Crevacore Alfonso|1964-6-..., Cimatti

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a Don Alfonso Crevacore, suo Direttore a Chofu


(Giugno 1964)

Carissimo mio buon Direttore,


Al rendiconto precedente aggiungo qualche cosa per mio vantaggio spirituale mio.

Sanità: tu sai. Grazie di quanto fai, tu, il buon Dottore e tutti i confratelli, per il povero sottoscritto. Cerco di ripagare con la preghiera. Anche voi pregate per me in attesa della Chiamata.

Quello che mi preme è che il bravo dottore mi permetta la S. Messa cotidiana: è l’unico necessario conforto. Il dottore è un santo uomo, ma non può capire la necessità del sacerdote… Sto diventando forse un buon laico dell’azione cattolica. Per un prete non può bastare… lo capisci.1

Vedete anche col Sig. Ispettore di dire una buona parola.

Al momento questa è la cosa più urgente.

Inoltre pensando al tuo permesso ho dato ai confratelli che frequentano l’infermeria qualche piccola ricompensa come un dolce o un frutto… così agli eventuali visitatori… interni o venuti di fuori.

Mi pare piccola carità paragonata alla loro. Prega e fa’ pregare per me.

In attesa del Signore, del gran giorno.

Tuo

Don Vincenzo Cimatti

1 Dal tono della lettera si capisce che Don Cimatti in questo periodo si sentiva meglio. Difatti il 5 maggio festa del direttore e il 25 maggio festa liturgica di Maria Ausiliatrice, con grande sua gioia fu portato su un seggiolone in chiesa e poi in refettorio per un po’ di tempo. Tra poco comincerà di nuovo anche a scrivere le lettere di sua mano.