Cimatti|Mooney Edward / 1932-10-11

1008 /Mooney Edward / 1932-10-11 /

a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico (Riservata)


Takanabe, 11 ottobre 1932

Eccellenza Reverendissima,

Ed eccoLe nuovamente Don Cimatti che viene a disturbarLa, non per un affare di Delegazione, ma per un paterno consiglio che domando confidentialiter a V. E.

Sono stato in forse se scrivere. Ho finito per dire: “Dopo tutto, male non c’è; ed al più Monsignore dirà: “Don Cimatti non è un diplomatico…”.

Ecco di che si tratta. Il desiderio mio è che V. E. che forse può da altri essere stata interessata nella questione, sappia chiara la nostra posizione.

Di questi giorni Don Margiaria parlando casualmente con Mons. Chambon, sentì farsi inviti per accettare l’Opera della stampa di Tokyo, anche trasportando la nostra scuola di Oita a Tokyo e così – sia pur modestamente – cominciare. Già dall’anno scorso si erano intavolate pratiche dirette dai Superiori e tutto fu arenato, data la crisi, nella questione finanziaria.

La nostra regola non permette fondi, riserve, ecc. Si vive di elemosina quotidiana. Al momento la parola d’ordine è “Non fare debiti”, si sono sospesi tutti i lavori, non si danno permessi d’intraprenderne nessuno, eccetto dove un ente o un benefattore s’incarichi di tutta la spesa, senza che la casa vi abbia da aggiungere nulla o fare debiti. “Il Capitolo Superiore non ha più nessun fondo e non può rispondere per nessuno e per nessuna scusa”.

Così mi scriveva proprio ieri uno dei nostri Superiori di Torino. È un momento dolorosissimo, sentito fortemente da noi che viviamo di elemosina.

La fondazione di Tokyo non essendo cosa inerente alla Missione di Miyazaki, non ho la facoltà di presentare proposte ai Superiori (che per quello che mi fu riferito ho già informato genericamente).

Caro Monsignore, così i Salesiani (non c’è mistero) desiderano tale fondazione, ma al momento attuale, se si facesse la proposta su una base che richiedesse alla Congregazione Salesiana uno sforzo finanziario, certo i Superiori risponderebbero con dolore come l’anno scorso (e tutto si arenò nella richiesta di lire italiane cento mila).

Non sta a me far proposte, ma penso che i Salesiani accetterebbero, e per cominciare modestamente il personale salesiano, direttivo ed assistenza l’avrei, se ad es. si facessero proposte di questo genere:

  1. È affidato il capitale X ai Salesiani da gestire a queste condizioni…

  2. È ceduto il terreno X ai salesiani per il trasporto della tipografia di Oita colle condizioni di… e col sussidio di X.

  3. Si cede ai Salesiani la costruzione X che devono risarcire a queste condizioni… e simili.


L’E. V. dirà: “Comodi questi Salesiani!”, ma al momento attuale non credo vi sia altra soluzione.

Naturalmente i Salesiani vogliono lavorare non solo con la tipografia (che è un mezzo), ma nell’apostolato, e penso che lavoreremmo, ma che vuole? Don Bosco ci ha fatto e ci vuole così: “Abbiamo bisogno di tutti e di tutto, e domandiamo a tutti”. (Vostra Ecc. compresa… e Lei lo sa!).

Può essere che V. E. sia al corrente della questione come non ne dubito, con queste idee potrà… Se poi le parole di Mons. Vescovo furono solo un complimento o un tastare terreno… È un altro paio di maniche.

Ho tediato V. E. in una questione che non so quanta relazione abbia con la Delegazione, ad ogni modo, avendomi detto Don Margiaria che anche l’E. V. s’interessa della cosa, credetti affidare al suo cuore paterno anche queste angosce.

Se il Signore vuole a Tokyo i figli di Don Bosco ora, non gli mancano i mezzi, e chissà che l’E. V. non ne sia un ministro!

Ci benedica tutti e mi creda, dell’E. V. Rev.ma

Obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.