1511 ricaldone


1511 ricaldone

1511 / Ricaldone Pietro / 1935-10-16 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Visitatoria S. Francesco Saverio


Miyazaki, 16 ottobre 1935

M.R. Sig. Don Ricaldone,

Ieri è partita la Rev. Ispettrice delle Figlie di Maria A. che ha compiuto l’attesa visita. Mi pare che finalmente anche per le Figlie di M. A. si sono chiarite molte cose e che la visita certamente è stata assai fruttuosa in tutti i sensi: spirituale, senza dubbio (buona muta di esercizi – professione delle loro prime novizie, conoscenza di persone e di cose, ecc.) e materiale, perché hanno finalmente acquistato terreno a Tokyo, vicino a Mikawajima e così anche il problema dell’Oratorio femminile si va delineando, e togliendo così i nostri confratelli salesiani da veri impicci per il mescolamento dei due elementi. Deo gratias.

Siccome però la Sig. Ispettrice ha trovate le Figlie di Maria A. in condizioni che dice non essere note alle Rev. Superiore – ed asserendo che se dovessero rimanere in tale condizione non si sente di tenerle in missione, e da tutto il contesto pare che la massima colpa ora la si voglia gettare addosso a questa cenerentola di Missione, già tanto tartassata, credo opportuno brevemente accennare allo stato delle cose, affinché Lei possa juxta de causa decidere – perché una decisione si vuol prendere. Per me sono disposto a rimangiarmi tutto il passato, ma sia chiaro una buona volta come sono le cose.

Per me penso che i Superiori siano pienamente al corrente di ogni cosa, ad ogni modo:


  1. Inizialmente le Figlie di Maria A. vennero in missione chiamate dalla missione stessa. Non vi fu convenzione scritta, perché così determinarono il Sig. Don Rinaldi e la Madre Superiora Generale.

  2. Molteplici cause note ai rispettivi Superiori e che determinarono il passaggio ad un regime di indipendenza delle Figlie di Maria A. condussero a che le Figlie di M. A. si trovarono in missione come fossero venute per conto loro. Il Superiore della Missione diede, perché richiesto, facoltà di aprire case in qualsiasi punto della missione. La Missione le considera in tale posizione, ed esse pure a Miyazaki e a Beppu si considerano tali.

  3. Quanto abbiano sofferto i missionari prima di addivenire a questo stato di cose, ed anche dopo (specie a Beppu) lo sa il Signore e chi fu in mezzo.

Se si dovesse tornare allo stato di prima NESSUNO assolutamente si sente. Per me confesso la mia incompetenza a determinare lo spirito delle Figlie di Maria A., ma mi sembrano troppo comode. Per me, se avessi il personale, metto subito il cappellano, ma al momento attuale, non ne ho.

Il Superiore della Missione tiene i piedi in tre staffe (e non parlo di Tokyo… che sarebbe la quarta… è da tempo che è nelle mani di Dio) anche per dare buon esempio di attività, ma non ne guadagnamo nessuno; ad ogni modo continuerò a fare così finché non saremo in numero e finché il Signore mi darà le forze.

  1. L’insistenza a che la Missione riconosca il lavoro delle Figlie di Maria A. e lo ricompensi (in tutto o in parte) come lavoro missionario, mi dà l’aria di voler prendere soldi… E poi faranno come faranno. E per me che navigo nei debiti, non so davvero come fare. Ad ogni modo le Figlie di Maria A. sanno che Don Cimatti nella sua povertà (meglio: la povertà della Missione) quanto poteva, aiutava sotto varie forme.


Quid dicam? I Superiori da ambo le parti hanno le mie povere relazioni. Il passo fatto che fu valutato da ambo le parti e che fu determinato coll’aiuto del Superiori, è parere nostro che non sia cambiato, a meno che cambino le teste, ossia quella di Don Cimatti, dei miei che avranno a fare con loro (perché se la missione paga – brutta parola – penso che abbia il diritto e il dovere di fare osservazioni), ed anche quelle delle Suore.

Penso che il Superiore sarà informato e fu per riassumere la questione e per dire qual è il modo di pensare nostro che volli inviarLe questa mia. Non ho nessuna difficoltà che questa sia letta dalla Madre generale.

A Madre Cogliolo diedi da leggere senza timore tutto l’incartamento relativo alla questione.1

Il Signore mi aiuti a vivere ed agire secondo la sua santa volontà.

Tutto suo aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1 Madre Cogliolo era Ispettrice dell’India: da essa dipendevano anche le Opere del Giappone. Non sappiamo cosa voglia indicare con “incartamento relativo”. Il Servo di Dio tocca il medesimo argomento nel suo scritto alla Madre Generale. dell’11/12/1935.