Cimatti|Braga Carlo|1941-4-13

2735 / Braga Carlo /1941-4-13 /


a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina



Tokyo, 13 aprile 1941

Carissimo,


Le tue indirizzate a M. (telegramma e lettera del 7/4) subirono ritardo, essendo a Tokyo: dunque scusami.

Come sai, tutti gli Ordinari stranieri hanno ceduto le armi spirituali ai giapponesi e quindi ho passato le feste coi confratelli e così faccio la visita.

Conto verso la fine del mese di tornare a Miyazaki per le visite in attesa che i Superiori stabiliscano la nuova sede ispettoriale e fissarmi così. Rimango superiore religioso col titolo, onori e prerogative del vecchio ufficio. Così vuole il S. Padre.

Rispondo per parte alla tua carissima:


  1. Grazie delle Ss. Messe che celebriamo subito;

  2. Per gli Esercizi spero combinare per venire – lasciami pensare e anche consigliarmi per la venuta – ti risponderò fra breve definitive. Ti predico mute fin che vuoi. Grazie a Dio è un lavoro che non mi stanca. E penso che combineremo. Si tratta di venire a Shanghai, vero?

  3. Anche qui in Giappone il Signore ci benedice nelle opere nostre per quanto piccole.

  4. Per il massimo problema di cui mi parli eccoti alcune considerazioni, e poi decidi in Domino.


    1. Il Rettor Maggiore può prolungare al terzo triennio (anche se non completo), ne ho un esempio qui in Giappone per un coadiutore – ed anche in Italia ad es. per il ch. Bechis, che tu conosci (penso ora prete).

Non potresti fare così? Ammettilo ai triennali (perché debba ripetere il noviziato – non sono canonista – non capisco) e fa’ la pratica presso il Sig. Don Ricaldone domandando la mora ad tempus.

Le condizioni in cui mi dici il chierico mi pare siano tali che tuta conscientia (pensando presunta l’autorizzazione al prolungamento) si può ammettere. Al chierico si dice la cosa ben chiara – i Superiori approvano? È a posto. Consigliano diverso? Si farà come dicono.

Se dato i tempi non riesci a metterti in comunicazione coi Superiori – penso che saneranno in caso la tua decisione più tardi – ed anche di questo sia avvisato il chierico. Dopo sei anni di prova a che gli serve un anno di noviziato?

    1. Il nostro noviziato è il secondo anno che ho solo giapponesi. Maestro è il bravo Don Tassinari, che conosce l’individuo. Pensa in che condizioni si troverebbe il chierico – solo, con un gruppo giapponese – con cui si fa tutto in giapponese – sta male lui (isolato) e rischia in pratica di non riuscire a fare il noviziato, che gli si fa ripetere (perché?) – e in pratica come possono affiatarsi con lui gli altri (sono cinque) per la vita del noviziato, lavori, accademie, feste, ecc. ecc.? Secondo noi è sconsigliatissimo il noviziato in tali condizioni.


Eccoti quanto mi viene in mente sul problema. Vide in Domino. Mi pare che la prima soluzione sia la più semplice. A parte, come dici tu l’umiliazione se credete necessario il noviziato, non potrebbe farlo in posto, mettendolo assistente dei novizi? Ha già pratica e sarà per lui un incentivo a mostrarsi modello, per gli altri non ne viene né scandalo né altro, mi pare, e per lui è certo una bella lezione.

Per il Giapponese potremo anche pensare piuttosto a scambio di personale. Inizialmente Don B. (se fosse davvero guarito) potrebbe servire: ma stando a quanto disse il dottore (che non sa dire quando) avrà ancora una ricaduta. Certo occorre gran prudenza nella cosa, e ben inteso che dato i tempi e le circostanze, qui non può absolute tornare; sarebbe rovinarlo del tutto: qui, caro Don Carlo, si cammina sui rasoi e ci vuole una forza di nervi e sangue freddo a tutta prova. Grazie a Dio, tu mi conosci – il latte che ho nelle vene, mi lascia perfin troppo indifferente, ed ho paura di esserlo troppo davvero. Ma guai se non fosse così.

Mi pare dunque che potremo accordarci ad esempio con un cambio temporaneo di personale italiano preferibilmente – tu mandi qui uno o due per lo studio ed io a te uno o due, che intanto potrebbero aiutarti pel giapponese.

Penso che in regola saremmo a posto: tu hai Filosofia e teologia e noi pure, o anche preti. Pensaci, e mi pare non difficile combinare, tanto più che anche per noi ci sia qualcuno che sa il cinese non andrebbe male.

Naturalmente, Don Carlo mio, non scambiamoci ammalati spirituali: avrai forse tu i tuoi, come Don Cimatti ha i suoi; Deus scit.

Se vedi Don Terpin, fagli coraggio. A quanto pare, è sempre lui: anima bella, ma sempre tormentata.

Don Bovio (che in caso potrebbe anche predicare esercizi) domanderebbe campioni stoffe per vesti che usate voi per [i] vostri, e campioni biancheria.

Accetta i nostri auguri e prega assai per noi. Estendi tutto ai nostri cari confratelli.

Ti abbraccio e benedico.


Tuo aff.mo

Don V. Cimatti