Cimatti|Mooney Edward / 1932-7-23

976 /Mooney Edward / 1932-7-23 /


a S.E. Mons. Edward Mooney, Delegato Apostolico



Takanabe, 23 luglio 1932

Eccellenza Reverendissima,

Ricevo ora la sua carissima tanto più in quanto accompagnata dalla sua carità che arriva sempre in buon punto.

Il Signore La rimeriti di tutto e mentre Le accludo ricevuta, l’assicuro pure dell’esecuzione, e quando le è possibile, ci venga pure in aiuto colla carità sua.

Le aggiungo ancora un codicillo alla famosa questione di Beppu, che se va aggiustandosi al di fuori, minaccia di acuirsi al di dentro.

Il Catechista di cui Le parlavo, ha fatto un altro atto di arbitrio, chiamando in casa sua e non trattando bene alcuni cristiani (erigendo come una specie di tribunale) e adducendo ordine del Missionario e del Capo della Missione.

Come vede l’E. V. c’è materia di licenziarlo, ma se lo facciamo subito non equivale a dar ragione a quanto fu pubblicato? Spero di indurlo spontaneamente, ma sarà difficile…

Voglia anche V. E. pregare affinché si risolva in bene questa benedetta questione e possiamo continuare il nostro lavoro.

L’aggiunta che faccio è per controbattere l’accusa che noi lavoriamo senza il permesso dell’Autorità.

Quanto Le ho riferito precedentemente è il risultato delle ricerche fatte da noi e da persone di fiducia. Non pratico di queste cose, non so se tali ricerche siano sufficienti a dirimere la questione. Sta il fatto che accuse concrete non furono fatte, e che finora cose concrete non furono trovate, ché, per quanto consta a noi, non sono mai avvenute.

Mi benedica e mi consigli nel Signore:

Don Vincenzo Cimatti, sales.



OGGETTO: ricerche sulla questione della residenza di Beppu, accusata di lavorare senza il permesso della competente autorità governativa.

Ecco come stanno le cose: il giorno 22 c. m. Don Margiaria e Don Escursell furono chiamati dalla Prefettura di Oita, ed avvisati che finora si era lavorato alla missione senza permesso dell’Autorità.

Si fece osservare che nel Novembre del 1931, quando ancora nessuno abitava nella nuova sede della Missione, si fece regolare domanda al Municipio di Beppu, che disse di lavorare pure, e che nel frattempo il permesso sarebbe venuto.

Nel Gennaio di quest’anno Don Escursell presentò di nuovo la domanda – fecero rifare tre o quattro volte la cosa, ma il permesso non veniva.

Nel Novembre dell’anno passato il Municipio di Beppu ha dato tre volte il permesso di fare conferenze e concerti col nome di Missione Cattolica. Se dopo nove mesi il permesso non è venuto (sia pure che ci sia stato in Giappone il cambio di vari Ministeri) non credo si debba imputare a colpa della Missione.

Non si può anche pensare a poca sollecitudine nel disbrigo degli affari da parte di queste autorità? O ad altro? In fine le carte nostre sono in regola.

L’autorità poi voleva che fosse tolta l’insegna colla dicitura “Missione Cattolica”. Si rispose: “La questione è stata sollevata dal giornale che non ha fatto che calunniare, vilipendere, bistrattare la Missione, non portando prove”.

Noi quindi possiamo far valere le nostre ragioni a nome della giustizia e della verità. Se ci impongono di togliere l’insegna noi la togliamo, che non vogliamo per nulla contravvenire alle leggi. Noi finora siamo andati avanti tranquilli. La migliore cosa è che l’Autorità ci dia subito il permesso.

Si parlò pure col Catechista. La polizia aveva riferito già che non aveva trovato nulla a tutt’oggi e che il catechista era licenziato.

Si disse: “È licenziato dal lavoro extra recinto, perché vogliamo controllare se sono vere le dicerie di cui non conosciamo i reali fondamenti e di cui del resto non siamo responsabili fuori missione”. Si prese l’occasione per fare un’istruzione religiosa.


CONCLUSIONE. Dobbiamo togliere l’insegna? No, lasciatela per ora. Vi faremo sapere dopo. Non sapendo più che dire, trovarono a dire che fuori della missione c’è scritto l’orario delle Messe… Povera gente!…

Sorse allora un’altra questione. Dissero: “Per l’Oratorio ci vuole l’autorizzazione speciale”. Si rispose: “Noi non abbiamo mai chiamato tale posto ‘Oratorio domenicale’. Tale denominazione ed anche quella di ‘Maestro della scuola domenicale’ è comparso sui giornali arbitrariamente. Noi non l’abbiamo mai scritto. Del resto nessuno può vietare ai ragazzi di venire a giocare in luogo libero… Pur non essendo ‘Missione’ nessuno può fare appunti in questo e non crediamo che ci sia legge che lo impedisca”.

Si acquietarono e pare prendessero le ragioni, che lì per lì il buon Don Margiaria sfoderava, in buona parte.

Eccole il risultato di questo nuovo episodio che fa vedere che vi sono interessati che lavorano sott’acqua e stanno vigilantissimi.

Deo gratias. Ci aiuti e ci benedica.

Dell’E. V. Rev.ma

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Super. Miss.