Cimatti|Marella Paolo /1945-7-15

3224 / Marella Paolo / 1945-7-15 /

a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

Tokyo 15 luglio 1945

Eccellenza Reverendissima,

Penso non sarà sgradito all’Ecc. V. ricevere di tanto in tanto notizie dalla famiglia salesiana, tanto più ora che è difficile potersi vedere di persona.

A tutt’oggi il Signore ci ha preservato da prove dolorose, e per la parte materiale e spirituale mi pare che tutto proceda regolarmente.

Anche le Figlie di Maria Aus. (ancora recentemente provate coll’incendio della scuola di Shizuoka, che avevano rilevato l’anno scorso), si sono aggiustate benino a Yamanaka ed hanno iniziato colà un buon lavoro.

Anche i nostri a Nojiri cominciano a regolarizzare meglio gli approvvigionamenti, e attendono regolarmente alla vita loro religiosa e di studio.

Rimaniamo a Tokyo una dozzina, e non manca lavoro né materiale, né spirituale.

Le tre case hanno ceduto a privati o alle autorità parte degli edifici, e di comune accordo si lavora, e per la vita materiale, e per la nazione e per la Chiesa e per l’anima nostra.

Ricevo notizia che oggi tutti i nostri missionari e salesiani della Prefettura Apost. di Miyazaki fanno evacuazione in provincia di Fukuoka.1 Si sono affidate le cose nostre di Miyazaki a due nostri confratelli giapponesi che dimorano colà. La terra coltivabile è affidata all’Ospizio.


V. Ecc. avrà avuto notizie della dolorosa vicenda del nostro povero Amministratore Apos.: distrutte successivamente le due residenze di Kagoshima, si è ritirato in zona di Tano. Più grave pare la situazione di P. Kawaguchi, che ebbe, pare, lesa la spina dorsale da una pallottola, il che forse l’obbligherà alla paralisi di una gamba per tutta la vita. Ho scritto subito ad entrambi le attestazioni del nostro dolore e le nostre preghiere.


Da Dairen pure buone notizie. Affido ogni cosa alla volontà del Signore. Egli che permette tutte queste cose ha i suoi fini, che sono certamente buoni, e quindi niente timore per l’avvenire.

Ad ogni modo, per quanto potesse fare l’Ecc. V., le raccomando quei miei cari confratelli, che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni ed il loro lavoro; e specialmente le buone Figlie di Maria Aus.

Ed ora una domanda che sottopongo a V. E. Avrei la possibilità di buon materiale (persone) per il noviziato, che canonicamente è eretto a Itabashi: ma ora che la casa (pars principalis) è a Nojiri, ed il Maestro pure si trova colà, crede V. Ecc. che si possa pensare a far colà il noviziato? Come luogo mi pare adatto. Nelle condizioni attuali non è da considerarsi come casa di riposo estivo (alcuni autori negano la possibilità per questo): compirei le formalità prescritte per il permesso dell’Ordinario (se occorre) e quanto altro fosse necessario; così non si perde tempo e ci si prepara – naturalmente si tratta di personale giapponese – e dopo tutto penso che se ci fossero dubbi, si potrà poi domandare la sanatoria alla S. Sede.

Abbia la bontà l’Ecc. V. di dirmi il suo parere al riguardo; si tratta di pochi e buoni elementi, che così, nella solitudine eremitica di Nojiri, possono prepararsi; anche se dovesse dare la risposta negativa, non tema, perché penso sarà difficile in questi momenti comunicare con Roma. Che se fosse possibile…

Compatisca la solita mia sfrontatezza, ma si tratta di fare un po’ di bene… e allora si cerca di battere a tutte le porte possibili. E preghi per noi, e ci benedica tutti, specialmente chi con profondo ossequio si professa:

obbligatissimo

D. V. Cimatti, sales,

che oggi entra nel suo 67° anno. Preghi per me.

1 Il posto dove furono intenati era Tochinoki Onsen, in provincia di Kumamoto, dove rimasero fino alla fine della guerra.