Cimatti|Ricaldone Pietro / 1935-12-29

1571 / Ricaldone Pietro BS / 1935-12-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



NATALIZIO GIOCONDO!1


Tokyo, 29 dicembre 1935

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Come vede Le scrivo da Tokyo, ed ho voluto scegliere la data 29 Dicembre! Dieci anni fa, proprio nel pomeriggio di questo giorno, il primo nucleo dei salesiani partiva da Genova per il Giappone.

Avevamo il cuore ripieno della gioia più pura – il grande Papa delle missioni in udienza particolare ci aveva benedetto e ci aveva detto parole programmatiche che rimasero incancellabili nel nostro cuore – tentammo di tradurle in pratica – i Superiori e fratelli ai piedi dell’Ausiliatrice, nella caritatevole emozione di quei momenti, ci diedero l’addio – parenti, allievi, amici ci seguirono coll’affettuosa preghiera, la carità generosa dei benefattori pure… e giungemmo in questa terra benedetta.

Dieci anni trascorsi come un baleno ed in mezzo ad un succedersi di avvenimenti or giocondi or dolorosi – ad un succedersi di sforzi, di realtà conseguite – di opposizioni ed ostacoli, palesi od occulti, sorpassati od evitati – di risultati modesti, di cui dopo Dio dobbiamo dir grazie ai nostri Superiori e benefattori.


I mezzi adoperati. Ci siamo messi dal punto di vista di Don Bosco, e ci siamo detti fin dal principio: “Tentiamo di fare come Lui”. Noi eravamo come Lui, sotto certi aspetti in molte e svariate difficoltà – nuovi, in questo grande paese, ignari della lingua, delle costumanze – circondati da migliaia di giovani bisognosi di aiuti specialmente spirituali – mandati in questa zona del grande Impero giapponese, dissodata inizialmente dal grande Apostolo S. Francesco Saverio, fecondata dal sangue di tanti martiri, e lavorato in seguito dagli zelanti missionari delle Missioni Estere di Parigi, per fondarvi stabilmente la Chiesa cattolica, non potevamo noi salesianamente avere altra guida che Don Bosco ed i ricordi che lasciò ai suoi primi missionari. E abbiamo tentato di circondarci di gioventù – ecco i primi embrioni di Oratori – e fin dagli inizi quotidiani – nelle tre residenze di Miyazaki, Oita e Nakatsu. La musica, il teatro, le proiezioni luminose, i soliti giuochi dei nostri oratori fecero la loro comparsa nei minuscoli cortili, nelle modeste sale di riunione.

Il numero dei nostri piccoli e grandi amici si accresceva – inizialmente, laddove i cristiani erano in numero discreto, si lavorava per loro, ma a poco a poco, entrarono anche quelli che noi soprattutto agognavamo… e finirono di esser più numerosi degli altri. Ah, i nostri cari paganetti!

Accanto all’attività oratoriana, mentre si cercava con tutte le forme proprie dell’apostolato di attivare alla vita cristiana ed all’azione cattolica i cristiani delle altre residenze – ricercare i dispersi – avvicinare i lontani – rinvigorire i deboli – suscitare ed istruire i catecumeni, si cercò di dare impulso all’attività della buona stampa. Foglietti volanti, risposte ad obiezioni, piccoli fascicoletti di propaganda su argomenti di vario genere, un minuscolo periodico, il “Don Bosco” mensile, poi bimensile, e la vita di Don Bosco e di Savio Domenico.

Non avendo tipografia propria, ci servivamo delle locali pagane. La distribuzione fatta a mano, per le strade, nelle ferrovie, nei convegni, per mezzo dei giornali, ecc. portava nelle regioni visitate dai missionari la buona parola. Tale forma di propaganda, essenziale per un popolo che, come il giapponese, legge e vuole istruirsi, è continuata tuttora, oltre che coi mezzi sopra indicati, colla distribuzione di 1500 copie settimanali del Giornale Cattolico di Tokyo, specialmente fatta tra i pagani che l’hanno domandato in tutte le residenze della missione…

Altre forme di propaganda furono le conferenze non solo nelle sale delle missioni, ma nei teatri, nelle sale pubbliche, ed in modo speciale servirono allo scopo i concerti musicali strumentali e vocali, che varcarono anche i limiti della nostra missione, e servirono mirabilmente alla propaganda cattolica e salesiana.

Teatri, sale di riunione pubbliche, alberghi, scuole, cortili, chiese furono i principali luoghi di attrazione di questa attività, che si può assommare a tutt’oggi a 500 audizioni. La musica aprì vie e porte insperate, e fu principio di preziosissime relazioni con ogni ceto di persone.


