Cimatti|Madre F.M.A./ 1934-9-14

1297 /Superiora Generale F.M.A./ 1934-9-14 /


alla Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice



Verso Dairen, dal mare 14 settembre 1934

Rev.ma Madre,

Mentre il mare fa il buono (ieri era in furia) portandomi in Manciuria, dove vado a fare un po’ di propaganda cattolica, che risulterà anche in propaganda salesiana, rispondo alla sua venerata del 16/8 ultimo scorso.

Grazie di tutto. Credo opportuno per il bene buttare in carta, qualche idea di cui Ella terrà quel conto che crede nel Signore.


  1. Congratulazioni e auguri dopo le elezioni – la continuità di direzione generale darà modo ad un più proficuo lavoro.

  2. Le sue figliuole, bene spiritualmente e materialmente (salvo una di cui sarà informata, che sarà meglio ritorni). Hanno fatto gli Esercizi ultimi bene in tutto il senso della parola. Quindi sotto questo rispetto, optime: la Rev.ma Madre dorma tranquilla. Le tre novizie, da quello che posso capire, sono ben avviate, come pare le aspiranti.

  3. Certo la visita di Madre Tullia fu fulminea coll’aggravante che era indisposta di salute. A capire il Giappone bisogna fermarvisi e specialmente visitare i grandi centri e conoscere bene le opere congeneri esistenti.


Fu per questo che ho insistito sempre presso Madre Letizia affinché s’informasse e de visu capisse. Mi pare che per le massime cose fu fatto. Per quanto la conoscenza, molto incompleta che abbiamo del Giappone può permettere di dire (ripeto cose per Lei note):


  1. Il Giappone è perfettamente organizzato ed attrezzato nel campo educativo e maschile e femminile, non solo nelle forme essenziali, ma anche negli annessi e connessi, così che difficilmente noi possiamo fare come nelle altre missioni. (Non misuri quindi il lavoro educativo e le opere che si possono fare in Giappone, con quelle dell’India, Siam, Cina), occorre pensare alla medesima modernità di mezzi. Ed ecco una prima condizione: personale scelto.

  2. Dato poi il carattere nazionale, il massimo lavoro è da spingersi alla formazione di buon personale indigeno. È vero che in una Congregazione tutto serve, ma nel reclutamento insista a che si osservi anche la necessità futura (quindi oltre la sanità – assai debole in genere – anche alla riuscita negli studi, ecc.).

  3. Lo sviluppo di opere poi potrà avvenire specie in grandi centri. L’Opera che abbia il bollo della Capitale è certo di valore in sé e per quante si potranno fondare in seguito.

Alla domanda dei terreni, se le Figlie di Maria A. vogliono stabilirsi in Tokyo, è certo il tempo di approfittare. Si trovano ancora terreni a prezzo mite (Yen 5 allo tsubo, e Lire 100 = Yen 29), nell’interno di Tokyo immensa.

Per una scuola femminile va bene in qualunque punto data la comodità dei trasporti – nel cuore di Tokyo i terreni sono a prezzi favolosi (Yen 200-300 allo tsubo). Per un’opera di beneficenza bisogna mettersi in un centro povero (e penso che i terreni non costino molto). Per una scuola occorre il capitale pel terreno, costruzione e poi il fondo per la scuola (pel riconoscimento) e per il pagamento insegnanti. Per un’opera di beneficenza occorre molto meno. Nei grandi centri è facile trovare la beneficenza.

  1. Che cosa in pratica sia da farsi per le Suore nel presente e nel futuro?


      1. Continuino ad essere sante,

      2. Lavorino a tutto potere per il personale indigeno, numeroso e ben scelto. In Giappone le vocazioni non mancano.

      3. La piccola missione di Miyazaki non può dar sviluppo ad opere in grande – noi stessi ci domandiamo: quali opere potremo fare in piccoli centri?

      4. Occorre mirare a grandi centri. Se i Salesiani si fermeranno a Mikawajima e nei pressi le Figlie di Maria A. pensassero alle ragazze, quid?

      5. Per opere scolastiche occorrono capitali enormi.

      6. Si preparino fortemente collo studio della lingua e abitudini del luogo.

      7. La missione potrebbe forse venire incontro per affidare qualche opera, ma francamente (povera com’è) non può soddisfare alle richieste di mantenimento davvero forti e preferisce certo personale giapponese ed istituzioni giapponesi, che come tali incontrano di più la simpatia e sbrigano con poco ogni lavoro. Insista adunque ad un maggior fiducioso abbandono alla Provvidenza.


Mi pare di aver risposto alle richieste di Madre Rev.ma e vorrà perdonare se non sono stato chiaro o completo. La base però è questa: personale specialmente indigeno e grandi capitali. Tutto il lavoro di preparazione, di propaganda, ecc. che ora fanno è tutto buono.

Noi agli inizi abbiamo preso come base: “fare come fece Don Bosco”.

Dia alle direttive questa pratica intonazione e pian piano anche in Giappone l’Opera di Don Bosco si affermerà.

Preghi e faccia pregare per me. Spero che il Signore mi tenga lontano di dover venire nel prossimo anno in Italia.

Con vero ossequio.

Obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.