comunione… Aiutiamo questo nostro confratello in tutte le forme possibili di carità che il cuore Salesiano vi può suggerire.

2953 / Dal Fior Luigi / 1943-3-23 /


1 a don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone

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2 a Don Luigi Dal Fior,

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