Le tappe più salienti. Il 1926 si passa in intensa preparazione a Miyazaki.

Nel 1927 si inizia la presa di possesso delle tre residenze di Miyazaki, Oita e Nakatsu, alle dipendenze della diocesi di Nagasaki e successivamente di quella di Fukuoka. Secondo le tracce con Lei concordate nella memorabile sua visita del 1927, tentiamo di mettere le basi del futuro lavoro secondo un programma minimo: contatto coi cristiani, far conoscere l’Opera Salesiana, avvicinamento ai pagani.

Nel 1928 la missione, smembrata dalla diocesi di Fukuoka, è eretta in missione indipendente di Miyazaki: continua alacremente dovunque il lavoro programmatico iniziale.

Nel 1929 si aggiunge la residenza di TANO con cappella dedicata a S. Teresa di G. e a Maria stella del mare, con casa missionaria, sala di adunanze e magazzino per gli agricoltori del luogo e terreni di coltivazione. Inizialmente zona di sterpi, ora è ridotta a magnifici terreni produttivi di ogni ben di Dio. È un villaggio, si può dire, totalmente cristiano.

Nel 1930 a MIYAZAKI si inizia l’ASILO infantile “Stella del mattino” – uno fra i più ampi e migliori della città – attualmente alle dipendenze delle Figlie di Maria A., che già hanno iniziato anche un collegetto per formazione di vocazioni religiose.

Nella popolosa città di BEPPU si inizia pure su terreno proprio una nuova residenza missionaria, arricchita ora di una graziosa chiesetta dedicata a Maria A. Oltre l’Oratorio quotidiano e la cura dei cristiani, si dà comodità ai numerosi visitatori della città, cristiani giapponesi e stranieri, specialmente nella stagione delle cure balneari o dei fanghi, di adempiere ai loro doveri religiosi. E non è lontano il giorno auspicato per la fondazione di una casa di cura per i missionari.

In questa città le Figlie di Maria A. in magnifica posizione hanno il loro noviziato e aspirantato ed una fiorente istituzione della S. Infanzia.

Pure nel 1930 si inizia a Nakatsu il piccolo Seminario indigeno, che nel 1934 viene trasportato in sede propria a Miyazaki ed ampliatosi per numero di allievi, per regolarità di insegnanti, ben visto dalle autorità ottenne l’approvazione prefettizia. Già comincia a produrre i suoi frutti e buoni rami di questa necessaria istituzione, [che] sono trapiantati al Gran Seminario regionale di Tokyo per gli studi di filosofia e teologia.

La residenza di Nakatsu intanto si riallieta per le presenze di un collegio per la formazione alla vita ecclesiastica o religiosa o anche semplicemente cristiana della gioventù – vivaio gentile ed olezzante di fiori di cui usufruirono il Seminario o il noviziato e le altre opere educative salesiane o della missione.

Nel 1931 si poté realizzare a Oita l’inizio della Scuola tipografica; e da questa santa fucina di propaganda, oltre alla continuazione più in grande delle pubblicazioni precedenti, si iniziarono le LETTURE CATTOLICHE, cogli stessi intendimenti programmatici di Don Bosco; le FOGLIE SPARSE, foglietti di propaganda di vario genere; il GRANELLO DI SENAPA, primo esperimento di giornale per i pagani ed altre pubblicazioni di vario genere (ameno, agiografico, religioso, ecc.) che contribuirono non poco a facilitare il lavoro di propaganda missionaria. Varie di queste pubblicazioni col comparire del Giornale Cattolico di Tokyo furono sospese per riunire le forze in unità di disciplina.

Dal 1934 la Scuola tipografica è trasportata a Tokyo e viene organizzandosi come Scuola professionale completa. L’edificio costruito in posizione salubre e tranquilla della metropoli giapponese fu approvata dalla competente autorità come corrispondente allo scopo, così pure l’insegnamento impartito secondo i programmi dell’Impero e secondo lo spirito di Don Bosco. Nel 1935 fu concesso il legale riconoscimento prefettizio, primo passo al riconoscimento della scuola per parte del Ministero dell’Educazione Nazionale. Da questa, incessantemente continua l’esodo di buon seme, che, sparso a piene mani nei campi irrigati dal sudore dei missionari, non può non fruttificare, pur nella lunga snervante attesa.

La scuola (limitata per ora alla sezione libro e vestito) porterà pure il suo modesto contributo all’opera educativa di questi cari giovani sulla base preventiva della carità e religione secondo gli insegnamenti di Don Bosco.

La residenza di Oita intanto si è arricchita di una bella CHIESA dedicata a S. Francesco Saverio, omaggio della Missione a Gesù Redentore nell’anno giubilare della Redenzione. Vi funziona pure il fiorente asilo “STELLA MATTUTINA” che gareggia coi migliori della città.

Il 1932 vede sorgere gli inizi dell’Ospizio di Miyazaki di cui Le ho riferito ampiamente nel Bollettino di Gennaio 1936. È l’effetto fruttuoso delle conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli. Fiorisce e fruttifica sempre più quest’opera benefica e come goccia insistente di carità scava a fondo il blocco pagano, avvincendolo fortemente nell’amplesso di Gesù.

Nel 1933 l’Opera salesiana varca i confini della Missione, e, per la caritatevole e paterna bontà di Mons. Chambon, Arcivescovo di Tokyo, incomincia nella capitale coll’Opera salesiana base, l’ORATORIO, il lavoro di apostolato a Mikawajima, zona più povera, più spiritualmente abbandonata e bisognosa di Tokyo. Sono una trentina di cristiani su una popolazione di 450.000 abitanti. Ed il nostro pensiero corre per spontanea associazione di idee all’iniziatore, al nostro compianto scomparso Don Piacenza. Due anni circa di lavoro assiduo e sacrificato circondano quest’opera della benevolenza e ammirazione incondizionata di autorità e di popolo, aumentano a oltre 200 la famiglia cristiana, a centinaia la gioventù che frequenta quotidianamente l’Oratorio e nelle adunanze festive, a migliaia nelle grandi solennità. E già oltre le associazioni parrocchiali, vi funzionano un reparto esploratori, l’asilo d’infanzia e prossimamente il dispensario.

Nello stesso anno 1933 il lavoro missionario si estende a sud di Miyazaki, nella bella città di Miyakonojo con la cura della minuscola cristianità e oratorio. Dopo due tappe in case di fitto, finalmente nel 1935 su terreno proprio la missione continua il suo lavoro – già tre piccoli oratori e un dispensario spandono in città e dintorni il benefico influsso dello spirito cristiano.

Il lavoro da anni incominciato a TAKANABE, DOVE DAL 1930 ebbe per vari anni sede in casa di fitto lo studentato filosofico, si concreta coll’acquisto di terreno proprio per le opere della missione, la quale ha già puntato risolutamente a nord della provincia di Miyazaki, installandosi su terreno proprio a NOBEOKA – città che viene assumendo un’importanza capitale dal punto di vista industriale-operaio.

Tutta la zona prettamente di apostolato missionario, è battuta dalla stampa cattolica. Non avendo missionari, ha incominciato il lavoro di dissodamento il missionario-stampa, cioè il giornale, il buon libro. Già quindici nuclei attendono l’opera del missionario-persona. A quando, mio amatissimo Rettor Maggiore?

Il 1935 finalmente ci apre il cuore alla massima consolazione salesiana.

È un fatto compiuto il Noviziato S. Cuore a Tokyo. Undici reclute (cinque italiani e sei giapponesi) hanno incominciato nel nome di Don Bosco il loro noviziato il 28 Dicembre. Il cuore si dilata alle più pure gioie perché come in missione col Seminario l’avvenire dell’opera salesiana ha la sua radice, che auguriamo possa dilatarsi in fertile terreno, moltiplicandosi in copiosi, floridi, robusti virgulti, anime generose di giovani hanno già compreso l’amore di Don Bosco per la gioventù e vogliono con Lui lavorare seguendo le sue sante orme per il bene della patria. Come non esultare? Come non far sprigionare dal più profondo del cuore l’inno della riconoscenza al Signore? E con Lui ai Superiori, agli ottimi benefattori che ci hanno aiutato a realizzare quanto ci sembra anche ora un sogno?

Ed accanto al Noviziato è inaugurato proprio in questi giorni lo STUDENTATO FILOSOFICO e TEOLOGICO salesiano. L’otto dicembre fu benedetto solennemente da S. E. Mons. Chambon, Arcivescovo di Tokyo, padre e benefattore dei Salesiani. Eravamo in quel giorno tutti nelle condizioni di spirito del nostro Don Bosco all’inaugurazione della tettoia Pinardi. Anche i nostri cari chierici prima di avere questo bel nido vagarono dal 1929 ad oggi, dall’Oyodo (Miyazaki) a Takanabe, poi a Miyazaki (Seminario), poi a Miyazaki (missione)… Tappe, che ci ricordavano quelle ben più dolorose del nostro fondatore. Un raggio di sole splendido fu per Lui la povera tettoia Pinardi – per noi, la comoda scuola (per ora le semplici mura). Oh, come il buon Padre ha amato i suoi figli!

E come per incanto, siccome dove c’è Don Bosco devono esserci i giovani, ecco sorgere tra la scuola professionale e il noviziato e studentato, l’Oratorio festivo. Di dove sbuchino questi cari frugoli è difficile dirlo, ma sta il fatto che in questa zona apparentemente poco abitata, già duecento oratoriani si sono fatti vivi. Alla festa inaugurale S. E. l’Arcivescovo, meravigliato, andava dicendo [con] entusiasmo: “Oh, come vorrei tornare fanciullo per frequentare l’oratorio festivo di Don Bosco!”.

E i fanciulli si fanno strada nel cuore di tutti. In occasione delle feste natalizie si degnarono di visitare in varie riprese l’Oratorio di Mikawajima gli ambasciatori d’Italia, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Brasile, Romania o i loro rappresentanti e vari membri di nobili famiglie giapponesi, e ciò che riempì noi tutti di meraviglia per l’altissima degnazione e per l’onore che ne veniva all’opera, S. A. il Principe delle Asturie Don Juan de Valois, accompagnato dalla sua esimia consorte Principessa Maria d’Orleans, durante il suo viaggio di nozze.

Queste autorità oltre dare il bell’esempio di carità cristiana e sociale, si degnarono di prendere sotto l’alto loro patronato i nostri poveri giovani oratoriani, che risposero all’appello dei salesiani, affollando l’oratorio in numero di oltre duemila a ricevere la strenna di Gesù Bambino, procurata loro da tanti buoni benefattori di Tokyo, e distribuita dalle mani di tante religiose e giovani ragazze delle associazioni giapponesi, cattoliche e non cattoliche.

E come in grande a Tokyo, in proporzioni più modeste, ma non meno imponenti (si tratta di quasi un migliaio di ragazzi a Miyazaki, di settecento a Miyakonojo, di oltre trecento nelle altre rispettive residenze), dovunque è penetrato il nome e lo spirito di Don Bosco. Il nostro buon Padre s’inghirlanda di gioventù!

Ed il Signore continua le sue benedizioni. È nelle feste natalizie che giunse l’approvazione ufficiale del primo dispensario della nostra missione a Miyakonojo. Ed il 21 Dicembre, come già accennai, giungeva il decreto di riconoscimento ufficiale della scuola proofessionale Don Bosco a Tokyo, sezione tipografica e sarti, che darà modo di allargare la sfera d’azione educativa della gioventù operaia di Tokyo, sia per l’importanza che viene ad assumere la scuola, di fronte alle autorità e al pubblico, sia per l’accresciuto numero di allievi e per il loro avvenire assicurato dall’insegnamento ufficialmente riconosciuto.


Amatissimo Padre, pongo termine a questo mio che vorrei fosse meno indegno inno di ringraziamento a Dio, ai Superiori, ai benefattori ed amici nostri, proprio nel giorno dell’Epifania.

Oh, si degni Gesù, da voi tutti aiutato, a salvare tutte queste care anime, portarvi i suoi doni materiali e spirituali! Ieri i nostri novizi hanno terminato i loro esercizi, e nella devota cappella, secondo il suo desiderio, a ricordo della data centenaria della vestizione del nostro Don Bosco, fu imposta la talare ad uno di loro, mentre le altre funzioni furono fatte nelle varie residenze, in missione, e si concluse con accademia commemorativa.

Gesù non poteva fare migliori doni ai suoi missionari salesiani in Giappone – siamo così a pieno consolati in mezzo all’improbo, lento e non appariscente lavoro dell’apostolato. Ma l’arido terreno si scassa, si fende… e può penetrare la pioggia… Mi passi il concetto, è degradazione meteorica su anime… Secolare, come quella che incessantemente compie la natura, ma ineluttabile, perché Gesù deve e vuole avvincersi anche queste anime… Vedremo i risultati dal Paradiso, e godremo allora più di adesso.

È per questo che non le cito ad uno speciale ordine del giorno i nomi dei cari missionari, strumenti nelle mani di Dio di quest’opera di rifacimento di anime – sarebbe ben meschina lode – i loro nomi sono scritti in Cielo… e basta.

Amato Padre, ci continui l’aiuto di preghiere, di consiglio e di mezzi: ce lo continuino i buoni nostri cooperatori, allievi ed amici – non si stanchino di fiancheggiarci, come non ci stanchiamo noi di domandare.

È l’inesorabile leit-motiv del missionario – è un male di famiglia (ah, santo male!), ereditato da Don Bosco, e non c’è medicina per curarlo, che l’esaudirlo… pronto ad attacchi più violenti ancora per la gloria di Dio e la salute delle anime. Coll’offerta a Gesù del secondo decennio continuiamo nel nostro modesto lavoro – si unisca a noi e ci benedica tutti e specialmente chi si professa per tutti

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1 Manoscritto R.M. 729, inedito.